Biennale di Berlino 2001: brevi considerazioni.

biennale-di-berlinoBiennale di Berlino 2001: brevi considerazioni di Sergio Michilini sull’articolo di Marina Sorbello “Una Biennale meno berlinese per artisti piú altruisti”, Il Giornale dell’Arte, N.198, Aprile 2001.

Scrive Marina Sorbello:….”Nella seconda edizione della Biennale di Berlino, la curatrice Saskia Bos boccia la pittura e riscopre il clima anni Settanta, video e installazioni”…..

Considerazione n.1
Nel “clima anni settanta” moltissimi pittori e studenti d’arte in Italia e nel mondo, completamente controcorrente e con grande audacia ebbero il coraggio di continuare a dipingere , ritornando al mestiere ed alla figura: …”rappresentare una mela su un tavolo ridivenne per molti artisti negli anni settanta un’audacia pari a quella che ci era voluta negli anni dieci per introdurre un orinale in un’esposizione”… (Jean Clair).
Evidentemente Saskia Bos, come molti curatori del passato e quasi tutti quelli del presente, preferiscono le esercitazioni accademiche e gli atteggiamenti omologati e servili al potere……..ma sono proprio sicuri che video e installazioni possono SOSTITUIRE la Pittura?…….

Scrive Marina Sorbello:…..“La rassegna…é stata rimandata a causa di ritardi nell’erogazione di fondi statali

Considerazione n.2
Non sappiamo (ma sarebbe interessante saperlo) quanto costa ai cittadini tedeschi questa ennesima operazione di riproposizione rituale di formulette neo accademiche…..

Scrive Marina Sorbello……Ci saranno soltanto opere video e installazioni perché… al momento non c’é molta pittura che io ritenga rilevante”

Considerazione n.3
Siccome la signora curatrice reputa che c’é poca pittura rilevante, decide di non esporre neanche quella, e di riempire le sale con video e installazioni…. e perché non sfilate di moda, concorsi di cucina o partite di ping-pong?….

Scrive Marina Sorbello…..“Ci sono tante opzioni per svolgere il ruolo del curatore: puoi essere piú filosofo, piú critico, oppure iper-emozionale….Un esempio di curatore emozionale é Harald Szeemann. Penso che invece Catherine David e Okwui Enwezor siano piú orientati verso una posizione piú critica e filosofica, e se mi vuole mettere nel mezzo fra queste tendenze, per me va bene. Penso comunque che molta teoria a volte soffochi l’arte”

Considerazione n.4
In che mani é finita l’arte?: nelle mani di curatori “iper-emozionali” che impongono la fine della Pittura alla Biennale di Venezia! o di curatori “filosofici” che affossano la Pittura alla Biennale di Berlino!, il tutto con una montagna di soldi pubblici……..
Che pena questo tempo di mediocrità e arroganza al potere!
Che pena, per i curatori di maximostre, questa mancanza di professionalità.

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