ESCI LA DIVISA IGNORANTE – Storia romantica di un logo immortale

Dopo Ligabenzo e Bidone, tocca ad un logo mitico farla da padrone 😉

C’era una volta il PV Due Cossani, storica squadra della valdumentina. Sebbene alcuni dei giocatori che componevano la rosa di quella formazione fossero anch’essi considerati ormai “storici”, e quindi sostituibili da calciatori più giovani, dentro di loro ancora batteva indomito un cuore da ragazzini con la voglia di continuare a giocare. Salirono perciò sui monti, abbandonando il manto mite del Centro Carà, e trovarono in Agra, un nuovo terreno (più piccolo, più ostile, spesso allagato, e alle volte ricoperto dalla neve anche fuori stagione) su cui tirare calci al pallone (o agli stinchi dei malcapitati che li affrontavano).

Nacque così il PV Agra, una squadra di vecchietti, nelle cui fila militavano personaggi come Mignani, Raineri, Piccinelli, Rivi, Fiocchetta, Ciccio Danesi, il Gelindo, il Fiò, il Biscia, il Bistecca, il Dred, i fratelli Morandi, più alcuni giovani utili alla causa (Ballinari, Costantini, Fusco, Pano). Ma questa non è la storia di quella squadra, bensì del suo blasone, opera dell’artista Maura Oliva. Innanzitutto i colori: il rosso del Campari, l’unica bevanda isotonica ammessa insieme alla birra, e l’azzurro del Viagra, un po’ per assonanza con il nome, e un po’ per motivi legati all’anzianità di alcuni giocatori. Lo stemma con campo circolare è formato da due partizioni descritte da un sole rosso e da una luna azzurra, rimandi ai due sentieri che si articolano lungo il territorio del comune di Agra: il Giro del Sole, la passeggiata tradizionale che si snoda attorno al colle detto dei Ronchetti, e il Giro della Luna, un piacevole sentiero nei boschi intorno alla collina del Bedorè.

Lo spicchio rosso di sole è coronato da sette raggi (sette calciatori, sette Re, sette eroi, sette nani, in realtà sette bottigliette rosse), mentre la scritta “e l’ultimo paga da bere”, motto (oltre che di un noto spot pubblicitario, che andava in onda qualche anno fa) della squadra, che non ammette sconfitta alcuna, per lo meno al bar, incornicia la falce di luna azzurra. Al centro troviamo un “pivion”, un piccione, da non confondersi con un rapace notturno (gufo o civetta), rosso, che abbraccia un pallone, e una pergamena azzurra con la scritta PV AGRA ad ornamento.

Quella squadra oggi non esiste più, ed ognuno di quei calciatori ha percorso la propria strada. Resta soltanto quel logo, stampato su alcune maglie, ambitissime dai collezionisti, e un campo ormai abbandonato ancora coperto di neve.

Vincenzo Niesi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *