In viaggio – 100 anni Whirlpool http://www3.varesenews.it/blog/100-anni-whirlpool cento di questi anni Mon, 19 Feb 2018 17:48:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.10 Questo blog è diventato un libro http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/08/31/questo-blog-e-diventato-un-libro/ Wed, 31 Aug 2011 21:47:47 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=584 Continua a leggere]]> Chi l’avrebbe mai pensato, nel momento in cui è stato pubblicato il primo post.
Questo blog, storia di un breve ma lungo viaggio in America, è uscito dalla Rete ed è diventato un volume. Pure bello: con una grafica moderna e accattivante, e persino un elastico che lo ferma come se fosse uno dei celebri taccuini di viaggio di Bruce Chatwin, a ricordo imperituro del fatto che i racconti più umani cominciano su una strada, senza sapere nulla della meta.
Il libro, firmato da Marco Giovannelli, direttore di Varesenews e autore degli appunti di viaggio qui conservati, è stato pubblicato da Whirlpool con il nome “Diario di viaggio di un’altra America” e verrà presentato durante Anche Io, la festa di Varesenews, che si svolge all’area feste di Schiranna di Varese dal 2 al 4 settembre.

Più precisamente, l’appuntamento è per sabato 3 alle 17.30: qui l’autore – del blog e del libro –  racconterà dal vivo la sua esperienza in un incontro che coinvolgerà tutti e 5 i sensi. E le copie del libro che saranno a disposizione serviranno, per quanto possibile, a dare un tetto sulla testa a chi fuori casa c’è costretto a stare dagli eventi: il ricavato delle vendite – ad offerta libera – sarà infatti devoluto ad Habitat for Humanity, una delle associazioni a cui la multinazionale è legata, che si premura di costruire case a chi non può permetterselo con l’aiuto di centinaia di volontari.

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Pezzi di viaggio http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/23/pezzi-di-viaggio/ Thu, 23 Jun 2011 20:19:59 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=568 Continua a leggere]]> Stiamo lavorando a rendere il blog un instant book. Una sorta di diario di viaggio vero. Testi che riprendono i post giorno per giorno. Foto che accompagnano le parole. E con queste alcune immagini di momenti dell’international media tour.
Questo riprende alcuni appunti all’inizio della serata con Nancy Tennant che “va in giro per il mondo a raccontare la storia del più radicale cambiamento di un’azienda”.

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L’altra America tra leccornie e “schiscette” http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/17/tra-leccornie-e-schiscette/ http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/17/tra-leccornie-e-schiscette/#comments Fri, 17 Jun 2011 23:21:02 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=548 Continua a leggere]]> Non potevo resistere alla tentazione di scrivere un post sull’esperienza gastronomica di questi quattro giorni, dando così una mano al cronista ufficiale dell’avventura.

Oltre al fattore geografico – abbiamo attraversato quattro stati – è contato molto anche l’aspetto logistico, per non parlare delle realtà molto diverse che abbiamo scoperto. Si parte quindi con Chicago, considerata una delle capitali della cucina statunitense.
Sicuramente non ci ha deluso, grazie anche alla grande professionalità di Fernando Marfìl con la sua esperienza nel settore alberghiero di lusso. Lo show cooking organizzato al World of Whirlpool era sicuramente spettacolare, ma anche e soprattutto di qualità. Accolti con un bicchiere di Merlot californiano (volendo era a disposizione un’ampia selezione di birre nazionali) e delicate sfoglie alle verdure appena sfornate, gli ospiti si sono visti servire una rapida successione di impeccabili stuzzichini, culminati con irresistibili miniature di hamburger da boccone. Tra le pietanze preparate sulle futuristiche cucine del World of Whirlpool svettava un inarrivabile controfiletto, brasato fino alla caramellatura e così tenero che si sfaldava a guardarlo. Azzeccato l’abbinamento, optional, con un’aerea mousse di crème fraiche e rafano. Dignitosa la selezione di formaggi, tutti americani, tutti da scoprire, in abbinamento a frutta e vari tipi di pane. I dolci erano una teoria completa sul cioccolato in tutte le sue forme. Divino.

Giorno 1: Chicago – Benton Harbor- Brandy Wine –

Sorvolando il breakfast, pantagruelico ma fortunatamente a scelta, si giunge al pranzo dell’indomani, ahimè non classificabile poiché costituito da panini e patatine in busta, come se non bastasse consumati sul pulmann e annaffiati dalla micidiale, ben nota e universale bibita gassata nazionale. Comunque, per dovere di cronaca, ecco l’autopsia del contenuto della mia invitante e carinissima “schiscetta” ricevuta in dotazione all’uscita del World of Whirlpool: panino-stoppa molliccio XXL farcito allo stremo con salumi vari non identificati, maionese o simile, foglia d’insalata anemica e fetta di pomodoro; un biscotto affetto da gigantismo, non male; un sacchetto di snack simil-patatine al gusto bacon; una mela (la mia salvezza). Il contenuto di sale sarebbe bastato a conservare il pescato di un’intera stagione di acciughe di Monterosso, ma aveva il pregio di mascherare il reale sapore degli alimenti.

Le cose migliorano alla sera, con la cena servita alle 18.30 secondo l’usanza statunitense. Ottima introduzione con vini bianchi e rossi californiani. Degno di nota il pinot nero, generoso e senza pretese. A tavola, in un ambiente caldo e accogliente da mountain lodge, ci attende la classica insalata mista, presentata però con qualche ricercatezza. Garba all’occhio e rinfresca il palato ancora arso dalla salatura forzata del pranzo. Il “main course” rientra nella categoria “surf ’n turf” ovvero “mare e monti”, con una grigliata mista di carne e pesce accompagnata da un’ottima spadellata di verdure miste. Non mi pronuncio sulla forzatura delle capesante abbracciate al pollo, entrambi ineccepibili, ma compatisco il povero salmone sock-eye di grande lignaggio afflitto da una eccessiva cottura. A conclusione, un irresistibile monolito di cioccolato nella più classica delle interpretazioni della torta “foresta nera” salva la partita.

Giorno 2 – Brandywine – Benton Harbor – Greenville

Breakfast buono, consistente, abbondante nella bella sala del lodge. A pranzo siamo ricevuti dal presidente Fettig nella “executive dining room” del quartier generale mondiale. Siamo un po’ in soggezione e l’interesse non va certo al cibo, ma alla discussione sui grandi temi dell’innovazione e della strategia dell’azienda. Le domande sono un fuoco nutrito, ma il presidente risponde instancabilmente, riuscendo anche a mangiare senza che ci si accorga. Tutta un’arte. L’aspetto gastronomico risente dalla necessità di non fare aspettare neanche un secondo l’uomo più importante della squadra, quindi gli spiedini di pollo e manzo, accompagnati da riso pilaf e verdure grigliate, sono un po’ legnosi. Soffrivano già di anonimità, e l’attesa li ha depressi ulteriormente. Niente primo e il dessert è una monoporzione, a scelta, tra un’ottima torta al limone e un delicato clafoutis ai mirtilli.  A tavola niente alcolici, questo prima di tutto è un luogo di lavoro.

Giunge la sera, e pure giunge a Greenville il nostro pulmann. Ad attenderci nel nuovissimo negozio “KitchenAid Experience” un impagabile gruppo di pensionate della fabbrica, pronte a coccolarci con gli stuzzichini che hanno realizzato con le loro mani. Tenerissime nonnine, benedette casalinghe che ci regalano con un sorriso l’America profonda e rurale, in un piatto. Sorprendenti involtini di castagne d’acqua e bacon in salsa barbecue; formaggio al forno in crosta di noci di pecan e zucchero di canna, da mangiarsi spalmato sul pane; gamberoni in salsa di pomodoro, rafano, tabasco e worcester; formaggio fresco alle erbe e verdure, tutte a me sconosciute, anch’esso da spalmare; verdure fresche di ogni tipo. Una boccata di aria fresca, una piccola scoperta gastronomica, con semplicità e soprattutto con il cuore.

La cena vera e propria ha luogo al “Bistro off Broadway” situato nell’edificio che ospitava la fabbrica originale dei leggendari mixer. L’ambientazione è quella del mid-west diner, con i colorati neon a pubblicizzare tale o talaltra marca di birra, le luci soffuse, il pavimento in legno e il lungo bancone. Ceniamo in compagnia del sindaco e di un politico della contea. D’obbligo l’assaggio della carne, nei vari tagli autoctoni, sconosciuti alle nostre tavole. Mi avventuro con un flat iron, taglio particolare di anteriore, mentre Marco si limita ad un più prudente “new york” (roast beef tagliato “nell’altro senso” rispetto a noi). Immancabili, e buone, le patatine. Abbondante, e gelata, la birra. Impossibile affrontare il dessert, le porzioni USA sono poco gestibili per i nostri stomaci europei.

Giorno 3 – Greenville – Clyde- Detroit

Breakfast al “Comfort Inn” senza intoppi, con la simpatica variante dei wafer “fai da te”. In realtà siamo assistiti da una arzilla nonnina del west. Qui sono tutti così gentili, e sempre pronti a farsi in quattro per farti stare più comodo, servirti quello che vuoi come lo vuoi…

A pranzo ricompaiono i lugubri panini, d’altronde il programma è talmente serrato che non vi è alternativa. Ci sostentiamo con un classico “sub” (da “subway”, metropolitana, per la forma oblunga) da un piede (33cm di lunghezza) nelle varianti prosciutto, formaggio, o “club” ovvero un po’ di tutto. Optiamo per quest’ultima soluzione. Di nuovo i biscotti giganti, davvero buoni ma un po’ stufagenti. Da bere sempre lei, la “soda” di Atlanta nella sua lattina rossa inconfondibile.

La cena la consumiamo in aeroporto, a Detroit. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Marco è attirato da un messicano, a dire il vero invitante. Cediamo. Mi accorgo che il direttore di Varesenews in realtà non sa nulla di pico de gallo, fajitas, jalapeños, chipotles e chili con carne. A dire il vero sul cibo si è espresso poco, se non per niente, durante questo viaggio. Questa è la parte meno avventurosa del suo carattere. Occorrerà rimediare, non può un viterbese autentico mancare di opinioni culinarie. Ci sarà modo in un prossimo futuro, spero. Intanto gli ordino in emergenza un “classic bacon barbecue burger” corredato da solide patatine. La cameriera chiede di vedere la mia carta d’identità alla mia richiesta di una Budweiser alla spina. Vuole controllare che abbia 21 anni!! Paradossi del regolamento seguito alla lettera!

Si conclude così nel più classico dei modi la nostra avventura gastronomica nel mid-west americano, con un hamburger perfetto e ahimè stracalorico, sognando già linguine, ravioli e risotti. Incorreggibili.

Pierre Ley

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Thank you http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/16/thank-you/ Thu, 16 Jun 2011 21:38:19 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=532 Continua a leggere]]> Un vero tour con 554 miglia, ovvero 882 chilometri. Quattro stati attraversati: Illinois, Indiana, Michigan e Ohio. Quattro città: Chicago, Benton Harbor, Greenville e Clyde. Tre notti in tre diverse strutture (splendido il lodge a Brandywine Creek).
Whirlpool ha gestito in modo impeccabile tutta l’iniziativa. Un grazie speciale va a Kristine Vernier, Jody Lau e Lesli Davis Clarke, nostre muse e accompagnatrici deliziose.

A Jill Saletta, Kim Thompson e Jeff Noel che sono stati molto insieme a noi. A Nancy Tennant che ha gestito una serata molto stimolante sull’innovazione. Al presidente Jeff Fettig che ci ha accolti e ascoltati con grande attenzione; lui è il “capo” e l’uomo che ha maggiori meriti e responsabilità dei nuovi corsi di Whirlpool. Ai diversi direttori e responsabili di strutture che hanno paretcipato ai diversi incontri e visite.
E, per me personalmente, un immenso ringraziamento a Pierre che mi ha tradotto gran parte delle relazioni e mi ha sopportato per tre giorni.

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Una Babele su un autobus http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/16/una-babele-su-un-autobus/ Thu, 16 Jun 2011 21:06:56 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=508 Continua a leggere]]> Una cinese, quattro indiane, tre francesi, un italiano, cinque brasiliani, un guatemalteco, due argentini, Pierre (che non sappiamo a quale nazionalità ascriverlo), tre americane dello staff e un autista.
Eccolo quello il gruppo dei ventun partecipanti all’international media tour. Provenienze, esperienze ed età molto differenti. L’America Latina è la parte di continente più numerosa con sette partecipanti, seguono l’Asia e l’Europa con cinque.
Un ritmo incalzante di iniziative  che all’inizio non ha facilitato molto la reciproca conoscenza, ma era solo questione di tempo, perché dalla seconda giornata il clima è cambiato e la sera di Greenville i “latini” hanno coalizzato l’attenzione di una delle due tavolate e subito sono partite le dispute storiche e calcistiche.

L’autobus (con il suo autista) è poi stato il ventunesimo protagonista. Dodici ore a spasso tra Illinois, Michigan, Indiana e Ohio non sono state poche.

È stata una bella esperienza mettere insieme questi tre continenti. Una Babele piena di ricchezza che ha permesso di conoscere mondi così diversi tra loro. E fa piacere sentire ancora che l’Italia “es la mas bonita”. Malgrado tutto non abbiamo ancora distrutto credibilità e bellezze. Parola di brasiliani e non solo loro.

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Ultima tappa… http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/15/ultima-tappa/ Wed, 15 Jun 2011 17:18:45 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=472 Continua a leggere]]> clydeQuesta è davvero solo una tappa di trasferimento. Factory to factory. Dal mixer di KitchenAid di Greenville alle lavatrici Whirlpool di Clyde. Dal piccolo ed efficiente stabilimento al colosso che produce da far paura oltre 20mila pezzi al giorno.
Due ore di autobus ancora con in mezzo una sosta al Walmart per qualche acquisto.
Si chiude qui il viaggio. Resta la visita alla fabbrica e poi l’ultimo pezzo di strada verso l’aeroporto di Detroit. Tre giorni volati e oggi per la prima volta piove.

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Il mixer è il principe http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/15/il-mixer-e-il-pincipe/ http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/15/il-mixer-e-il-pincipe/#comments Wed, 15 Jun 2011 11:32:49 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=392 Continua a leggere]]> A Greenville tutti i negozi chiudono alle 5 del pomeriggio. KitchenAid, con il suo store, fa un’eccezione e resta aperta un’ora in più.
Il nostro arrivo ha costretto agli straordinari. Un’accoglienza molto calorosa in quello che è davvero il tempio della cucina. Al centro lui, il mixer, prodotto dal lontano 1919 ed ancora il principe dell’azienda. Si è arricchito di colori e in primo piano c’è l’ultimo gioiellino fucsia.Al piano inferiore c’è un piccolo museo con le evoluzioni storiche dei prodotti.

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L’America più profonda http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/15/lamerica-piu-profonda/ Wed, 15 Jun 2011 04:19:00 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=385 Continua a leggere]]> greenvilleQuattro ore e mezzo di autobus. Una cavalcata in mezzo alla campagna che connette il Northwest con il Midwest. Si lascia presto il Michigan per entrare nell’Ohio.
È il verde a dominare la scena. Un verde fatto di campi e di piccoli boschi qua e là. È l’America meno nota, quella più profonda, la più conservatrice. Obama, dopo aver chiuso, come il suo rivale McCain, proprio qui la campagna elettorale, conquistò la Casa Bianca anche grazie al voto degli undici milioni di abitanti che finora avevano quasi sempre scelto il partito repubblicano.
Se Benton Harbor è nota nel mondo per ospitare il quartier generale di Whirlpool, Greenville deve una notorietà minore, ma sempre importante, alla KitchenAid.
Su ogni palo della cittadina ci sono due bandiere americane e uno stendardo che ricorda il Trattato di Greenville. Questo venne firmato il 3 agosto del 1795 nell’allora Fort Greenville tra una delegazione di nativi americani e la Confederazione occidentale.
In epoca più moderna, una seconda data storica è il 1919, quando KitchenAid apre il suo stabilimento.  Quanto pesi sull’economia locale la fabbrica lo si capisce dalla grande attenzione che hanno riservato al nostro tour anche le autorità locali. Alla cena nel Bistro on Broadway, che fu la sede della prima produzione di KitchenAid, insieme con il dirigente allo sviluppo economico della contea, era presente anche il sindaco Mike Bowers che in un discorso molto articolato ha spiegato le diverse ragioni per cui è orgoglioso della presenza di questa azienda. “Parlano di noi in tutto il paese e arrivano decine di autobus per vedere la fabbrica e ora anche il suo showroom”.

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Saranno famosi… http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/14/saranno-famosi/ Tue, 14 Jun 2011 21:20:32 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=372 Continua a leggere]]> Pierre LeyEccoci davanti al cantiere del nuovo quartiere generale della Whirlpool. Ripresi mentre io immortalavo Pierre siamo finiti sulla prima pagina locale del quotidiano di Benton Harbor, “The Herald-Palladium”.

Stamattina Pierre è stato fermato da un dipendente della Whirlpool che, dopo averlo guardato, gli ha detto: “Ma tu sei quello in prima pagina del giornale?!”. Dopo il pranzo e l’intervista con il presidente ci hanno portato una copia del quotidiano. Cosa non si fa per diventar famosi…
Nella nuova struttura, fine lavori previsti per l’11 novembre 2011, si trasferiranno i vari uffici.
Lì, in tre diversi edifici,  verranno inglobati tutti i settori della Whirlpool, ora disseminati in varie zone del territorio.

 

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Un lodge per amico http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/14/un-lodge-per-amico/ http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/2011/06/14/un-lodge-per-amico/#comments Tue, 14 Jun 2011 02:21:29 +0000 http://blogosfera.varesenews.it/100-anni-whirlpool/?p=282 Continua a leggere]]> La scelta di dormire la seconda notte di questo “international media tour” a Brandywine Creek non è arrivata per caso.
Sulla targa all’ingresso della strutta c’è scritto: “For leadership and life long learning”. Una frase mica da poco. E chissà quanti di noi si saranno fermati a rifletterci, perché non c’è professione come quella dei media dove ci sia bisogno di tenere a mente quelle parole.
Brandywine Creek è immersa nel verde, in mezzo a un bosco dove non è insolito avvistare daini e caprioli. Un luogo, attrezzato di tutto punto con stanze da albergo quattro stelle e sale di ogni genere, nato pensando alla formazione e la serata con Nancy Tennant, una sorta di guru dell’innovazione mondiale, non poteva avere cornice migliore.
Peccato solo una notte e domani all’alba si riparte.

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