DARIO FO a Pontedera

0-dario-foA Pontedera (Pisa) fino al 26 giugno 2010:   tre mostre sulla vita e sull’opera completa di DARIO FO e della sua “grande maestra” e moglie, FRANCA RAME.
E’ un fatto straordinario, perché si tratta del più grande evento espositivo finora realizzato della vita e dell’opera di questa…. “figura preminente del teatro politico che, nella tradizione dei giullari medioevali, ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili”.
Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura 1997, non è stato solamente il grande Maestro che tutti conoscono ma anche, per la nostra generazione, il nostro fratello maggiore, colui che ci ha accompagnati, passo dopo passo, nei meandri della Politica, della Cultura e dell’Arte in questo ultimo mezzo secolo di Storia d’Italia.
Nella realtà era sempre un passo davanti a noi: ci proponeva e commentava e chiariva i fatti della vita, per non subirla, per affrontarla opinando e attuando e decidendo…..e lo faceva con il linguaggio dell’Arte…inventando originalissime integrazioni tra i linguaggi ……..diceva:….credo di aver avuto una grande fortuna: quella di essere arrivato al tetro attraverso l’educazione artistica e l’architettura”…. “nel teatro ho trascinato tutto il mio bagaglio di conoscenze non solo sul piano figurativo ma anche nelle messe in scena, nella concezione dei ritmi e dei tempi, mi piace la sintesi, uso spesso il fumetto, le immagini che si rincorrono”…..“Dipingere è come recitare e viceversa”  …..E sempre ricordava anche, appunto, come…. “nell’Arte la prima regola è che non ci sono regole, solo regolamenti”!
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L’amico e collega Pittore Gianfranco Tognarelli da Pontedera ci invia alcune impressioni da “dentro l’evento” e le foto che illustrano questo articolo:
…..”eccoti una prima serie di immagini dei lavori di Dario Fo, sono dal ‘49 al ‘53 circa, periodo dell’Accademia ,voleva fare il pittore e si vede……e anche il periodo si vede , comunque non male direi…..
Poi ci sono alcuni lavori per sipari che ho trovato veramente notevoli. Chiari di colore e di idea. Come alcune scenografie che hanno il sapore del primo rinascimento….
Mi sono divertito! Anche lui si è divertito! ha lavorato sempre , dopo il primo periodo ha smesso di lavorare da grande pittore, ed ha finalizzato il lavoro al suo lavoro di giullare popolare, lavorando in libertà sempre pronto a sperimentare e giocare, non male le fotocopie dipinte e i pazzle di fotocopie, così come i richiami all’antico……
simpatico sperimentatore ,con un sogghigno burlone e un tratto birichino, insomma è proprio lui!!!

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E conclude Dario Fo:….”Dopo gli studi anche di architettura….non volevo diventare un robot, un triste impiegato della ripetizione…. e ho buttato tutto all’aria…… nello stesso tempo vivere come pittore era oltremodo difficile. Per me poi, che rifiutavo il avoro umiliante delle trafile classiche, i mercanti, le gallerie”…….. Finisce nei primi anni 50 il FO pittore ed arhitetto e fa posto al Fo attore e scrittore. Sembrerebbe un addio definitivo del giovane ribelle al mondo dell’arte. E invece un giullare apparirà presto sulla scena, col suo pennello, la sua tavolozza, i suoi barattoli di vernice, i suoi fogli colorati. E con qualche pennarello in più. ( dal Catalogo, testo di E: Tadini e brani dell’intervista di P. Landi “il tearto dell’occhio” 1984 Firenze.)

Le Gallerie fotografiche degli eventi “Dario Fo” a Pontedera:
http://www.comune.pontedera.pi.it/notizie/notizie-2010/gallerie_fotografiche_dario-fo

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LA MOSTRA:

A PONTEDERA LA VITA E L’ARTE DI DARIO FO E FRANCA RAME

dal 17 aprile al 26 giugno 2010
“Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e l’arte di Dario Fo e Franca Rame”
Ingresso libero
Info: tel. +39 058757282 / + 39 058727171 / +39 0587476013;

Prenderà il via dal 17 aprile al 26 giugno 2010 a Pontedera (vicino Pisa), una mostra che celebra due grandi personalità della scena culturale italiana degli ultimi 50 anni, Dario Fo e Franca Rame. Il percorso si snoda attraverso tre sedi espositive.
Il Centro per l’Arte Otello Cirri ospiterà i primi lavori da pittore del Premio Nobel, autoritratti e ritratti a matita o olio. Poi i bozzetti scenogafici dei primi progetti teatrali, gli arazzi e le famose marionette della Compagnia Marionettistica Famiglia Rame. Centro per l’Arte Otello Cirri, Via della Stazione Vecchia, 6 – 56025 Pontedera (PI)

La Fondazione Museo Piaggio (che ospita il relativo archivio d’impresa) presenta gli arazzi su tela, le fotografie di scena, i manifesti e le locandine degli spettacoli teatrali e un’apposita sala video, dove sarà possibile vedere, su appuntamento, tutta la documentazione video dell’opera dei due artisti. (N.d.R.Nella sede del Museo Piaggio più che altro foto di scena ed un Lavoro fatto con gli studenti, sul modello del “terzo stato” di Pellizza da Volpedo dove al posto degli operai ci sono le varie tipologie di immigrati). Museo Piaggio Viale Rinaldo Piaggio, 7 – 56025 Pontedera (PI)    www.museopiaggio.it

Infine il Centrum Sete So’is Sete Luas, (che ogni anno organizza l’omonimo festival di musiche dal mondo), raccoglie il fulcro della mostra: le scene originali di alcuni spettacoli, i burattini e i costumi di scena, nonché tutta la produzione pittorica del Dario Fo più contemporaneo, dagli anni ‘80 ad oggi. Conclude l’allestimento una sezione dedicata ai ritratti di Franca Rame, imprescindibile compagnia di vita e d’arte. Centrum Sete Sóis Sete Luas Viale Rinaldo Piaggio, 82 – 56025 Pontedera (PI) http://www.7sois7luas.com/

IL BLOG DI DARIO FO E FRANCA RAME: http://www.dariofo.it/node/399

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Pisanotizie — 19 aprile 2010 — A Pontedera Dario Fo inaugura la mostra “Pupazzi con rabbia e sentimento” durante un incontro-lezione rivolta alla cittadinanza e ai ragazzi delle scuole: “Bisogna imparare ad andare a soggetto, distrarre la logica dal suo andamento normale, un modo insostituibile per far emergere ciò che di ingiusto, di sbagliato c’è al mondo. I politici, per esempio, non sanno andare a soggetto”
http://www.youtube.com/watch?v=K5sD5U8K9eI

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INTERVISTA:

Da “Terra news
I tanti quadri di una vita sempre in scena
Pierpaolo De Lauro
L’INTERVISTA. In occasione della mostra “Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e l’arte di Dario Fo e Franca Rame“, che apre a Pontedera il 17 aprile, il premio Nobel per la letteratura racconta i legami tra le arti.

I veri artisti lo sono a tutto tondo, spaziano tra le arti, creano collegamenti, fanno riflettere e si indignano. Così come da sempre fa Dario Fo con la sua, di arte. Pontedera (Pisa) dedica al premio Nobel una grande mostra dal titolo emblematico: Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e l’arte di Dario Fo e Franca Rame, un percorso che si snoda tra il centro per l’Arte Otello Cirri, la Fondazione Piaggio e il Centrum Sete Sòis Sete Luas e ci conduce alla scoperta dell’attività pittorica del grande artista fino ai fondali degli spettacoli, ai costumi di scena. Opere che si fondono col teatro, diventando un tutt’uno, così come Fo spiegherà in una lezione spettacolo che aprirà la mostradomani. E tra rabbia e sentimento Fo racconta i legami tra le arti con un’appendice sulla questione nucleare italiana.

Dipingere è come recitare?
Vale anche a rovescio, sono forme d’espressione che si compenetrano e si sostituiscono e sviluppano coralmente, delle forme e dei momenti.

C’è un passaggio tra la parola e l’immagine per poi ritornare di nuovo alla parola in una forma compiuta.
Certo. E poi c’è la ritmica che li unisce. Il ritmo della pittura, del disegno, l’impianto, la geometria, la composizione, tutti elementi che poi bisogna ritrovare nella composizione teatrale. La teatralità è piena di forme geometriche e matematiche, ritmi. Proprio come un concerto, non a caso si dice “concertare la messa in scena”. E questo è lo stesso discorso che c’è nella pittura. Tutto il movimento della pittura rivoluzionaria del Novecento l’ha portato avanti. Se vai a guardare il Rinascimento e tutti i grandi pittori da Leonardo, Michelangelo, Raffaello ti accorgi che hanno un senso straordinario della geometria e della composizione. Un’altra cosa importante, difficilissima da acquisire, è quella di recitare per il pubblico così come bisogna immaginare di dipingere un quadro per il pubblico e sistemare il pubblico stesso. Caravaggio, nella deposizione di Cristo pone gli spettatori, quelli che guardano il quadro, in una condizione particolare: li affonda dentro la tomba, li mette nella tomba nella quale sta arrivando Gesù Cristo, come fossero anche loro dei seppellitori che allungano le braccia per aiutare a portarlo dentro. è qualcosa di una teatralità stravolgente, non soltanto, ma tutti i grandi pittori cambiano la prospettiva. Mettono chi guarda nella condizione di cambiare nei momenti in cui salgono con gli occhi verso i personaggi che sono sono visti da una particolare dimensione, con una prospettiva propria. Chi guarda un quadro si sente sollevato di peso a un livello diretto oppure sorpassa la linea scenica o prospettica, si mette di fianco, l’artista impone a chi guarda di spostarsi, non sposta il quadro. E questo avviene anche nel teatro. Lo spettatore che sta in platea deve usare lo zoom dei propri occhi, deve allargare la vista, deve girare il collo, deve aprire, deve sentirsi più in alto, più in basso e addirittura più in fondo o più vicino a seconda di quello che è l’impianto che si dà nella messa in scena. Questo è un fatto di regia ma soprattutto è l’attore che deve condurre il gioco dello spostamento di chi guarda. E questa è la base fondamentale di quello che cercherò di spiegare nella lezione spettacolo.

Le sue opere hanno sempre un collegamento con la realtà e ripercorrono la storia del nostro Paese.
E’ ovvio che bisogna far arrivare qualcosa. è la concomitanza tra l’antico, il passato e il presente. Prendi ad esempio dei fatti che sono avvenuti secoli fa, li descrivi e nel farlo, senza imporre nulla, la gente deve subito intuire e arrivare a capire che si sta parlando di oggi. Se, ad esempio, parlo del papa Giuliano III o V la gente deve sentire che si sta parlando del Pontefice di oggi, che c’è un’analisi della Chiesa, dei vescovi di oggi, del rapporto che si ha con le donne, della misantropia terribile che si vive nella chiesa e che cerca di cancellare il peso e il valore della condizione femminile.

Tra le sue opere c’è una tela ispirata all’Ultima cena di Leonardo, in cui uno degli apostoli e donna.
Non è sostituito. è la posizione di una certa tradizione popolare che esisteva fortemente in Lombardia e che vede in primo piano la donna vicino a Gesù nel momento più alto della cena, quando dice “Uno di voi mi tradirà”. In quel momento invece di esserci come nelle immagini tradizionali San Giovanni sdraiato tra le braccia di Gesù, ha messo ritta, cosciente piena di dolore ma di potenza la sua donna, cioè Maddalena.

Terra è un quotidiano ecologista, lei è uno strenuo difensore dell’ambiente.
Potrei dire che uso dei colori che si possono mangiare ma è una balla perché non so mai cosa c’è nel colore oggi come oggi. Una volta si sapeva dove c’era il veleno e dove c’era la salute e come si potessero anche respirare i colori. La battaglia sull’ecologismo la faccio ormai da tempo. Sono arrivato con mio figlio a costruire una casa interamente ecologica e autonoma. Costruita con materiale flessibile, davanti a un terremoto di grande intensità sta su tranquillamente perché è tutto elastico. Poi il problema del freddo del caldo e del risparmio è portato ai massimi, c’è soltanto un briciolo di riscaldamento però il calore viene trattenuto per tutta la giornata e poi c’è l’uso infinito della luce e del sole. La casa è completamente autonoma: produce energia elettrica, calore, e anche il freddo.

Tutto a dei costi bassissimi?
No, perché è un prototipo, lo studiano nelle università e vengono a visitarla. Essendo un prototipo costa dieci volte di più di quello che potrebbe costare se si facesse in serie. Si è dovuto rifare delle parti e adattarle a questo esperimento. Io risparmio completamente energia, anzi la consumo e la riporto pulita.

Nonostante l’Italia sia un Paese pieno di energie rinnovabili puntiamo ancora sul nucleare.
Questo è il disastro di un organizzazione politica che non si interessa, finge, è imposta dalle leggi dell’Europa. Non esiste nessuna volontà autonoma e coscienza. Pensano subito a creare energia attraverso il mezzo atomico e continuano a dire che esiste un metodo, la terza generazione la chiamano, ed è una balla. Ho parlato con grandi scienziati ed esperti e loro dicono speriamo che tra dodici, quindici anni, si riesca ad ottenere una completa pulizia da parte del mezzo atomico usato, al momento non c’è. Noi siamo prigionieri delle scorie, le abbiamo ovunque e hanno contaminato i terreni a Sud e a Nord. Alcune zone di stoccaggio sono a grave rischio perché si trovano nei pressi di fiumi che possono straripare. Sarebbe un disastro. Non abbiamo mezzi di produzione di energia atomica ma siamo invasi dalle scorie. è follia e ci costa l’ira di Dio.
http://www.terranews.it/news/2010/04/i-tanti-quadri-di-una-vita-sempre-scena

2 pensieri su “DARIO FO a Pontedera

  1. i geni nella favola della vita. sono semplicemente sincera. E’ quello che penso di voi due. gli angeli si riconoscono ovunque. daniela

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