“Ma alla fine Cracco ti è piaciuto oppure no ?”

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Fonte foto oggi.it

Ecco la domanda che mi sono sentito rivolgere in questi giorni dopo aver raccontato l’esperienza nel ristorante stellato dello Chef Carlo Cracco. (Clicca)

Tenterò di dare due risposte, una molto breve, per chi non ha tempo e voglia di leggere tutto il post e una un po’ più lunga.

Risposta breve : baccalà marinato al caffè a parte ? Si mi è piaciuto !

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Risposta lunga: esperienza senza dubbio positiva, ambiente raffinato con una cucina ricercata, stuzzicante per i sensi, nessuno escluso.  Ravioli molto buoni, ostrica fritta con lime ottima, il quartirolo e la crème brulé al parmigiano mi sono piaciuti molto.
Nonostante ciò alcune perplessità rimangono. L’ho trovata una cucina un po’ fredda, quasi “anaffettiva”, troppo studiata. Non mi è piaciuto poi l’uso massiccio di personale straniero, ma forse la verità è che sono molto più affidabili e preparati degli italiani e su questo chi fa formazione dovrebbe riflettere. Non mi è piaciuto il sommelier che pur sapendo che ignoravo il contenuto del menù degustazione, pretendeva che fossi io a scegliere i vini che avrebbero accompagnato la cena. L’ho trovata una cosa davvero antipatica, soprattutto perché alla mia controproposta “Lei cosa ci consiglia ?” la risposta non può essere “Dipende“. Ma la cosa che più mi ha colpito è stata “l’acqua fuori dal bicchiere”, nulla di sconvolgente se non mi trovassi però in uno dei ristoranti più blasonati e stellati d’Italia. La mira è fondamentale. Alla scuola alberghiera agli studenti mettono un bel 3 in pagella se non fanno centro nel bicchiere.

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