alessandro salvatoni – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Obesità: la dieta inizia in culla http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=317 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=317#comments Thu, 03 Jul 2014 09:27:59 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=317 Continua a leggere]]> bambino obesoBimbi grassi, sovrappeso o obesi? L’attenzione alla bilancia inizia già in tenera età: dopo un iniziale progressivo aumento nei primi dodici mesi di vita del rapporto tra peso e lunghezza corporea, si deve osservare nei successivi 4-6 anni un progressivo dimagramento, seguito da un nuovo graduale “rimbalzo” del peso e del grasso corporeo in concomitanza con lo sviluppo puberale. Se tale “rimbalzo” del peso avviene troppo presto, prima dei 5-6 anni di età, vi è un elevato rischio dello sviluppo di un’obesità persistente.

Il latte materno è sicuramente un cibo equilibrato, ma quando è la fase dello svezzamento è bene evitare comportamenti alimentari e comportamentali scorretti . Una dieta troppo ricca di proteine nei primi due anni di vita, quale quella assunta da bambini che succhiano in continuazione biberon di latte vaccino al di fuori dei pasti, può predisporre allo sviluppo di obesità, così come l’utilizzo del passeggino dopo i tre anni, benché in alcune circostanze sia comodo, limita il movimento del piccolo ed il consumo calorico favorendo l’accumulo di grasso. Una delle cause dell’obesità è anche la mancanza di sonno: « È un circolo vizioso: se uno dorme poco ha più occasioni di mangiare e la stanchezza porta a muoversi di meno».

Il professor Alessandro Salvatoni

Il professor Alessandro Salvaton

Insomma, la lotta all’obesità si comincia precocemente, anche perché dopo i sei anni è più difficile vincerla. Il professor Alessandro Salvatoni, pediatra all’ospedale Del Ponte di Varese è ottimista: « Negli ultimi anni si è assistito ad un rallentamento della crescita dell’obesità in età pediatrica ed in alcuni casi, come per esempio in un’ASL del Milanese, ad un’inversione di tendenza. Questo grazie a campagne di sensibilizzazione e culturali che producono effetti positivi. I pediatri lombardi da anni sono in prima fila in questa battaglia: tra i principali consigli  quelli di allattare al seno il più a lungo possibile e comunque per almeno sei mesi, limitare il consumo di bevande zuccherate, evitare il biberon dopo i 24 mesi, evitare il passeggino dopo i tre anni e incentivare i giochi di movimento.  Il problema principale, però, è legato ai ritmi della nostra società: è consigliabile non lasciar mangiare mai il bambino da solo. È fondamentale sedersi tutti insieme e consumare il pasto a orari fissi. Mai, poi, permettergli di mangiare da solo davanti alla televisione».

cibo La miglior cultura deriva anche dai numerosi progetti sull’educazione alimentare delle scuole: « A Varese una psicologa e una dietista insegnano agli alunni le buone regole dell’alimentazione. Si tratta del progetto “L’appetito vien pensando”».

E se entro i sei anni la lotta all’obesità è fondamentale, dopo l’obiettivo è quello di contenere il peso in vista della crescita. Ma come fare? « Ci sono diversi approcci. Noi consigliamo una tabella dei cibi con la metafora del semaforo: i cibi “rossi” sono da evitare, quelli “gialli” da limitare, quelli “verdi” si possono mangiare liberamente. È un messaggio immediato da cui si traggono le regole per un’alimentazione di qualità».

Nell’ambulatorio all’ospedale Filippo Del Ponte arrivano molti casi: « Non tutti, però, sono da seguire. Noi dobbiamo concentrarci su quelli che presentano famigliarità per rischi metabolici quali diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. La risposta in ogni caso prevede la promozione di un aumento dell’attività fisica e consigli dietetici che propongano un’alimentazione sana, ma anche varia perché spesso si pasticcia per noia. Dopo il primo anno di vita, è importante verificare che l’aumento di peso rientri nella norma riferendosi alle curve dei  “percentili” dell’indice di massa corporea (peso in Kg diviso per la statura in metri elevata al quadrato) ».

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