500 anni di scoperte reciproche

500 anni di scoperte reciproche… allucinanti e che non finiscono mai.

Nel 1992 si celebrarono, chi con giubilo e chi con costernazione, i 500 anni dall’arrivo degli europei nel continente americano.
500 anni di incontri/scontri di civiltà, di “scoperte” inversamente proporzionali: le popolazioni autoctone americane scoprendo l’eurocentrismo egocentrico europeo e l’Europa scoprendo le materie prime e la mano d’opera a basso prezzo del nuovo continente (ma non la umanità e i valori esistenti)….

insomma “scoperte” e “non-scoperte”che si susseguono ancora oggi, tra muri di incomprensione e di opportunismo….. e  il tutto ha ispirato questa mia opera intitolata, appunto “500 años de descubrimientos reciprocos” (500 ANNI DI SCOPERTE RECIPROCHE).

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Per le celebrazioni di questi primi 500 anni in Europa e nel continente americano si promossero infinite attività e manifestazioni. Da parte nostra, come pittori “bi-continentali” organizzati in “TALAMURO” (Taller Latinoamericano di Muralismo e Integrazione Plastica), insieme ad altre associazioni di artisti latinoamericani ed europei, partecipammo con innumerevoli organizzazioni di Solidarietà e Cooperazione nella realizzazione di centinaia di pitture murali praticamente in ogni angolo d’Europa.

Mentre a livello locale qui a Managua, concentrammo i nostri sforzi per realizzare il Progetto CEMOAR (Centro di Spiritualità Monsignor Oscar Arnulfo Romero), nel quale 30 artisti di 13 Stati d’Europa e d’America realizzarono dipinti murali, pannelli in ceramica, sculture, mosaici e decorazioni in un tentativo di integrazione totale con la architettura pre-esistente di questo Centro di Convenzioni della “Teologia della Liberazione”.

Io, in quel tempo, stavo svolgendo una attività “anomala” rispetto al mio lavoro di Pittore. Ero Coordinatore per Centroamerica e Caraibi della Organizzazione Non-Governativa italiana ACRA.

E’ stata una attività che ho svolto per tre anni e mezzo, e che avevo scelto anche per conoscere la profondità del territorio nicaraguense e centroamericano, in quanto le controparti e i Progetti ACRA erano quasi tutti con i contadini poveri, le Cooperative Contadine e le Associazioni di Agricoltori e Allevatori. Il lavoro era enorme e mi lasciava ben poco tempo libero.
E in questo “tempo libero”, o nei piccoli intervalli di “ossigenazione” che mi concedevo, tra carte, telefonate, riunioni e visite di campo, nel mio stesso ufficio di Coordinamento ACRA, ho realizzato questa scultura/assemblaggio policromata, intitolata “500 años de descubrimientos reciprocos” (500 ANNI DI SCOPERTE RECIPROCHE).

E’ un “ASSEMBLAGGIO”, cioè una unità espressiva che è il risultato della unione di cose e di oggetti “significanti” del centroamerica.  Il tutto è stato visivamente “modificato o distrutto” con la policromia. I colori hanno una doppia funzione: rompere visivamente le forme degli oggetti singoli e creare una nuova UNITA’ ESPRESSIVA d’insieme. Il che equivale praticamente a vedere da lontano una scultura policromata autonoma, e diciamo “astratta” che viene “svelata” avvicinandosi e scoprendo la esistenza di oggetti e cose “altre” rispetto alla percezione iniziale. Praticamente da lontano prevalgono le forme PITTORICHE e da vicino le forme SCULTORICHE: la Pittura si trasforma in Scultura con il movimento di avvicinamento dello spettatore all’opera.

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E’ stata una costruzione lenta e meticolosissima durata tutti i tre anni e mezzo di Coordinamento ACRA, realizzata assemblando pezzi artigianali che raccoglievo durante le “visite di campo”, o frammenti di oggetti e di alberi, atrezzi di lavoro e oggetti vari parecchio significanti, uniti uno a uno con viti antiossidanti, perni, incastri e collanti speciali. Oggetti ritrovati come il manico di un fucile con incisala la sigla del FSLN e che ha partecipato alla insurrezione Popolare contro la dittatura dei Somoza; come la targa di un veicolo con la data dell’anno del trionfo della Rivoluzione (Nicaragua 1979) ecc. ecc.

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Il tutto è costruito a partire da una “batella lavandera” o “tabla de lavar” (tavola per lavare tradizionale), sulla quale è stato applicato il manico del fucile incatenato, come speranza che non sia necessario più di usarlo. Accanto c’è un machete, che è l’inseparabile strumento tuttofare dei contadini, sia per lavorare che per lottare o come arma di autodifesa, e sulla sua sinistra la firma originale di Cristoforo Colombo.

Sulla destra della tavola per lavare una serie di sculture artigianali in legno di balsa dell’arcipelago di Solentiname che rappresentano uccelli del luogo, e in alto a destra c’è anche un “candil nicaraguense” (lampada a cherosene) sempre accesa, per illuminare il futuro.

E nel centro esatto della tavola per lavare esce un “molenillo” e una “paleta para cocinar”, e in questa paletta per cucinare c’è una bellissima scritta dell’arcivescovo sudafricano Desmond Mpilo Tutu che dice “Vennero. Loro avevano la Bibbia e noi avevamo la terra, e ci dissero: chiudete gli occhi e pregate. E quando abbiamo aperto gli occhi loro avevano la terra e noi avevamo la Bibbia”.

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Questo blocco di oggetti appoggia su di una specie di “macchina diabolica” che forma il basamento. E’ una specie di piramide con bassorilievi precolombiani che si trasforma nella prua di una nave con una polena a forma di “Serpiente Emplumada”, che prerfigura gli avvenimenti successivi alla scoperta del nuovo mondo.

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Sul ponte di comando naviga imponente un frate con il “Fuoco di San Antonio” sulla testa, forse per le contaminazioni o intossicazioni delle azioni di colonizzazione.  Ai lati del frate ci sono da una parte dei tubi (cannoni? fucili?) e dall’altra un imbuto (petrolio per la macchina diabolica?) …e a fianco del frate una Croce fatta di filo spinato.  E’ lo stesso filo spinato che pende nel centro gravitazionale dall’alto della scultura, con volute barocche che addolciscono il suo significato di arrivo della “Proprietà Privata” nel continente americano . Questa tragica presenza del filo spinato corre in verticale parallelamente a un altro filo retto e liscio che pende come un pendolo della scienza e della conoscenza….cioè scienza e conoscenza per la Proprietà Privata.

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E finalmente in alto di questa specie di cattedrale, spuntano spade, lance, punte, pugnali , spine e oggetti di violenza, mescolati a strumenti di lavoro come la cazzuola, tra ragnatele sul fondo, e sulla sinistra una grande maschera precolombiana del Messico trafitta da un “lampazo” come simbolo della servitù e della perdita di identità.

Mentre sulla destra c’è la presenza di un orologio ancestrale, con la scritta “1492 Descubrimiento del Capitalismo” (1492 Scoperta del Capitalismo) e “Que Amanezca, Que llegue la Aurora “ (Che si faccia giorno, che arrivi l’aurora!).

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Dal 1492 a oggi  gli europei NON hanno conosciuto l’America.

Quel famigerato venerdì 12 ottobre 1492 segna l’inizio della scoperta, della conquista e dell’evangelizzazione delle Americhe: una brutale colonizzazione che inizialmente si è mossa secondo il metodo “ORO IN CAMBIO DI BATTESIMI” e che ha portato a uno sterminio di misure colossali (stimato nella uccisione di circa l’80% della popolazione indigena delle Americhe tra il 1492 e il 1550), e successivamente a una sequela di rapine, schiavitù, oppressione e sfruttamento brutale e ininterrotto che pare non finisca mai.

I Latinoamericani hanno scoperto tutto dell’Europa, le poche cose buone ma anche e soprattutto le tantissime cose cattive e brutali. Ma gli Europei e gli Statunitensi, che sono la loro testa di ponte al contrario, non sanno niente del continente americano per……

……..“l’incapacità dell’uomo occidentale di riconoscere come proprio simile, come uomo, l’uomo non-occidentale. Data da allora uno dei mali persistenti del nostro tempo, quello di scambiare la parte per il tutto, di credere che una parte del pianeta e dell’umanità, quella occidentale appunto, coincida con il pianeta e l’umanità tout court.

Ancora oggi non riconosciamo l’altro da noi come uguale a noi; scorgiamo (con apprensione) una diversità che, in quanto non occidentale, riteniamo ancora inferiore e quindi da integrare, ossia “innalzare” fino a noi; oppure, da dominare (l’altro vale tuttora per l’oro che può darmi, quello giallo delle banche centrali o quello nero dei pozzi); nella migliore delle ipotesi, da tollerare, ossia “sopportare”. Sotto qualsiasi forma, “ciò che si nasconde è l’incapacità di concepire l’uomo come altro da ciò che noi occidentali siamo divenuti”.

Appena Colombo, e gli altri venuti dopo di lui, hanno incontrato l’altro, non lo hanno riconosciuto come uomo (paradossalmente, proprio nell’età di una riscoperta humanitas), ma come bestia o schiavo ed hanno imposto, con la forza e le stragi, una cultura, una lingua e una religione che erano proprie di un’Europa e di un occidente che si pensava (e si pensa) come totalità, come un tutto legittimato ad uniformare a sé il mondo intero. Con quale sostenibilità, ormai, per le sorti del pianeta e dell’economia mondiale è sotto gli occhi di tutti”. (http://ghismunda.blog.tiscali.it/category/cultura/)

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La scultura “1992, 500 ANNI DI SCOPERTE RECIPROCHE”, “500 años de descubrimientos reciprocos” è stata collocata “in deposito” , nel salone di ingresso dell’Instituto de Historia de Nicaragua y Centroamerica (IHN CA) della Universidad Centroamericana UCA a Managua, Nicaragua.

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2 pensieri su “500 anni di scoperte reciproche

  1. Sono interessato alla cultura ma mi sono accorto leggendo che qui si parla solo di odio e non di cultura. Dopo cinquecento e passa anni siamo all’odio più lurido, ma avete ragione Abele é morto assassinato da Caino e siamo tuti figli di Caino.

  2. Hai ragione Rosario, incredibilmente è così: come Caino ancora oggi si pretende assassinare, sfruttare, opprimere e rubare per salvare i privilegi di minoranze sprecone, egoiste e arroganti….e soprattutto NEGARE le culture e i diritti delle popolazioni autoctone, delle minoranze, delle diversità, degli ultimi della terra.

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