C1, la cena di Natale

Scusate il ritardo, ma, si sa, in questo periodo gli impegni mondani si moltiplicano, si passa molto tempo alla ricerca dei regali, e il tempo per tutto il resto scarseggia.
Quest’anno sono un po’ spaventato dai regali che potrei trovare sotto l’albero, perché il mio sesto senso mi suggerisce che, aprendo un qualsiasi pacchetto, anche dall’apparenza innocua, prima o poi troverò lui, con il suo berretto in testa, l’asciugamano verde sulle spalle, e poi… Il resto lo conoscete, e se non sapete di chi sto parlando, allora non fate parte di un gruppo di Whatsapp di una squadra di calcio.

Il campionato è fermo da più di una settimana, e nell’ultima giornata del girone d’andata, mentre la capolista Casport si riposava dondolando davanti al camino e sorseggiando una tazza di cioccolata calda, tutte le altre squadre, più che sfidarsi l’un l’atra, sfidavano il freddo invernale. Rinviata la partita tra CSI Brinzio il Borgo e Or. Malgesso, seconda in classifica, mentre l’altra squadra all’inseguimento della Casport, l’Or. Laveno Mombello, perdeva in casa con lo Spes Or. Gemonio (1 a 2). Nella gelida giornata del 10 dicembre tutte le altre partite. L’Or. Pino Tronzano tornava a vincere, e lo faceva con un Besozzo-Bogno-Brebbia in ottima forma (2 a 1). Ulteriore sconfitta invece per il fanalino di coda, il PV Virtus Dumenza, che perdeva con l’Hellas Cunardo/B (2 a 4). Nell’ultima partita della giornata, sempre in una Dumenza che cominciava a coprirsi di neve, pareggio tra il PV United e il Torre di Velate (1 a 1).

Poche parole sul calcio giocato, ma ormai la testa di tutti è rivolta ad altro, perché, come si chiude il campionato, ogni giocatore, di qualsiasi squadra, pensa ad un’unica cosa: la cena di Natale. A parte i giocatori del Milan che non la faranno, purtroppo per loro.
La cena di Natale in realtà è una leggenda, perché nessun giocatore il giorno dopo la cena si ricorda cosa è successo, quindi ognuno inventerà delle storie da tramandare ai posteri.
L’unica cosa reale della cena di Natale è l’organizzazione della cena di Natale, ma anche questa spesso assume connotazioni epiche. Gli organizzatori della cena di Natale solitamente sono quelli che, in una squadra, si dedicano all’organizzazione di tutto (per intenderci, questi personaggi sono gli stessi che creano i gruppi di Whatsapp per inviare comunicazioni importanti, ma sappiamo tutti che fine faranno tali gruppi, monopolizzati dalle menti malate di taluni facinorosi), ma la cena di Natale è qualcosa che speravano di non dover mai affrontare: qualcosa simile alle dodici fatiche di Ercole, o, per chi non conoscesse le avventure del mitico eroe greco, come le “12 fatiche di Asterix”, film che nel periodo natalizio viene trasmesso in televisione con una frequenza seconda solo a “Una poltrona per due”. Se infine fate parte di quella ristretta cerchia che non conosce nemmeno Asterix e Obelix, allora come posso spiegarvi? Per far capire anche a voi, la cena di Natale è un po’ come le prove del Grande Fratello VIP, senza però la canzone di Natale scritta da Malgioglio, perché quella sarebbe stata una prova insuperabile anche per il semidio figlio di Alcmena e Zeus.

Tra le prove che questi organizzatori devono superare possiamo elencare:
1. La scelta di una data che possa andar bene a tutti.
2. La ricerca di un luogo (solitamente il locale di qualche sponsor) che sia disposto ad avere una ventina di uomini che, più o meno dopo trentasette minuti, e sicuramente al momento del caffè, saranno palesemente ubriachi.
3. La decisione del menù, che possa piacere a tutti, che accontenti le numerose richieste, e che preveda tartine con caviale, linguine all’astice o risotto al tartufo, filetto alla Wellington e vino a profusione a meno di 25€ cadauno, perché se no “anche quest’anno ti sei fatto fregare! L’anno prossimo la cena di Natale la organizzo io”.
4. In relazione al punto 3, il supplizio delle critiche di chi “l’anno prossimo organizzo io”, ma poi non lo fa mai.
5. Le lamentele di chi quel giorno non può, ma se ne accorge solo 10 ore prima, perché “non avevo letto il messaggio della cena prima, perché sul gruppo ci sono solo foto di donne nude e di quel tipo col cappello in testa e l’asciugamano verde sulle spalle”.
6. Le assenze dell’ultimo minuto, almeno tre o quattro, con un preavviso di 13 secondi rispetto all’orario di ritrovo.
7. I ritardatari, quelli che anche se gli dici “mi raccomando la puntualità, perché c’è il risotto col tartufo, e il risotto va mangiato al dente” si presentano alla cena quando ormai tutti stanno finendo il secondo.
8. Ancora i ritardatari, che comunque vogliono mangiare come tutti gli altri, ma hanno solo quattordici minuti per farlo perché ormai sono tutti al dolce.
9. La conta dei caffé, cercando di aiutare il cameriere nell’impossibile impresa di capire chi lo vuole, ordinandone comunque una dozzina in più per sicurezza, per poi sentire comunque quello che dice “ma il mio caffé? Io non l’ho bevuto”.
10. E infine le polemiche di quelli che “io sarei venuto alla cena, ma non si poteva fare un altro giorno, in un altro posto, con un altro menù? (vabbè, l’anno prossimo ti aiuto io ad organizzare)”.

Il lavoro è duro per chi organizza la cena di Natale, ma a tutti voi do un consiglio: nessuno il giorno dopo si ricorda nulla della cena di Natale, quindi non dannatevi troppo l’anima. Quando a gennaio vi ritroverete con i vostri compagni, nello spogliatoio li sentirete raccontare a chi non c’era quanto si sono divertiti, e tante storie inventate da tramandare ai posteri.

E visto che ormai ci siamo tutti messi alle spalle anche la cena di Natale, possiamo cominciare a pensare alle feste, da trascorrere serenamente in famiglia o con chi volete voi. Rinnovo quindi i miei auguri a tutti per un buon Natale, e per un un 2018 pieno di momenti felici, nel calcio, ma soprattutto nella vita.

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