riciclo creativo – Modus Riciclandi http://www3.varesenews.it/blog/modus-riciclandi Più rispetto, meno impatto Fri, 27 Apr 2018 18:15:24 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Il Punto Sviluppo Sostenibile e il valore delle cose http://www3.varesenews.it/blog/modus-riciclandi/?p=1351 Thu, 19 Sep 2013 07:09:40 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/modus-riciclandi/?p=1351 Continua a leggere]]> Durante la mia chiacchierata con Manuela è venuta fuori spesso la parola IDEA. Che cos’è un’idea? Qualcosa per cui spesso siamo disposti a pagare più o meno del suo valore un oggetto, per esempio. L’idea di acquistare cibo biologico o cosmetici etici è qualcosa – un’idea – per cui vale la pena giustificare un sovrapprezzo. Un oggetto di design come una sedia di plastica nata dall’idea di un noto designer, acquisisce un valore aggiunto notevole, sebbene il suo valore effettivo sia infinitamente più basso.

Nel mondo del riuso e del riciclo creativo invece, troppo spesso l’IDEA crea confusione e distoglie l’attenzione da ciò che conta davvero. Si fatica insomma, a svincolarsi dal concetto che se ciò che ho di fronte è stato ottenuto da degli scarti, per quanto possa apprezzarne l’originalità e il senso, comunque gli attribuirò poco valore rispetto ad un oggetto fatto e finito (sebbene prodotto in serie e su vasta scala, magari), ma nuovo al 100%.

Siamo troppo abituati a vedere, ahimé, oggetti bruttini ma molto simpatici ottenuti con fondi di bottiglia di plastica, camere d’aria di biciclette e rotoli di carta igienica che apprezziamo per l’IDEA, ma non certo per il loro aspetto e il loro valore reale. Per cui non siamo disposti (o abituati) a dare il giusto prezzo.

PSS Re MidaChe cosa dà valore veramente ad un oggetto? Il materiale di cui è composto? Sì e no. Non esisterebbe il Design, altrimenti. L’originalità e la rarità dell’articolo? Sì e no… non si spiegherebbe il prezzo elevato della tecnologia di consumo Apple, per esempio. Il lavoro e le competenze impiegate nella sua realizzazione? Forse. La verità è che il reale valore di un oggetto è qualcosa che non siamo abituati a dare. Ed è qualcosa sui cui troppo spesso non ci facciamo abbastanza domande. Rarissime sono le occasioni infatti, in cui ci viene chiesto di attribuire un prezzo a ciò che abbiamo di fronte.

Penso a tutte queste cose intanto che Manuela tira fuori – come dalla borsa di Mary Poppins – collane, bracciali, orecchini e ciondoli ottenuti con quelli che erano materiali di scarto. Vecchi CD, bottiglie di plastica, componenti di orologi rotti. Sono solo una piccola parte di quello che costituirà l’allestimento del PSS – Punto di Sviluppo Sostenibile, che verrà inaugurato questo 21 Settembre, presso lo Spazio Re Mida al Chiostro di Voltorre di Gavirate.

Dietro ad ognuno di questi oggetti c’è un artigiano che, partendo da materiali più o meno umili, ha sperimentato, giocato, pensato e creato qualcosa di nuovo. Nuovo e bello da indossare, esporre o utilizzare. Ci sono dei bellissimi orecchini a pendolo di petali di bottiglie di plastica e frammenti di CD cotti e cristallizzati. Ci sono borse belle e resistenti, create utilizzando vecchie cinture di sicurezza e pneumatici di camion e molto altro ancora…

Re Mida Varese

Ma cosa sarà questo PSS? Oltre all’artigianato scovato e scoperto da Manuela Bartezzaghi dell’associazione Chiocciola d’Anteo, il Punto di Sviluppo Sostenibile di Re Mida ospiterà il prototipo di allestimento di un negozio no packaging, come tanti ne stanno fiorendo in tutto il Paese.

L’idea è quella di avvicinare i cittadini e le aziende ad un nuovo tipo di commercio che privilegi i prodotti locali a filiera corta, l’utilizzo ragionato del materiale di confezione (più leggero possibile e biodegradabile o facilmente smaltibile) ed un approccio diverso al consumo. Perché, sempre parlando di valore reale e di valore aggiunto, spesso sono elementi esterni al prodotto stesso a far lievitare i costi, come il trasporto, l’imballaggio e la pubblicità per esempio. Nel PSS chiunque potrà trovare informazioni ed un supporto per conoscere le realtà produttive ed artigianali del territorio, sia che stia cercando un vasetto di miele biologico, che una bella e capiente borsa per fare un week end fuori porta!

reMida

L’appuntamento è dunque per questo sabato. Dalle 17,00, presso Re Mida Varese, verrà presentato il Punto Sviluppo Sostenibile, verranno introdotte le novità e gli orari per la prossima stagione Re Mida e sarà inoltre offerto un “Ecoaperitivo” con prodotti locali e di filiera corta, serviti rigorosamente con stoviglie e piatti riciclabili e riutilizzabili, per ridurre al minimo la produzione di rifiuti ed evitare gli sprechi.

L’inaugurazione del Punto Sviluppo Sostenibile è evento locale della Giornata Europea della Cooperazione 2013, iniziativa annuale che ha lo scopo di ricordare i benefici e i risultati della cooperazione territoriale europea attraverso molteplici eventi locali che si realizzano nei diversi territori d’Europa.

European Cooperation Day 2013 – Be part of it!

 

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Un anno con Re Mida http://www3.varesenews.it/blog/modus-riciclandi/?p=1341 Tue, 17 Sep 2013 14:09:28 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/modus-riciclandi/?p=1341 Continua a leggere]]> Ho conosciuto ReMida per caso. Ne avevo sentito parlare. Amiche e amici su Facebook che ci erano stati e ne parlavano, lo consigliavano e pubblicavano foto di architetture, composizioni, sculture e creazioni – a volte buffi, a volte geniali, ma comunque unici – ottenuti con quelli che possono essere definiti, senza troppa retorica, rifiuti.

Art ReMidaVareseCi sono stata all’inizio dell’estate durante un incontro tra creativi ottimisti (…è una lunga storia!) e appena entrata non ho potuto fare a meno di rimanere piacevolmente sorpresa. Il posto prima di tutto: il meraviglioso Chiostro di Voltorre che si svela e si rivela dopo aver superato una piccola, normalissima porta d’ingresso. Sono arrivata in ritardo all’incontro e sono entrata di corsa senza prestare troppa attenzione a quello che mi circondava, eppure quel passaggio – la piccola porta di legno che dà sul cortile interno – mi ha imposto di fermarmi per un momento. Ed ecco lì, alla mia destra l’ingresso di Re Mida. Sbircio all’interno dell’Emporio, ma non vedo nessuno, sento delle voci che provengono dal piano di sopra… So che devo salire – sono in ritardo! – eppure ci sono così tante cose in quella stanza che attirano la mia attenzione, ma il dovere prima di tutto! Ed allora salgo al piano di sopra, ignorando l’imponente drago di metallo e acciaio che, presidiando l’atrio, mi guarda sottecchi. Seguendo le voci mi trovo nel Laboratorio. Ci sono tavoli ottenuti con pezzi di impalcature e assi di legno, attrezzi, oggetti misteriosi, cose, colori, materiali disposti sui vari scaffali e… le persone che stavo cercando. Marco si presenta – è l’unico che non conoscevo di persona – e m’invita a togliermi le scarpe per entrare nella sezione “Luci e Ombre” dell’Esploratorio.

Moquette grigia, luci soffuse e pouff creati con materiali di scarto industriale e alcune lavagne luminose che proiettano sui muri dei mandala, ottenuti combinando perline e oggetti recuperati chissà dove… e poi lo skyline: un proiettore riproduce un cielo nuvoloso su una grossa parete bianca sotto la quale è possibile, sovrapponendo e mettendo in equilibrio tubi di plastica, blocchi di legno e vecchi giocattoli, creare con le ombre la sagoma di una città. Inutile dire che ci siamo tutti fiondati a giocare – sì, a giocare! – e abbiamo costruito una città fantascientifica con sopraelevate, slum, grattacieli imperiosi e animali giganti!

Skyline

Marco ci racconta quale spasso sia, vedere uomini e donne che, durante gli incontri di team building, svestono i panni e le gerarchie tipiche dei luoghi di lavoro per tuffarsi nell’esperienza del gioco e dell’immaginazione creativa da pari, dimenticando per qualche ora gli screzi, le tensione e lo stress tipici di chi lavora gomito a gomito e deve rispettare tempi, consegne ed imprevisti lavorativi. «È come una SPA, ma per la mente e lo spirito!» gli è stato detto una volta, da un impiegato che ha vissuto l’esperienza di team building all’interno di Re Mida.

Ma non solo lavoratori stressati… il fulcro e il motore a propulsione di Re Mida sono i bambini! Scuole, famiglie ed educatori in questo ultimo anno hanno contribuito a far crescere e a far conoscere l’universo Re Mida. Non c’è singolo adulto che abbia preso parte alle formazioni o abbia accompagnato dei bambini (in quanto insegnante, genitore od operatore sociale) che non abbia poi raccontato la sua impressione a qualcun altro che poi lo ha detto ad altri che…. insomma, il passaparola – l’essere virale prima dell’avvento del web – ha portato Re Mida sulla bocca di (quasi) tutti.

Legno

Qualche numero?

Il Centro ReMida Varese ha inaugurato la sede presso il Chiostro di Voltorre di Gavirate il 4 aprile 2012 con la presenza di circa 120 persone.
Dall’11 aprile a metà luglio ha aperto “Aspettando ReMida” con una serie di esploratori creativi: tre mattine la settimana su prenotazione di scuole di ogni ordine e grado, due pomeriggi la settimana (venerdì e sabato) per le famiglie.
Il 21 settembre 2012 si è inaugurato ReMida nel suo allestimento definitivo per un totale di circa 400 ospiti. L’attività con le scuole si è svolta quasi esclusivamente al mattino, strutturata in laboratori creativi della durata di circa tre ora e intitolata “EsploraReMida”: le classi vengono guidate nell’esplorazione dei vari spazi di ReMida sperimentando attivamente le varie potenzialità degli scarti aziendali ed artigianali.

Visite da aprile 2012 a luglio 2013:

– Scuole dell’Infanzia 28 per 40 classi
– Scuole Primarie di 1° grado 20 per 32 classi
– Scuole Primarie di 2° grado 9 per 12 classi
– Scuole Secondarie 5 per 5 classi
– Centri di Formazione Professionale 6 per 7 classi

In totale hanno visitato ReMida 68 Scuole della Provincia di Varese e di altre province per 96 classi e circa 2500 tra bambini e ragazzi.

Ed oltre le scuole… ReMida ha collaborato inoltre con Enti ed Associazioni no-profit formando gli operatori sociali e accogliendo i gruppi di utenti nei propri spazi con attività specifiche e continuative. Come il Centro diurno anziani di Varese, C.F.P.I.L. di Varese, C.A.R.L. di Mendrisio, Arca cooperativa sociale onlus, la Neuropsichiatria Infantile di Fagnano Olona, il Centro di Aggregazione Giovanile del Comune di Gavirate e quello di Corgeno (Comune di Vergiate), la cooperativa sociale Radici nel Fiume, il Comitato della scuola primaria di Travedona, la Fondazione Renato Piatti ONLUS – CRS Besozzo, la Fondazione Il Ponte del Sorriso di Varese, le Associazioni Abaco, I Maestri Itineranti e le ludoteche di Gavirate e Laveno Mombello.

In totale hanno visitato ReMida 15 Enti noprofit della Provincia di Varese per 20 gruppi e circa 500 tra bambini, adulti ed anziani.

Ma come è nato tutto questo?

«Nel 2008 sono andato su internet alla ricerca di progetti interessanti e stimolanti, sia dal punto di vista professionale che personale ed ho scoperto Re Mida di Reggio Emilia – racconta Marco – e il mio primo pensiero è stato “voglio farlo anche a Varese” e così mi sono mosso…»

Dall’idea alla progettazione effettiva ne è passato di tempo… la ricerca dei partner, di un interlocutore all’interno della pubblica amministrazione ed infine la sede…

«Il primo posto di una lunga serie, che abbiamo visto è stato un capannone industriale dalle parti di Busto Arsizio, ma è stato dopo circa sette mesi di ricerca che ci è stato proposto il Chiostro di Voltorre; Opzione che si è rivelata quella definitiva e la più suggestiva, senza dubbio… Nel frattempo era un continuo di telefonate, mail, riunioni per creare quella che è la “rete” al centro della quale è nato Re Mida.»

La ricerca dei contatti con le aziende del territorio che “inizialmente reagivano con sincera sorpresa nella scoprire che eravamo interessati ai loro scarti”, con le realtà socio-educative del territorio provinciale e del vicino Ticino e il confronto con le realtà similari, come Re Mida di Lecco che purtroppo ora non c’è più… «È stato un lavoro a tempo pieno!»

L’esperienza di Re Mida Lecco e l’aiuto di Maurizio Fusina (il responsabile) è stata fondamentale in fase progettuale e lo è tutt’ora. «Maurizio ci ha raccontato, grazie alla sua esperienza, cosa funzionava e cosa no… ci ha aiutato a progettare Re Mida Varese negli spazi che avevamo a disposizione e ci ha insegnato soprattutto che è importante, per noi, che Re Mida non viva solo di finanziamenti pubblici, ma che abbia una sua autonomia economica… ed è questo il “buon proposito” degli anni che verranno: cercare di non pesare sulla spesa pubblica e creare un vero e proprio Distretto del Riuso, capace di camminare con le proprie gambe e, perché no, essere traino di altre realtà e situazioni che fanno dello sviluppo sostenibile, del non spreco e della creatività, un obiettivo ed un ideale…»

Cosa riserva il futuro? Il 21 settembre, ad un anno esatto dall’inaugurazione, verrà aperto il PSS (punto sviluppo sostenibile) – di cui avremo modo di parlarle nei prossimi post! – e ad Ottobre ripartiranno le attività di Re Mida. Non ci resta che tenere gli occhi ben aperti e scoprire che cosa, Marco, Enrico e lo staff di Re Mida, avranno da riservarci.
Ah… io sono Valeria e da oggi racconterò su queste pagine e sui vari social network, tutto quello che è il meraviglioso universo Re Mida. Come si dice? Restate sintonizzati!

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