La fine dell’impero

I rappresentanti della “destra” italiana che assediano il palazzo del potere giudiziario per chiedere di “sospendere” il corso della giustizia. Un fatto grave. Perché mai questo gesto estremo? Perché siccome il loro capo-padrone, promettendo denaro in contanti ai cittadini (la restituzione dell’Imu),  ha raccolto il voto disperato e inconsapevole dei sofferenti della crisi, adesso avrebbe diritto ad una sospensione “ad personam” del regolare corso della giustizia poiché legittimato dal voto popolare, anche se il crollo del suo consenso è di circa oltre sei milioni di voti. Cosa sarebbe oggi la destra berlusconiana senza le promesse di togliere e restituire l’imu pagata, senza le promesse di eliminare l’Irap, rimodulare l’Irpef? Forse sarebbe anche lei un prefisso telefonico. Lo sanno loro meglio di tutti che erano protesta-pdl-1promesse irrealizzabili poiché altrimenti lo avrebbero fatto quando la crisi non mordeva così acuta, Ma non potevano allora e men che meno oggi. Una promessa che è stata tattica e marketing il cui esito è trascinare un gruppo di disperati alla sceneggiata da commedia dell’arte davanti al palazzo di giustizia di Milano. Peccato che in quel gruppo comparivano due ex ministri guardasigilli, vari ministri della Repubblica e sottosegretari. Scenari da fine dell’impero mentre a fatica si vede la nascita del nuovo, là dove il movimento cinque stelle mostra almeno il dubbio di possedere un profilo alquanto settario: nessuna contaminazione con il nemico, nessun dialogo e compromesso, posizione rigide, obbedienza ai capi, intransigenza e indisponibilità assoluta.
L’Italia si scuote dal proprio sonno ventennale ma il risveglio non sembra essere né semplice né indolore.

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