Enogastrocosmico

Buenos Aires è la capitale dell’Argentina e dista da Varese 11.196 chilometri. In aereo ci si impiegano circa 16 ore mentre in automobile soli 15 minuti !

A Busto Arsizio da qualche mese ha aperto il “Sabor Argentino”, piccola ma interessante “ristorosticceria”  ( solo sei posti a sedere ) diventata in breve tempo un vero e proprio punto di riferimento dello street food cittadino non solo per gli italiani, ma anche per i tanti sudamericani che qui approdano per riassaporare l’aria di casa. Ed è proprio alla “cucina di casa” che Horacio Alberto Hortas e sua moglie Gabriela si ispirano nella realizzazione dei piatti tipici della tradizione.

Le empanadas sono il vero orgoglio di Horacio Alberto Hortas, che sebbene viva in Italia da ormai diversi anni, oltre a non aver perso il suo tipico accento argentino, ha mantenuto un forte attaccamento per il suo paese d’origine.

Le empanadas argentinas, sono dei fagottini (farina , acqua e strutto) cotti al forno (ma anche fritti) nei quali vengono racchiusi carne di manzo e verdure. Al Sabor Argentino esistono delle varianti sul tema molto gustose e intriganti, realizzate anche per chi alla carne preferisce il pesce o i formaggi. Personalmente ho apprezzato le empanadas pampera  e le tradizionali empanadas criolla vero e proprio oggetto di culto per lo street foodie (il buongustaio) argentino.

La cucina Argentina è tra quelle del Sud America quella che più ha mantenuto un forte legame con la dieta mediterranea, anche se il vero motivo di vanto è la qualità della carne argentina. Gli animali pascolano liberi all’aria aperta, senza alcun tipo di costrizione con standard qualitativi elevati . Il risultato è una carne dal sapore unico, con pochissimi grassi e colesterolo.

Al Sabor Argentino Horacio serve alcuni dei piatti più graditi ai carnivori argentini: il “matambre”  (sottile taglio del manzo dentro al quale vengono arrotolati spinaci, uova , cipolle , peperone, carote , aglio e spezie varie) che la tradizione vuole venga servito nelle festività invernali; il “chorizo”  una salsiccia di carne di manzo e di maiale con l’aggiunta di spezie; le “albondigas de carne“, polpette di carne con paprika; la “morcilla” una salsiccia da mangiare (calda o fredda) e  ottenuta unendo il muso e la cotenna del maiale tritati con il sangue del’animale.

Chiacchierando con Rosa e Horacio scopro che anche in Argentina le ricette vengono tramandate da madre in figlia,  come nel caso del chimichurri per esempio, una salsa a base di prezzemolo, peperoncino, aglio, paprika, coriandolo , olio, limone, utilizzata per la marinatura delle carni e per il loro condimento.Non esiste una ricetta codificata perchè ogni famiglia ha la propria versione con le spezie e gli aromi preferiti.

Italiani e argentini a dispetto della distanza che li divide, sono in realtà molto simili, caratterizzati da un profondo senso di ospitalità, attaccamento alla famiglia e tradizioni che si ripetono.

E mentre a fine cena, dopo aver mangiato il dulce de leche (un dolce al cucchiaio dal sapore molto simile al caramello) sorseggio del Mate, un infuso ottenuto dall’erba Mate ( che a me ricorda l’odore delle piante di tabacco che ricoprivano le campagne salentine ), Horacio mi spiega la “funzione sociale” di questa popolare bevanda che viene bevuta in compagnia, facendo girare un contenitore realizzato con una zucca e utilizzando una cannuccia di metallo. Ecco perchè il Mate è  considerato il vero simbolo dell’amicizia e della condivisione argentina,

Una piacevole serata al sapore d’Argentina che con i racconti di Horacio e di Gabriela diventa familiare e accogliente, e le distanze si annullano.