Ben Shahn: la Passione di Sacco e Vanzetti

Sacco e Vanzetti erano due lavoratori italiani che emigrarono negli Stati Uniti. Vennero ingiustamente assassinati sulla sedia elettrica del penitenziario di Charlestown-Boston (Massachusetts) il 23 agosto 1927. Esattamente 50 anni dopo, il 23 agosto 1977, il governatore del Massachusetts riconobbe la loro innocenza assolvendoli dal crimine a loro attribuito con queste parole « Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti ».

Ben Shahn,Bartolomeo Vanzetti and Nicola Sacco, 1931–32. Gouache on paper , cm.27 x 37

Ferdinando Nicola Sacco, nato a Torremaggiore(Foggia) nel 1891, era operaio in una fabbrica di scarpe mentre Bartolomeo Vanzetti , nato a Villafalletto (Cuneo) nel 1888, gestiva una rivendita di pesci, entrambi erano anarchici.

In questo mese di agosto, ricordando gli 85 anni da questi tragici eventi, presentiamo alcune opere del grande pittore e fotografo nordamericano Ben Shahn che nel 1932 realizzo’ una clamorosa esposizione di 23 dipinti sul tema “The Passion of Sacco and Vanzetti “ (La Passione di Sacco e Vanzetti”).

Ben Shahn, The Passion of Sacco and Vanzetti, 1931-32, Tempera on canvas

Ben Shahn, Philip Evergood e Jack Levine, furono i tre grandi artisti nordamericani che, negli anni Trenta crearono il movimento denominato “realismo del periodo rooseveltiano”.

Ben Shahn, The Four Prosecutors ,Sacco-Vanzetti Case , 1931-32

Scrive Mario De Micheli :…” Ben Shahn, di origine ebrea, nacque in Russia nel 1898 ed emigro’ con la famiglia in America all’età di otto anni, Fu il famoso processo a Sacco e Vanzetti che spinse Shahn a diventare un artista d’impegno sociale: la serie di quadri, tempere, acquarelli e disegni, dedicati a questo argomento, esposta nel 1932 a New York, attiro’ su di lui l’attenzione della critica. Nello stesso anno il pittore messicano Diego Rivera lo assumeva come aiuto per l’esecuzione dell’affresco al Rockefeller Center. Questo tirocinio gli sarà poi di grande utilità per la sua attività di pittore murale, assai intensa tra il 1937 e il 1942.

Ben Shahn, Sacco e Vanzetti tra le guardie, 1932

Ben Shahn è un pittore che punta in modo particolare sul mezzo grafico: il suo segno acuto, penetrante, riesce sempre a cogliere il senso di una situazione, di una fisionomia, il significato di una storia. Il colore obbedisce a questo segno, non lo sommerge mai, ed è un colore fermo, che è andato via via schiarendosi sino a diventare vivo e brillante: sale d’attesa, suonatori di piani verticali e di fisarmonica, disoccupati, uomini solitari nei prati di periferia, bambini che giocano in prospettive allucinate, vagabondi, operai, feste popolari: ecco i suoi temi preferiti, temi ch’egli svolge con profonda partecipazione umana.
In questo dopoguerra, il linguaggio di Shahn è andato trasformandosi, acquisendo una maggiore acutezza grafica, illimpidendosi: ma sino all’ultimo, nella sostanza, non mutarono le sue convinzioni. La sua morte è avvenuta nel ’69. Ancora pochi anni prima, in una dichiarazione rilasciata ad Allen S. Weller, si puo’ leggere: …Se lo stile del mio lavoro è cambiato negli anni, penso di poter affermare onestamente che le mie intenzioni di fondo sono rimaste le stesse. A un certo punto, assai presto nella mia vita, sono stato attratto non tanto dal destino dell’uomo, quanto piuttosto dalla condizione dell’uomo. La questione della sofferenza è un mistero che porta molte maschere e trevestimenti oltre al suo vero volto, ma noi ci scontriamo dappertutto con la sua realtà. Sono certo che, per alcuni di noi, essa è un fardello più profondamente sentito e personale che non per altri. Forse cerco, in modo primitivo, di esorcizzarla dipingendola, forse cerco di comprenderla o forse di condividerla. Quali che siano le ispirazioni e le pulsioni di base, sono conscio che l’interesse, la compassione per la sofferenza – sentirla, darle forma – è stata la costante intenzione del mio lavoro da quando, per la prima volta, ho preso in mano un pennello”.

Mario De Micheli, “LA FUGA DEGLI DEI”, Vangelista Editore, 1989


Ballata di Sacco Vanzetti ( Morricone- J.Beaz) http://www.youtube.com/watch?v=XMDZGQGeK6A

Art as Activism: The Compelling Paintings of Ben Shahn (in inglese) http://www.youtube.com/watch?v=L24lrWVNVRo

Étude pour la peinture murale du Jersey Homestead, vers 1936, Ben Shahn, (Collection privée). L’expérience avec le muraliste Diego de Rivera a marqué la trajectoire artistique du peintre, qu’il met en évidence dans cette étude préparatoire, avec un langage expressif, réfléchi et efficace. En haut, à gauche il représente les corps de Sacco et Vanzetti.

Étude pour la peinture murale du Jersey Homestead, vers 1936, Ben Shahn, (Collection privée). L’expérience avec le muraliste Diego de Rivera a marqué la trajectoire artistique du peintre, qu’il met en évidence dans cette étude préparatoire, avec un langage expressif, réfléchi et efficace. En haut, à gauche il représente les corps de Sacco et Vanzetti.Mural for the Jersey Homesteads. 1936-37. Ben Shahn

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Mural for the Jersey Homesteads. 1936-37. Ben Shahn

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Ben Shahn, Mural for the Jersey Homesteads. 1936-37. IN ALTO A SINISTRA I CORPI DI SACCO E VANZETTI DURANTE LA SEPOLTURA

Dall’epistolario di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti:

« Ricordati sempre, Dante, della felicità dei giochi non usarla tutta per te, ma conservane solo una parte (…) aiuta i deboli che gridano per avere un aiuto, aiuta i perseguitati e le vittime, perché questi sono i tuoi migliori amici; son tutti i compagni che combattono e cadono come tuo padre e Bartolo, che ieri combatté e cadde per la conquista della gioia e della libertà per tutti e per i poveri lavoratori » (Bartolomeo Vanzetti al figlio di Sacco, Dante – 1927)

« Mai, vivendo l’intera esistenza, avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini. » (Bartolomeo Vanzetti, alla giuria che lo condannò alla pena di morte)

« Sì, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre idee, che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. » (Nicola Sacco, al figlio Dante – 1927 )

Ben Shahn, The Passion of Sacco and Vanzetti , 1967, Syracuse University Art Collection

« Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nessuna di queste ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un radicale, e davvero io sono un radicale; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano.» (Bartolomeo Vanzetti, rivolgendosi per l’ultima volta al giudice Thayer)
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1 pensiero su “Ben Shahn: la Passione di Sacco e Vanzetti

  1. Lettere e scritti – editi e inediti – a 85 anni dalla morte

    Nicola Sacco, Bartolomeo Vanzetti
    Lettere e scritti dal carcere
    a cura di Lorenzo Tibaldo
    Prefazione di Furio Colombo
    Dopo le toccanti pagine date alle stampe nel volume di ricostruzione biografica Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, Lorenzo Tibaldo raccoglie qui le lettere e gli scritti politici – in gran parte inediti o sconosciuti nel nostro Paese – dei due anarchici italiani immigrati negli Stati Uniti e “giustiziati” sulla sedia elettrica nel 1927.
    Articoli pubblicati da Sacco e Vanzetti sui principali giornali libertari dell’epoca e lettere uscite negli USA l’anno dopo la loro morte sotto gli auspici di un Comitato internazionale composto da Croce, Dewey, Gor’kij, Russel, Wells, Zweig e altri intellettuali: testi che in un tempo come il nostro continuano a parlare con forza.
    Claudiana 2012 – Collana studi storici – Pp. 324-Euro 28,00

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