Jet Chef Whirlpool – Blogger al forno http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno Thu, 26 Apr 2018 15:58:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Spegni il gas e accendi il noir #09 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=432 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=432#comments Mon, 13 Dec 2010 03:11:05 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=432 Continua a leggere]]> Torno a farmi dolce per sfornare un dolce… Ogni tanto, d’altronde, va così.

Con qualche rimpianto, lo ammetto – ma chi ama scrivere mi può capire senza troppe difficoltà – abbandono la storia a cui sto lavorando e affido i protagonisti a un bar del centro, per una colazione coi fiocchi (non d’avena, sia chiaro) per infilare la testa nel mio bel grembiule da chef del noir e aprire il mio ricettario delle meraviglie. E, ancora una volta, per mettermi alla prova insieme al mio fedele Jet Chef.

I dolcetti di cui sto per raccontarvi, in origine, erano tedeschi. Oggi non più. Qualche esperimento e un’ostinata selezione degli ingredienti più speziati, alla fine, li hanno resi dei biscottini apprezzabili da chiunque. Detto fra noi, tra l’altro, già il nome originale li rendeva abbastanza “indigesti”: rosinenstangerl. Sbaglio, forse?

Eccovi gli ingredienti a raffica: 3 uova intere, 250 grammi di zucchero, 250 grammi di farina, 250 grammi di uvetta, 1 bicchierino di rhum.

Per prima cosa, prendete l’uvetta e mettetela a bagno in una scodella di acqua più calda che tiepida. Più rimane a mollo, meglio è.

La ricetta – cosa sempre importante – è molto semplice, ma piuttosto faticosa. Siete avvisati. Più che altro, dovrete sfiancarvi nello sbattere alla grande le uova con lo zucchero: se – come me – non avete un aggeggio elettrico che fatichi per voi, quindi, preparatevi a sudare un po’… Alla fine, per farla breve, le uova e lo zucchero devono sembrare schiuma da barba.

Fatto questo, con calma, aggiungete la farina aiutandovi con un setaccio per evitare che si formino grumi. Una volta che avrete unito tutta la farina, aggiungete il bicchierino di rhum e dateci dentro di nuovo, con un’altra mescolata decisa. Poco per volta, recuperate l’uvetta dalla scodella, strizzatela come si deve e aggiungetela all’impasto. Non preoccupatevi se, alla fine, vi risulterà un composto molliccio: deve essere così.

A questo punto, prendete una bella teglia (se avete il Jet Chef è più che okay la piastra che mamma Whirlpool vi fornisce in dotazione) e versate l’impasto, avendo l’accortezza di usare un bello strappo di carta forno. Va bene anche imburrare la teglia e spolverizzarla di farina, intendiamoci: l’importante è non far attaccare il tutto.

Come avrete capito, non serve il mattarello: usate pure le mani per spianare l’impasto.

Infilate la piastra (o la teglia) nel forno e cuocete a potenza medio-bassa per una mezz’oretta. Tenete sempre d’occhio il forno e quello che ci avete infilato, mi raccomando. Il tutto deve dorare appena in superficie.

Quando sarete sicuri di aver cotto per bene (usate pure uno stecchino per controllare), sfornate e tagliate subito, a caldo. I biscottini dovrebbero essere dei rettangolini grossi come un wafer, ma se preferite dei quadratini, fate pure.

Una volta freddi, sono pronti. Ottimi da annegare in una tazza di tè, volendo… E se qualcuno vi dovesse avanzare, cosa che a me non capita quasi mai, una volta secchi sono spettacolari anche con due dita di Marsala. O di Porto, a voi la scelta.

Nell’augurarvi “Guten Appetit!”, vi consiglio un romanzo davvero noir e di grande intensità. Una storia, purtroppo, sempre attuale. Una storia non per tutti, lo devo dire. Una storia scritta, questa volta, da una ragazza tedesca che ama, conosce e descrive l’Italia molto meglio di tanti italiani. Cosa frequente, purtroppo.

Sabine Thiesler – La carezza dell’uomo nero
B.C. Dalai Editore – Euro 20,00
Berlino, 1986.
Benny marina la scuola. Sa che non deve dar retta agli sconosciuti, ma un tizio lo soccorre, mentre due ragazzi tentano di derubarlo, così si fida di lui. Dopo due giorni, viene ritrovato in una casupola, alla periferia della città: sembra ancora vivo, ma è morto da almeno diciotto ore. Come Daniel, ucciso tre anni prima. E come Florian, tre anni dopo. Inspiegabilmente, la serie di omicidi si interrompe.
Toscana, 1994.
Durante le vacanze, due genitori vivono l’incubo peggiore: a pochi giorni da Pasqua, loro figlio Felix sparisce senza lasciare traccia. Dopo qualche tempo, a loro non resta che tornare in Germania.
Toscana, 2004.
Ancora divorata dal dolore, la madre di Felix torna nel luogo in cui il filgio era scomparso. Affascinata da un rudere isolato, in una valle solitaria, lo acquista da un uomo affabile e carismatico, illudendosi di trovare indizi su cosa sia successo.
E la storia, a questo punto, decolla. Anzi, precipita verso l’abisso più nero.

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Blogger al forno – Episodio sette: Come ti sconfiggo il burro http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=399 Wed, 03 Nov 2010 14:07:42 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=399 Continua a leggere]]> Sarà che è appena passato Halloween ed io ero tutta una zombie, anzi: una zombee (vi metto anche la foto così vi spaventate ben benino) pronta per The Walking Dead.

Sarà che nella cena che ho preparato ai miei amici per Halloween ho prontamente infilato una torta di carote e noci (una delizia, nel prossimo post vi giro la ricetta), perché ci voleva dell’arancione. Sarà che la zucca è arancione (ma quante ne so? Eh?) e sarà che io mi ero casualmente imbattuta in un programma su SkyUno (“Dimagrire con gusto”, se non vado errata: ho visto solo quel pezzetto di episodio)… Fatto sta che ho raccolto la sfida: sostituire il burro con la zucca (foto n.2). Almeno nelle torte.

Sicuramente qualcuno fra voi, cuoco più esperto di me (non ci vuole molto: se seguite le mie avventure culinarie ne siete al corrente…), conoscerà già questo espediente, magari lo usa abitualmente o magari lo ha provato almeno una volta. Io però, che per via dell’odiato assioma “tiroide bassa = colesterolo alto”, non ne sapevo nulla e stavo giusto cercando il modo di non svenire alla lettura degli ingredienti per le torte che vorrei provare ma che non oso perché richiedono armi letali del tipo “120 gr. di burro e 5 uova”. Così, forte anche del “via libera” del caro Lord Whirlpool, e grazie alle care uova “finte”, come le chiamo io, che salvano il mio colesterolo (ce ne sono di vari tipi, le trovate al supermercato), mi sono decisa a fare l’attesa prova.

Restando una grande sostenitrice della filosofia “esiste pronto, per quale accidenti di motivo dovrei farmelo da sola?”, che mi par di capire – non che la segua, santi numi – sia adottata anche dalla “cuoca” (consentitemi le virgolette) Parodi e che io applico con entusiasmo a pasta sfoglia, pasta sfoglia, pasta brisé e quant’altro, ho scoperto con gioia che il Signor Esselunga mi lessa la zucca a tocchi e me la infila in pratiche confezioni sottovuoto a lunga scadenza. Che bravo, questo signore!

Perché così non mi resta che estrarre la zucca dall’apposita confezione in quantità pari a quella richiesta per il burro (120 gr. per 120 gr.), schiacciarla con una forchetta ed incorporarla al resto dell’impasto.

Scusate, vorrei soffermarmi un attimo sul mio “incorporarla”. No, dico: vi rendete conto che ho acquisito anche il lessico da cuoca? Esci da questo corrrrpo, e da questo dizionario!

Tornando a noi, ho fatto il mio primo esperimento affrontando la torta di biscotti secchi con variante alla Polee che avevo fatto in diretta per Anche io, la festa di Varesenews ricca di incontri, e che a questo punto è ancora più variata alla Polee.

Risultato (foto n.3): fatto tutto nel Jet Chef, come di consueto, ottenendo consistenza invariata (la zucca sostituisce egregiamente il burro), sapore ottimo, tendenza all’arancione nella colorazione del tutto come unico “effetto collaterale”. Ma ne vale la pena.

Provare per credere.

Un affettuoso saluto alle vostre coronarie, alle quali come è evidente tengo più di quanto si potesse pensare.

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Blogger al forno – Episodio sei: Ricette per tutto il weekend! http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=372 Mon, 18 Oct 2010 15:07:46 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=372 Continua a leggere]]>

Mi arrendo. Non detesto più cucinare. Amo jetcheffare… Ma anche cucinare non mi turba più molto, ecco.

Lo dimostra il fatto che ho passato il weekend fra Jet Chef e fornelli. Sarà stato il digiuno forzato per sei giorni e mezzo in ospedale, immagino.

Fatto sta che il risultato è sfociato in: risotto alla melanzana e sformato di patate, prosciutto e formaggio per me e mio marito sabato sera. Pasta gratin, torta di ricotta e zucchine, crostate di pere alla crema per gli amici domenica sera.

Spirito di Suor Germana, m’hai provocato, te lo ripeto: esci da questo corrrrpo!

Il sabato è trascorso in fretta: ormai il risotto, col mio Jet Chef, lo faccio ad occhi chiusi. E dopo tanti tentativi e varianti, ho qui per voi la ricetta perfetta: mettete l’ingrediente che preferite (i funghi con le mandorle, la zucchina, la melanzana, la zucca schiacciata con la forchetta o qualsiasi altra cosa vogliate) in una pirofila e lo fate andare per un minutino a massima potenza con il Jet Chef. Dopodiché aggiungete il riso nella quantità desiderata, il brodo (vegetale o di carne, a seconda dell’ingrediente base) nella misura di 200ml circa per ogni etto di riso (misurazione scientifica Polee Approved), coprite con la campana e cuocete: 7 minuti a massima potenza, poi altri 8-10 minuti, a seconda del riso che usate, a 750 watt. Basta mescolare due o tre volte (aprite lo sportello del forno, mescolate, richiudete e premendo “start” lui riprende il suo conto alla rovescia). Alla fine aggiustate di sale, se volete, e a piacere aggiungete formaggio e mescolate bene prima di servire. Et voilà.

Un risotto spettacolare, “comodo” perché sporcate solo la pirofila e il contenitore per il brodo e perché mentre lui cuoce voi ve ne state seduti sul divano a guardare la tv.

Per lo sformato di patate, la semplicità è pari a quella del risotto, sebbene la preparazione sia un pochino più laboriosa. Sbucciate, lavate e tagliate 800gr di patate a fettine piuttosto sottili (4-5 millimetri). Poi le preparate con Jet Chef alla viscardì (nell’apposita vaporiera, col programma Sesto Senso: il forno fa tutto da solo). Dopodiché aggiungete due uova, il formaggio e il salume che preferite, timo o rosmarino, sale, un etto di panna (va benissimo anche quella che uso io, completamente vegetale), mescolate con le patate, stendete il tutto in una pirofila imburrata col pangrattato e infornate nel Jet Chef a 200° per una mezz’oretta (a seconda della cottura che preferite).

Facile, no? Beh, ad eccezione della parte in cui bisogna pelare le patate: la vostra Polee, qui, non perde occasione per mettersi in mostra ferendosi mortalmente ogni santa volta con qualsivoglia strumento (il coltellino, l’apposito pela-patate, il pela-patate APF… è uguale). Rischio la vita per voi. Poi non dite che non vi penso.

Ferite a parte, il sabato è niente confronto alla domenica, giornata in cui mi sono esibita, al contempo, in due sport olimpionici casalinghi: il temutissimo cambio degli armadi e la preparazione di una cena di tre portate per gli amici.

Miracolosamente sopravvissuta a qualcosa come 7 ore infilata nel guardaroba, con la tentazione sempre più forte di gettare via tutto e la domanda-tormentone (“Ma che accidenti m’è saltato in mente, di mettermi a fare ‘sta cosa?!”), dopo una doccia di tre quarti d’ora per affogare gli acari che temevo avessero avuto la meglio sull’anti-tarme, ho pensato bene di darmi alla cucina.

Menu della serata: pasta gratin (lessate la pasta, la mescolate con una confezione di besciamella pronta, prosciutto tritato – quello che preferite: io ho scelto lo speck – la mettete in una pirofila, coprite con abbondante parmigiano e qualche cucchiaio “spruzzato” di panna e gratinate col Jet Chef per qualche minuto); torta di ricotta e zucchine (mescolate 400 grammi di ricotta con tre zucchine, due uova, prosciutto tritato – un etto circa – e formaggio a piacere, dopodiché srotolate l’apposita pasta sfoglia già pronta, stendete il ripieno e infornate a 220° per 20-25 minuti). E poi, dulcis in fundo – è proprio il caso di dirlo – la crostata di pere alla crema.

Facile ma di ENORME soddisfazione.

Stendete la pasta frolla (potete farla voi, trovate molte ricette in rete, oppure potete comprare quella già pronta. Inutile che vi dica cosa ho fatto io…), la fate cuocere per 20 minuti a 200° nel Jet Chef e nel frattempo lavorate la crema (ci vuole una mezz’oretta… ma nella ricetta non c’era scritto. Se no col cavolo che mi ci mettevo. Anche se ora che l’ho fatta devo ammettere che ne è valsa la pena) con un quarto di latte (va benissimo anche di soia), due tuorli e 70 grammi di zucchero. Fate cuocere la crema in un pentolino a bassa temperatura per una mezz’oretta, senza mai farla bollire e fermandovi quando si addensa. Lasciate raffreddare, aggiungete qualche cucchiaio di panna montata (che ve lo dico a fare, anche qui: pigliatevi pure con comodità quella spray, già pronta…), stendete sulla pasta frolla cotta e coprite con delle pere sciroppate. Guarnite poi con cannella e panna montata, servite e magnate come se non ci fosse un domani.

Poi mi farete sapere se siete rimasti soddisfatti. I miei amici, a quanto risulta dai piatti vuoti (un paio leccati. Non faccio nomi), lo sono stati…

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Blogger al forno – Episodio cinque: Come ti improvviso lo strudel http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=353 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=353#comments Mon, 11 Oct 2010 09:43:09 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=353 Continua a leggere]]>

Mi sento come se fossi, che so, posseduta dallo spirito di Suor Germana: eccomi qui a dispensare un pratico e semplice consiglio culinario. Come i blogger che scrivono davvero di cucina. Come quelli che sanno cucinare. Come quelli veri, insomma. Non sapete che emozione… Procedo dunque come ci si aspetterebbe:

“Arrivano ospiti all’improvviso? Volete chiudere una cena con un dolce facilissimo e veloce?

Ecco la soluzione: uno strudel pronto in trenta minuti secchi. Cinque per la preparazione, venticinque per la cottura (e se avete un Jet Chef, sappiate che viene addirittura meglio che col forno ventilato… Provare per credere!)”.

Come vado? Vado bene?

Premessa: questa non è la ricetta di uno strudel tradizionale. Questa è una variazione personalizzata della ricetta di mia suocera, che ti prepara un delizioso strudel in 30′ spaccati.

Cosa che viene utile più di quanto si pensi: minimo sforzo, massimo figurone. La mia filosofia, praticamente.

Ecco le (semplicissime) istruzioni: acquistate una pasta sfoglia pronta, di quelle già arrotolate. Io ho deciso che mi trovo meglio con la forma rettangolare, ma uso indistintamente anche quella rotonda.

Mettete a bagno in acqua tiepida una manciata d’uvetta. Srotolate la sfoglia, tagliate una mela e mezza – due (Golden, e se possibile un po’ mature). Disponete sulla sfoglia un primo strato di mela a pezzetti sbucciata e senza torsolo (tagliata come viene, irregolare e veloce). Cospargete con un sottile strato di zucchero (mezzo cucchiaio da tavola, per capirci) e cannella in polvere.

Aggiungete un po’ di uvetta strizzata e un po’ di pinoli. Coprite con un secondo strato di mela, poi di nuovo zucchero, uvetta, cannella e pinoli.

Chiudete sul lato lungo facendo combaciare i due lembi della pasta e “schiacciando” per sigillare bene.

Poi chiudete anche i due lati corti, arrotolando di lato e poi indietro come si fa con i pacchetti regalo (eh? No, dico, chi ve lo spiega così? Solo io, solo io… Lo so. Siate comprensivi).

Dopodiché, separate un tuorlo d’uovo e spennellate tutta la superficie della pasta chiusa. Spolverizzate appena appena di zucchero e, a piacere, aggiungete granella di mandorle.

Infornate a 180° nel forno caldo (o nel Jet Chef, non preriscaldato) per 25′.

Per controllare la cottura, tastate i lembi corti: se sono “croccanti”, lo strudel è pronto.

Altrimenti proseguite la cottura per un paio di minuti (a me non è mai capitato: sono sempre bastati 25′, ma immagino dipenda dal forno).

Sfornate e cospargete di zucchero a velo.

Et voilà!

Se avete un Jet Chef, potete crispare lo strudel, ponendo la pasta ripiena direttamente sul piatto Crisp. Viene uno spettacolo. Ripeto: provare per credere.

E per la farcitura, al posto della mela potete usare pere, fragole, ciliegie, pesche, banane… Viene delizioso con tutto. O con un mix di tutto.

Leggero, facile e veloce.

Io ne avrò fatti una dozzina, finora.

E indipendentemente dal numero dei commensali, non ne è mai avanzata una fetta.

Una volta ho anche litigato con mio marito per l’ultima fetta (sono una ferma sostenitrice del “chi cucina, ha più diritto a mangiare”. Voi no?!)

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Blogger al forno – Intermezzo: Cucina, che passione! http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=279 Thu, 09 Sep 2010 10:04:58 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=279 Continua a leggere]]>

Stavolta ero indecisa: proseguire nel racconto dell’avventura con la quiche o parlarvi dello strudel che si prepara in 5 minuti e si cuoce in 25? Niente di tutto ciò: rimando entrambe le questioni in favore di questo “intermezzo” fondamentale. Sabato scorso ho cucin… pardon: jetcheffato in diretta con Lord Whirlpool, Paolo Franchini e Luca Viscardi per Anche Io, la festa di Varesenews (ecco il resoconto della nostra riuscitissima cooking session), che ha portato al risultato che vedrete in foto più avanti. In questa, di foto, vedete invece il simbolo del mio intermezzo…“E che diavolo è?” direte voi. Ma come? Trattasi di spiritosissimo separa tuorlo a forma di pulcino, che ho ordinato su internet insieme a due spatole in silicone a forma di pulcino e a due assi pieghevoli per tagliare e versare direttamente i cibi nelle varie teglie, sempre a forma di pulcino.Sono impazzita? Forse.

Fatto sta che questa cosa del jetcheffare mi sta prendendo la mano.

Punto primo: come a questo punto saprete, prima di un mese e mezzo fa non avevo mai cucinato con successo manco un uovo sodo.

Punto secondo: come avevo accennato, jetcheffare mi rilassa, e ultimamente ho praticato questa sana, nuova risorsa. Meglio in cucina che sul web a far danni con la carta di credito. Fidatevi.

Punto terzo: quando uno usa la cucina, ha bisogno di alcune cose. Così, nelle scorse settimane ho fatto incetta di Pyrex di ogni genere e forma, poi ho scoperto le tortiere in silicone decorate (la torta di biscotti secchi qui accanto, fatta sabato in diretta, viene giusto da una di quelle).

Poi mi sono allargata: mi servivano l’apposito strumento in silicone per spennellare i dolci, i guanti da forno e le presine che piacessero a me (e chi lo toccava mai, il forno? Ho segni di ustioni datati 1991…).

Non potevo vivere senza il supermegaultraminipimer che sminuzza, trita, sbatte, monta e sa iddio cos’altro fa. Dopodiché è toccato ai libri: uno l’ho comprato subito, appena ricevuto il Jet Chef. Altri due li ho cercati nei giorni successivi. Uno, con ben 600 ricette, me l’ha volgarmente sottratto Viscardi dalla libreria in cui l’avevo visto (Luca, inizia a tremare: l’ho ordinato. Sta arrivando. La sfida è aperta! :-D).

Non ho finito: mi sono anche comprata uno splendido (e carissimo!) quaderno con la copertina rigida per i miei appunti culinari e le mie variazioni alle ricette. Ho riorganizzato la mia cucina e mi sono regalata il meraviglioso porta spezie da appendere (vedi foto n.3). Le uso… mi serve!

Insomma mi ha preso la febbre da shopping culinario.

Ho ordinato incredibili formine di silicone (sono già pronta per il Natale: ho la tortiera a forma di albero!) ed uno spettacolare porta-torte con campana per proteggere i miei dolci… Anche se di solito non durano fino al giorno successivo. Mia madre, fra l’impietosito e l’incredulo (“Hai cominciato a cucinare?!?”) mi ha ceduto giusto stamattina due storiche tortiere di famiglia da microonde.

Insomma: sono entrata nel tunnel (e con tutti i soldi che ci sto spendendo spero di restarci, a dirla tutta!).

Potevo, dunque, fare a meno dello spettacolare separa tuorlo a forma di pulcino?

Certo che NO.

Perché l’arrivo del Jet Chef ha cambiato la mia vita… Ed io – fatemi prendere un pochino di merito, suvvia – ho colto l’occasione per cambiare me stessa. In meglio.

Ora, quando mio marito va in piscina a tentare di affogarsi con il suo bravo brevetto da apneista, non deve più fare le corse per prepararmi la cena. Sono autonoma e mangio bene.

Ora, quando nel weekend lui deve viaggiare, non sono più costretta supplicare mia madre di nutrirmi, pena la morte per inedia: mi dò da fare. Un sacco.

Domenica scorsa, ad esempio, mi sono preparata un risottino, una torta salata e uno strudel meraviglioso.

Ma di questo vi parlerò la prossima volta…

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Blogger al forno – Episodio quattro: la Questione della Quiche http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=259 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=259#comments Tue, 31 Aug 2010 08:53:52 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=259 Continua a leggere]]>

Lord Whirlpool, aiutami tu.

Non so più a che santo votarmi. Ero preoccupatissima: il mio Jet Chef, miracoloso creatore della Polee-Cuoca, mi ha messa in difficoltà con la quiche… Per ben due volte. Già temevo di dover inaugurare questo post con un: “Ahi ahi, Signor Whirlpool, lei mi è caduto sulla quiche!”… Invece la cosa non è così grave, però… o c’è un bug nel mio Jet Chef, o ce n’è uno nel mio neurone (il che, lo dico subito, è più probabile). Fatto sta che la Questione della Quiche esiste. Affrontiamola, su. Via il dente, via il dolore.

I fatti: la prima volta che ho fatto la quiche, siccome il Signor Whirlpool (che non è Lord Whirlpool, ci tengo a precisarlo: il “Signor Whirlpool” è quell’entità astratta che ha dato vita al mio Jet Chef, che l’ha creato) mi ha mandato un solo Jet Chef (ma dico?! Uno solo!) e io ero tutta impegnata nel risotto, ho cotto la quiche nello scacione (il microonde preesistente, ne ho parlato sempre nel link sopra, quello della quiche. Coincidenze). Dopodiché, l’ho l’ho deliziosamente gratinata nel Jet Chef, che con la funzione grill le ha tolto quel pallore cadaverico che mi avrebbe impedito di mangiarla. L’avevo fatta con la pasta brisé del Signor Buitoni (ndr), precotta per 6 minuti e poi farcita con latte, uova, prosciutto crudo a striscioline, grana, sale e pepe. Era venuta perfetta, tanto che io pensavo che la quiche sarebbe diventata uno dei miei piatti forti.

Ma al secondo tentativo (con zucchine saltate in padella, a tocchettoni), flop! Il Jet Chef me l’aveva cotta bene tutt’intorno, ma il centro era crudo. Io insistevo, ma non facevo che bruciare l’esterno mentre il centro non cuoceva.

Oibò! Il mio amato fallisce?

No, affatto. Niente panico. Colpa mia: io avevo operato come la prima volta, con la mia brava teglia da microonde, senza leggere adeguatamente i consigli del Jet Chef che prevedeva la realizzazione della quiche con il piatto Crisp.

Sospiro di sollievo. Sono io, non è lui.

Mio adorato, perdonami per aver dubitato di te.

Così ieri sera, prendendo ispirazione dalla ricetta di Lord Whirlpool, ho deciso di improvvisare una quiche Polee-Style a base di zucchine seguendo rigorosamente le istruzioni dell’APF (l’Assisted Chef, il programma precaricato A Prova di Fesso) per cuocerla nel piatto Crisp. E via, si parte: srotolare la pasta del Signor Buitoni (esiste, usiamola!) nel piatto Crisp. Bucherellarla con la forchetta onde evitare l’implosione. Precuocerla (seguo istruzioni sul libretto del Jet Chef)… Ma no. Fermi tutti. Le istruzioni non corrispondono alle indicazioni dell’APF. L’APF mi chiede che cibo voglio. Seleziono la funzione per le pizze/torte salate. Mi chiede di specificare meglio. Scelgo la quiche fra le sue opzioni. Mi chiede la quantità: 1 infornata? Sì, caro. Confermo. Poi mi dice: pasta precotta per dolci, inserire il cibo. Perplessa, inserisco. Mi aspetto la fase di precottura. Invece no: parte la cottura e mi dà 17 minuti di attesa. Fermo tutto. Rifaccio. Stesso risultato. Al che, decido di metterci del mio. Faccio cuocere la pasta, da sola, per i soliti 6 minuti… Ma sbaglio, e anziché crisparla, la microondo (gergo da Jetcheffisti). Poco male. Rimedierò. La farcisco ben bene (zucchine, uova, noce moscata, parmigiano, philadelphia, pinoli) e la inforno. La crispo per 10 minuti. Si cuoce perfettamente, ma al centro è bruciacchiata. Il mondo mi crolla addosso.

Cosa sbaglio, Lord Whirlpool?

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Blogger al forno – episodio speciale: Lord Whirlpool http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=219 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=219#comments Wed, 04 Aug 2010 10:20:00 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=219 Continua a leggere]]>

Si è capito, credo, che per deformazione professionale i miei post per blogger al forno sono raccolti in una “stagione” fatta di non-so-ancora-quante puntate. Ebbene, se siete fans delle serie tv come me, sapete che gli episodi speciali sono un classico (come i Christmas specials, per capirci). Ne ho fatto uno anch’io. Un episodio super-speciale su Lord Whirlpool, che si è presentato a casa mia con un cestino pieno di delizie e tanti consigli per usare al meglio il mio Jet Chef. Risultato: Lord Whirlpool assediato senza tregua dai miei cani (e dico però, pure tu, ti presenti con della carne squisita…) e la nascita – sono un po’ emozionata, lo ammetto – del mio primo arrosto.

Un sogno che è diventato realtà. So ufficialmente jetcheffare.

Oh, ragazzi, so fare un secondo da andar per terra, sconvolti dall’estasi di quel sughetto spettacolare che è nato… praticamente da solo.

L’ho fatto io.

L’ha fatto il Jet Chef, in realtà.

L’ha diretto Lord Whirlpool.

Fatto sta che tutto ciò è accaduto.

Insieme a molto altro. La cosa non piacerà a Luca Viscardi, però, temo…

Lord Whirlpool è una di quelle persone con la faccia simpatica. Una di quelle persone che ti sono simpatiche subito, a pelle, e che hanno lo sguardo aperto, sincero. Lord Whirlpool è un pozzo di scienza.

Uno che la sa lunga, sulla cucina e non solo.

Uno che parla un’infinità di lingue così bene che a momenti non capisci quale sia quella che ha imparato per prima.

Uno che si è presentato a casa mia per un’indimenticabile cooking session armato di un cestino pieno di delizie (roast-beef spettacolare, olio e rosmarino made by Lord Whirlpool, una carne mista di bolliti che ha convinto perfino me – poi vi racconto – e il mitico piatto Crisp da torte, che da allora sto usando smodatamente).

Uno che ho rimbecillito di domande sul Jet Chef, sui trucchi per risolvere le magagne dei piatti che ho provato a preparare e non mi sono venuti, sulle basi della cucina (dico io, ha dovuto perfino insegnarmi a tagliare le patate come si deve – vedi foto numero 2)… Fate voi. Quella povera anima. Un santo. Una pazienza infinita.

Ma veniamo a noi.

Come credo di aver già scritto, maneggiare animali morti non è il mio forte.

La carne cruda mi fa un po’ impressione, ecco.

Però la carne mi piace. Ed è una delle poche cose che posso mangiare. Ed è qualcosa che devo mangiare, visto che non arrivo a 10 di emoglobina e alla voce “anemia” sul dizionario c’è la mia faccia (perplessa, un po’ come quella di Homer quando parla col suo cervello, se capite cosa intendo).

Ecco perché ho preso il misto di bolliti del Macellaio Sotto Casa di Lord Whirlpool con una certa titubanza, quando mi hanno indicato di tagliarla a cubotti.

Non ero molto convinta.

Ma l’insalata di carne mi ha fatto cambiare idea.

Piatto semplicissimo, costituito appunto da cubotti di questa carne meravigliosa mescolati con una vinaigrette improvvisata (l’ho fatta io!!!) a partire da una salsa di rafano e arricchiti dalle patate alla Viscardì (con l’accento sulla i, alla francese).

Ora.

Messaggio chiaro per Luca Viscardi: sappi che io sono innocente! Sappi che è stato Lord Whirlpool a ribattezzare le patate lesse del Jet Chef “patateallaviscardì“. Ambasciatrice non porta pena, ma adotta prontamente la definizione (anzi, che fo? La passo anche a Franchini? Dimmi tu, eh).

Ciò chiarito: l’insalata di carne con patateallaviscardì era spettacolare.

Ma veniamo al momento che conta.

Ho fatto questo arrosto di roast-beef che potrei definire ultraterreno seguendo le istruzioni dell’Assisted Chef (ufficialmente ribattezzato APFA Prova di Fesso) per l’arrosto di manzo.

Ora.

Ho tritato le mandorle e le ho messe nella pirofila. Ci ho messo sopra la carne. L’ho massaggiata con l’olio di Lord Whirlpool. L’ho spatusata (termine tecnico) con il rosmarino, ho salato col sale scozzese di Lord Whirlpool, ho avviato il programma, ho inserito la pirofila; quando il Jet Chef mi ha chiamata, l’ho girato e ho fatto ripartire. Circa 40 minuti dopo, avevo il primo Arrosto alle Mandorle della Polee.

Eravamo in tre (io, il Maritino Felice e Lord Whirlpool).

Sapete com’è finita?

Che abbiamo quasi litigato per fare scarpetta col pane direttamente nella pirofila.

Che bei momenti.

Sono una Jetchefcuoca con la J maiuscola.

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Blogger al forno – Episodio 3: Risotto alla zucca http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=200 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=200#comments Thu, 29 Jul 2010 14:34:42 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=200 Continua a leggere]]>

Certe volte la gente è strana.

E con “la gente” intendo ME.

E con “strana” intendo STUPIDA.

Lo so benissimo che la zucca è uno di quei (millesettecentonovantatre) cibi che mi sono proibiti.

Ma la tentazione è stata troppo forte.

Ho voluto per forza esibirmi in un risotto alla zucca.

Ne ho pagato le conseguenze.

Ma ne è valsa la pena, eh.

Del resto avevo già annunciato alle cavie il menu.

E quello stesso pomeriggio c’era stata una mia rarissima incursione nel negozio più vicino che vende accessori per la casa, con convulso acquisto di Pyrex d’ogni genere e forma.

Quindi non potevo tirarmi indietro (vedi tattica dell’annuncio pubblico).

Questa cosa del Jet Chef, va detto, mi sta prendendo un po’ la mano.

Una notte ho sognato che cucinavo in casa Flinstones, servendomi di latte e buste con su un logo bianco e nero con una scritta… com’era… Dharma, forse?

Deformazioni professionali a parte, il periodo non è dei più sereni e nel primo pomeriggio, prima ancora di aver finito di lavorare, comincio a pensare al menu della serata.

Gli esperimenti culinari proseguono col consueto metodo Polee ossessivo-compulsivo: uno, due o tre piatti nuovi a settimana ripetuti fino ad un risultato che la psico-sottoscritta, qui, trova accettabile.

Non sono ancora soddisfatta dalle patate al gratin, a proposito. Avremo modo di riparlarne.

Ad ogni modo, questa volta ho fatto un ulteriore passo avanti.

Divento sempre più donna: mi organizzo.

Ho fatto il dolce alle sei e mezza, visto che il Jet Chef è uno solo (Signor Whirlpooooool! Me ne servirebbe un altro paio!) e volevo concentrarmi sul risotto (l’intrepido vicino, sprezzante del pericolo – non per nulla è un ex super-campione di cross, ha accettato di sottoporsi ancora all’esperimento. Le cavie abbondavano).

Così mi sono portata avanti, ho lavato tutte le ciotole e gli strumenti usati per preparare il dolce, l’ho sfornato, l’ho tagliato in quattro porzioni, l’ho impiattato e ho preparato zucchero a velo e caramello per la successiva guarnizione.

Dopodiché mi sono accorta che era un po’ di legno.

Buono, eh, ma di legno.

Ad ogni modo, se lo sono spazzolato (e anche metà del mio, al quale ho rinunciato al grido di “preferisco vivere”).

Il problema è che non capisco dove ho sbagliato: ho seguito alla lettera le istruzioni del mio amato ricettario al microonde (i famosi 9 euro e novanta investiti in ilibreria con grande soddisfazione), ma nulla.

Tempi, temperature, lavorazione.

Tutto come indicato.

Forse era troppo cotto.

Chissà.

Adesso mi tocca rifarlo finché non viene decentemente.

Ad ogni modo, il risotto alla zucca era delizioso.

L’ho pagato caro, stando male un giorno intero per via della zucca, ma… quasi volentieri.

E ho deciso che i risotti saranno la mia soddisfazione: ho imparato già a regolarmi con tempi, temperature, aggiustatine, dosi, brodo…

Signor Whirlpooooool, sono mastra risottaia!

Anzi, guardi: spingo anche gli altri blogger al forno a sperimentare! Mi dica “brava”, su, me lo dica!

Anche qui, con ‘sta storia delle povere patate lesse, mi fanno passare per la cattiva di turno.

Ma dico.

Si scherza, suvvia…

😀

Ala prossima.

Dopo che avrò imparato a fare il dolce alla ricotta fresca, naturalmente.

P.S.: Lord Whirlpool in persona è venuto a trovarmi per una cooking session a domicilio.

Nella prossima puntata, l’imperdibile resoconto. Ho cucinato cose che voi umani…

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Blogger al forno – Episodio 2: Quiche Lorraine e Patate Gratin http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=177 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=177#comments Mon, 26 Jul 2010 07:22:33 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=177 Continua a leggere]]> Per quanto banali, i detti popolariraccontano grandi verità. Bisogna battere il ferro finché è caldo.
O il forno, in questo caso.
Dopo il risotto ai porcini pensavo di dedicarmi all’Assisted Chef (il PAPF – Programma a Prova di Fessi, come lo chiamo io). Non vedevo l’ora. Ma dopo un esordio così, scusate, potevo forse accontentarmi delle patate lessate di Luca Viscardi (non me ne voglia il caro Luca, ma penso che questo delle patate sarà il mio tormentone di blogger al forno. Metterei anche una faccina per rafforzare, ma non sarebbe professionale).
Potevo forse accontentarmi, dicevo? Ovvio che no. Così ho investitonoveenovantagrassieuri nell’acquisto di un bellissimo libro di ricette al microonde, con soluzioni piuttosto originali… Ma io ho cominciato con un classico.
La quiche lorraine. Abbinata alle patate gratin dell’Assisted Chef (due piccioni con la medesima fava).
Risultato: ho tirato insieme la mia prima cena per quattro persone.
E per tutta la sera ho avuto problemi d’identità: chi diavolo è questa che cucina? Cosa vuole da me?
Esci da questo corrrrrpo!
C’è da dire che io, prima di essere contattata dal Signor Whirlpool, un forno a microonde di un’altra marca ce l’avevo già. Un Signor Forno a sentire chi me l’ha venduto (a carissimo prezzo). Capirai.
Meno di sei mesi dopo l’acquisto, senza nemmeno un uso spropositato, è morto. Una cosa, lì… Non il motore… quell’altra. Insomma. Gli hanno cambiato il cuore.
Ad ogni modo, non è a Prova di Fesso. Non ha ricette precaricate. Non griglia. Non ventila. Non crispa. Ha un triplo bypass. E’ uno sfigato!
La quiche da microonde, ad esempio, senza il mio Jet Chef sarebbe venuta palliduccia: dopo averla cotta, un paio di minutini di grill le hanno dato tutta un’altra faccia. E un altro sapore.
Ora devo solo trovare il modo di sostituire lo Sfigato, che è a colonna insieme al forno “standard”, con il Jet Chef.
Dovrò modificare i mobili. Eh, pazienza.
Chi lo molla più, il miracolo tecnologico che a trentacinque anni, dopo decenni di bruciature e scottature e nervosismo e odio per la cucina, mi ha trasformata in una cosa che somiglia tanto ad una cuoca (dei poveri)?
Io no di certo.
E per la cronaca: detesto ancora cucinare perché ho l’assoluta certezza che non mi avvicinerò mai ad un forno tradizionale né ad un fornello. Manco a quel prodigio scientifico del mio piano a induzione. Nossignore.
Niente padella. Niente forno. Tutto nel Jet Chef.
Il Signor Whirlpool ha fatto un affarone, selezionandomi per il progettoblogger al fornocanterò le sue lodi finché avrò fiato. Il suo Jet Chef (che ora è mio, eh!) mi ha cambiato la vita.
Mi ha resa protagonista di un’avventura che mi fa provare tante emozioni, che mi diverte da pazzi e che ha addirittura passato l’esame del primo ospite.
Il vicino-cavia, severo giudice, marito dell’adorabile vicina di cui ho parlato qui. Quella che fa invidia a Bree Van De Kamp in cucina, per intenderci.

Ebbene: quiche lorraine autoprodotta con l’aiuto del Signor Buitoni (seee, me la faccio da sola, la pasta brisé. Aspetta e spera. Ci sono le confezioni pronte per cosa, secondo voi?!), insieme a patate gratinassistedcheffate con il programma a prova di fesso = esperimento riuscito e superato a pieni voti.
Non devo far altro che stabilire il prossimo menu.
E ricordarmi di trovare un esorcista di fiducia, perché qui il problema è che sono diversa anche dopo che ho finito di cucinare. Sostanzialmente perché mi ricordo di averlo fatto, mi stupisco di non avere mal di stomaco e non mi capacito di questa nuova me. Anche se, dovendovelo proprio confessare, quasi quasi mi piace…

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Blogger al forno – Episodio pilota: Risotto ai porcini http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=135 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=135#comments Tue, 20 Jul 2010 05:25:37 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/blogger-al-forno/?p=135 Continua a leggere]]> Mercoledì scorso il mio status su Facebook recitava: “Attenzione, gente: sto per lanciarmi nel primo risotto della mia vita. Dopo, il mondo non sarà più lo stesso“. Sabato eravamo passati a “Chiara Poli ha fatto un risotto ai porcini spettacolare e ama il suo Jet Chef” seguito da cuoricino (di cui faccio un uso spropositato da quando ho imparato a farlo grazie alla spiegazione di qualche ciofane).

Sì, lo amo. Detesto ancora cucinare, ma amo JetCheffare. Mettiamola così.

Ve l’avevo detto, che sono una che non molla. Così mi sono lanciata nel primo esperimento sparando subito alto (col primo risotto della mia vita) e a distanza di tre giorni ho replicato per dimostrare che imparo dai miei errori e che si può sempre fare meglio. Il tutto sotto gli occhi del marito cuoco criticone e – rullo di tamburi – della suocera. Non so se rendo. Ho detto suocera. Dove diavolo è la mia medaglia al valore?

Ad ogni modo, il primo risotto della mia vita non era malaccio. Un po’ crudino (o esageratamente al dente, fate voi) e un po’ asciuttino. Ma non malaccio. Me lo sono mangiato tutto e sono qui a raccontarvelo, direi che c’è da vantarsene. Il secondo però era S P E T T A C O L A R E. Ho visto gente leccarsi il piatto. E ho visto mio marito, col quale condivido la cucina da dieci anni senza aver mai cucinato alcunché (a meno che non conti il toast del 2006 che gli ho preparato quando lui era a letto con 40 di febbre), guardarmi tutto orgoglione. Fra l’incredulo e l’orgoglione, ad essere precisi.

All’inizio avevo deciso di lanciarmi su un piatto da Assisted Chef (nel forno del Signor Whirlpool ci sono qualcosa come trentatre ricette precaricate a prova di fesso, diciamo le cose come stanno). Invece no.

Risotto ai funghi.

Brivido lungo la schiena.

Mezz’ora prima di iniziare, ci avevo già ripensato. Il terrore mi attanagliava lo stomaco. Paura di far esplodere la casa. Già mi vedevo i vicini al tg “Che tragedia, una così cara ragazza…”. Paura, paura. Così ho fatto l’unica cosa che potevo fare: ho scritto su Facebook e su Twitter che avrei cucinato. Se lo annunci al mondo, poi il mondo si aspetta una foto o un commento; non puoi più tirarti indietro (come quando ho smesso di fumare: ho chiamato tutti quelli che conoscevo annunciando che avevo spento la mia ultima sigaretta. Sai che figura, farsi beccare dopo a fumare?). E poi mi sono fatta coraggio pensando “Non sono sola: ci sono altri blogger al forno”. Paolo Franchini, che mixa squisitamente cucina e noi. Luca Viscardi, che mi è fra le altre cose espertone di tecnologia ma mi consola perché si è lanciato subito nella mia seconda scelta (patate con l’Assisted Chef. Grazie, Luca). E Stefano Caffarri (non vale, però, qui giochiamo nella categoria professionisti!) sono quelli che ho scovato finora. E l’avventura è iniziata. Lanciata che Jack Bauer mi faceva un baffo.

Day 1panico e paura. Io in preda all’ansia da prestazione, che sudavo come Mennea durante il suo ultimo record e mi aggiravo confusa come Nicholson dopo l’elettroshock in Qualcuno volò sul nido del cuculo (foto 2). Cani terrorizzati che non credevano ai loro occhi (foto 3). Marito criticone che documentava con l’iphone senza perdere occasione per scuotere la testa e acidare consigli. Suocera che si aggirava rubandomi la ricetta che sentivo di dover leggere almeno settantadue volte, lanciandosi in generici suggerimenti; moderati, devo ammettere. Ha avuto pietà. Sapeva che non avevo mai fatto manco un uovo al tegamino e tutto sommato è stata piuttosto schiscia. Certo, la copiosa aggiunta di panna alla fine al grido di “E’ troppo asciuttino, sai, cara” poteva costarle la vita. Cioè. Leva le mani dal mio risotto. Fortunatamente per lei ero troppo esterrefatta di fronte al suo gesto, per reagire.

Day 2: un’incredibile sensazione di potere. Io che mi aggiro sicura per la cucina, preparando gli ingredienti e rivedendo le dosi in base al numero dei commensali. Come in trance, ho aggiustato le dosi del brodo; ho tritato le mandorle (agguantando il coltellaccio che mio marito non voleva mollare sostenendo che per scrivere mi servono tutte e dieci le dita); ho rivisto i tempi di cottura in base all’esperienza precedente. E mentre il Jet Chef cuoceva ho perfino riordinato la cucina, lavato due ciotole ed apparecchiato la tavola. Padrona della situazione. Niente panico. Ho dominato la cucina (sbattendo fuori gli indesiderati familiari pronti a replicare il pessimismo e fastidio della volta precedente). Alla fine ho visto il marito disperarsi (“Ma non ce n’è più??”) e la suocera scavare col cucchiaio nella pirofila, all’imbarazzante ricerca di qualche chicco superstite. Per la prima volta, ho cucinato e ho raccolto entusiastici complimenti.

Eh, già. Il mondo non è più lo stesso.

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