nascita – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Il neonatologo in sala parto http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=170 Mon, 18 Nov 2013 14:31:42 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=170 Continua a leggere]]> Il piccolo viene visitato subito dal neonatologo solo se ci solo imprevisti

Il piccolo viene visitato subito dal neonatologo solo se ci solo imprevisti

La nascita di un bimbo è, spesso, una questione tra madre e ostetrica. In sala parto si cerca di mettere a proprio agio la donna, accompagnata dal compagno, di creare un ambiente sereno e accogliente. In alcuni casi, la stessa sala si anima di altri professionisti, che intervengono per gestire qualche imprevisto. Così si deve considerare la presenza del neonatologo: « Il nostro intervento non è contemplato – spiega la dottoressa Angela Bossi  responsabile clinico del nido, della neonatologia e della terapia intensiva neonatale all’ospedale Del Ponte di Varese – ma siamo chiamati sempre in caso di taglio cesareo oppure se il neonato evidenziava già una malformazione in età prenatale. Parliamo di problemi renali, per esempio, o se la mamma ha assunto farmaci particolari. Al momento dell’espulsione, quindi, facciamo la valutazione: se va tutto bene, il bimbo viene dato alla madre per il bonding altrimenti viene portato in neonatologia per l’assistenza».

Anche nel caso in cui il parto avvenga in maniera lineare, il neonatologo ha

La dottoressa Angela Bossi

La dottoressa Angela Bossi

un ruolo ben definito: « Interveniamo, però, al termine del “bonding” e, comunque, non oltre le 6 ore. Visitiamo tutti i bimbi e ne facciamo una valutazione globale. Nel caso il piccolo sia sano, allora il nostro ruolo diventa secondario e ci rivediamo con madre e figlio solo alla dimissione. Durante questo incontro facciamo tutte le indagini: lo screening metabolico e uditivo oltre al peso. Inoltre diamo consigli alla madre sulle vitamine da somministrare oppure come si medica il cordone ombelicale. Nel caso di primipara, diamo anche l’appuntamento con l’ambulatorio dell’allattamento e l’appuntamento per l’elettrocardiogramma, che si effettua circa dopo il primo mese di vita. Diverso è il caso del controllo delle anche che deve essere effettuato al terzo mese, quando il bimbo è già stato preso in carico dal pediatra».

Nella gran parte dei casi, dunque, il ruolo del neonatologo rimane limitato alle visite previste. Ma la possibilità che intervenga qualche problema esiste sempre: « Può insorgere l’ittero o un’infezione che deriva dalla rottura delle membrane vaginali durante gli ultimi giorni di gravidanza oppure lievi prematurità. Sono casi in cui il nostro intervento è previsto anche se non è detto che il piccolo debba essere accolto in neonatologia. Se la prematurità avviene dopo la 35esima settimana e non ci sono controindicazioni, è sempre possibile effettuare il rooming in.  Se il bimbo prematuro  nasce prima della 35esima settimana viene accolto in neonatologia, dove viene seguito e monitorato, consentendo ai genitori di rimanere accanto al piccolo».

La figura della psicologa, comunque, è sempre presente nel reparto di ostetricia: consigli e supporto possono tornare utili anche in casi fisiologici, ogni volta che la madre dimostri di aver bisogno di sostengo.

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È importante prepararsi al parto http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=133 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=133#comments Fri, 11 Oct 2013 13:43:21 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=133 Continua a leggere]]> È importante prepararsi al momento della nascita, ascoltare il proprio corpo

È importante prepararsi al momento della nascita, ascoltare il proprio corpo

Si avvicina la scadenza, sale la tensione. Il momento del parto rimane la meta finale da raggiungere. Nella  mente di chi è in attesa, la nascita è il pensiero fisso, sempre presente, magari latente. Sofferenza e gioie, preoccupazioni e timori si mescolano mentre il corpo si trasforma e il bambino si prepara ad affrontare la vita.
Psicologia e pratica, dunque, sono i due aspetti su cui puntare nelle ultime fasi della gravidanza. Un compito, questo,  di cui si occupano le ostetriche, professioniste della nascita sotto ogni punto di vista. Ecco perché è importante prepararsi all’appuntamento sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo.

Alcune delle ostetriche che tengono i corsi di preparazione al parto all'ospedale Del Ponte

Alcune delle ostetriche che tengono i corsi di preparazione al parto all’ospedale Del Ponte

È fondamentale seguire il corso di preparazione alla nascita, incontri e lezioni che spaziano su differenti temi, tutti incentrati alla formazione della donna, ma anche del compagno o di chi le starà accanto durante l’evento.

All’ospedale Del Ponte si offre un percorso di 9 lezioni : data la grande richiesta, le ostriche consigliano sempre di iscriversi con un po’ di anticipo, intorno alla ventesima settimana. Basta telefonare all’ambulatorio ostetrico ( che diventa il punto di riferimento per la madre) al numero 0332 299452 e fissare il proprio turno. Ogni corso accoglie tra le 10 e le 12 partecipanti, gli incontri vengono allargati ai partner in una/due sedute specifiche. Le iscritte, giunte alla XXV settimana, vengono divise in quattro gruppi che si ritrovano ogni lunedì o martedì o mercoledì o giovedì dalle 14.40 alle 16.30. 

Oltre agli esercizi di respirazione, rilassamento e di movimento, ogni incontro è dedicato a un aspetto di quest’ultima fase della gravidanza: « Nel primo – spiega l’ostetrica Anna Dondicerchiamo di conoscerci. Ognuno parla della propria esperienza, delle emozioni, aspettative e tensioni. È un momento basilare perché instauriamo un rapporto di fiducia reciproca e di collaborazione. Si crea il gruppo che sarà fondamentale per smorzare o contenere certe ansie che sorgono naturalmente».

La seconda lezione è dedicato alla scoperta del corpo che cambia: « Le donne iniziano a sentire i primi movimenti del bimbo che portano in grembo – racconta l’ostetrica Sara Agostini – dedichiamo attenzione a questi movimenti, ci concentriamo sugli orari anche perché a volte, impegnate come siamo tutto il giorno tra casa e lavoro, ci sfuggono. Allora si stabiliscono i momenti in cui mettersi in ascolto, momenti che si dovranno sempre controllare. In caso di mancata percezione del movimento del bimbo è bene rivolgersi al punto di primo intervento che è al primo piano del Del Ponte. Meglio un controllo in più e un’angoscia in meno. Mai vivere l’ansia in casa». In questo incontro si rafforza la consapevolezza della madre circa il proprio corpo e le sue potenzialità: «Studi scientifici dimostrano – chiarisce l’ostetrica Anna – che un corso di accompagnamento al parto riduce il ricorso al parto con pratiche invasive».

In questi incontri, per esempio, si sfatano molte credenze popolari come il ruolo della panciera che non è assolutamente indicato se non in caso di taglio cesareo, oppure si spiega la manovra di “Christelle” dove sembra che il medico “salti addosso alla partoriente”.

gravidanza and her husband in heart shape on her beAl terzo incontro, si introduce il tema della comunicazione tra madre e bimbo, i mezzi che il piccolo ha per farsi sentire anche dal padre: « Raccomandiamo l’importanza di momenti di intimità tra la coppia e il piccolo, la comunicazione con lui. Raccontiamo, poi, della possibilità di donare il sangue da cordone ombelicale e raccogliamo le eventuali adesioni».

Al quarto appuntamento si affronta la questione dell’allattamento al seno, l’importanza del latte materno nei primi sei mesi di vita del bambino, le posizioni e come agevolare il bimbo: « Oltre ai vantaggi dell’allattamento al seno raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, diamo anche piccoli consigli pratici, sulle ragadi, cosa sono, come prevenirle. Per esempio, raccomandiamo di non disinfettare il seno dopo la poppata – dice Sara – la saliva del bimbo è disinfettante e previene le microabrasioni. Rispondiamo poi alle paure: ho il seno piccolo, non arriva il latte prima del parto… Un ottimo lavoro lo svolgeranno poi le puericultrici che assistono le madri una volta in reparto dopo la nascita».

La quinta lezione il quinto incontro è aperto anche ai partner: « È fondamentale esplorare e conoscere il proprio corpo, per cui dividiamo le coppie a gruppi che iniziano a confrontarsi su aspettative e timori. Alla fine, ci ritroviamo tutti e si tirano le fila dei diversi stati d’animo: quali strumenti servono per diventare genitori? quali sensazioni ci si aspetta? La coppia, infine, inizia a lavorare insieme, ascoltando reciprocamente il corpo dell’altro, imparando a rilassarsi e a respirare». Dopo la parte attiva, le ostetriche accompagnano i futuri genitori alla scoperta del reparto: dal punto di primo intervento ostetrico al primo piano, al cup dove fare l’accettazione al reparto di ostetricia, alla sala parto e al nido: « È importante avere famigliarità con i luoghi per evitare ulteriori tensioni al momento del parto» conclude l’ostetrica Anna.

Con la sesta riunione, si entra nel merito del momento topico: gravidanza a termine cosa succede? E se nulla accade, cosa fare? « Spieghiamo che devono prendere l’appuntamento all’ottagono – dice l’ostetrica Sara – per i controlli sotto data a termine di gravidanza. Se invece insorge il parto insorgono le contrazioni,chiariamo cosa siano le contrazioni prodromiche cioè quelle che precedono il travaglio, quali siano quelle significative e quando occorre venire in ospedale. Nell’eventualità si rompessero le membrane, è bene controllare che non ci siano perdite ematiche e che il liquido sia chiaro: a quel punto ci si prepara a raggiungere l’ospedale ma senza precipitazione». Infine si spiega l’occorrente per la preparazione della valigia: «Vi sono delle cose raccomandate dal nido che occorreranno per il neonato e poi si darà indicazione per cioè che occorrerà alla madre ».

Il periodo dilatante è spiegato nel settimo, è il tema più spinoso e atteso di tutto il corso: «Travaglio e dilatazione – spiega Anna – raccontiamo che la contrazione è come un’onda che nasce piano, cresce, arriva al culmine e si dissolve lasciando un momento di tregua. Proprio quella tregua è fondamentale per ricaricarsi. Ogni travaglio è a sé perché il corpo reagisce diversamente: per questo ogni madre deve conoscere bene il proprio corpo, per non farsi trovare impreparata, affrontare l’esperienza con consapevolezza. Così la donna sceglie la posizione, l’importanza del massaggio fatto dal partner, mentre quest’ultimo asseconda la compagna e la facilita interpretandone le emozioni. Questo è un momento delicato dove tutto può succedere, anche il taglio cesareo in urgenza, che effettuano i chirurghi nella sala chirurgica attigua sempre pronta».

L’espulsione è il tema del penultimo appuntamento: come avviene, le posizioni possibili da assumere e poi l’incontro con il bimbo e il bonding: « Da un paio di anni effettuiamo questa pratica – spiega Sara – che consiste nell’appoggiare il neonato, ancora legato con il cordone ombelicale, subito dopo il parto, sul petto della madre. Qui rimane un paio d’ore. È importante per entrambi, soprattutto al bimbo che viene catapultato in un mondo fatto di luci e suoni diversi. Gli si permette di adeguarsi mantenendo un rapporto stretto con chi già conosce. Inoltre, piano piano lui si avvicina al seno e si attacca per succhiare il latte. In modo spontaneo e naturale. In questa fase, si effettuano tutte gli interventi per ricucire le eventuali lacerazioni e si attende l’espulsione della placenta. Dopo circa due ore, madre e figlio vengono portati in reparto».

Nell’ultima lezione, si affronta il tema dell’incontro e delle giornate in reparto: « È un argomento molto delicato perché è il momento della verità: il bimbo sognato, atteso, immaginato diventa reale con tutti i suoi piccoli difetti, legati soprattutto al momento dell’espulsione – sottolinea Sara – Raccontiamo, inoltre, cos’è il “rooming in” che in questo ospedale si pratica ormai da anni con le uniche eccezioni della prima notte per le donne cesarizzate o in casi di effettiva necessità. Il rooming in è importante perché è la prima esperienza di maternità prima di ritrovarsi da sole a casa. Quando le donne escono dall’ospedale hanno sempre l’appuntamento per una visita all’ambulatorio dell’allattamento. Avviene nel giro di pochi giorni: è per tutte un punto di confronto e conforto dove si espongono le ansie, i timori, gli interrogativi dell’avventura che stanno vivendo».

Il corso preparto, dunque, è un appuntamento imprescindibile nell’esperienza di maternità di una donna, un’occasione per affrontare le ansie e le paure: « La più grande paura di tutte? Non essere in grado di partorire – spiegano Anna e Sara – qui si rendono conto che il parto è una cosa naturale: non esiste donna che non ne sia capace. Anche se ogni parto è una storia a sé….».

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Partorire in acqua http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=67 Tue, 21 May 2013 07:42:09 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=67 Continua a leggere]]> vascaDall’acqua, all’acqua. Naturalmente. Capita spesso che, al momento delle doglie, la gestante si faccia un bel bagno caldo rilassante prima di andare in ospedale. Un momento vissuto tra la preoccupazione dell’avventura che si sta per affrontare e l’esigenza di concentrarsi e trovare le energie necessarie.
Quel momento,  trascorso nell’intimità della propria casa, si può spesso riviverlo anche una volta giunti nel reparto ospedaliero.
Partorire immersi in una vasca da bagno, ad una temperatura dell’acqua di 37 gradi non solo assicura la massina naturalezza all’evento ma permette alla donna di “attutire” il dolore grazie all’azione vasodilatatoria della temperatura.
Il parto in acqua è una delle opzioni offerte alle gravide negli ospedali di Tradate ( che vanta la maggior casistica con un centinaio di casi nel 2008), Cittiglio ( circa 70) , Gallarate ( circa 40) e anche a Varese al Del Ponte.

Si tratta di trascorrere una parte a scelta del travaglio e dell’esplusione, immerse nella vasca da bagno, monitorate completamente.

Una lunga tradizione è garantita dal Galmarini di Tradate dove la sala in cui è inserita la vasca da bagno è stata pensata secondo i canoni del confort e del rilassamento: tende, luci, musica, tutto è studiato per garantire pace e rilassamento.
«Il parto in acqua è del tutto naturale, più veloce e permette alla donna di ridurre di almeno il 75% il dolore – spiega il primario Arturo Spadea – perchè l’effetto dell’acqua agisce sulle terminazioni nervose . Al parto in analgesia, che è comunque medicale e ha alcune controindicazioni, noi preferiamo questa metodica. È chiaro che occorrono adeguate professionalità e la costante presenza di un’ostetrica accanto alla vasca da bagno per monitorare la situazione. Posso assicurare che il nostro personale, soprattutto ostetrico, è altamente qualificato e, soprattutto, molto coinvolto».
In acqua, la donna può rimanere non più di 90 minuti: ecco, quindi, che, chi vuole vivere il momento dell’esplusione in vasca, ci entra a travaglio avanzato, quando la dilatazione è di almeno 7 centrimetri: «Una volta uscito, il piccolo può rimanere sott’acqua anche mezz’ora. La cosa importante è che non venga a contatto con l’aria perchè è in quel preciso istante che si innesca il meccanismo della respirazione dell’aria».
L’esplusione della placenta, però, si preferisce avvenga sul lettino, anche per una questione visiva: solo in quel momento, infatti, l’acqua si colora di rosso.
«L’effetto dell’acqua – prosegue Spadea – agisce anche sui tessuti rendendoli più morbidi e questo ci permette di evitare il ricorso ai punti e l’episiotomia».
Alle mamme che scelgono il Galmarini, viene offerta l’opportunità di partorire nella vasca da bagno anche se non tutte possono sceglierlo: « Innanzitutto la gravida non deve essere precesarizzata perchè le complicanze hanno bisogno di tempi e velocità di azione non garantibili in vasca. Poi è sconsigliato alle donne diabetiche perchè, in genere, i neonati sono molto grossi e possono incorrere nella distocia della spalla. Meglio evitare anche nel caso di madri cardiopatiche o quando la membrana è rotta e c’è pericolo di streptococco positivo».
Luci soffuse e colorate e un sistema di diffusione audio con musiche rilassanti ( spesso portate dalle stesse madri), oltre a una poltrona comoda e ampia dove vivere i momenti alternativi alla Jacuzzi, completano l’arredamento di questa speciale sala, fiore all’occhiello del Galmarini.

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Incontro sulla maternità http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=63 Fri, 17 May 2013 13:42:12 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=63 Open day casa maternità Montallegro e incontro “I bambini sanno nascere e le donne sanno partorire, è vero?“. L’incontro si svolgerà si svolgerà sabato 18 maggio alle 11 in  Via Comi 57 Induno Olona

 

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Il parto secondo Ibu Robin Lim http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=46 Wed, 08 May 2013 12:20:26 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=46 Continua a leggere]]> ibu «La vita è un miracolo. Se imparassimo tutti a meravigliarci davanti alla vita che si rinnova, nel mondo ci sarebbe più amore».
Dell’amore e dell’affetto che ci dovrebbero circondare ha parlato Ibu Robin Lai, ostetrica di origine americana che vive a Bali dove dirige un consultorio per madri e famiglie bisognose.
La sua, negli anni, è divetata una missione: rendere il più naturale possibile la nascita e limitare il ricorso alla medicina, soprattutto dove è a pagamento, come in Indonesia dove il tagli cesareo si paga.

La popolare ostetrica, che è stata insignita del premio Alexander Lager nel 2006 e nominata tra i CNN Hero 2011, è stata ospite del centro di Informazione Maternità e Nascita il Melograno a Gallarate.


Davanti a una trentina di donne (presente anche qualche uomo) Ibu Lim ha posto l’accento sulla necessità di rendere più naturale il momento della nascita: «È un momento traumatico che oggi si tende a rendere ancora più violento con il taglio immediato del cordone ombelicale e l’allontanamento dalla madre. Uscire da un ambiente ovattato per ritrovarsi in un luogo nuovo, fatto di luci, voci e mani che ti prendono è uno shock. Se poi consideriamo che nella placenta è contenuto il sangue del neonato: staccarlo con un taglio netto vuol dire privare improvvisamente il bimbo di un terzo del suo patrimonio sanguineo. Dovete imporvi perchè lascino passare almeno un minuto e mezzo, un tempo congruo perchè il piccolo guadagtni ossigeno e ferro importanti per la sua nascita».

L’allattamento è il secondo fattore fondamentale che Ibu sollecita ai presenti: « La natura ha fatto in modo che il piccolo, con tutta la sua sacca placentale possa accoccolarsi e attaccarsi al seno della madre. È un’azione che va fatta subito per mantenere il rapporto nella coppia mamma bambino. Un neonato circondato da affetto sarà un adulto più attento e sensibile».

L’ostetrica indonesiana ha anche parlato del taglio cesareo, che a volte è una necessità imprescindibile: « Le donne che affrontano un taglio cesareo sono molto coraggiose perchè corrono rischi maggiori rispetto alle altre. Loro si sentono madri a metà ma andrebbero sostenute e con maggior affetto proprio per la loro forza d’animo». Su richiesta specifica di una donna gravida, Ibu ha affrontato le linee guida mondiali che impongono di somministrare l’ossitocina prima del parto per diminuire i rischi dell’emorragia: « L’ossitocina altro non è che l’ormone dell’amore. Con più affetto e sostegno da parte di chi circonda la gravida ci sarebbero meno rischi. Ricordiamoci che la nascita poggia su tre gambe per rimanere salda: la natura, la medicina e l’amore».

Le sue storie, i suoi consigli, il suo insegnamento d’amore sono contenuti in due libri che Ibu Robin Lim ha scritto e che hanno avuto la traduzione italiana: “Dopo la nascita del bambino” e “Il libro della placenta – Il Chakra dimenticato”.

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Partorire in casa si può. Nella casa di Marta http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=26 Wed, 24 Apr 2013 08:45:21 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=26 Continua a leggere]]> «Questa è la stanza dove nascono i bambini. L’abbiamo insonorizzata così le mamme  possono urlare quanto vogliono: nessuno le costringerà a trattenersi per non disturbare le altre donne in travaglio. D’altro canto il parto è energia naturale. Che si libera anche accompagnata da un urlo».
Parola di Marta Campiotti (nella foto) l’ostetrica che al parto a domicilio ha dedicato la sua  vita. Sono vent’anni, lei ne ha 46, che segue le donne che vogliono far nascere il loro bambino tra pareti familiari, da vent’anni gira per le case della provincia come una cicogna senza le ali.  


«E’ così che mi sono resa conto che non tutte possono partorire nel proprio letto: magari sono imbarazzate perché vivono accanto alla suocera, perché la vicina di casa sentirebbe tutto, perché in casa c’è un altro bambino. Ecco perché ho deciso di trasformare una parte della grande casa in cui vivo in una “casa maternità”».
E a Induno Olona, in via Comi nel centro storico, nascosta tra le vecchie case a corte è spuntata la prima casa maternità della provincia di Varese. Non aspettatetevi il lusso, ma la tranquillità assoluta quella sì. Quella di Marta Campiotti è una casa che ricorda le abitazioni dei nostri nonni contadini. Ambienti ampi, essenziali,accoglienti. 

La prima stanza è dedicata alle mamme e alle coppie che fanno i corsi di preparazione al parto: un camino, tappeti e cuscini, musica rilassante e profumi.
La seconda stanza è quella riservata alle partorienti. C’è una grande poltrona- letto, una spalliera, una grossa palla morbida. Poi naturalmente una bilancia pesa neonati, oli per mamme e bambino. Basta. Di fronte c’è un’altra piccola stanza dotata di cucina. 
«Funziona così – spiega Marta Campiotti, una laurea in filosofia con tesi in psicologia- La mamma arriva qui appena comincia il travaglio. 

Alla Casa maternità Montallegro lavoriamo in tre ostetriche. Dal momento in cui arriva la mamma due di noi si dedicano a lei in ogni momento, giorno e notte per tutte le ore necessarie. Rispettando, però, l’intimità della coppia. Marito e moglie stanno insieme, noi ci limitiamo a dare consigli, a suggerire le posizioni migliori per attenuare il dolore, ma tutto deve avvenire nella tranquillità più assoluta. E soprattutto seguendo i ritmi naturali. Niente medicine, niente interventi esterni, solo tanto calore».
E per calore Marta intende quello che si sprigiona da un evento così eccezionale come la nascita e quello vero, reale che  esce da un vecchio caminetto posto in cucina. 

«La mamma può girare, camminare farsi un caffè, mangiare se ha fame. Farsi una passeggiata fuori. Può attaccarsi alla spalliera, mettersi in ginocchio, oscillare sulla palla. Può dormire o fare un bagno rilassante». E a questo scopo Marta ha disegnato una vasca da bagno particolare, scavata nel pavimento.
«Non pratichiamo mai l’episiotomia, il cordone ombelicale viene tagliato quando la placenta è stata espulsa, insomma rispettiamo la natura che da sempre è più saggia di noi».
Ma che cosa succede se qualcosa va storto? Ogni mamma in attesa ha il timore, più o meno fondato, che all’ultimo momento le cose precipitino e sfuggano di mano.
«A me non è mai accaduto – spiega Marta Campiotti- Per varie ragioni: primo, non tutte le mamme possono partorire in casa. E’ una decisione che va presa ponderando bene ogni cosa, analizzando vari fattori ed eventualmente la storia dei parti precedenti. Tutto deve procedere bene prima di scegliere di non andare in ospedale. Se malgrado tutte queste premesse qualcosa si inceppasse, l’ospedale Del Ponte è a soli dieci minuti da qui. Ma corse precipitose non ne abbiamo  mai fatte. Noi ostetriche riusciamo a capire quando è il momento di ricorrere alle cure del ginecologo o del neonatologo».

«C’è molta collaborazione – dice Marta Campiotti – con i medici. La stima reciproca è molto alta e questo ci consente di lavorare insieme, anche se a distanza».
Tutto perfetto? Non proprio: un problema c’è e riguarda il costo di questa esperienza tutta naturale. Per nascere in casa, nella propria come in quella di Induno, ci vogliono 2000 euro. 
«Ci stiamo battendo perché la Regione rimborsi questa cifra alle coppie. In fondo si tratterebbe di tenere fede a degli impegni presi, visto che proprio la Regione ha approvato una legge che consente alle madri di scegliere in quale luogo mettere al mondo i figli. In altre regioni, come ad esempio in Piemonte, il rimborso è assicurato. Da noi ancora no».
Troppi 2000 euro per partorire in casa? «Il tariffario nazionale consiglia 4000 euro. Una cifra improponibile. Ma quella che abbiamo fissato noi mi sembra ragionevole considerato che noi diamo la reperibilità e ci mettiamo a disposizione delle mamme per tutto il tempo necessario al parto. Poi seguiamo i primi giorni del bambino e diamo consigli per l’allattamento.
Insomma, chiediamo meno di un dentista. E per un’esperienza che ti segna per la vita».

Casa Maternità Monteallegro
via G. Comi 57 – Induno Olona
Per informazioni sui corsi e parto in casa 0332 – 202464
martacampiotti@iol.it
www.nascereacasa.it

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