Per la partenza di questo lungo viaggio che, nelle intenzioni, mi porterà a toccare le eccellenze della nostra Provincia ho scelto un luogo particolare dove la cucina, soprattutto quella italiana, diviene materia di studio per gli chef e i pasticceri del futuro: il Centro di Formazione Professionale – Agenzia Formativa della Provincia di Varese.
Qui si è da poco concluso un concorso dal titolo “ La cucina ai tempi dei Promessi Sposi, nell’anno di EXPO“ che ha visto la presenza degli alunni del quarto anno dei corsi di Cucina, Panetteria/pasticceria e Sala Bar. Obbiettivo del concorso, la riscoperta, la rielaborazione e la realizzazione dei piatti della tradizione lombarda così come raccontati nell’opera di Manzoni: ne sono usciti tre menu davvero interessanti per una giuria di tutto rispetto che ha visto la presenza tra gli altri di Riccardo Bassetti gestore del “Porticciolo” a Laveno e indicato fra i dodici giovani futuri migliori chef italiani secondo la guida dell’Espresso.
Tre le squadre che si sono cimentate nella realizzazione di questi menù rigorosamente a chilometro zero, nel rispetto della tradizione ma con uno sguardo al futuro. E così i piatti dei Renzo e Lucia, dei laghi lombardi e della tradizione culinaria italiana del seicento sono tornati a vivere, grazie proprio a questi giovani cuochi che sono riusciti a fare Cultura con pentole e fornelli.
Ed ecco allora le tre proposte presentate dagli Chef del futuro:
- Nicolò Bonetti – Mattia Lucchetti – Steven Amarile
Frittelle di polenta
Maccheroni con i fiori di zucca
Polpettone porri e patate
Crostatina di mele - Paolo Ruggiero, Omar Viero, Samantha Boetto
Gamberi fritti in pasta fillo con coulis di pomodoro e basilico
Risotto con pesce persico
Alborelle in concia (con uovo e aceto ) con menta - Enea Picaro, Duda Dorela,Ramona Puglisi
Polpettine di Lavarello
Gnocchi di zucca su pesto di spinaci e amaretti
Lavarello al burro con le patate
Budino di Zucca
Il trofeo è stato vinto proprio da questa ultima “brigata” di cucina che ha realizzato, a parere della Giuria, la migliore interpretazione della cucina lombarda del seicento, riuscendo a renderla attuale e molto appetitosa, nel rispetto però della tradizione e degli ingredienti che la caratterizzano.
A questi nove giovani chef il merito di aver dimostrato come il territorio, con i suoi ingredienti, i suoi profumi e i suoi ritrovati sapori possa costituire un vero e proprio valore aggiunto per la cucina italiana piatto vincitore del concorso
a thought by annalisa
IO credo che un buon chef, debba mettere prima l’anima nel cucinare per poi arrivare al palato. E’ un arte e non la si inventa ne la si improvvisa, e qualcosa che hai dentro di te, diversamente senza queste caratteristiche sei solo uno scialbo vivandiere o un millantatore.