giornali – Nicaragua http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua Fri, 27 Apr 2018 18:22:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Nicaragua, avventura tra vulcani e immersioni http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=1104 Wed, 15 Aug 2012 08:38:40 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=1104 Continua a leggere]]> Un altro bell’articolo dopo il Fam trip di giugno. È di Miska Ruggeri per I viaggi del Sole.

Il Parlamento di Managua ha approvato una legge per la costruzione di una via alternativa al Canale di Panama, utilizzando le acque del Rio San Juan, che nasce dal lago Nicaragua per poi sfociare nel Mar dei Caraibi appena a sud della cittadina di San Juan del Nicaragua. Un motivo in più per correre a esplorare questo angolo incontaminato di paradiso prima che i faraonici lavori da 30 miliardi di dollari stravolgano un ecosistema unico al mondo.

Lungo il corso del San Juan, da San Carlos al delta, passando perEl Castillo con la sua secentesca fortezza spagnola anti-pirati, si ammirano tesori naturali di incomparabile bellezza all’insegna della biodiversità. Con un po’ di fortuna si possono avvistare esemplari di squalo d’acqua dolce di grandi dimensioni: ilCharcharhinus leucas, una sorta di parente dello squalo toro, altrettanto aggressivo e capace di risalire le rapide. Oppure pescare il gaspar, specie di pesce-coccodrillo preistorico, e immensi tarponi atlantici. Senza dimenticare igiaguari, gli alligatori, le farfalle rare e le circa 400 specie di uccelli che popolano le sponde circondate dalla giungla. Così impenetrabile, pur armati di machete, da servire per l’addestramento delle forze speciali statunitensi (ma corsi di sopravvivenza più soft sono organizzati anche dal Rio Indio Ecolodge, la base di partenza per ogni scorribanda nel ramo orientale del Rio San Juan).

Comunque, il Nicaragua non è solo avventura estrema. Ma anche surf sul Pacifico (da aprile a dicembre), nelle spiagge a nord (Playa Maderas) e a sud (Playa Remanso e Playa Tamarindo) della movimentata San Juan del Sur. Tranquilla osservazione-contemplazione (per esempio nel Refugio de Vida Silvestre La Flor), delle tartarughe – olivacee e liuto – che depongono le uova e dei piccoli appena nati che corrono verso l’acqua. Immersioni nel mare cristallino, ricco di aragoste e squali martello, delle Corn Island (Great e Little), dove non si può rinunciare a Blowing Rock e Tarpon Channel. Nuotate nel caldo lago Nicaragua, il più grande dell’America Centrale, magari a ridosso dell’isola di Ometepe (perfetta da girare in bicicletta), due picchi vulcanici gemelli che incantarono pure Mark Twain, o nella profonda Laguna de Apoyo tra i richiami delle scimmie urlatriciTrekking lungo i sentieri del Parque Nacional Volcán Masaya, tra campi di lava, fumarole e gas solforosi, fino alla “Bocca dell’inferno”. E soprattutto città coloniali. La conservatrice Granada e la rivoluzionaria e universitaria León.
La prima, la più antica del Nuovo Mondo (fondata nel 1524) ma restaurata di continuo, è un gioiello, sicuro e fotogenico, con belle chiese (Iglesia de La Merced), musei (il Museo San Francisco, in cui sono conservate le sculture rituali di Zapatera) e un suggestivo Parque de lo Poetas, dedicato ai grandi della letteratura locale, Rubén Darío e Alfonso Cortés in primis. Epperò, se subite il fascino della decadenza e anche se l’epopea sandinista (onnipresente sui murales sparpagliati qua e là) vi lascia indifferenti, la seconda è tutta un’altra cosa. Un posto magico, circondato da vulcani fumanti, e pulsante di vita. A partire dall’imponente cattedrale barocca con le Stazioni della Via Crucis di Antonio Sarria e dalla Fundación Ortiz-Guardián con le opere dei maestri latinoamericani (da Diego Rivera aRoberto Matta e Fernando Botero), fino ai numerosissimi bar per studenti dove ascoltare musica dal vivo tutta la notte.

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Nicaragua. Scrigno di storia, natura e bellezze http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=1077 Sat, 21 Jul 2012 17:34:06 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=1077 Continua a leggere]]> L’articolo di Emotions a firma di Pamela McCourt Francescone. Qui la versione inglese.

“Se rifiuti il cibo, trascuri le consuetudini, temi la religione ed eviti la gente, allora meglio startene a casa”.
James Michener

Ogni viaggio termina, come è iniziato, nella mente.  E sono le menti più terse e meno contaminate dai pregiudizi altrui quelle meglio predisposte a cogliere le sensazioni più intime e recondite dei luoghi di viaggio. Poi, una volta a casa – con in testa un turbinio di colori, ombre, parole sospese, fragranze, sguardi, riflessi ed emozioni – attraverso un’elaborazione spontanea e non (ora sì che è il momento di leggere, approfondire, confrontare) diventa incontenibil

e il desiderio di dipanare le esperienze vissute. Che nel caso del Nicaragua vuole dire aprire un forziere stracolmo e di grande fascino – per l’immensità del viaggio in sé, per il suo profondo carico emotivo e per la dismisura di ricordi e impressioni preziose da passare all’infinito setaccio della mente.

Sarebbe poco garbato non iniziare con Managua, rasa al suolo da un devastante terremoto nel 1972, che potrebbe essere considerata una città senza una vera anima. Invece l’anima Managua ce l’ha, e si rivela nella sua coraggiosa fierezza come capitale che ospita quasi un quinto della popolazione del Paese, le istituzioni e quello struggente scheletro della cattedrale vecchia che sorge accanto al maestoso Palacio Nacional de la Cultura, dove grandi poster sandinisti celano parzialmente le candide colonne greco-romane della facciata. Tutt’intorno quartieri ricostruiti solo parzialmente dopo il terremoto, accanto ai quali stanno sorgendo nuovi nuclei residenziali e di rappresentanza, alberghi dei grandi brand internazionali e moderni centri commerciali.

Tempo una mezz’ora e, salendo una strada che passa attraverso campi di grigiastre colate laviche, ci si imbatte in uno di quei mostri preistorici con i quali il Nicaragua ha dovuto imparare a convivere: i suoi 48 vulcani, dei quali sette attivi. Presenze che nei millenni non hanno mai rallentato la loro spietata morsa sul territorio, regolarmente e inaspettatamente cambiandone in modo brutale e crudele le sembianze. Qui siamo al vulcano Masaya, un enorme cratere dal quale si levano masse fluttuanti di nuvoloni grigi dall’acre odore di zolfo, come a voler ribadire che qui, a due passi dalla capitale come in tutto il Centroamerica, è la Natura a fare da padrone. Una natura che è un susseguirsi di foreste pluviali e zone montagnose, laghi e fiumi, giungla e pianure costiere, graziose cittadine coloniali e siti archeologici, luoghi della lunga e travagliata storia del più grande dei paesi centroamericani, e acque con fondali trasparenti (quelle caraibiche) e con le sfumature scure del grande Pacifico.

Lasciando alle spalle i fumogeni malefici del Masaya, si arriva sull’incantevole isola di Ometepe, adagiata sulle placide acque del Lago di Nicaragua, per trovare altri due vulcani, il Maderas e il Concepción  – dal cono così perfetto da fare credere alla mano di un Michelangelo divino – dai quali l’isola prende il nome, e che nel linguaggio náhuatl vuol dire “due colli”. Rimossi dal mondo esterno tra miti, petrografiche e monumentali statue precolombiane, su Ometepe è facile lasciarsi incantare da leggende come quella della laguna Charco Verde dalle acque verdastre, già antica città di El Encanto, regno di Chico Largo, un discendente di antichi stregoni che trasformava in vacche, maiali e caimani chiunque osasse cacciare in questo luogo. Più allegre le spiagge intorno al lago, alcune con bella vista sul Concepción che ama indossare un cappellino di nuvola bianca sulle ventitré.  Per i più sportivi, trekking, gite in bicicletta e a cavallo, o lunghe passeggiate in idilliaci paesaggi agresti che a tratti richiamano i capolavori dei grandi maestri impressionisti.   E per chi desidera lanciarsi alla scoperta della gastronomia locale – gustosissimi i pesci del lago – c’è Villa Paraiso, immersa nella natura e direttamene sulla Santo Domingo Beach.

Spostandosi verso la costa atlantica, lungo le sponde del Rio San Juan, che dal Lago di Nicaragua sfocia nelle calde acque caraibiche (è il confine naturale con il Costa Rica), ci si trova nella più grande foresta pluviale del Centroamerica e la Riserva Biologica Indio Maiz. Spazi sconfinati e una natura esuberante di straordinaria biodiversità dove errano giaguari e puma, scimmie e tapiri, coccodrilli e tartarughe, tucani e iguana, nonché un punto privilegiato per avvistare le specie migratorie che si spostano tra le due Americhe.

Due i punti di riferimento per chi vuole deliziarsi di questa splendida e spettacolare natura. San Juan de Nicaragua (già San Juan del Norte e, durante gli anni in cui il Nicaragua era una colonia della corona britannica, Greytown), una tranquilla cittadina di duemila anime con un nuovo aeroporto dove atterrano piccoli aerei. E l’unica struttura ricettiva autorizzata, il Rio Indio Lodge dotato di ogni comfort e un’ottima cucina. Qui si alberga in spaziose abitazioni collegate al lodge da passarelle di legno sospese in mezzo alla foresta che di notte risuonano dei versi e dei canti della giungla. Dal lodge si parte alla scoperta della flora e della fauna del fiume, della laguna e del vicino oceano, ma anche per escursioni nella foresta accompagnati da guide esperte.  E al Rio Indio si viene anche per fare corsi di sopravvivenza nel Bushmaster Survival School in questo tranquillo rifugio che è un leggendario punto di riferimento anche per gli appassionati di pesca sportiva.

Granada e Leon, i due gioielli coloniali del Nicaragua. Granada è il centro più turistico del Paese, idealmente ubicata per chi ha l’idea di alternarsi tra le due coste, una città allegra e accogliente sulle sponde del Lago Cocibolca, guardata a vista dal vulcano Mombacho che nella notte dei tempi ha creato Las Isletas,  l’arcipelago di 365 isolotti, alcuni privati, altri come l’isola di Zapatera depositari di testimonianze precolombiane e raggiungibili in veloci motolance dal malecón di Granada.  Al tramonto fare due passi lungo le strette vie cittadine per ammirare le eleganti case coloniali, ad un piano e con caratteristici tetti di tegole che nascondono graziosi patii ombreggiati ,rasserena l’anima, mentre per gli amanti della movida notturna ci sono i piccoli locali e ristoranti lungo Calle La Calzada dove sorge lo storico Hotel Dario che ricorda il poeta nazionale Rubén Dario.

Leon, l’altra anima del Paese, è il cuore palpitante della cultura e della storia stessa del Nicaragua. Costruita nel 1524 dagli spagnoli, nel 1610 il vulcano Momotombo ne distrusse l’antico insediamento che distava una trentina di chilometri dalla città odierna. Sul sito archeologico di Leon Viejo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, sono poche le tracce rimaste della città originale, ma vale la pena visitarlo per cogliere il battito profondo che si sprigiona dalle antiche pietre. A Leon sorge la basilica più grande del Centroamerica, Ascunción con cinque navate e la tomba di Rubén Dario che ne ha fatto un luogo di pellegrinaggio per tutto il Paese, anch’essa Patrimonio dell’Umanità UNESCO.  Prospicenti la grande piazza della cattedrale grandi murales con i volti dei martiri della guerra civile degli anni ’70, ed è difficile non commuoversi tra i vecchi reperti e le foto ingiallite nel piccolo Museo della Rivoluzione che testimonia gli anni più bui della storia moderna del Nicaragua.

Corn Island. Solo 90 minuti di volo da Managua per trovarsi in un paradiso perduto dove le acque che lambiscono le spiagge bianche sfumano dal turchese al verde latteo, al celeste, sollecitando sogni da Robinson. L’accoglienza all’Arenas Beach Hotel e la prelibata aragosta sfumata al vino bianco e latte di cocco, sono da cinque stelle lusso. Oziando sulla spiaggia su un candido divano all’ombra di un gazebo, è facile sognare che svolazzi via il biglietto di ritorno, allontanato dai freschi venti alisei che sussurrano dolci smancerie alle palme svettanti e inchinate come per accarezzare le acque trasparenti che sembrano rispondere con lievi sciabordi lungo il bagnasciuga.

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Viaggio in Nicaragua tra laghi, vulcani e giungla vergine da un oceano all’altro http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=967 Thu, 12 Jul 2012 20:40:17 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=967 Continua a leggere]]> L’articolo di Andrea Camprincoli, una dei giornalisti che hanno partecipato al Fam trip, è uscito sul sito online del quotidiano Libero.

«La princesa està triste… Què tendrà la princesa? Los suspiros se escapan de su boca de fresa…».

Così inizia una poesia di Rubén Darío, il più grande poeta del Nicaragua. Ma se chiedete a un nicaraguense notizie del «poeta» Darío, potrebbe addirittura offendersi. Per loro Rubén Darío è molto, molto di più. È un eroe nazionale amato al punto da intitolare al suo nome un’intera catena di montagne: la Cordillera Dariense. Si dice che nell’intero Paese non ci sia un solo campesino che non sia in grado di recitare qualche suo verso.

E del resto il Nicaragua ha l’anima gentile, di autentica e selvaggia bellezza. In massima parte paradiso naturale, con ecosistemi unici, ma anche ricco di fascinose città coloniali.

Mark Twain raccontava di luoghi incredibili come «la via dell’oro» nella fitta jungla solcata dal Rio San Juan, di mercanti aztechi, pirati inglesi e feroci conquistadores spagnoli….

Oggi il Nicaragua, il cui nome sembra derivare da una lingua indigena con il significato di «circondato dalle acque», con specifico riferimento ai grandi laghi d’acqua dolce (il lago Nicaragua e il lago Managua) e al fatto che è bagnato a ovest dall’Oceano Pacifico e a est dal Mar dei Caraibi, è il Paese più grande e povero del Centro America, con una capitale, Managua, che accoglie circa un quarto dell’intera popolazione.

UN PO’ DI STORIA
Scoperto e conquistato dagli spagnoli, indipendente dal 1821, ma a lungo sotto ingerenza americana, ha subito nel corso dei secoli colonizzazioni, dittature, saccheggi e guerre civili.
Oggi, finita l’era dei Somoza, la rivoluzione del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e la guerra dei Contras, il Nicaragua è una democrazia in fieri targata Ortega.

APERTURA ALL’EUROPA
E si sta aprendo al turismo, non solo nordamericano ma anche europeo, in virtù del collegamento aereo diretto operato della compagnia Blu Panorama Airlines. Fino al 31 ottobre 2012, ogni mercoledì, un volo collegherà Fiumicino con Managua a partire da 715 euro a/r.
Chi va in vacanza e vuole scoprire paesaggi nuovi, a volte selvaggi e incontaminati, cerca anche spostamenti e permanenza “no problem”. Per questo il suggerimento è di rivolgersi a un tour operator locale, la AnyWay Travel (tel. 00505/22780288), che organizza pacchetti per tutti i gusti e per tutte le tasche. Personale preparato e disponibile che ha fatto dell’accoglienza la propria bandiera.

MERAVIGLIE DA SCOPRIRE
Il Nicaragua, del resto, lontano com’è dalle mete turistiche tradizionali, sarà una continua scoperta. Granada e Leon vi stupiranno. Il mistero dei resti delle statue precolombiane nell’isola di Omepete, dove la fanno da padroni farfalle giganti e orchidee, vi lascerà a bocca aperta. Corn Island, con le sue spiagge di sabbia bianchissima sul Mar dei Caraibi, vi incanterà. E poi la potenza dei vulcani, i grandi laghi, la giungla, le foreste pluviali. Oltre mille specie endemiche di piante e animali. Fino alle spiagge dei surfisti a San Juan del Sur con strutture attrezzate e con confortevoli in armonia con la natura. D’altronde, in Nicaragua, più o meno grande come la Grecia, quasi un quinto del territorio è designato come area protetta, con parchi nazionali, riserve naturali e riserve biologiche.

LE CORN ISLANDS
È il paradiso dal quale non si vorrebbe mai andare via. Great Corn Island e Little Corn Island. Sabbia corallina di un bianco assoluto, in contrasto col mare che ha tutte le sfumature del turchese. Lungo l’unica strada dell’isola principale, breve sosta alla “Casa della cultura”, dove i murales raccontano la storia dell’isola: lo sbarco di Cristoforo Colombo (1502), i mari pattugliati dai pirati, i coloni britannici che portarono schiavi africani, dando vita all’attuale comunità creola di lingua inglese. Che vive di pesca all’aragosta e turismo. Perché è impossibile non prendere la barca e puntare alla miriade di cayos incontaminati che si trovano a pochi minuti dalla costa. Un reef con oltre 40 specie di corallo, grotte sommerse, squali martello, pesci colorati, grandi gorgonie e l’immancabile relitto. Il posto migliore per vedere i delfini è lo Yellowtail, davanti alla vicina isola Little Corn. Unica avvertenza: mai uscire all’ora di pranzo dall’Arenas Beach Resort (www.arenasbeachhotel.com), quando serviranno le migliori aragoste al cocco dell’isola. Al tramonto sarà indimenticabile un bagno nella spiaggia antistante il resort, mentre la gente del posto ascolta reggae o gioca a baseball, sport nazionale dell’intero Nicaragua.

NELLA SPIAGGIA DELLE TARTARUGHE OLIVACEE
Tartarughe giganti e spiagge mai toccate da una sdraio. Si incontrano a un’ora di fuoristrada da San Juan del Sur, nel Rifugio de Vida Silvestre La Flor, dove si può anche campeggiare. È qui, in una delle sette spiagge al mondo dove, tra luglio e dicembre – con picchi in agosto e settembre – arrivano fino a 30mila femmine di tartarughe, che di notte si potrà fare una delle esperienze più emozionanti del viaggio: vedere la deposizione delle uova. Nel buio si sente appena un fruscio nella sabbia: è la prima buca che scavano, la finta tana, per depistare i predatori. Le Oliva Ridley (Lepidochelys olivacea), in via di estinzione, fanno così, poi arrivano a lasciare velocissime fino a 200 uova. Un solo avvertimento: ricordatevi di guardare anche il cielo, che in questo angolo di mondo regala uno spettacolo indimenticabile.

SURF A SAN JUAN DEL SUR
Per il resto San Juan del Sur, località tutta gravitante sul lungomare, offre tutto ciò che un turista possa desiderare, anche a buon prezzo: bar, ristoranti, localini, alberghi di lusso come il Victoriano (www.hotelvictoriano.com), piccoli negozi, e un’atmosfera di relax in versione tropicale. Ma soprattutto, nei dintorni (Playa Maderas, Playa Remanso, Playa Tamarindo ecc.), fantastiche onde per il surf. Per dormire si consiglia il Pelican Eyes Resort and Spa (www.pelicaneyesresort.com), dove fare esperienze sensoriali di autentico benessere: dolci massaggi esotici, con oli e creme che lasceranno la pelle elastica e levigata.

SUL RIO INDIO AVVENTURA ESTREMA
Ecco il posto giusto per “incontri ravvicinati” che valgono l’intero viaggio: alligatori, gaspar (un pesce “preistorico”), scimmie urlatrici, raganelle fluorescenti grandi quanto un’unghia, persino giaguari, e ogni sorta di insetti. Più raro da incontrare (e per fortuna!) è l’unico squalo di acqua dolce del pianeta, il Carcharhinus Leucus, tra i più feroci esemplari dei Carabi. C’è tutta una giungla che si muove sull’arcipelago delle Islas Solentiname, attorno al Rio San Juan e nella più spettacolare foresta primaria incontaminata del Paese: la Reserva Biológica Indio-Maíz. Qui si percorre in barca la Via dell’oro, sentieri d’acqua che partono da El Castillo, la fortezza costruita per fermare le incursioni dei pirati, per arrivare fino al Rio Indio, che corre parallelo al Mar dei Carabi. Quasi per caso, se non fosse per i presidi militari lungo le sponde, si finisce per entrare in Costa Rica. Non è certo un caso, invece, che qui si organizzano corsi di sopravvivenza per i corpi speciali dell’esercito americano. Esistono comunque corsi soft per viaggiatori avventurosi e persino cene romantiche nella giungla, con tutti i comfort, compreso lo champagne. Per chi è meno “estremo” si consiglia almeno una notte al Rio Indio Ecolodge (www.therioindiolodge.com), un leggendario rifugio per gli appassionati di pesca sportiva, in compagnia di Guancio, l’alligatore diventato ormai una mascotte.

GRANADA E LEÓN, LE DUE ANIME DEL “NICA”
Per capire il Nicaragua bisogna andare a Granada. Bellissima città coloniale, colorata e perfettamente conservata, che vive al dolce ritmo della siesta. Poco distante dalla capitale, ha tutto per essere il centro dell’offerta turistica: bar d’atmosfera, alberghi eleganti, piccoli locali, negozi di artigianato e divertimento by night. Lungo la via principale, l’Hotel Darío (www.hoteldario.com), in perfetto stile coloniale, è il luogo ideale dove fermarsi, anche solo per prendere un caffè o gustarsi una cena. In centro tutto è curato nei minimi dettagli, e c’è persino una targa che ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi (nel 1851) in una casa a pochi passi dalla cattedrale. La sua posizione strategica della città sul lago Nicaragua, alle pendici del vulcano Mombacho (1345 m), permette di fare facilmente gite in barca e raggiungere, per esempio, l’isola di Zopango, piccolo gioiello dove è d’obbligo andare per mangiare ottimi piatti locali in versione raffinata (cocco abbrustolito, pesci di lago e dessert in salsa di papaya).

A León, invece, frequentata da intellettuali e scrittori, ci si innamora. C’è tutto il fascino del passato, anche quello sandinista nel Museo della Rivoluzione. Che, con la sua aria un po’ malconcia e decadente, rappresenta forse l’autentica anima del Nicaragua.

LE FARFALLE BLU
Fino alla “Bocca dell’Inferno” per vedere le farfalle blu più grandi del Nicaragua. Sono anche tra le più rare le Morpho Helenor, che vivono nella Riserva del vulcano Masaya, il più temibile e attivo tra i tanti. Salire fino in cima al cratere, tra le colonne di gas solforosi, è un’emozione da provare, per poi entrare nel più comodo museo e cercare di capire qualcosa in più sui vulcani. Dopo una veloce incursione nello spettacolare mercato di artigianato artistico a Masaya, centro nevralgico del commercio dei Pueblos Blancos, si consiglia una sosta-gourmet al Mi Viejo Ranchito (www.miviejoranchito.com/) per assaggiare il gallo pinto (riso e fagioli) e i quesillos (sorta di burritos mais e formaggio).

LA MAGIA DI OMETEPE
Last but not least, tappa a Omepete, la più grande isola sul lago Nicaragua, dai due picchi vulcanici gemelli (Concepción e Maderas, esaltati da Twain in Travels of Mr Brown), dove le farfalle volano a grappoli, belle, grandi e tutte gialle. Tra trekking, cavalcate, nuotate, kayak e giri in bicicletta, per esplorare l’isola c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per poi recuperare le energie nel ristorante di Villa Paraíso, un nome che mantiene le promesse, per l’ottimo pesce di lago, la salsa guacamole, un riso raffinato e un gustoso dolce alla banana.

 

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