Un’altra acquisizione: Heineken si prende il Birrificio Hibu

Anche il gruppo Heineken “fa la spesa” tra i birrifici artigianali italiani e per la prima volta è una realtà craft lombarda a essere acquisita dall’industria. Tramite una società controllata, la Dibevit, il colosso olandese ha acquistato il 100% del Birrificio Hibu, solida azienda con sede in Brianza della quale avevamo parlato in QUESTO articolo, pochi mesi fa.

Lo stand di Hibu all’edizione 2017 di Beer Attraction

Il nome di Hibu era da tempo nella lista dei birrifici in odore di cessione ma fino a oggi i rumors non si erano concretizzati. Nei giorni scorsi però era accaduta una cosa che anche Malto Gradimento aveva accennato: Hibu aveva deciso all’ultimo momento di non partecipare a Chiarescure Festival, manifestazione tenutasi a Milano lo scorso weekend. 

Tra i documenti necessari per partecipare c’era anche un’autocertificazione, con la quale ogni birrificio dichiarava di avere tutti i requisiti per potersi definire artigianale secondo la recente legge italiana. Tra questi, naturalmente, c’è l’indipendenza da grandi gruppi birrari, indipendenza che è stata persa al momento della cessione delle quote.

LE PAROLE

Questa la dichiarazione ufficiale rilasciata da Raimondo Cetani, numero uno di Hibu: «Era giunto il momento di crescere. L’incontro con Dibevit ci offre l’opportunità di non rinunciare a ciò che siamo stati fino ad oggi, ingranando però una marcia in più. Non cambierà niente: andremo avanti con la stessa identità e filosofia, puntando come sempre sulla passione che ci caratterizza, in libertà, mai rinunciando alla qualità e alla creatività, verso prodotti sempre migliori”. A fare eco alle sue parole Davide Daturi, ad di Dibevit: «Con l’ingresso di Hibu, Dibevit inserisce un marchio di eccellenza made in Italy al proprio portfolio. La nostra esperienza nella selezione e nella distribuzione Ho.Re.Ca. di birra in Italia consentirà a Hibu di raggiungere capillarmente tutto il mercato italiano».

I PRECEDENTI

Quella di Hibu è il quarto caso nell’arco di circa un anno e mezzo. Il primo a vendere alle multinazionali fu Birra del Borgo (ad Ab Inbev), poi toccò al Birrificio Del Ducato (alla belga Duvel) e a Birradamare (a New Colson Coors).
Anche Toccalmatto ha raggiunto un accordo con una società estera, Caulier, ma in questo caso si tratta di un’alleanza di diverso tipo rispetto a quelle che riguardano le acquisizioni da parte delle grandi industrie internazionali.

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