gaeta – In Vespa http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa Fri, 27 Apr 2018 17:55:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Gaeta: la nave di Hitler e l’Orietta nazionale http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=1417 Mon, 08 Nov 2010 07:48:23 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=1417 Continua a leggere]]> sperlongaC’è già aria di sud a Gaeta. Te ne accorgi da come parlano. Tony, come tanti suoi coetanei, avrebbe potuto perdere il dialetto, e invece ci tiene e ne conosce la storia. Fa il comandante di navi e, dopo aver girato il mondo, ora lavora sui traghetti per Ventotene. “Nella nostra parlata c’è un po’ di ciociaro e un po’ di napoletano, con una punta anche di pugliese”. Tanto sud. Del resto queste cittadine, fino a quando il Duce non fondò Littoria, erano in provincia di Caserta. Latina è una storia recente. Appena settantasei anni. Un vanto del fascismo che bonificò la zona paludosa. Ancora oggi, insieme con i treni in orario e la previdenza sociale, gli estimatori di Mussolini si fanno grandi ricordando le imprese di quando c’era Lui.
chiara valerioCambia il paesaggio e cambiano pure alcuni prezzi. Un caffè costa sessanta centesimi, ma questi sono solo dettagli.
Lasciata Ostia ho fatto una corsa contro il tempo. Una sorta di “mission impossible” per raggiungere Chiara Valerio a Formia, per la presentazione del suo libro Spiaggia libera tutti. Mi interessa conoscerla perché i suoi racconti descrivono in modo avvolgente le atmosfere di provincia. Lei è di Scauri, a due passi da Formia, Gaeta e Sperlonga, che messe insieme fanno quasi centomila abitanti ai confini della Campania.
«Scauri è un po’ come Macondo. Ci sono gli zingari, gli ossessionati, le famiglie che rincorrono da generazioni e qualche puttana. Solo che a Scauri c’è il mare, anche se gli scauresi non se ne accorgono nemmeno. Il mare è come una tovaglia di tutti i giorni o come la polvere controluce. Sta lì, da sempre, non ci fai caso».
Ci fanno caso invece quelli di Gaeta e Sperlonga. Loro vivono di turismo e gli stabilimenti balneari si susseguono uno dietro l’altro negli spazi che lascia libera la montagna. La strada litoranea è la ricchezza e la disperazione degli abitanti di quelle cittadine. È trent’anni che combattono per realizzare una variante della SS7 Appia, che chiamano Pedemontana, ma nel frattempo, come racconta Chiara, questa è «irrealizzabile a causa dell’abusivismo edilizio».
georgette ranucciIl traffico però non riguarda solo le vie di collegamento tra le cittadine. La via Vitruvio, l’arteria pulsante di Formia, è una lunga e continua fila di auto e motorini. Una strada stretta, densa di negozi e attività commerciali che, chiusa al transito dei mezzi, diverrebbe luogo di incontro e passeggio senza il rischio di venir schiacciati.
In questo centro di quarantamila abitanti ci sono due monumenti imperdibili. La tomba di Cicerone, ma soprattutto il “cisternone”, una delle più grandi strutture idrauliche romane sotterranee giunte sino a noi. Lunga 65 metri e larga 25, venne costruita nel I secolo a.C. e fungeva da centro di raccolta dell’acqua proveniente dalle colline sovrastanti, e da qui veniva ridistribuita tramite un ingegnosa rete idrica.
Le città sono una dietro all’altra, divise solo dai cartelli stradali. Arrivo a Gaeta e scopro che da oltre quarant’anni nel suo porto c’è la nave di Hitler. La storia me l’ha raccontata Georgette Ranucci. Una splendida signora, sigaro in mano, viene da queste parti da quando era bambina, ed è la figlia del protagonista di una vicenda che lega la storia, la passione per la vela e il mare.
L’antefatto. Nella notte del 31 maggio del 1916 a Skagerrak, un braccio di mare tra la Danimarca e la Scandinavia, si combatté la più importante battaglia navale della prima guerra mondiale. Oltre ottomila morti. Uno smacco per la marina inglese che ne perse seimila contro quella tedesca.
Alla fine degli anni ’30, Hitler decise di farsi costruire una nave per partecipare alla coppa America. Una due alberi che veleggiasse e conquistasse l’ambita gara, con il nome di quella cruenta battaglia.
Lui non salì mai su quella barca. Se la presero gli inglesi come bottino, e rimase a Brema per diversi anni.
«Skagerrak arrivò poi nel Mediterraneo attraverso i canali della Francia e venne acquistata da un imprenditore italiano. Finché un giorno mio padre non la vide al porto di Anzio e fu subito innamoramento. Nel 1963 l’acquistò. Da allora la usiamo noi, e c’è un pezzo di Hitler a Gaeta».
Sul litorale di Gaeta, a Porto salvo, questa settimana si festeggia la Madonna. La seconda domenica di agosto, dopo la processione lungo i vicoletti del quartiere, la statua viene caricata su una barca e portata a fare un giro del promontorio dove sorge Gaeta vecchia. In quella zona vengono gettate in acqua delle corone di fiori in ricordo dei caduti della seconda guerra mondiale. Me lo raccontano madre e figlio seduti su una panchina, mentre aspettano l’inizio del concerto di Orietta Berti, la star della festa.

Quei morti, a cui la Madonna, o meglio i suoi fedeli, fanno omaggio, non trovano pace, almeno nei numeri. Quanti furono? Duemila è sempre stato raccontato fino a quando don Paolo, un parroco solerte e studioso di storia, non è andato a spulciare i registri dell’anagrafe. Secondo lui non furono più di 209. E intorno a questo, anche recentemente, si è riaperta una polemica. La gente di Gaeta e dintorni non sembra però così preoccupata per queste dispute numeriche. Alcune migliaia hanno riempito la piazza e adesso cantano con l’Orietta nazionale che fa stare tutti sulla corda, ma poi alla fine l’ intona: “finche la barca va, lasciala andare…”

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La tappa di Gaeta su Prealpina http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=720 Tue, 10 Aug 2010 09:01:54 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=720 Da Ostia a Gaeta, ecco il racconto su Prealpina: prealpina_sperlonga_10_agosto

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A Scauri c’è il mare, ma Sperlonga… http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=644 Sun, 08 Aug 2010 15:51:40 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=644 Continua a leggere]]> chiara valerio

7 agosto, Sperlonga - Chiara Valerio, autrice di "Spiaggia libera tutti"

Scauri, Gaeta, Formia, Baia Domizia e Sperlonga: tutto quello che volete sapere di un pezzo di costa quasi intimo che si è trasformato in una scomposta Las Vegas borghese con le palme intermittenti di plastica. Da Fabrizia Ramondino a Winston Churchill, dalle spiagge affollate alla roulette con i porcellini d’India, dall’abuso all’immaginazione, la grazia del vivere in provincia (introduzione a “Spiaggia libera tutti” di Chiara Valerio).

Ieri ho incontrato a Sperlonga Chiara Valerio. Non è stato casuale perché a luglio ho letto il suo libro appena uscito “Spiaggia libera tutti“. E’ stata una coincidenza. Tutto è nato dalla curiosità per il titolo, l’editing e soprattutto dal fatto che questo testo mi poteva aiutare a conoscere una zona dove avrei fatto tappa.
Chiara è deliziosa. Ho dovuto fare una corsa, modello “mission impossible”, per non perderla, ma alla fine ne valeva davvero la pena. Simpatica, preparatissima, diretta, acuta, mi è stata di grande aiuto dandomi il là per qualche storia. altre poi me le sono trovate, comunque lei è stata preziosa. Ho assistito alla presentazione del suo libro a Formia e si seguito trovate anche un video con lei. 

Di seguito lo stralcio di un capitolo del libro.
“La provincia pontina è un luogo di sperimentazioni e di strafalcioni, linguistici e architettonici, di stratificazione, di approssimazioni e di sommatorie di approssimazioni, e di molti condoni, quasi tutto è annoverabile sotto l’etichetta un po’ goffa di spaghetti western.
Gianni andava già a Sperlonga prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, che qualcuno cominciasse a studiare perché il dialetto di Sperlonga somiglia tanto a certi dialetti pugliesi, che Raf Vallone comprasse una villa a Sperlonga, se ne innamorasse, vi invitasse Albet Camus che trovava Sperlonga particolarmente simile all’Africa e Merlene Dietrich che adorava il mercato in piazza perché le piaceva cucinare, e soprattutto prima che Raf al Corriere della sera dichiarasse: “Me ne andrò a Sperlonga, dove ho una casa, a sentire il mare, la sua musica, la sua fantasia, le parole di Dante e Leopardi… Sperlonga sarà il mio io ritrovato”.
da Chiara Valerio, Spiaggia libera tutti, Laterza

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«Salutatemi Lauri quando lo vedete» http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=639 Sun, 08 Aug 2010 15:44:53 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=639 Continua a leggere]]> Giuseppe Ventrone«Dai, forza che c’abbiamo il profumo di Shakira. Waka waka donna e porca vacca uomo. Chanel, caffarel, sciaccarel. Prego signò guarda quant’è bello forza». Sta lì, dietro alla sua bancarella di profumi. Grida, imbonisce, gioca con le parole.
Gli chiedo se posso riprenderlo con la telecamera. Si mette in posa e si impegna anche di più.
«Ma da dove venite?» Mi chiede a un certo punto. Quando gli racconto il giro in vespa e la mia partenza da Varese, si illumina. «Ma allora conoscete a Lauri? È amico mio. Siamo stati insieme in Nazionale e so’ pure venuto a combattere a Varese».
Giuseppe Ventrone, abita a Maddaloni in provincia di Caserta, ha avuto alcuni momenti di gloria negli anni Novanta combattendo per tre volte le fasi eliminatorie degli europei e due dei mondiali.
«Nel ’96 ho fatto pure le qualificazioni alle olimpiadi».
Figlio d’arte, suo padre ha fatto la boxe con il padre dei Lauri. D’estate gira con la sua bancarella di profumi per sagre, feste e fiere di ogni genere. «Mi piace stare in mezzo alla gente. Mi fa sentire libero. Poi a settembre torno in palestra, perché adesso faccio l’allenatore e sto sempre in mezzo alla boxe. E salutatemi i Lauri quando li vedete»

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La nave di Hitler a Gaeta http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=635 http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=635#comments Sun, 08 Aug 2010 15:41:13 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/in-vespa/?p=635 Continua a leggere]]> Georgette RanucciA Gaeta c’è una nava appartenuta a Hitler. Il perchè, ce lo racconta la proprietaria…
L’antefatto. Nella notte del 31 maggio del 1916 a Skagerrak, un braccio di mare tra la Danimarca e la Scandinavia, si combatté la più importante battaglia navale della prima guerra mondiale. Oltre ottomila morti. Uno smacco per la marina inglese che ne perse seimila contro quella tedesca.
Hitler decise di farsi costruire una nave per partecipare alla coppa America. Una due alberi con il  nome di quella cruenta battaglia per veleggiare e conquistare l’ambita gara . Lui su quella barca non è mai salit . A guerra finita finì in mano inglese come bottino e rimase a Brema per diversi anni.
Georgette Ranucci è una narratrice incredibile e ti fa assaporare anche le atmosfere di questa storia. «Skagerrak arrivò nel Mediterraneo attraverso i canali della Francia e venne acquistata da un imprenditore italiano più per sfizio. Finché un giorno mio padre non la vide al porto di Anzio e fu subito innamoramento. E nel 1963 l’acquistò. Da allora la usiamo noi e c’è un pezzo di Hitler a Gaeta».

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