Il Veronese e il trionfo di Venezia

Paolo Caliari, detto il “Veronese” è uno dei pittori piu’ importanti della scuola veneta, quella della Pittura di colore e di luce (o meglio dei colori di luce). Quella “scuola” della PITTURA che 500 anni fa raggiunse i livelli più alti mai raggiunti da civilizzazione umana.
Certo, il Veronese non è stato tanto raffinato e misterioso come il Giorgione, o tanto “colorista naturale” come il Tiziano, e nemmeno tanto “impetuoso e tormentato” come il Tintoretto. Ma è stato un “virtuoso” della composizione e della luce.

Le sue opere sono serenamente magiche, e spesso sorprendentemente da mozzafiato per le centinaia di personaggi raccolti in modo “naturale” dentro di architetture perfettissime e complicatissime con impressionanti e affascinanti invenzioni prospettiche.

LA CENA IN CASA DI LEVI, Particolare

Tutto è importante nelle sue composizioni, e spesso l’occhio si perde in mezzo a a quella umanità agitata e fatta di personaggi inerenti o indifferentemente fuori dal tema prestabilito. Tanto da insospettire il Tribunale della Santa Inquisizione che lo accusa in quel famosissimo e (a posteriori) tragicomico processo e interrogatorio svoltosi l’8 di luglio del 1573.
Il Veronese deve rispondere del grande dipinto dell’Ultima Cena realizzato per la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo (5,55 x 12,80 metri). Gli viene contestato “Se li par conveniente che alla Cena ultima del Signore si convenga dipingere buffoni, imbriachi, Thodeschi, nani et simili scurrilità.”
E Veronese cerca di giustificarsi: il quadro è grande, dice, e quindi “se nel quadro li avanza spacio, io l’adorno di figure secondo le invenzioni“, perchè “nui pittori si pigliamo la licentia che si pigliano i poeti e i matti“.

LA CENA IN CASA DI LEVI, ex "Ultima Cena"

Per fortuna questo processo è finito bene, con un accomodamento di reciproca soddisfazione, sostanzialmente con la sola imposizione di cambiare il titolo dell’opera (che si chiamerà Cena in casa di Levi)….

…..a differenza di altri processi dell’Inquisizione dove, anche con accuse minori, i pittori venivano irrimediabilmente arrostiti vivi, come è successo per esempio con il pittore Riccardo Perucolo, accusato di eresia non nelle sue opere, ma nelle ipotetiche sue idee e bruciato vivo solo 5 anni prima (nel 1568 Valerio Fenzi, inquisitore del Sant’Uffizio in Venezia, comunicava al Segretario di Stato vaticano d’aver “ricevuto una lettera del clarissimo podestà di Conegliano” – ch’era allora Girolamo Miani -, “et scrive d’haver fatto abbrusciare publicamente Ricardo pitor con molta satisfatione del populo et molta edificatione”.

Veronese, LE NOZZE DI CANA, 1562-64, Olio su tela,cm.660 x 990, Louvre, Parigi

Il Veronese dipinse moltissime opere, anche gigantesche, con soggetti sacri e profani per soddisfare la numerosa committenza dovuta al successo, sancito definitivamente a Venezia dalla approvazione dello stesso Tiziano Vecellio, che in quel tempo era l’indiscusso patriarca della pittura veneziana.

Con il Veronese si chiude, in un certo senso, il grande momento della pittura veneziana, e inizia il declino della stessa Repubblica di Venezia: fu contemporaneamente l’ultimo artista ufficiale della Serenissima e il diretto testimone del la sua decadenza; l’opera del Veronese è stata anche l’ultima grande voce del Rinascimento italiano.

Quel modo di dipingere chiaro, cangiante e luminoso, paganamente preoccupato di sorprendere pittoricamente più che di convincere tematicamente, dipingendo tante cose naturali da risultare nell’insieme “manierato”, con sperimentazioni e invenzioni acrobatiche, spettacolari e felici che rimarranno per sempre nel catalogo delle cose del sapere professionale di un Pittore…..”C’è un uomo che riesce a far chiaro senza violenti contrasti…che ci è sempre stato detto essere cosa impossibile: quest’uomo è Paolo Caliari. A mio giudizio, egli è forse l’unico che abbia saputo cogliere tutto il segreto della natura. Senza dover imitare esattamente la sua maniera, si puo’ passare per molte strade sulle quali egli ha collocato fiaccole indicatrici….Io devo tutto a Paolo Veronese” (Eugène Delacroix, Journal, 1854)

VERONESE, particolare degli affreschi di Villa Barbaro a Maser (Treviso)

Il Veronese ha creato un nuovo Olimpo come una eterna allegoria dei miti, delle leggende e della vita dei suoi contemporanei amanti del lusso e dei piaceri. Ha avuto moltissimi ammiratori ma non imitatori, e la sua epicurea certezza delle sensazioni e dell’assenza dei dolori sarà ripresa poi solamente dall’ultimo grande affreschista italiano Giovan Battista Tiepolo,nel 1700.

Il Veronese affascina ancora oggi, più per la sua pittura che per certa “superficialità” dei temi e contenuti delle opere, che sono stati quasi sempre “pretesti” per dipingere e sorprendere ( a parte il suo ultimo periodo malinconico, triste e riflessivo).

Affascina per la sua pittura sfolgorante e solare, CHIARA e LUMINOSA, laddove questo binomio è il più difficile da raggiungere con i mezzi espressivi della Pittura. Conoscenze e saperi di cui oggi si sta perdendo la memoria sotto il volgare bombardamento delle immagini mediatiche.

Affascina per la sua grande MANUALITA’, abilità e capacità professionale di rappresentare le cose, il mondo e la vita e la sua personale esperienza umana …oggi, che si stanno perdendo le mani in un “copia-incolla-modifica” generale senza radici e passioni.

E affascina per la sua orgogliosa testimonianza del TRIONFO DI VENEZIA….più che per il suo potere politico ormai in declino, piuttosto per la sua splendida “scuola di colore e di luce”…..oggi meravigliosamente universale, in una città ingrata, dove la Pittura è stata abolita anche dalla Biennale, sommersa ormai nella spazzatura della cosiddetta “arte contemporanea”.

VERONESE, Apoteosi di Venezia o il Trionfo di Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio, soffitto

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Giorgione(1478 – 1510)
Tiziano Vecellio(1480/1485–1576)
Tintoretto (1518 – 1594)
Veronese(Verona 1528 – Venezia 1588)

VERONESE, L'infedeltà (La contesa d'amore) cm. 190 x 190

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LA CENA IN CASA DI LEVI particolare

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VERONESE, Villa Barbaro a Maser (Treviso)

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VERONESE, Villa Barbaro a Maser (Treviso)

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VERONESE, Sala del Consiglio dei Dieci, Palazzo Ducale, Venezia

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VERONESE, Sala del Consiglio dei Dieci, Palazzo Ducale, Venezia

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VERONESE, Marte e Venere uniti dall'amore

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4 pensieri su “Il Veronese e il trionfo di Venezia

  1. Un post eccellente che invoglia ad andare a cercare le opere di questo grande artista. Per me fin troppo profano è stato un dono poter entrare nella magia del lavoro del Veronese grazie alla tua ricerca, alla tua passione

  2. BELLISSIMO SERVIZIO , CONDIVIDO E CONVENGO SU CIO’ CHE HA DETTO IL SIG. MARCO…

  3. Grazie Valerio e Marco. Ho fatto una vita tra Accademie di Belle Arti, Licei Artistici e Scuole d’Arte e so che spesso ai giovani non vengono dati gli strumenti per appassionarsi della nostra grande Storia della Pittura. Se ho aggiunto un piccolo grano di sabbia a questo scopo, ovviamente ne sono felice. Invito anche tutti i miei cari compaesani ad andare nel Veneto alla “scoperta” di questi grandi maestri: le emozioni e sorprese sono garantite!

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