Birra in Tour – “In de Vrede”, serenità e birre fantastiche

(franz) Andrea Belloni è stato uno dei giudici dell’edizione 2017 del Concorso Malto Gradimento, ha gestito per anni uno dei locali birrari più attivi del Varesotto (il Circolo S. Eugenio di Tornavento), ha fatto il rappresentante e ora è l’anima di “InCircolo”. Tocca a lui raccontarci la visita in un luogo simbolo del Belgio birrario, il locale “In de Vrede”, dove è possibile gustare tutte le specialità dell’abbazia di St. Sixtus, Westvleteren.
Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordiamo che se volete pubblicare sul blog una vostra esperienza per la rubrica “Birra in Tour” dovete semplicemente inviare il testo e qualche foto all’indirizzo maltogradimento@gmail.com.

Andrea ci racconta la visita a “In de Vrede”

Chiunque lavori nell’ambito birrario, o sia solo un semplice appassionato, ha sentito nominare almeno una volta il nome di Westvleteren, che racchiude in sé un’aura di sacralità quasi mitologica.
La logica con cui, qualche anno fa, una delle tre birre prodotte dai monaci trappisti dell’abbazia di St. Sixtus sia stata giudicata «birra migliore del mondo» non mi è mai stata chiara, e quindi ho deciso di andare a verificare coi miei occhi, le mie papille gustative… e il mio fegato. 

Volo Ryanair Malpensa-Bruxelles, 42€ andata-ritorno, Skoda Octavia a noleggio e via verso le Fiandre Occidentali. Navigatore impostato sulla cittadina di Vleteren, zona agricola ed immersa nel verde, strade strette ma ben tenute, che ti fanno venire voglia di andarci a pedalare.
A due chilometri dal centro, una piccola freccia indica la zona ovest del paesello, appunto Westvleteren, dove si trova St.Sixtus, il santo a cui è intitolato tutto il complesso abbaziale.

L’interno del locale di Vleteren

È un tranquillo martedì di ottobre, dunque il parcheggio nei pressi dell’abbazia è semivuoto, meglio così: cattedrale e birrificio sono chiusi, non è ammesso l’ingresso ai turisti. A pochi metri di distanza però c’è una costruzione moderna ma rustica, “IN DE VREDE”: è il locale ristorante dell’abbazia, l’unico posto al mondo dove si possono assaggiare le tre birre prodotte dai monaci trappisti di Westvleteren pagandole un prezzo “umano”. A proposito: solo in bottiglietta da 33 cl perché la birra non viene infustata.

Con molta aspettativa ed emozione mi accomodo ad un tavolo insieme alla mia compagna: veniamo subito serviti da una gentile cameriera e, mentre attendo la mia prima birra, la blonde da 5.8%, mi guardo un po’ in giro. Il locale è veramente ordinato e curato ma totalmente agli antipodi rispetto alle aspettative: la cosa più singolare è che i tavoli sono occupati esclusivamente da coppie e compagnie di persone di età avanzata, sui 70 anni per capirci! È una sensazione bellissima vedere belgi della terza età che trascorrono il pomeriggio sorseggiando birra buona.

Le cassette di legno con il caratteristico “esagono” Trappista

In pochi sorsi finisco “l’aperitivo” e mi dedico alle più impegnative “otto” e “dodici”. Le ordino insieme perché voglio bere la mitica XII a una temperatura giusta, quasi calda. Mi sono accorto che i frigo sono a temperature troppo basse per delle brune che andrebbero assaggiate ad almeno 10° gradi.
Sulle caratteristiche delle diverse birre non mi dilungo, ci sono schede e pareri di esperti più autorevoli. Io mi gusto il clima e l’ambiente di Westvleteren, fino a mezz’ora prima idealizzata come punto di riferimento e tappa di pellegrinaggio birrario. In realtà è tutto molto semplice e nulla fa pensare a una sorta di ombelico del mondo della birra; un’atmosfera molto easy nella quale spiccano decine delle tipiche cassette di legno che contengono le celebri bottiglie. Chiedo di poterne acquistare una come cimelio ma non sono in vendita.

I prezzi delle Westvleteren sulla lista di “In de Vrede”

I prezzi sono assolutamente nella norma: € 3.90 per la blonde, € 4.50 per la brune 8 e € 5.10 per la 12, quella che nel 2012 fu appunto indicata come miglior birra al mondo (dal sito Ratebeer). In Italia ho avuto qualche anno fa l’opportunità di bere una “dieci” in un pub della zona… prezzo pagato € 22, ma ci sta.
Al piccolo negozio all’interno di In de Vrede si possono acquistare delle t-shirt e anche il six pack di blonde e di 8, non è disponibile invece la 12. Parzialmente vero è invece l’avvertimento secondo cui, per comprare birra dai monaci, è necessario indicare nome, cognome e numero di targa della propria auto e che si possono avere solo due casse da 24 ogni sei mesi. Allo shop infatti l’acquisto di birra da asporto è illimitato.

La filosofia ricorrente è comunque che a Sint Sixtus si faccia birra per vivere, e non si vive per lavorare e brassare. La produzione è infatti limitata a poche migliaia di ettolitri, sufficienti all’auto consumo (o lauto consumo…) dei monaci e alla vendita per il sostentamento e manutenzione delle proprietà monacensi, così come impone la regola della stretta osservanza trappista.
Ma, ahimè, sul volo Ryanair non è molto agevole trasportare birra nel bagaglio a mano, e quindi rinuncio all’acquisto e mi porto a casa il solo bel ricordo di un assaggio economico e sereno, affacciato all’ampio finestrone che guarda sul “biergarten” e poi sull’aperta campagna, con la bella sensazione di essere proprio “in pace” (in olandese: in de vrede)

Ps: Tornato a Bruxelles mi reco al mitico “Delirium cafe” che vanta il maggior numero di birre in bottiglia al mondo. Non trovo nessuna delle tre Westvleteren, poiché in lista la birra è segnata semplicemente come “Vleteren”…forse per depistare la maggior parte dei turisti birrofii?

Andrea Belloni

BIRRA IN TOURLeggi i contributi precedenti

Segui la pagina di MALTO GRADIMENTO su Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *