admin – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Musicoterapia e osteopatia per aiutare il bimbo prematuro http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=376 Thu, 23 Jul 2015 07:24:32 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=376 Continua a leggere]]> terapia intensiva neonataleNuovi approcci terapeutici per una nuova nutrizione in Terapia Intensiva Neonatale nel nato prematuro.

Presso il dipartimento di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Filippo Del Ponte, diretto dal Dott. Massimo Agosti, è stato avviato un progetto sperimentale per i neonati prematuri di Musicoterapia e Osteopatia, sostenuto dalla Associazione Genitori TINCONTRO.

Tali Progetti sperimentali hanno perseguito anche obiettivi prettamente scientifici per provare la funzionalità di queste nuove terapie non invasive che si affiancano come supporto alla clinica e alla care di routine per lo sviluppo del neonato prematuro.

L’ attività programmata si è posta quindi di valutare l’efficacia del trattamento manipolativo Osteopatico e Musicoterapico in una popolazione di neonati pretermine con l’obiettivo di avere una reazione a livello del sistema gastrointestinale con un miglioramento funzionale e di assorbimento alimentare. I neonati che hanno beneficiato di questi trattamenti sono stati 65 neonati pretermine nati sotto i 1500 grammi.

 tin2L’Osteopata Dott. Luca Vismara assieme alla Neuropsicomotricista Dott.ssa Serena Vaglio hanno perseguito nella attività programmata di valutare l’efficacia del trattamento manipolativo Osteopatico in una popolazione di neonati pretermine con l’obiettivo di avere una reazione a livello del sistema gastrointestinale con un miglioramento funzionale e di assorbimento alimentare. Essi sono stati valutati tramite general movements, variabilità della frequenza cardiaca, livelli di cortisolo, valutazione psicologica, parametri antropometrici e clinici, durante il trattamento osteopatico.

Mentre la Musicoterapista Dott.ssa Sgobbi Barbara, si è occupata sempre di valutare
scientificamente l’efficacia del trattamento di Musicoterapia in una popolazione di neonati pretermine con l’obiettivo di avere una reazione a livello del sistema neuro comportamentale,  gastrointestinale (miglioramento funzionale e di assorbimento alimentare), maturazione della funzione respiratoria (autonomia, saturazione O2, frequenza respiratoria diametro espansione toracica),  attraverso valutazioni strumentali come i general movements, variabilità della frequenza cardiaca (HRV), livelli di cortisolo, parametri antropometrici-clinici  e anche la valutazione come supporto psicologico per i genitori del nato pretermine il quale presuppone che il maggior coinvolgimento dei genitori nella care del neonato possa influire in senso positivo sul loro sullo stato psico – emotivo con una diminuzione dei livelli di stress. 

Queste terapie, nei loro trattamenti, nel neonato prematuro sono in fase di valutazione scientifica poichè gli obiettivi prefissati potrebbero essere stati raggiunti e quindi determinare un significativo supporto sulle condizioni di salute e sullo sviluppo del neonato al fianco della clinica.

E’ quindi fondamentale il sostegno, da parte della associazione genitori, per mantenere in vita tali progetti per il raggiungimento di una scientificità che possa esser utile per il supporto e la care del neonato prematuro.

Il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus ha consentito anche in questa occasione di realizzare un progetto di alto valore sociale a beneficio di numerosi neonati.

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Come combattere il caldo: i consigli del Ministero http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=373 Fri, 05 Jun 2015 14:48:31 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=373 Continua a leggere]]> tintarella in gravidanzaIn estate il caldo può rappresentare un rischio per la donna in gravidanza. Se aspetti un bambino è importante sapere quali precauzioni puoi adottare per difendere la tua salute e quella del tuo bambino.

IL TUO CORPO STA CAMBIANDO…
In gravidanza, il corpo della donna va incontro ad una serie di cambiamenti fisiologici: l’aumento del volume del sangue materno per un adeguato flusso sanguigno alla placenta, richiede una sufficiente idratazione.Il caldo può essere causa di disidratazione, con la  perdita, attraverso la sudorazione, di liquidi e sali minerali, preziosi per l’equilibrio materno-fetale.

Quali sono i sintomi della disidratazione?

• sete intensa
• crampi muscolari, soprattutto di notte
• debolezza
• vertigini
• palpitazioni
• ansia
• pelle e mucose asciutte
• abbassamento della pressione arteriosa

Cosa fare?
• Reintegra i liquidi persi bevendo acqua in  abbondanza o altre bevande.
• Se i tuoi sintomi non migliorano, contatta il tuo  ginecologo di fiducia.

IL GRANDE CALDO È PERICOLOSO PER ME E PER  IL MIO BAMBINO?
Alcuni recenti studi suggeriscono che durante le ondate di calore è più elevato il rischio di nascite premature, in quanto il caldo può aumentare il livello di alcuni ormoni che inducono le contrazioni ed il parto.
Le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro.
Nelle grandi città, quando fa molto caldo ed aumentano i livelli di inquinamento dell’aria, il rischio di parto prematuro può essere ancora più elevato.

CONSIGLI UTILI PER VIVERE L’ESTATE SERENAMENTE E SENZA RISCHI
• Bevi almeno 2 litri di acqua al giorno e segui le  indicazioni del tuo medico curante per evitare il  rischio di disidratazione.
• Limita il consumo di bevande gassate o  zuccherate, l’assunzione di tè e caffè. Evita  bevande molto fredde e bevande alcoliche.
• Cura l’alimentazione, fai pasti leggeri,  ricchi di acqua (frutta e verdura fresca).
• Fai attenzione alla corretta preparazione e  conservazione dei cibi.

Durante le ondate di calore
• Migliora il microclima della tua abitazione  oscurando le finestre dove batte il sole con tende,  persiane, veneziane o altri accorgimenti.
• Chiudi le finestre durante il giorno (specialmente  quando batte il sole), aprendole durante le ore più  fresche della giornata. Trascorri le ore più calde  nella stanza più fresca della casa.
• Se possiedi un condizionatore, regola la  temperatura tra i 24 e i 26 gradi; evita l’uso  contemporaneo di elettrodomestici che  producono calore e consumano energia.
• Se sei accaldata, fai bagni e docce con acqua  tiepida, bagna viso e braccia con acqua fresca.
• Indossa indumenti leggeri.

All’aperto
• Evita di uscire nelle ore più calde della giornata  e di passeggiare lungo strade trafficate, dove i  livelli di inquinamento sono più elevati.
• Proteggi la pelle del viso con creme solari ad alto  fattore protettivo.

Se parti in vacanza
• Programma i viaggi informandoti sulle previsioni  del rischio ondate di calore nel luogo di  destinazione.

Se vai al mare
Puoi prendere il sole ma con alcune precauzioni; è consigliabile esporsi solo nelle ore meno calde del giorno (la mattina presto o il tardo pomeriggio), utilizza sempre creme protettive per evitare scottature e la comparsa di macchie scure sulla pelle (più frequenti in gravidanza a causa delle modificazioni ormonali). Fai passeggiate a piedi nudi sul bagnasciuga per favorire la circolazione sanguigna.

Se il tuo bambino nasce in estate
Ricordati che i lattanti e i bambini piccoli si adattano meno facilmente dell’adulto alle elevate temperature: se il tuo bambino nasce in estate proteggilo dal caldo e dal sole. I danni causati dai raggi solari sono particolarmente pericolosi per i lattanti e i bambini piccoli. È bene sapere che, anche sotto l’ombrellone, non si è protetti dal caldo, né dai raggi solari.
Durante un’ondata di calore, è consigliabile controllare regolarmente la temperatura corporea del tuo bambino e, se necessario, rinfrescare delicatamente il suo corpo con una doccia tiepida o con panni umidi.

IL TUO CONTRIBUTO PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Anche tu puoi contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, nelle tue azioni quotidiane, ad esempio evitando gli sprechi energetici in casa, scegliendo mezzi di trasporto ecosostenibili (mezzi pubblici, bicicletta, a piedi), mangiando meno cibi trasformati dall’industria.

LA MIA CASA PUÒ PROTEGGERMI DAL CALDO?
Puoi ristrutturare la tua casa usufruendo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, rendendo così la tua casa più eco-sostenibile, risparmiando sui costi della bolletta e migliorando l’isolamento termico, sia in estate che in inverno.

Consulta il sito http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/tecnologie.htm

Per saperne di più

Per essere informata sul rischio associato alle ondate di calore consulta il sito del Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/caldo.html

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Attenzione alla salute degli occhi! http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=366 Tue, 26 May 2015 13:08:46 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=366 Continua a leggere]]> ambliopiaSin dalla tenera età, occorre fare attenzione alla salute degli occhi. Non si tratta di malattie diffuse tra i bambini, la percentuale di casi si attesta attorno al 4-6%  ma, anche in questo caso, la tempestività è determinante per prevenire complicazioni.

La raccomandazione arriva dal professor Claudio Azzolini, primario di oculistica all’Ospedale di Varese : «Le principali patologie che possono insorgere in età pediatrica sono l’ambliopia, lo strabismo e le congiuntiviti. Con frequenza decisamente inferiore possiamo parlare di ptosi o abbassamento della palpebra, cataratta traumatica o congenita e in casi eccezionali di glaucoma».

prof. Claudio AzzoliniMa cos’è l’ambliopia?
Si tratta di un occhio che invia al cervello delle immagini poco nitide: magari a causa di una miopia di un solo occhio. Siamo in presenza di un caso di “ anisometropia”: il cervello sceglie di affidarsi a un occhio mettendo progressivamente da parte l’altro organo che riduce l’attività. Magari la difficoltà visiva è legata a un problema di cataratta di tipo congenito che non consente alla luce di arrivare sulla retina.

E lo strabismo, perché si manifesta?
Si registra quando gli assi visivi dei due occhi non sono allineati verso un oggetto che si sta guardando . La visione dell’oggetto al posto di cadere al centro della retina di un occhio, detta macula, cade sulla retina vicino. Si verifica così una situazione visiva molto disturbante caratterizzata da visione doppia.  Anche in questo caso, è il cervello a risolvere il problema, preferendo un occhio all’altro. Lo strabismo può essere congenito o acquisito, intermittente o costante. Nei casi più gravi può portare all’ambliopia di cui parlavamo prima.

Ci sono poi le congiuntiviti
O cheratocongiuntiviti che, in questa età, possono essere frequenti a causa della vita dei bambini, che spesso giocano tra terra e polvere. L’infezione da virus o batteri è, quindi, facilitata con conseguenti infiammazioni dei tessuti oculari più esterni.

Come si interviene?
Nei casi di ambliopia, occorre correggere la situazione. Ci sono appositi occhiali correttivi dello strabismo.  Solo quando, nonostante gli occhiali, non si registrassero progressi, allora si dovrebbe chiudere l’occhio “sano” per stimolare, secondo un programma particolare, quello pigro che torna alla sua piena capacità. Stessa soluzione per le situazioni di anisometropia. Nel caso di cataratta congenita la soluzione sta nell’intervento chirurgico. Per le congiuntiviti, la cura prevede antibiotici o antinfiammatori a seconda dei casi. Occorre, però, fare una piccola aggiunta che riguarda i casi di congiuntiviti legate all’ostruzione dei canalini lacrimali. Questa occlusione comporta che le lacrime non riescano a fuoriuscire dall’occhio al naso per cui creano un intasamento che degenera in infezione. Anche in questo caso è bene ricorrere agli antibiotici o, nel caso perduri l’occlusione, si interviene con un piccolo intervento chirurgico della durata di qualche minuto in cui si rompe la membrana ostruttiva e si apre il canalino.

Quali consigli si sente di dare ai genitori per individuare problematiche nell’occhio?
Bisogna sempre osservare il bambino mentre gioca.
Se il piccolo tende a inclinare la testa e a mantenere quella posizione per guardare, ci può essere una visione doppia o diplopia dell’immagine che tende a scomparire solo inclinando il capo. Per scoprire una eventuale diplopia si può anche provare a chiudere un occhio mentre il bambino sta giocando: se discosta la mano bruscamente, può darsi che ci siano difetti di messa a fuoco. Un altro consiglio, per indagare difetti del campo visivo, è quello di avvicinare piano piano un oggetto lateralmente o dall’alto o dal basso: il bimbo dovrebbe accorgersene immediatamente utilizzando la sua vista periferica.  Nel caso ciò non avvenisse,  sarebbe meglio indagare.  Infine i riflessi pupillari: osservare la reazione della pupilla quando passa dal buio alla luce. Se si restringe lentamente o non si restringe è bene rivolgersi al medico. E come, ormai, sanno in molti, se il bimbo, a partire dai 2 o 3 anni, strizza gli occhi, è bene intervenire con un’indagine.

C’è un’età in cui iniziano a manifestarsi queste problematiche?
Direi che oggi le visite del neonatologo o del pediatra avvengono tempestivamente per cui si può avere sempre sotto controllo la salute degli occhi. È chiaro che, diradando gli incontri con il pediatra, è bene osservare con attenzione il proprio figlio. Una volta adolescenti, poi, andrebbero sensibilizzati  all’uso corretto di computer, smartphone e tablet. La raccomandazione è di pulire sempre bene gli schermi, che non vanno guardati se riflettono i raggi del sole. Sono preferibili, inoltre, gli sfondi grigi o non colorati. La permanenza davanti ai monitor deve rispondere alla regola del 20 minuti + 20 secondi + 20 piedi che prevede l’alternanza tra attività davanti al computer, pausa e attività motoria per permetter agli occhi di riposare. La distanza, infine sede essere quella del braccio semiteso per i libri un po’ più vicino per i tablet.

A che età si può iniziare a pensare a un intervento di correzione della miopia?
Non prima dei 20/25 anni, in quanto prima i difetti di vista possono ancora peggiorare sensibilmente e, dunque, vanificare il trattamento. Inoltre il difetto refrattivo deve essersi stabilizzato da almeno 12-24 mesi.

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Il bimbo malato soffre: come aiutarlo? http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=360 Thu, 19 Mar 2015 08:46:34 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=360 Continua a leggere]]> Un bambino malato soffre e il suo dolore è vero, fisico. Un tempo, si riteneva che i piccoli non provassero nulla: anche le operazioni si facevano senza anestesia: « Invece la sensazione di sofferenza si registra sin dall’età fetale – assicura il bambino malatoprofessor Luigi Nespoli, primario di pediatria all’ospedale Del Ponte di Varese –  Il bambino è come un adulto nelle percezioni dolorose. Ecco perché, quando si cura una malattia, occorre riflettere anche sulla condizione psichica di chi soffre. Il dolore, specie se cronico, porta a isolare il piccolo e la sua famiglia: si ritrovano soli ad affrontare una grande pena».

Con l’intento di offrire spunti di riflessione ma anche risposte concrete al bisogno di aiuto, sabato 21 marzo, nell’aula magna Granello Porati dell’Università dell’Insubria in via Durant 5 si parlerà di “Il dolore cronico nel bambino tra medicina e società” .

Specialisti si confronteranno sull’accoglienza e l’accompagnamento del bambino sofferente e della sua famiglia: una risposta multidisciplinare che vede coinvolti non solo il pediatra la anche lo psicologo, il fisioterapista, l’anestesista, l’infermiere e il volontario.

Il convegno nasce da una domanda: «siamo sempre in grado di curare e di occuparci del bambino malato che soffre?» La risposta che si vorrà dare partirà dalla collaborazione e dall’integrazione tra approcci e punti di vista differenti.

« Parliamo di bimbi con patologie croniche – spiega ancora il professor Nespoli – come malattie reumatologiche piuttosto che oncologiche:  il problema dovrebbe essere preso in carico da SSN. Molto spesso, però, la terapia si limita alla malattia fisica senza interessarsi della psiche e delle relazioni internazionali. Insomma, la famiglia si ritrova a gestire da sola la situazione».

L’apertura del convegno, dopo i saluti delle autorità, è affidata a due genitori, la testimonianza diretta di un padre e una madre che stanno vivendo la malattia dolorosa insieme al figlio.

Il convegno, che vede il coinvolgimento dei Lions, è organizzato in collaborazione con la Fondazione Ascoli : « Il tema del dolore nel bambino è spesso affrontato – conclude il professor Nespoli – purtroppo non c’è ancora una sensibilità e una cultura tali da avviare innovazioni che richiedono finanziamenti, al momento limitati».

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Fecondazione eterologa: il Del Ponte attende il via http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=356 Tue, 25 Nov 2014 07:56:15 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=356 Continua a leggere]]> infertilitàDal 9 aprile scorso la fecondazione eterologa non è più considerata vietata. La legge 40, infatti, è stata dichiarata incostituzionale. La possibilità di ricevere gameti da individui diversi dal partner è quindi possibile anche negli ospedali italiani. Le Regioni hanno adottato delle linee guida e regolamenti per aprire alla nuova possibilità che risponde al desiderio di genitorialità di coppie senza alternative.

Nonostante le polemiche sollevate sulle particolari indicazioni adottate dalla Regione Lombardia ( il costo del ticket è tra i più alti in Italia tra i 1500 e i 4000 euro a seconda della pratica), anche gli ospedali del nostro territorio si stanno dotando di percorsi mirati per effettuare l’inseminazione eterologa: « Come ospedale e centro di secondo livello noi siamo pronti – spiega il responsabile, dottor Roberto Puricelli – stiamo solo definendo i percorsi da offrire ai donatori che devono sottoporsi a esami, controlli e terapie particolari».

All’ambulatorio dell’infertilità e Centro sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) dell’ospedale Del Ponte a Varese si è già presentato un potenziale donatore: « È indubbio che ci aspettiamo una maggiore risposta da parte dei maschi perché la donazione prevede unicamente esami e test per accertarsi che siano sani – spiega il primario – Molto più complicata è la procedura per la donna che deve sottoporsi, oltre ai controlli sullo stato di salute, a terapia ormonale e deve rimanere un giorno ricoverata per permettere il piccolo intervento chirurgico di prelievo. Nonostante sia lieve, è pur sempre un’operazione. Comunque sia, noi stiamo predisponendo le linee guida e i percorsi da proporre a donatori maschili e femminili e contiamo di poter partire dal prossimo anno, appena saranno definiti dalla Regione i protocolli».

La richiesta è già elevata: « Abbiamo molte domande e ci stiamo orientando sulla conservazione di ovociti prelevati da donne che effettuano il prelievo per la propria fecondazione. Queste donne si sottopongono al prelievo e alla conservazione per poter avere l’inseminazione: se avremo la loro autorizzazione, gli ovociti che non verranno impiantati potranno rimanere a disposizione di altre donne. In Italia la donazione è gratuita, contrariamente all’estero dove è a pagamento, per questo motivo riteniamo che donne giovani non siano molto motivate al gesto».

Nell’ambulatorio del Del Ponte, quest’anno hanno ricevuto assistenza 300 nuovi pazienti, mentre sono state 479 le procedure omologhe di cui 67 andate a buon fine con la gravidanza: una percentuale del 30%, in linea con i dati nazionali. Altro è il caso della procedura di primo livello dove le percentuali scendono al 10-12%: « È chiaro che in queste situazioni conta moltissimo l’età materna: più si è giovani, più sono elevate le possibilità della buona riuscita dell’inseminazione. Noi abbiamo un limite temporale di 43 anni oltre i quali la donna deve sostenere tutte le spese mediche e farmaceutiche».
Per far fronte alla quantità di lavoro costantemente in crescita,l’ambulatorio è stato potenziato: attualmente lavorano due biologi, i dottori Basso e Mazzagatti e le ginecologhe Scandroglio, Zaffaroni e Monti. 

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Ci sono contrazioni e contrazioni: impariamo a conoscerle http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=349 Mon, 13 Oct 2014 14:05:13 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=349 Continua a leggere]]> contrazioni doglieIl ventre si contrae, si indurisce, resta in tensione per qualche minuto e poi torna a rilassarsi. Chi è in attesa ed ormai prossima al parto, conosce bene questi movimenti: si tratta delle contrazioni di “Braxton Hicks” importanti perchè preparano il collo dell’utero all’espulsione: « Concretamente – spiega la professoressa Antonella Cromi ginecologa della clinica ostetrica al Del Ponte di Varese – si tratta dell’accorciamento delle fibrocellule muscolari che formano la parete dell’utero. La loro funzione è quella di modificare e dilatare la cervice uterina e far progredire il bimbo verso il canale del parto».

Le contrazioni di Braxton Hicks cominciano ad avvertirsi circa sei settimane prima del termine e lavorano per rendere più morbido e cedevole il collo dell’utero. Sono, in genere, fastidiose ma mai dolorose e per questo si differenziano da quelle che determinano l’inizio del travaglio.

La dottoressa Cromi è responsabile dell'ambulatorio di gravidanza patologica

La dottoressa Cromi è responsabile dell’ambulatorio di gravidanza patologica

Già prima di quest’epoca di gravidanza, comunque, la donna può avvertire l’indurimento dell’utero. Si tratta di reazioni a stimoli esterni: « Sin dal secondo trimestre – spiega la professoressa Cromi – si avvertono a volte irrigidimenti della parete uterina: così l’utero replica a stimoli esterni come la stanchezza, lo stress, il sesso, ma anche interni quando il feto è particolarmente vivace e si muove molto. Queste contrazioni non sono mai dolorose e, soprattutto, sono sporadiche e non pericolose. Potrebbero essere un monito se si è esagerato un po’ troppo nel corso della giornata e si arriva a sera stanchi. In questi casi è sufficiente rallentare i ritmi e permettere al corpo di riposare adeguatamente. Ribadisco: queste contrazioni sporadiche e non dolorose sono del tutto innocue e non inducono al travaglio pretermine».

Altra cosa, quindi, le contrazioni che preparano alla nascita: « Sono francamente fastidiose e anche dolorose e, soprattutto, sono regolari: iniziano lentamente, arrivano all’apice e poi recedono lasciando un intervallo di tempo libero. Quando questo tempo di quiete si accorcia, ci si avvicina al travaglio, che entra nel vivo quando l’attesa tra una contrazione e l’altra scende sonno i dieci minuti».

Se le contrazioni diventano dolorose, regolari e con un intervallo di attesa inferiore a 10 minuti è ora di recarsi in ospedale: « Farei un’importante distinzione – specifica la ginecologa – nel caso di primo figlio, i tempi sono decisamente più lunghi e c’è tutto il tempo di prepararsi con calma al trasferimento in ospedale. Il secondo figlio, invece, ha di solito tempi più brevi. Nel caso di parto gemellare, infine, le tempistiche non cambiano, ma in questi casi, però, l’attenzione è più alta perché, in genere, la nascita avviene pretermine».

Dopo il parto l’utero continua il suo movimento contraendosi per espellere anche la placenta. Si tratta di una contrazione non dolorosa ma costante, fondamentale per evitare che vi siano eccessive perdite di sangue dopo che la placenta si è staccata dalla parete uterina.

Indurimenti si possono continuare a sentire anche successivamente durante il puerperio: nel caso di primo figlio si tratta di contrazioni sporadiche che non fanno male, ma che diventano un po’ più dolorose nel caso di secondo, terzo figlio. Si tratta della fisiologica involuzione dell’utero che dopo la gravidanza deve ritornare piccolo, delle dimensioni pre-gravidiche. Questi “assestamenti” dell’utero si avvertono nei primi giorni dopo il parto, soprattutto in concomitanza con l’allattamento (allattando viene prodotta ossitocina che fa contrarre l’utero) e generalmente sono ben tollerati, senza necessità di dover assumere analgesico.

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Apparato genitale: quando e cosa controllare http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=339 Fri, 03 Oct 2014 13:41:38 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=339 Continua a leggere]]> Ecografia Si comincia ben prima della nascita a indagare se è tutto nella norma. All’ospedale Del Ponte di Varese, la collaborazione tra diversi specialisti coinvolge anche l’urologo chiamato a visionare l’apparato genito-urinario già con l’ecografia: « È importante conoscere la possibile patologia prima della nascita- spiega la dottoressa Lilia Reali, responsabile dell’urologia pediatrica – si può pianificare l’iter da seguire dopo il parto, preparare i genitori. Il neonato sarà sottoposto precocemente a una nuova indagine che determinerà esattamente la terapia da seguire».

Ma quali possono essere i problemi del neonato?

Si può riscontrare, per esempio, una dilatazione mono o bilaterale dell’albero urinario:  nel primo caso (mono)  la condizione non compromette la funzione renale in toto e quindi verrà rivalutata alla nascita e, in base alle caratteristiche, monitorata o trattata precocemente. Nel caso di bilateralità, invece,  bisogna escludere, come causa primaria, l’ostruzione da valvole uretrali che richiede, invece, un trattamento immediato disostruttivo postnatale.  Ci sono, poi, anche altre patologie che vengono riscontrate successivamente alla nascita e parliamo, per esempio, dell’idrocele o del criptorchidismo bilaterale o della patologia malformativa peniena che hanno bisogno della valutazione specialistica per una conferma diagnostica e per impostare una corretta terapia.

d.ssa Lilia RealiQual è l’età che richiede maggiori attenzioni?
Direi che la fase delicata è tra gli 0 e i 6 anni ma fino allo sviluppo puberale è bene non sottovalutare nulla. Lo sviluppo dell’apparato genito-urinario richiede attenzione ma anche regole di igiene precise per evitare problemi in età adulta, problemi legati alla fertilità

Prestare attenzione a cosa?
Rimaniamo nelle caratteristiche macroscopiche dell’apparato come l’assenza di un testicolo o alterazioni della forma. Nella maggior parte dei casi, queste alterazioni vengono individuate già dal neonatologo al momento della nascita e segnalate all’urologo che se ne fa carico immediatamente e ne segue l’evoluzione. Spesso, infatti, si tratta di problemi che si risolvono con la crescita. È bene assicurarsi che il bimbo urini regolarmente

La “discesa dei testicoli”: quando avviene?
La presenza dei testicoli nella sede scrotale deve avvenire entro l’anno di età. Se al compimento del primo anno di vita non si è ancora verificata è bene rivolgersi al pediatra.

La pelle del prepuzio: un altro problema che i genitori non sanno bene come affrontare
È una cosa che va fatta con cura. Io ritengo che non si debba forzare la situazione e che si debba scoprire delicatamente fino dove si può in modo fisiologico. La mia raccomandazione è quella di evitare forzature che possono provocare patologie secondarie di tipo cicatriziale. Comunque, io invito i genitori a usare il buon senso: non occorre mai essere tassativi né in un senso né nell’altro

neonatoConsigli pratici per evitare infezioni o problemi di altra natura
Direi di avere sempre grande attenzione all’igiene che è la miglior arma contro le infezioni. Consiglio di utilizzare detergenti adeguati, cambiare quotidianamente la biancheria intima e effettuare la pulizia andando verso il perineo e mai viceversa. Infine invito gli uomini a mantenere la posizione eretta durante la minzione perchè questa posizione anatomica favorisce lo svuotamento completo della vescica e a scoprire bene il membro per evitare ristagni di urina

Consigli per i pannolini?
Cambiarli di frequente per evitare che la materia fecale rimanga a contatto con i genitali. Anche in questo caso attenzione al verso della pulizia: dall’alto verso il perineo e non viceversa, soprattutto per le bambine

La pipì nel letto? quando diventa un problema medico?
Noi vediamo molti casi di enuresi: se i tradizionali approcci risultano inefficaci si chiede un consulto allo specialista che valuta l’esistenza di patologie. Diciamo che l’enuresi diventa un problema dopo i 5 o 6 anni

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Vaccinazioni: quando e perchè http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331#comments Mon, 15 Sep 2014 07:09:26 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 Continua a leggere]]> vaccinazioni nei neonatiVaccinazioni obbligatorie, raccomandate, facoltative. Il sistema sanitario italiano prevede una serie di vaccini da farsi tra i 3 mesi e i 15/16 anni. Si tratta di interventi di prevenzione nei confronti di alcune malattie infettive: grazie a queste azioni, patologie, come il vaiolo, sono state debellate mentre altre, come la poliomielite o la difterite, il tetano o l’epatite virale B sono quasi scomparse. Non si tratta solo di un problema personale ma anche di contagi nelle comunità. Ecco perché ogni regione ha deciso un calendario specifico, garantendo i vaccini gratuitamente alla popolazione.

La dottoressa Franca Sambo, responsabile del Dipartimento della Prevenzione all’Asl di Varese, chiarisce alcuni dubbi ricorrenti

franca SamboPerché è necessario vaccinare il bambino?
La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per ottenere protezione da alcune gravi malattie. I benefici della protezione contro queste malattie superano di molto i rischi legati alla vaccinazione.

Ma i vaccini sono sicuri?
Sono estremamente sicuri e, nel corso degli ultimi anni, medici ricercatori e operatori sanitari hanno perseguito l’obiettivo di rendere questi prodotti sempre più affidabili ed efficaci. Le complicanze dopo una vaccinazione sono estremamente rare mentre la probabilità di gravi conseguenze (incluso il decesso) dopo malattie prevenibili con vaccini è in alcuni casi elevata. Certo, come qualsiasi farmaco, anche i vaccini possono presentare qualche rischio. Prima di consigliare una vaccino, i medici fanno un’attenta valutazione di rischi e benefici, bilancio che può variare con il tempo, in rapporto all’eliminazione o meno di una certa patologia o alla disponibilità di nuovi prodotti. Recentemente, per esempio, le raccomandazioni circa la vaccinazione antipolio sono cambiate: ora si opta per la somministrazione di un vaccino inattivato proprio perché la mancanza di casi conclamati ha abbassato i livelli di tolleranza di eventuali controindicazioni

Quali sono i possibili effetti collaterali?
Anche se i vaccini moderni sono molto efficaci nell’assicurare elevati livelli di protezione, ci possono registrare effetti collaterali che, però, sono sempre di breve durata non sono permanenti. Per esempio: con il vaccino della difterite-tetano-pertosse possono insorgere, entro 4 ore, febbre lieve, arrossamento e gonfiore nel punto dell’iniezione e dolore ( uguali sintomi per l’epatite B) per il vaccino Polio Sabin orale, sempre entro 4 ore si possono presentare diarrea o stanchezza, mentre con il vaccino Polio Salk iniettivo potrebbero capitare leggera febbre, dolore, arrossamento o gonfiore nel punto della puntura. Per il vaccino morbillo, parotite-rosolia  tra i 5 e i 12 giorni dopo la vaccinazione potrebbero insorgere febbre lieve, rush cutaneo, ingrossamento della ghiandole. Nel caso il malessere si prolungasse per più di due giorni, però, è meglio consultare il medico per capire se non sono sintomi legati ad altre malattie. Se, invece, dopo la vaccinazione il bimbo fosse irrequieto perché prova dolore nella sede dell’iniezione, si può somministrare del paracetamolo. Solo se questo stato si dovesse protrarre oltre le 24 è bene rivolgersi al medico o al servizio vaccinale. Se, invece, fosse la gamba a destare preoccupazione perché gonfia, arrossata e calda, allora è sufficiente applicare un panno pulito e fresco o somministrare del paracetamolo. Anche in questo caso, è consigliabile rivolgersi al medico se i sintomi perdurassero oltre le 24 ore. In caso di febbre è bene dargli molto da bere, fare un eventuale bagno con spugnature e somministrare paracetamolo nel caso la temperatura interna fosse superiore a 39 gradi.

vaccinazioni Vaccini e autismo: si sente a volte parlare di una possibile correlazione
Sono stati fatti diversi studi per capire se il vaccino anti rosolia-parotite e rosolia potesse causare l’autismo, il disordine comportamentale cronico che comincia a manifestarsi durante la prima infanzia. Uno dei primi studi suggeriva che potessero esserci dei legami, ma è stato successivamente dimostrato che conteneva gravi errori nel metodo di ricerca. Hanno continuato a indagare e cercare possibili correlazioni ma non sono emerse evidenze di alcun genere. La causa di questo disturbo è ancora sconosciuta ma oggi si tende a sostenere che la malattia abbia origine prima della nascita, probabilmente nel primo trimestre di gravidanza. La correlazione tra vaccino e autismo è dovuta alla comparsa dei sintomi che, di solito, avviene tra i 12 e i 18 mesi di vita, lo stesso periodo in cui viene somministrato il vaccino.

Quanto dura la protezione vaccinale?
La maggior parte protegge per tutta la vita. È il caso di rosolia, morbillo, parotite, polio. Altre, come la pertosse, offrono una copertura più limitata  circa 5 anni, la fase della vita in cui la malattia è più grave. Altre, infine, come il tetano dura almeno 30 anni ma la copertura va affievolendosi ed è consigliabile ciclicamente ( 10 anni) fare una dose di richiamo

Tutte le persone sono protette con la vaccinazione?
Anche se i vaccini assicurano elevati livelli di protezione, l’efficacia non è mai del 100%. Quelli per rosolia, polio, tetano, morbillo, per esempio, garantiscono una copertura del 95%. Tre dosi di pertosse hanno una garanzia del 85%, tre dosi di epatiteB proteggono i bambini nel 95% dei casi.  Il discorso, però, va poi considerato nel contesto globale: più persone vaccinate ci sono, meno rischi si corrono per cui, anche le persone a cui il vaccino non assicura la copertura possono stare tranquille perché agiscono in un ambiente sano, senza patogeni.

Cosa succede se intercorre più tempo tra una dose di vaccino e quella successiva?
Non è di solito necessario ricominciare il ciclo. È però importante rispettare il calendario vaccinale perché gli intervalli di tempo sono stati stabiliti per ottimizzare la risposta immunitaria dell’organismo.

calendario vaccinazioni

Il calendario vaccinale
A tre mesi
  si fa il vaccino esavalente: si tratta della prima di tre dosi contro la polio, la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B e l’haemophilus influenzare tipo b ( è tra le principali cause di meningite batterica nei più piccoli e di polmonite). La somministrazione è intramuscolo nella coscia o nella parte alta del braccio ( a seconda dell’età): le componenti antipertosse e antiaemophilus non sono obbligatorie ma  raccomandate. In aggiunta si effettua il vaccino antipneumococco.
A cinque mesi il secondo richiamo dell’esavalente e antipneumococco.
A undici mesi il terzo richiamo dell’esavalente e antipenumococco
A 12/15 mesi si effettuano il vaccino contro rosolia, parotite e morbillo con una puntura sottocutanea nella parte alta del braccio e il vaccino contro il meningococco con un’iniezione intramuscolare nella coscia
A 5/6 anni si effettua il richiamo di tetano, difterite e pertosse oltre alla polio e a morbillo, rosolia e parotite
A 11 anni solo le bambine vengono vaccinate contro il papilloma virus che provoca il tumore al collo dell’utero.
A 15/16 anni il richiamo per tetano, difterite e pertosse: la vaccinazione non è obbligatoria ma è fortemente raccomandata e la somministrazione avviene per via intramuscolare nella parte alta del braccio.

In caso, un genitore può decidere di non vaccinare il proprio figlio?
Al genitore vengono chiariti i rischi individuali a cui è esposto il minore ma anche i mancati benefici che derivano alla collettività. In ogni caso, La Regione Lombardia, in accordo con i tribunali dei minori, ha predisposto una procedura standard che, dopo aver comunicato più volte in modo ufficiale la necessità di sottoporre il minore al vaccino, una volta verificato che non esistano situazioni di trascuratezza o abbandono del bambino e, tantomeno, di potenziali condizioni patologiche che potrebbero aumentare i rischi di contagio, prevede la comunicazione della decisione al medico curante e al responsabile della scuola frequentata e, nel caso di situazioni di pericolo, anche al Comune di residenza e al Tribunale dei minori. Una volta compiuti i 18 anni, al giovane verranno di nuovo offerte le possibilità vaccinali.

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Bocca e denti: controlli importanti in gravidanza http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=321 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=321#comments Thu, 21 Aug 2014 13:06:05 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=321 Continua a leggere]]> paziente dentistaPer i nove mesi della gestazione, ma anche durante il periodo dell’allattamento, è importante non dimenticare l’igiene orale. Controlli preventivi sono importanti per salvaguardare la salute di bocca e cavo orale. I nove mesi di gravidanza possono provocare infiammazioni o altri spiacevoli ma momentanei disagi che è bene conoscere.

Un’adeguata igiene per combattere i batteri cariogeni porta benefici anche al nascituro.

Per sensibilizzare le future madri a riflettere sull’importanza della salute dei denti, l’ospedale Del Ponte, in particolare la clinica ostetrica e ginecologica diretta dal prof. Fabio Ghezzi, d’intesa il professor Luca Levrini responsabile dell’odontostomatologia dell’azienda ospedaliera varesina,  ha realizzato un video informativo.

Guarda il video

video denti ospedale del ponte

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Obesità: la dieta inizia in culla http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=317 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=317#comments Thu, 03 Jul 2014 09:27:59 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=317 Continua a leggere]]> bambino obesoBimbi grassi, sovrappeso o obesi? L’attenzione alla bilancia inizia già in tenera età: dopo un iniziale progressivo aumento nei primi dodici mesi di vita del rapporto tra peso e lunghezza corporea, si deve osservare nei successivi 4-6 anni un progressivo dimagramento, seguito da un nuovo graduale “rimbalzo” del peso e del grasso corporeo in concomitanza con lo sviluppo puberale. Se tale “rimbalzo” del peso avviene troppo presto, prima dei 5-6 anni di età, vi è un elevato rischio dello sviluppo di un’obesità persistente.

Il latte materno è sicuramente un cibo equilibrato, ma quando è la fase dello svezzamento è bene evitare comportamenti alimentari e comportamentali scorretti . Una dieta troppo ricca di proteine nei primi due anni di vita, quale quella assunta da bambini che succhiano in continuazione biberon di latte vaccino al di fuori dei pasti, può predisporre allo sviluppo di obesità, così come l’utilizzo del passeggino dopo i tre anni, benché in alcune circostanze sia comodo, limita il movimento del piccolo ed il consumo calorico favorendo l’accumulo di grasso. Una delle cause dell’obesità è anche la mancanza di sonno: « È un circolo vizioso: se uno dorme poco ha più occasioni di mangiare e la stanchezza porta a muoversi di meno».

Il professor Alessandro Salvatoni

Il professor Alessandro Salvaton

Insomma, la lotta all’obesità si comincia precocemente, anche perché dopo i sei anni è più difficile vincerla. Il professor Alessandro Salvatoni, pediatra all’ospedale Del Ponte di Varese è ottimista: « Negli ultimi anni si è assistito ad un rallentamento della crescita dell’obesità in età pediatrica ed in alcuni casi, come per esempio in un’ASL del Milanese, ad un’inversione di tendenza. Questo grazie a campagne di sensibilizzazione e culturali che producono effetti positivi. I pediatri lombardi da anni sono in prima fila in questa battaglia: tra i principali consigli  quelli di allattare al seno il più a lungo possibile e comunque per almeno sei mesi, limitare il consumo di bevande zuccherate, evitare il biberon dopo i 24 mesi, evitare il passeggino dopo i tre anni e incentivare i giochi di movimento.  Il problema principale, però, è legato ai ritmi della nostra società: è consigliabile non lasciar mangiare mai il bambino da solo. È fondamentale sedersi tutti insieme e consumare il pasto a orari fissi. Mai, poi, permettergli di mangiare da solo davanti alla televisione».

cibo La miglior cultura deriva anche dai numerosi progetti sull’educazione alimentare delle scuole: « A Varese una psicologa e una dietista insegnano agli alunni le buone regole dell’alimentazione. Si tratta del progetto “L’appetito vien pensando”».

E se entro i sei anni la lotta all’obesità è fondamentale, dopo l’obiettivo è quello di contenere il peso in vista della crescita. Ma come fare? « Ci sono diversi approcci. Noi consigliamo una tabella dei cibi con la metafora del semaforo: i cibi “rossi” sono da evitare, quelli “gialli” da limitare, quelli “verdi” si possono mangiare liberamente. È un messaggio immediato da cui si traggono le regole per un’alimentazione di qualità».

Nell’ambulatorio all’ospedale Filippo Del Ponte arrivano molti casi: « Non tutti, però, sono da seguire. Noi dobbiamo concentrarci su quelli che presentano famigliarità per rischi metabolici quali diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. La risposta in ogni caso prevede la promozione di un aumento dell’attività fisica e consigli dietetici che propongano un’alimentazione sana, ma anche varia perché spesso si pasticcia per noia. Dopo il primo anno di vita, è importante verificare che l’aumento di peso rientri nella norma riferendosi alle curve dei  “percentili” dell’indice di massa corporea (peso in Kg diviso per la statura in metri elevata al quadrato) ».

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