La birra artigianale entra nel “paniere” dell’Istat

logo_istatIl “paniere dell’Istat”, figura mitologica che ogni anno torna a fare capolino sui mezzi di informazione, è l’elenco nel quale trova posto una lunga serie di prodotti sui cui prezzi al consumo l’Istituto Nazionale di Statistica calcola l’inflazione.
«L’aggiornamento – si legge sul sito ufficiale – tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati».
BirrArtigianaleApprendiamo quindi in questo modo che il nostro prodotto preferito ha iniziato a essere una “abitudine di spesa delle famiglie”: già, perché tra le dodici novità del paniere 2017 l’Istat ha compreso anche la birra artigianale. Un segnale inatteso ma che in qualche modo certifica la crescita di un comparto che, dopo aver coinvolto curiosi e appassionati della prima ora, sta raggiungendo un pubblico sempre più vasto.
Certo, la notifica dell’Istat è solo una conferma di indicatori già visti in questa direzione, nel bene (il numero di locali dedicati alla birra artigianale, o almeno pronti a proporla accanto a quella industriale, la stesura della prima legge che regola la materia, la partecipazione a fiere e festival di settore…) e nel male (l’ondata crafty portata avanti dalle multinazionali, l’arrivo di produttori di qualità non proprio altissima…).

Per la cronaca, oltre alla birra artigianale, i nuovi ingressi nel Paniere 2017 sono i preparati di carne da cuocere, i preparati vegetariani e/o vegani, i centrifugati di frutta e/o verdura al bar, la birra artigianale, gli smartwatch, i dispositivi da polso per attività sportive, le soundbar (barre amplificatrici di suoni), l’action camera (al posto delle telecamere tradizionali), le cartucce a getto d’inchiostro, le asciugatrici, le centrifughe e i servizi assicurativi connessi all’abitazione.
Chi volesse approfondire il funzionamento del Paniere, lo può fare sul sito dell’Istat, a QUESTO link.

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