Seoul, capitale della Corea del Sud, dista da Varese la bellezza di 8.878,12 chilometri ed è davvero una bella distanza se si considera che per raggiungere uno dei luoghi più popolosi del Pianeta ci si impiegano almeno 11 ore in aereo ! Ed comprensibile quindi che l’arrivo nel Borgo rinascimentale di Castiglione Olona del Kimchi Bus, una sorta di furgoncino attrezzato per lo street food ( che a Roma in maniera affettuosa viene chiamato genericamente “lo zozzone” ) non poteva non avere la mia immediata ed incondizionata attenzione.
Al mio arrivo nella piazza del Centro Storico di Castiglione Olona non fatico molto a trovare il “food truck” assediato da curiosi golosi e dal quale scendono tre giovani cuochi coreani Ryu Sihyeong (33 anni) Jo Seokbeo (30 anni) e Kim Hankyul (30 anni), che dal 2011 sono impegnati in giro per il pianeta con un progetto tanto folle quanto geniale: far conoscere il cibo Koreano al Mondo intero attraverso un camioncino attrezzato!
In poco meno di cinque anni il Kimchi Bus ha toccato 27 Stati e 130 città tra Europa e Nord America, 16 città in Estremo Oriente, 30 città in Sud America e tutto questo per il kimchi, il piatto tradizionale coreano ottenuto dalla fermentazione di verdure e spezie, ingrediente base per la preparazione di alcuni dei piatti più importanti e gustosi della Corea del Sud.
Che il Kimchi sia cosa seria lo si comprende anche facendo una brevissima ricerca on line dove è possibile effettuare un tour virtuale nel museo che i coreani hanno dedicato nella capitale Seoul a questo piatto. Il Cavolo cinese rimane la verdura preferita per la preparazione, anche se la stagionalità dei prodotti può portare a scegliere alternative quali il rafano, i cetrioli,o le cipolle verdi. Anche con riferimento alla ricetta Ryu Sihyeong mi racconta che ogni famiglia ha la sua ricetta che varia con l’aggiunta di spezie o l’aumento di dosi…. insomma un po’ come per la parmigiana di melanzane o per le polpette al sugo qui a casa nostra: non c’è mamma o nonna che non sia convinta di custodire la “Ricetta perfetta” come fosse il Sacro Graal.
Ma dopo le presentazioni e i sorrisi cordiali è finalmente arrivato il momento di assaggiare i piatti coreani preparati dagli chef. Piatti speziati, spesso agrodolci, con dei sapori ai quali non siamo certo abituati ma che si rivelano per un palato curioso come il mio alquanto interessanti. Gli ingredienti sono gli stessi delle nostre cucine, il pollo e il maiale, il riso, i pomodori, i peperoni, i cavoli, ciò che cambia davvero è la modalità di cottura e la preparazione dei prodotti spesso accompagnati con verdure che la fermentazione e le varie spezie hanno arricchito di sapore.
Me ne rendo conto quando Kim Hankyul mi invita ad assaggiare la “Kimchi caponata” che sebbene nell’aspetto possa apparire pressocchè identica alla italianissima caponata di melanzane e peperoni, in verità se ne allontana molto nel gusto che grazie al Kimchi diviene più deciso e aromatico.
Personalmente sono stato “folgorato” dal JapChae, un piatto a base di noodles ( noi diremmo spaghetti) di farina di patate dolci saltati con carne e verdure. Si dice che questo piatto sia nato addirittura nel 17° secolo per soddisfare il palato del Re, dal nome impronunciabile, Gwanghaegun. Di certo aveva buon gusto.
Spaghetti di patate dolci ma anche Baek Kimchi Salad, una variante bianca del Kimchi ottenuta mettendo a fermentare della verza con sale marino, ravanello, aglio, zenzero, scalogno, castagne, pinoli e le immancabili spezie e il SamGhe Tang, una zuppa di pollo e riso con aglio, scalogno, giuggiole e ginseng coreano.
I tre giovani chef giramondo durante la mia permanenza presso il loro Kimchi Bus si sono dimostrati degli ottimi padroni di casa, sempre disponibili a spiegarmi ogni piatto, ogni preparazione, rimanendo in attesa delle mie reazioni a questi piatti dai sapori così lontani dalla nostra cucina ma al tempo stesso accomunati alla stessa da un grande rispetto per la tradizione. Qualcuno potrebbe storcere il naso pensando alla fermentazione di un alimento, oppure alla marinatura della carne con aglio e olio di sesamo con successiva cottura alla griglia con una sorta di panatura di zucchero (il Bulgogi Aioli, altro piatto squisito del Kimchi Bus) ma mai come in questo caso trovo che il cibo costituisca un vero e proprio strumento comunicativo capace di favorire lo scambio culturale e la conoscenza di usanze e abitudini di mondi lontani, tanto lontani da poter essere raggiunti solo dopo 11 ore di aereo e che per un sera invece sono diventati vicinissimi, alla Corte del Cardinal Branda Castiglioni.
a thought by Sempre più “giro del mondo in 80 Km” | EnogastroCosmico
[…] Dall’Oriente alla Corte del Cardinale – Corea del Sud […]