La “Tallera” in costruzione, ovvero la utopia che cammina.

michilini.jpgQuando ho visitato la CASA/TORRE “La Sebastiana” di Pablo Neruda a Valparaiso-Cile, ho capito perché in un suo poema descrive come questo edificio lo avesse costruito a partire dal tetto, attaccato alle nuvole, e da lì scendendo fino a terra e alle fondamenta.
Qualcosa del genere è successa a me lo scorso febbraio quando, abbastanza irresponsabilmente, ho iniziato a costruire il mio nuovo studio di Pittura qui a Managua, nel giardino di casa e che, forse, si chiamerà “LA TALLERA”……….

(Taller significa Studio), al femminile, in omaggio allo studio di David Alfaro Siqueiros di Cuernavaca-Mexico, che ha per l’appunto chiamato “LA TALLERA”…..una Bottega d’Arte del XXsec., per la produzione industriale di Arte Pubblica (davvero da visitare, se vi è possibile).

2_la_tallera.jpgInsomma, lo scorso febbraio abbiamo deciso di iniziare la costruzione della mia Tallera. Da solo. O meglio, con un aiutante che è il mio giardiniere:Don Julio (lui non ha MAI fatto il muratore in vita sua)…ma anche con l’aiuto spirituale e materiale della mia Principessa Valeska, e di familiari e amici nelle mezze orette di “solidarietà caritatevole”.

La “irresponsabilità” consiste sostanzialmente nel fatto che a una certa età il “faso tuto mi” (faccio tutto io) non è più del tutto una decisione saggia.
Ma tant’è, che uno si sente un poco Giotto o Michelangelo, che quando facevano gli architetti disegnavano e lavoravano direttamente nel cantiere.
O meglio come Gaudì che nel cantiere ci lavorava e ci dormiva pure.
Nel caso nostro il sottoscritto fa pure da cantiere.

3_la_tallera.jpgIn fondo, a parte la fatica fisica, tutto si riduce al DISEGNO, e costruire questo studio è diventato come costruire un dipinto…dal generale al particolare….includendo riflessioni empiriche antisismiche e concetti professionali sulla funzionalità fisica ed estetica.
Però è come disegnare dipingendo direttamente sulla tela, come faceva Tiziano…..praticamente senza progetto e disegno previo.

Fortunatamente da queste parti non si usa presentare il Progetto in Comune. Si fa quello che si vuole, con l’unico limite che è il rispetto dei vicini (come diceva il Presidente messicano Benito Juarez: “il rispetto del diritto degli altri è la pace”).
Ed effettivamente questa “Tallera” sta prendendo forma “cammin facendo”, come dicevamo, senza disegni o progetti iniziali.
E questa forse è l’altra “irresponsabilità”……piacevolmente pianificata.

4_la_tallera.jpgL’altro limite alla esplosione della fantasia edilizia creativa è il necessario “centellinare acquisitivo”: il sacco di cemento oggi, la tegola domani e la sabbia dopodomani…se si può….per attenersi strettamente al badget del quorum disponibile!

Il 3 Maggio 2009, con la inaugurazione di OREY MOMO e ARAINHA in Oggiona-Varese-Italia, si è inaugurato anche lo studio/archivio italiano del sottoscritto…..e quest’anno 2010 chissà, forse, il 3 Maggio inaugureremo la nuova TALLERA tropicale centroamericana….chiaro, un poco più goliardica e subalterna ma la cosa mi ricorda al caro Picasso, il quale chiudeva lo studio quando era pieno di quadri e sculture, buttava la chiave e si trasferiva in un nuovo studio (vuoto)…..

(Io invece, diversamente e ovviamente, la chiave dello studio italiano la conservo per benino!)

Vi terremo informati sull’avanzamento dei lavori e, intanto, salutoni a tutti.
LA UTOPIA E’ VICINA….e per festeggiarmi e festeggiarci per queste buone nuove ci e vi dedichiamo “LA TORRE DI BABELE dell’amico Edoardo Bennato!

Sergio Michilini, Pictor Insistentis Imperterritus.

1 pensiero su “La “Tallera” in costruzione, ovvero la utopia che cammina.

  1. La sua Tallera mi ricorda tanto la casa di un amico dell’Avana: Fuster, pittore e ceramista. Tutto è nato in modo approssimativo. A cosa, si è aggiunta cosa ed ora pare un simpatico manicomio con forno all’aperto, piscinetta con sirena riprodotta sul fondo piastrellato, panchina dell’amore per i ragazzi del quartiere di Jaimanita – La Habana e frasi matte su ogni gradino che porta ai piani superiori. Come l’Avana, anche Managua e il Nicaragua mi restano appiccicati al cuore, Le auguro perciò di riuscire nell’impresa…nel frattempo ho ammirato il suo bel lavoro musivo.

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