Genova per me è la città dei compromessi: affascinante e pericolosa come uno zingaro, nobile e stracciona allo stesso tempo.
E’ la città dei miei amici che si vogliono bene, ma non stanno insieme. Dei vicoli pericolosi e delle case signorili. Nel porto, tra nuovo e antico, tra le meraviglie dell’acquario e le strade sporche, alle partenza delle crociere, davanti a grattacieli galleggianti da Mille e una notte e traghetti sudici per i “paesi poveri”, senti una strana sensazione nello stomaco.
La salsedine è benefica. Se non hai ferite.
Come tanti mi viene da chiedere? Ma non poteva andare diversamente? Non si poteva fare niente? Possiamo discutere finchè ci pare di casta, riforme e innovazione. Poi muoiono dei bambini, per la pioggia… In Italia, non nel terzo mondo. E ti senti piccolo piccolo. E ti resta solo una preghiera.
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