Luppolo tostato, la nuova frontiera di Agostino

Si chiama Nigredo, ha – per il pubblico – una settimana di vita visto che è stata presentata domenica scorsa (23 giugno) e “rischia” di aprire una nuova via nel mondo della birra. A pensarla e realizzarla lo staff del Birrificio Italiano diretto da Agostino Arioli, all’interno di quella che al “Birri” chiamano la Officina Alchemica, e cioè la nuova unità produttiva di Limido Comasco a due passi dalla sede storica di Lurago Marinone.
Erede diretta della Negra, birra che è da tempo nel catalogo del produttore comasco, la Nigredo porta con sé una novità assoluta (o almeno crediamo): quella dell’utilizzo di luppolo tostato. A proposito di luppolo, per questa nuova specialità Agostino ha scelto solo luppoli tedeschi a partire dall’Hallertauer Mittelfrueh (l’Hallertau è la zona principe della produzione della Germania: ne parleremo ancora quando tratteremo le birre Auer), parte dei quali subiscono un processo di tostatura studiata appositamente dallo staff del “Birri”, in modo da ottenere un profilo aromatico particolare.
Secondo quanto comunicato dal produttore, la Nigredo è una birra (beh: sul colore basta leggere il nome) a bassa fermentazione, con un’aliquota di alcool moderato (6,5%) e una luppolatura che richiama quella delle dark Ipa al netto di ciò che abbiamo detto poco sopra.
Per il nome, lo staff del “Birri” (che ha portato la Nigredo nel suo recente tour negli States), fa riferimento alla prima fase del processo alchemico, quello della germinazione e maltazione (le altre sono Albedo: saccarificazione e Rubredo: fermentazioni).

La presentazione ufficiale è avvenuta domenica scorsa: rubiamo quindi dal menu presentato al “Birri” i possibili abbinamenti per questa specialità unica. Antipasto con petto d’oca affumicato e pane tostato, primo con gnocchi di patate al salmone e pepe nero, secondo con bocconcini di cervo (alla Nigredo) con composta di mirtilli e scaglie di cioccolato. E a giudicare dalle foto pubblicate sul profilo Facebook del Birrificio Italiano, c’è da pensare che i partecipanti se la siano goduta, nel piatto come nel bicchiere!

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