casa onesimo – Carcere 2.0 http://www3.varesenews.it/blog/carcere Momenti di confronto su un tema scomodo Thu, 26 Apr 2018 16:23:13 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Festa! http://www3.varesenews.it/blog/carcere/festa/ Mon, 27 Jun 2011 08:27:36 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/carcere/?p=263 Una festa per tutti: ospiti, volontari, operatori. Domenica è stata uan giornata di svago e divertimento a Casa Onesimo, la struutura di Busto Arsizio che accoglie persone detenute in permesso o ex detenuti che non hanno ancora un’altra sistemazione.

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“Fuori mi servono casa e lavoro” http://www3.varesenews.it/blog/carcere/fuori-mi-servono-casa-e-lavoro/ Tue, 19 Oct 2010 09:16:06 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/carcere/?p=135 Continua a leggere]]>  La storia di Nando: alla vigilia della scarcerazione, chiede aiuto ai Servizi Sociali per poter avere davvero una nuova chances nella società.

Mi chiamo Nando e vengo dalla Campania. Al mio paese di origine, lavoravo al mercato ortofrutticolo, ma i frequenti litigi tra padre e figlio, titolari della piccola azienda, portarono alla rottura della società, con l’amara conseguenza del mio licenziamento. La ricerca di una nuova occupazione si rivelò subito difficile e purtroppo vana, anche perché non avevo alcun titolo di studio. Le condizioni modeste della mia famiglia mi avevano obbligato ad abbandonare presto la scuola. Vivevo in un rione popolare squallido e abitato da individui abituati a sbarcare il lunario “arrangiandosi” (foto realizzate dal Circolo fotografico bustese).
Da disoccupato, cominciai a trascorrere molte ore in loro compagnia, sulla strada. Un passaggio in macchina oggi, un pacchetto di sigarette domani, dieci o venti euro allungati per fare benzina, piccol,e ma frequenti donazioni mi resero debitore nei confronti di queste persone organizzate in un gruppo malavitoso. Arrivò presto il giorno in cui dovetti ricambiare i favori ricevuti.
Andò subito male. Fui arrestato e portato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Fui condannato per favoreggiamento a sei anni e sei mesi di reclusione. Durante i primi tre anni ho avuto modo di meditare sulla mia situazione e mi sono ripetutamente chiesto che cosa mai volessi fare della mia vita. Per riprenderla in mano, dovevo assolutamente allontanarmi da quell’ambiente, anche carcerario. Pensai che non mi avrebbe fatto male riconciliarmi con la scuola, anzi, con tutto quel tempo a disposizione, avrei potuto diplomarmi. Come uditore, frequentai di nuovo la terza media, unico corso di studi presente nel carcere.
A salvarmi arrivò una circolare appesa in bacheca, che invitava a iscriversi a un corso professionale di operatore della gestione aziendale presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio. Chiesi immediatamente il trasferimento per ragioni di studio, pur sapendo che avrei dovuto sacrificare i colloqui settimanali con i miei familiari (soprattutto con mia madre) e rompere qualsiasi legame con gli amici. Ottenni ciò che desideravo. Fui felice di troncare con il passato, perché ritenevo negativa l’influenza dell’ambiente su di me.
Ed eccomi qui, alla vigilia del mio rilascio definitivo, con un diploma che spero, un giorno, possa aprirmi le porte di un lavoro qualificato.  Che altro dire? La mia storia conferma pienamente la funzione rieducativa del carcere. La mia volontà di cambiare, di porre rimedio a una situazione disastrata di degrado anche morale mi ha spinto a rispondere positivamente alle proposte dell’area educativa, svolgendo, accanto al lavoro di studente, quello di bibliotecario e di addetto al guardaroba, come volontario. Non sono mai stato lasciato solo, chiuso in cella. Tante persone (psicologa, assistente sociale, cappellano, insegnanti, assistenti volontarie…) mi hanno sostenuto nei momenti di abbattimento morale; le educatrici si sono sempre interessate a me e lo fanno tuttora, soprattutto in vista della mia uscita.
Sto vivendo un momento particolarmente difficile. Si agitano in me sentimenti contrastanti. La gioia di ritrovare la libertà è offuscata dalla paura di essere solo ad affrontare i rischi e i problemi della nuova vita. Nelle mie riflessioni notturne mi accorgo di tremare.
Ecco la necessità, per uno come me che ritorna dopo anni nella società, della presenza dei Servizi Sociali. Ho bisogno che mi aiutino a trovare una casa e un lavoro, perché credo che – per la mia rinascita – sia fondamentale rimanere al Nord, lontano da un ambiente in cui sarebbe facile ricadere nei vecchi errori. L’assistenza da parte delle istituzioni eviterebbe che “i problemi sociali si trasformino in problemi di ordine pubblico”.
Credo che favorire il mio reinserimento – come quello degli altri detenuti -, non solo impedirà a me di commettere nuovi reati, ma assicurerà di conseguenza alla società maggiore sicurezza.

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“Oggi mia figlia può dire che papà è in Italia a lavorare” http://www3.varesenews.it/blog/carcere/oggi-mia-figlia-puo-dire-che-papa-e-in-italia-a-lavorare/ Sat, 04 Sep 2010 12:50:20 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/carcere/?p=13 Continua a leggere]]> Sveglia, colazione, lavoro, rientro e cena. Una vita “normale”, anche se la residenza di Arian al momento è in via Per Cassano 102, ovvero nella casa circondariale di Busto Arsizio. La sua storia la trovate su Varesenews: da più di due anni sconta una pena nel carcere bustocco, ma ora ha trovato lavoro come addetto alle pulizie in un asilo e nei weekend può uscire in permesso e incontrare la sua famiglia. 
La storia  di Arian si intreccia con quella delle decine di persone che negli anni sono passate da Casa Onesimo, una delle strutture chiave del progetto “Non solo accoglienza…”. Un’esperienza che per Arian ha significato sicuramente molto. «Se non era per Casa Onesimo – racconta – per uno come me sarebbe stato impossibile essere qui adesso».

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Una casa per i detenuti “senza famiglia” http://www3.varesenews.it/blog/carcere/una-casa-per-i-detenuti-senza-famiglia/ Sat, 04 Sep 2010 12:40:01 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/carcere/?p=9 Continua a leggere]]>
Da Varesenews (16 giugno 2010)
 
Casa Onesimo non è solo un “dormitorio” o un luogo per trascorrere qualche ora serena fuori dal carcere. Casa Onesimo è “la famiglia” che tanti detenuti stranieri non hanno qui in Italia. La struttura è nata cinque anni fa su iniziativa di Don Silvano Brambilla, il cappellano del Casa circondariale di Busto Arsizio, e dell’Associazione VolGiTer (Volontariato Giustizia Territorio), che la gestisce insieme alla Cooperativa Intrecci. Nella palazzina a due piani che sorge in via Lega Lombarda, a fianco del centro dei missionari del Pime che ha anche messo a disposizione la struttura, da anni vengono accolte persone straniere in asilo politico e persone che ruotano intorno al mondo del carcere. In quest’ultimo caso si tratta sia di detenuti nel carcere di Busto che hanno diritto ai permessi premio, ovvero qualche giorno fuori dall’istituto, che di ex detenuti che non hanno un punto di appoggio una volta usciti. A parte qualche raro caso, Casa Onesimo è “abitata” quindi solo da immigrati. Per i “permessanti” infatti è necessario avere un luogo garantito in cui passare il tempo fuori dall’istituto. Condizione, questa, praticamente impossibile per gli stranieri che in Italia non hanno nessuno, come ci ha raccontato anche Arian, uno degli ospiti. Con la nascita di questa casa di accoglienza è stata trovata invece una soluzione anche per loro. Nei fine settimana infatti tre detenuti che hanno ottenuto la possibilità di usufruire dei permessi premio possono trascorrervi due giorni e due notti.
Fra ospiti, operatori e volontari la famiglia di Casa Onesimo è composta da circa quartana persone.
La struttura offre infatti quattordici posti letto per gli asilanti, tre nel weekend per i permessanti e due per ex detenuti. Gli educatori e l’assistente sociale che ci lavorano fanno capo alla Cooperativa Intrecci. L’obiettivo principale della loro attività è quello di aiutare queste persone a rendersi sempre più autonome sia dal punto di vista della lingua, che del lavoro che della mobilità nella nuova città in cui ci si trovano. Tutto questo viene realizzato in stratta collaborazione con i volontari che si occupano anche della gestione quotidiana della casa: lavare, stirare, cucinare e pulire.
Casa Onesimo e i suoi progetti di accoglienza per detenuti ed ex detenuti fa parte del progetto “Non solo accoglienza”, che proprio a maggio ha iniziato la sua attività.

Sede e riferimenti per i contatti:

Casa Onesimo
Via Lega Lombarda, 18
Busto Arsizio (VA)
Tel. 0331.341939
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