Maternità – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Come combattere il caldo: i consigli del Ministero http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=373 Fri, 05 Jun 2015 14:48:31 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=373 Continua a leggere]]> tintarella in gravidanzaIn estate il caldo può rappresentare un rischio per la donna in gravidanza. Se aspetti un bambino è importante sapere quali precauzioni puoi adottare per difendere la tua salute e quella del tuo bambino.

IL TUO CORPO STA CAMBIANDO…
In gravidanza, il corpo della donna va incontro ad una serie di cambiamenti fisiologici: l’aumento del volume del sangue materno per un adeguato flusso sanguigno alla placenta, richiede una sufficiente idratazione.Il caldo può essere causa di disidratazione, con la  perdita, attraverso la sudorazione, di liquidi e sali minerali, preziosi per l’equilibrio materno-fetale.

Quali sono i sintomi della disidratazione?

• sete intensa
• crampi muscolari, soprattutto di notte
• debolezza
• vertigini
• palpitazioni
• ansia
• pelle e mucose asciutte
• abbassamento della pressione arteriosa

Cosa fare?
• Reintegra i liquidi persi bevendo acqua in  abbondanza o altre bevande.
• Se i tuoi sintomi non migliorano, contatta il tuo  ginecologo di fiducia.

IL GRANDE CALDO È PERICOLOSO PER ME E PER  IL MIO BAMBINO?
Alcuni recenti studi suggeriscono che durante le ondate di calore è più elevato il rischio di nascite premature, in quanto il caldo può aumentare il livello di alcuni ormoni che inducono le contrazioni ed il parto.
Le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro.
Nelle grandi città, quando fa molto caldo ed aumentano i livelli di inquinamento dell’aria, il rischio di parto prematuro può essere ancora più elevato.

CONSIGLI UTILI PER VIVERE L’ESTATE SERENAMENTE E SENZA RISCHI
• Bevi almeno 2 litri di acqua al giorno e segui le  indicazioni del tuo medico curante per evitare il  rischio di disidratazione.
• Limita il consumo di bevande gassate o  zuccherate, l’assunzione di tè e caffè. Evita  bevande molto fredde e bevande alcoliche.
• Cura l’alimentazione, fai pasti leggeri,  ricchi di acqua (frutta e verdura fresca).
• Fai attenzione alla corretta preparazione e  conservazione dei cibi.

Durante le ondate di calore
• Migliora il microclima della tua abitazione  oscurando le finestre dove batte il sole con tende,  persiane, veneziane o altri accorgimenti.
• Chiudi le finestre durante il giorno (specialmente  quando batte il sole), aprendole durante le ore più  fresche della giornata. Trascorri le ore più calde  nella stanza più fresca della casa.
• Se possiedi un condizionatore, regola la  temperatura tra i 24 e i 26 gradi; evita l’uso  contemporaneo di elettrodomestici che  producono calore e consumano energia.
• Se sei accaldata, fai bagni e docce con acqua  tiepida, bagna viso e braccia con acqua fresca.
• Indossa indumenti leggeri.

All’aperto
• Evita di uscire nelle ore più calde della giornata  e di passeggiare lungo strade trafficate, dove i  livelli di inquinamento sono più elevati.
• Proteggi la pelle del viso con creme solari ad alto  fattore protettivo.

Se parti in vacanza
• Programma i viaggi informandoti sulle previsioni  del rischio ondate di calore nel luogo di  destinazione.

Se vai al mare
Puoi prendere il sole ma con alcune precauzioni; è consigliabile esporsi solo nelle ore meno calde del giorno (la mattina presto o il tardo pomeriggio), utilizza sempre creme protettive per evitare scottature e la comparsa di macchie scure sulla pelle (più frequenti in gravidanza a causa delle modificazioni ormonali). Fai passeggiate a piedi nudi sul bagnasciuga per favorire la circolazione sanguigna.

Se il tuo bambino nasce in estate
Ricordati che i lattanti e i bambini piccoli si adattano meno facilmente dell’adulto alle elevate temperature: se il tuo bambino nasce in estate proteggilo dal caldo e dal sole. I danni causati dai raggi solari sono particolarmente pericolosi per i lattanti e i bambini piccoli. È bene sapere che, anche sotto l’ombrellone, non si è protetti dal caldo, né dai raggi solari.
Durante un’ondata di calore, è consigliabile controllare regolarmente la temperatura corporea del tuo bambino e, se necessario, rinfrescare delicatamente il suo corpo con una doccia tiepida o con panni umidi.

IL TUO CONTRIBUTO PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Anche tu puoi contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, nelle tue azioni quotidiane, ad esempio evitando gli sprechi energetici in casa, scegliendo mezzi di trasporto ecosostenibili (mezzi pubblici, bicicletta, a piedi), mangiando meno cibi trasformati dall’industria.

LA MIA CASA PUÒ PROTEGGERMI DAL CALDO?
Puoi ristrutturare la tua casa usufruendo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, rendendo così la tua casa più eco-sostenibile, risparmiando sui costi della bolletta e migliorando l’isolamento termico, sia in estate che in inverno.

Consulta il sito http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/tecnologie.htm

Per saperne di più

Per essere informata sul rischio associato alle ondate di calore consulta il sito del Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/caldo.html

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Il bimbo malato soffre: come aiutarlo? http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=360 Thu, 19 Mar 2015 08:46:34 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=360 Continua a leggere]]> Un bambino malato soffre e il suo dolore è vero, fisico. Un tempo, si riteneva che i piccoli non provassero nulla: anche le operazioni si facevano senza anestesia: « Invece la sensazione di sofferenza si registra sin dall’età fetale – assicura il bambino malatoprofessor Luigi Nespoli, primario di pediatria all’ospedale Del Ponte di Varese –  Il bambino è come un adulto nelle percezioni dolorose. Ecco perché, quando si cura una malattia, occorre riflettere anche sulla condizione psichica di chi soffre. Il dolore, specie se cronico, porta a isolare il piccolo e la sua famiglia: si ritrovano soli ad affrontare una grande pena».

Con l’intento di offrire spunti di riflessione ma anche risposte concrete al bisogno di aiuto, sabato 21 marzo, nell’aula magna Granello Porati dell’Università dell’Insubria in via Durant 5 si parlerà di “Il dolore cronico nel bambino tra medicina e società” .

Specialisti si confronteranno sull’accoglienza e l’accompagnamento del bambino sofferente e della sua famiglia: una risposta multidisciplinare che vede coinvolti non solo il pediatra la anche lo psicologo, il fisioterapista, l’anestesista, l’infermiere e il volontario.

Il convegno nasce da una domanda: «siamo sempre in grado di curare e di occuparci del bambino malato che soffre?» La risposta che si vorrà dare partirà dalla collaborazione e dall’integrazione tra approcci e punti di vista differenti.

« Parliamo di bimbi con patologie croniche – spiega ancora il professor Nespoli – come malattie reumatologiche piuttosto che oncologiche:  il problema dovrebbe essere preso in carico da SSN. Molto spesso, però, la terapia si limita alla malattia fisica senza interessarsi della psiche e delle relazioni internazionali. Insomma, la famiglia si ritrova a gestire da sola la situazione».

L’apertura del convegno, dopo i saluti delle autorità, è affidata a due genitori, la testimonianza diretta di un padre e una madre che stanno vivendo la malattia dolorosa insieme al figlio.

Il convegno, che vede il coinvolgimento dei Lions, è organizzato in collaborazione con la Fondazione Ascoli : « Il tema del dolore nel bambino è spesso affrontato – conclude il professor Nespoli – purtroppo non c’è ancora una sensibilità e una cultura tali da avviare innovazioni che richiedono finanziamenti, al momento limitati».

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Fecondazione eterologa: il Del Ponte attende il via http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=356 Tue, 25 Nov 2014 07:56:15 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=356 Continua a leggere]]> infertilitàDal 9 aprile scorso la fecondazione eterologa non è più considerata vietata. La legge 40, infatti, è stata dichiarata incostituzionale. La possibilità di ricevere gameti da individui diversi dal partner è quindi possibile anche negli ospedali italiani. Le Regioni hanno adottato delle linee guida e regolamenti per aprire alla nuova possibilità che risponde al desiderio di genitorialità di coppie senza alternative.

Nonostante le polemiche sollevate sulle particolari indicazioni adottate dalla Regione Lombardia ( il costo del ticket è tra i più alti in Italia tra i 1500 e i 4000 euro a seconda della pratica), anche gli ospedali del nostro territorio si stanno dotando di percorsi mirati per effettuare l’inseminazione eterologa: « Come ospedale e centro di secondo livello noi siamo pronti – spiega il responsabile, dottor Roberto Puricelli – stiamo solo definendo i percorsi da offrire ai donatori che devono sottoporsi a esami, controlli e terapie particolari».

All’ambulatorio dell’infertilità e Centro sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) dell’ospedale Del Ponte a Varese si è già presentato un potenziale donatore: « È indubbio che ci aspettiamo una maggiore risposta da parte dei maschi perché la donazione prevede unicamente esami e test per accertarsi che siano sani – spiega il primario – Molto più complicata è la procedura per la donna che deve sottoporsi, oltre ai controlli sullo stato di salute, a terapia ormonale e deve rimanere un giorno ricoverata per permettere il piccolo intervento chirurgico di prelievo. Nonostante sia lieve, è pur sempre un’operazione. Comunque sia, noi stiamo predisponendo le linee guida e i percorsi da proporre a donatori maschili e femminili e contiamo di poter partire dal prossimo anno, appena saranno definiti dalla Regione i protocolli».

La richiesta è già elevata: « Abbiamo molte domande e ci stiamo orientando sulla conservazione di ovociti prelevati da donne che effettuano il prelievo per la propria fecondazione. Queste donne si sottopongono al prelievo e alla conservazione per poter avere l’inseminazione: se avremo la loro autorizzazione, gli ovociti che non verranno impiantati potranno rimanere a disposizione di altre donne. In Italia la donazione è gratuita, contrariamente all’estero dove è a pagamento, per questo motivo riteniamo che donne giovani non siano molto motivate al gesto».

Nell’ambulatorio del Del Ponte, quest’anno hanno ricevuto assistenza 300 nuovi pazienti, mentre sono state 479 le procedure omologhe di cui 67 andate a buon fine con la gravidanza: una percentuale del 30%, in linea con i dati nazionali. Altro è il caso della procedura di primo livello dove le percentuali scendono al 10-12%: « È chiaro che in queste situazioni conta moltissimo l’età materna: più si è giovani, più sono elevate le possibilità della buona riuscita dell’inseminazione. Noi abbiamo un limite temporale di 43 anni oltre i quali la donna deve sostenere tutte le spese mediche e farmaceutiche».
Per far fronte alla quantità di lavoro costantemente in crescita,l’ambulatorio è stato potenziato: attualmente lavorano due biologi, i dottori Basso e Mazzagatti e le ginecologhe Scandroglio, Zaffaroni e Monti. 

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Vaccinazioni: quando e perchè http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331#comments Mon, 15 Sep 2014 07:09:26 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 Continua a leggere]]> vaccinazioni nei neonatiVaccinazioni obbligatorie, raccomandate, facoltative. Il sistema sanitario italiano prevede una serie di vaccini da farsi tra i 3 mesi e i 15/16 anni. Si tratta di interventi di prevenzione nei confronti di alcune malattie infettive: grazie a queste azioni, patologie, come il vaiolo, sono state debellate mentre altre, come la poliomielite o la difterite, il tetano o l’epatite virale B sono quasi scomparse. Non si tratta solo di un problema personale ma anche di contagi nelle comunità. Ecco perché ogni regione ha deciso un calendario specifico, garantendo i vaccini gratuitamente alla popolazione.

La dottoressa Franca Sambo, responsabile del Dipartimento della Prevenzione all’Asl di Varese, chiarisce alcuni dubbi ricorrenti

franca SamboPerché è necessario vaccinare il bambino?
La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per ottenere protezione da alcune gravi malattie. I benefici della protezione contro queste malattie superano di molto i rischi legati alla vaccinazione.

Ma i vaccini sono sicuri?
Sono estremamente sicuri e, nel corso degli ultimi anni, medici ricercatori e operatori sanitari hanno perseguito l’obiettivo di rendere questi prodotti sempre più affidabili ed efficaci. Le complicanze dopo una vaccinazione sono estremamente rare mentre la probabilità di gravi conseguenze (incluso il decesso) dopo malattie prevenibili con vaccini è in alcuni casi elevata. Certo, come qualsiasi farmaco, anche i vaccini possono presentare qualche rischio. Prima di consigliare una vaccino, i medici fanno un’attenta valutazione di rischi e benefici, bilancio che può variare con il tempo, in rapporto all’eliminazione o meno di una certa patologia o alla disponibilità di nuovi prodotti. Recentemente, per esempio, le raccomandazioni circa la vaccinazione antipolio sono cambiate: ora si opta per la somministrazione di un vaccino inattivato proprio perché la mancanza di casi conclamati ha abbassato i livelli di tolleranza di eventuali controindicazioni

Quali sono i possibili effetti collaterali?
Anche se i vaccini moderni sono molto efficaci nell’assicurare elevati livelli di protezione, ci possono registrare effetti collaterali che, però, sono sempre di breve durata non sono permanenti. Per esempio: con il vaccino della difterite-tetano-pertosse possono insorgere, entro 4 ore, febbre lieve, arrossamento e gonfiore nel punto dell’iniezione e dolore ( uguali sintomi per l’epatite B) per il vaccino Polio Sabin orale, sempre entro 4 ore si possono presentare diarrea o stanchezza, mentre con il vaccino Polio Salk iniettivo potrebbero capitare leggera febbre, dolore, arrossamento o gonfiore nel punto della puntura. Per il vaccino morbillo, parotite-rosolia  tra i 5 e i 12 giorni dopo la vaccinazione potrebbero insorgere febbre lieve, rush cutaneo, ingrossamento della ghiandole. Nel caso il malessere si prolungasse per più di due giorni, però, è meglio consultare il medico per capire se non sono sintomi legati ad altre malattie. Se, invece, dopo la vaccinazione il bimbo fosse irrequieto perché prova dolore nella sede dell’iniezione, si può somministrare del paracetamolo. Solo se questo stato si dovesse protrarre oltre le 24 è bene rivolgersi al medico o al servizio vaccinale. Se, invece, fosse la gamba a destare preoccupazione perché gonfia, arrossata e calda, allora è sufficiente applicare un panno pulito e fresco o somministrare del paracetamolo. Anche in questo caso, è consigliabile rivolgersi al medico se i sintomi perdurassero oltre le 24 ore. In caso di febbre è bene dargli molto da bere, fare un eventuale bagno con spugnature e somministrare paracetamolo nel caso la temperatura interna fosse superiore a 39 gradi.

vaccinazioni Vaccini e autismo: si sente a volte parlare di una possibile correlazione
Sono stati fatti diversi studi per capire se il vaccino anti rosolia-parotite e rosolia potesse causare l’autismo, il disordine comportamentale cronico che comincia a manifestarsi durante la prima infanzia. Uno dei primi studi suggeriva che potessero esserci dei legami, ma è stato successivamente dimostrato che conteneva gravi errori nel metodo di ricerca. Hanno continuato a indagare e cercare possibili correlazioni ma non sono emerse evidenze di alcun genere. La causa di questo disturbo è ancora sconosciuta ma oggi si tende a sostenere che la malattia abbia origine prima della nascita, probabilmente nel primo trimestre di gravidanza. La correlazione tra vaccino e autismo è dovuta alla comparsa dei sintomi che, di solito, avviene tra i 12 e i 18 mesi di vita, lo stesso periodo in cui viene somministrato il vaccino.

Quanto dura la protezione vaccinale?
La maggior parte protegge per tutta la vita. È il caso di rosolia, morbillo, parotite, polio. Altre, come la pertosse, offrono una copertura più limitata  circa 5 anni, la fase della vita in cui la malattia è più grave. Altre, infine, come il tetano dura almeno 30 anni ma la copertura va affievolendosi ed è consigliabile ciclicamente ( 10 anni) fare una dose di richiamo

Tutte le persone sono protette con la vaccinazione?
Anche se i vaccini assicurano elevati livelli di protezione, l’efficacia non è mai del 100%. Quelli per rosolia, polio, tetano, morbillo, per esempio, garantiscono una copertura del 95%. Tre dosi di pertosse hanno una garanzia del 85%, tre dosi di epatiteB proteggono i bambini nel 95% dei casi.  Il discorso, però, va poi considerato nel contesto globale: più persone vaccinate ci sono, meno rischi si corrono per cui, anche le persone a cui il vaccino non assicura la copertura possono stare tranquille perché agiscono in un ambiente sano, senza patogeni.

Cosa succede se intercorre più tempo tra una dose di vaccino e quella successiva?
Non è di solito necessario ricominciare il ciclo. È però importante rispettare il calendario vaccinale perché gli intervalli di tempo sono stati stabiliti per ottimizzare la risposta immunitaria dell’organismo.

calendario vaccinazioni

Il calendario vaccinale
A tre mesi
  si fa il vaccino esavalente: si tratta della prima di tre dosi contro la polio, la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B e l’haemophilus influenzare tipo b ( è tra le principali cause di meningite batterica nei più piccoli e di polmonite). La somministrazione è intramuscolo nella coscia o nella parte alta del braccio ( a seconda dell’età): le componenti antipertosse e antiaemophilus non sono obbligatorie ma  raccomandate. In aggiunta si effettua il vaccino antipneumococco.
A cinque mesi il secondo richiamo dell’esavalente e antipneumococco.
A undici mesi il terzo richiamo dell’esavalente e antipenumococco
A 12/15 mesi si effettuano il vaccino contro rosolia, parotite e morbillo con una puntura sottocutanea nella parte alta del braccio e il vaccino contro il meningococco con un’iniezione intramuscolare nella coscia
A 5/6 anni si effettua il richiamo di tetano, difterite e pertosse oltre alla polio e a morbillo, rosolia e parotite
A 11 anni solo le bambine vengono vaccinate contro il papilloma virus che provoca il tumore al collo dell’utero.
A 15/16 anni il richiamo per tetano, difterite e pertosse: la vaccinazione non è obbligatoria ma è fortemente raccomandata e la somministrazione avviene per via intramuscolare nella parte alta del braccio.

In caso, un genitore può decidere di non vaccinare il proprio figlio?
Al genitore vengono chiariti i rischi individuali a cui è esposto il minore ma anche i mancati benefici che derivano alla collettività. In ogni caso, La Regione Lombardia, in accordo con i tribunali dei minori, ha predisposto una procedura standard che, dopo aver comunicato più volte in modo ufficiale la necessità di sottoporre il minore al vaccino, una volta verificato che non esistano situazioni di trascuratezza o abbandono del bambino e, tantomeno, di potenziali condizioni patologiche che potrebbero aumentare i rischi di contagio, prevede la comunicazione della decisione al medico curante e al responsabile della scuola frequentata e, nel caso di situazioni di pericolo, anche al Comune di residenza e al Tribunale dei minori. Una volta compiuti i 18 anni, al giovane verranno di nuovo offerte le possibilità vaccinali.

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Bocca e denti: controlli importanti in gravidanza http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=321 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=321#comments Thu, 21 Aug 2014 13:06:05 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=321 Continua a leggere]]> paziente dentistaPer i nove mesi della gestazione, ma anche durante il periodo dell’allattamento, è importante non dimenticare l’igiene orale. Controlli preventivi sono importanti per salvaguardare la salute di bocca e cavo orale. I nove mesi di gravidanza possono provocare infiammazioni o altri spiacevoli ma momentanei disagi che è bene conoscere.

Un’adeguata igiene per combattere i batteri cariogeni porta benefici anche al nascituro.

Per sensibilizzare le future madri a riflettere sull’importanza della salute dei denti, l’ospedale Del Ponte, in particolare la clinica ostetrica e ginecologica diretta dal prof. Fabio Ghezzi, d’intesa il professor Luca Levrini responsabile dell’odontostomatologia dell’azienda ospedaliera varesina,  ha realizzato un video informativo.

Guarda il video

video denti ospedale del ponte

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Arriva l’estate e sono incinta http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=312 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=312#comments Thu, 26 Jun 2014 14:22:32 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=312 Continua a leggere]]> tintarella in gravidanzaCaldo, afa, tintarella. Torna l’estate ma non è l’estate di sempre. La dolce attesa può complicare le tradizionali abitudini? « Assolutamente no – spiega il professor Fabio Ghezzi, primario della clinica ostetrica e ginecologica del Del Ponte a Varese – È una stagione normale in cui si deve prestare attenzione ma per piccole situazioni. Per esempio: rinunciare ai bagni di sole. La produzione di ormoni legata alla maternità può provocare macchie sulla pelle, soprattutto sul volto. È consigliabile evitare l’esposizione alla luce o, tutt’al più, utilizzare creme solari a protezione totale, che, però, non sempre assicurano il risultato. Non c’è alcun rischio per il bambino né, tantomeno, per la donna. È solo un inestetismo».

Il professor Ghezzi è responsabile della clinica ostetrica e ginecologica al Del Ponte

Il professor Ghezzi è responsabile della clinica ostetrica e ginecologica al Del Ponte

Non ci sono controindicazioni per il bagno: « Si può nuotare quanto si vuole, in ogni tipo di acqua: il rischio di infezioni non esiste. Attenzione, però, che la maternità aumenta la possibilità di contrarre vaginiti per la presenza di sale o sabbia: è consigliabile, quindi, fare la doccia subito dopo essere usciti dall’acqua».

Le regole dell’alimentazione sono uguali a quelle generali della dieta estiva : « Soprattutto frutta e verdura con pochi carboidrati complessi e poca carne. È preferibile mangiare legumi al posto delle bistecche. Oppure pesce. Ed è bene ricordarsi di bere sempre tanta acqua».

L’attività fisica ne risente?
« Assolutamente no. In gravidanza si tende ad avere la pressione bassa per cui è bene evitare sforzi perchè aumenta il rischio di svenire. Per il resto è bene muoversi senza pensieri: nuotate, camminate. Tutto nei limiti della propria sicurezza: ricordate che, dopo la dodicesima settimana, le ossa del bacino non proteggono più l’utero, quindi si devono evitare attività che mettano a rischio la propria incolumità».

E per gli spostamenti? cosa preferire?
« Treno, aereo macchina. Non c’è distinzione. Fino alla 34esima settimana è possibile volare senza problemi, anche se è consigliabile verificare prima con la compagnia se ci sono restrizioni particolari. Anche l’auto va benissimo purchè si programmino soste frequenti dove sgranchirsi un po’. Insomma: le vacanze devono essere vissute non come un problema ma con un po’ di buon senso: si può partorire anche in villeggiatura, basta rimanere vicino a strutture attrezzate. L’isola deserta la escluderei…»

E le zanzare? si possono usare i repellenti?
« Certamente. Non esistono controindicazioni»

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Inseminazione artificiale: lo scambio di embrioni al Del Ponte è impossibile http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=295 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=295#comments Thu, 17 Apr 2014 12:40:02 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=295 Continua a leggere]]> gravidanza and her husband in heart shape on her beIl desiderio di maternità fino a dove si può spingere? La notizia dello scambio di embrioni alla clinica di Roma ha sollevato questioni etiche e morali molto importanti. Questioni che sono ben presenti all’ospedale Del Ponte di Varese, centro sull’infertilità di secondo livello, unico pubblico in provincia: « L’errore umano è sempre possibile – commenta il professor Fabio Ghezzi – primario della clinica ostetrica e ginecologica – ma posso assicurare che si tratta di possibilità assolutamente residuali, eccezionali. Tutto il processo è sottoposto a continui controlli. Noi abbiamo un medico e due biologhe che verificano i singoli passaggi dalla raccolta di ovociti e liquido seminali sino all’impianto. Ogni singolo passaggio viene identificato con il nominativo della madre e ci sono procedure specifiche nei casi di omonimia».

Il professor Fabio Ghezzi

Il professor Fabio Ghezzi

Il centro varesino lo scorso anno ha effettuato 472 procedure di secondo livello, in cui l’embione viene ottenuto fuori dal corpo materno, e 204 di primo livello in cui si preleva il liquido seminale, lo si rende adatto e lo si introduce nell’utero femminile: « Quest’anno abbiamo un aumento dell’attività. Siamo già a 180 procedure di secondo livello e 70 per il primo. La percentuale di successo si aggira attorno al 30%, un dato che ci equipara a tutti i centri del mondo. La lista d’attesa è di almeno 6 mesi».

Possibilità di scambio praticamente nullo, quindi? « Mi sento di rassicurare tutte le coppie che si sono rivolte a noi. Ma la stessa garanzia la si ritrova in tutti i centri pubblici di secondo livello, dotati di alta tecnologia. I controlli sono molteplici e ripetuti nel corso di ogni fase del procedimento. Le provette negli incubatori sono disposte in modo tale da rendere difficoltoso l’errore».

Come tutti i centri italiani, anche al Del Ponte si effettua solo l’inseminazione omologa, dove l’ovulo e il liquido seminale appartengono alla coppia dei genitori. La Corte Costituzionale ha recentemente abolito la parte della legge 40 che impone l’esclusione della donazione. Come cambia, dunque, l’attività dell’Ambulatorio di Infertilità? « Per ora siamo in attesa – spiega il professor Ghezzi – non è una questione tecnica perchè impiantare l’ovocita dei genitori o donato da terzi non comporta alcuna variazione. Il campo, però, ha tantissime implicazioni di natura legislativa che vanno chiarite: chi sono i donatori? li si retribuisce? come avvengono i controlli?  come fare gli screening, quale privacy garantire al nascituro, il silenzio oppure la condivisione dell’informazione della donazione? Insomma, ci sono aspetti etici, morali, ma anche economici e organizzativi che il legislatore dovrà chiarire. Una volta definite le norme, anche il centro di Varese adotterà la nuova legislazione e procederà nei modi che verranno stabiliti».

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Dieta vegetariana o vegana anche in gravidanza http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=288 Tue, 08 Apr 2014 07:01:42 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=288 Continua a leggere]]> Dieta vegana

Dieta vegana

Dieta vegetariana o vegana in gravidanza? Questo regime alimentare è indicato in questa fase particolare della vita? Non esiste alcuna controindicazione per queste particolari diete alla gestazione. « È essenziale, però – spiega la dottoressa Elena Consolaro – che sia ben bilanciata». La dottoressa, medico di medicina generale è anche nutrizionista esperta di questo tipo di alimentazione: « Non c’è una diffusa cultura e non ci sono riferimenti ufficiali italiani. Ma gruppo di specialisti ha applicato le linee guida nordamericane (USA e Canada) alla nostra cucina stabilendo criteri che sono rintracciabili sul sito www.scienzavegetariana.it.».

Nonostante sia ancora una nicchia, la dieta vegetariana o vegana sta conquistando favori crescenti per i benefici che assicura sullo stato di salute generale, in particolare sulla prevenzione delle malattie croniche, anche se la maggior parte delle persone che sceglie di alimentarsi in questo modo lo fa per motivazioni etiche ed ambientalistiche (minore impatto sulle risorse ambientali, rispetto degli animali).

vegetarianaDurante la gravidanza ogni donna deve nutrirsi in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire, nel contempo, ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi nella maniera migliore e l’alimentazione a base vegetale è in grado di garantire tutto ciò (come ribadito più volte nelle posizioni ufficiali dell’American Dietetic Association) ma bisogna porre alcune adeguate attenzioni.
I pasti devono essere ben bilanciati e costituiti da verdure, cereali e buona fonti di proteine
(uova, derivati del latte, legumi e frutta secca). Anche la totale esclusione di cibi di derivazione animale (come avviene nella dieta vegana) può permettere l’organizzazione di una dieta completa, a patto di prestare alcune doverose attenzioni : «Potrebbe essere necessario assumere alcuni minerali e vitamine come integrazione. Parliamo, per esempio, della vitamina B12 che, essendo di origine animale, va sempre integrata nel caso di diete vegan cioè che escludono l’utilizzo anche di derivati animali (miele, uova e latticini). Sono utili anche integrazioni di acido folico ( come in tutte le gravidanze, anche se le donne vegetariane e vegane hanno di solito assunzioni di folati superiori al resto della popolazione). A volte occorre anche integrare il ferro (quello di origine vegetale è meno assorbibile e pertanto queste donne hanno un fabbisogno aumentato) ma questo va valutato caso per caso, in base alle riserve di ferro della singola gestante. Altro nutriente critico soprattutto delle diete vegan potrebbe essere il calcio il cui fabbisogno nelle gravide è aumentato, motivo per cui occorre scegliere con grande attenzione gli alimenti del mondo vegetale molto ricchi di questo minerale (es. mandorle, semi di sesamo, verdure a foglia verde…) e bere acqua ad elevato contenuto di calcio. Infine i preziosi grassi omega 3, importanti per lo sviluppo e maturazione del sistema nervoso fetale, sono contenuti anche nelle diete vegetali, ma pare che al feto giungano solo alcuni tipi (quelli a catena lunga) quindi contenuti nelle alghe e che potrebbe essere molto utile una adeguata integrazione di questi in gravidanza.

In genere, chi si avvicina a questo tipo di dieta cerca informazioni e non si avventura a cuor leggero: « Orientarsi tra tutto ciò che si trova in rete non è sempre facile. D’altro canto, come dicevamo prima, non esiste ancora una cultura diffusa della dieta vegetariana o vegana in Italia, anzi spesso ci sono opinioni superficiali e alle volte preconcetti, e non ci sono molti specialisti a cui affidarsi.

La società italiana di nutrizione vegetariana presieduta dalla dottoressa Luciana Baroni – è riuscita però a stendere delle linee guida per gli italiani vegetariani (Vegpyramid, esistono dei testi stampati) e organizza corsi di formazione qualificata. Addirittura da 3 anni è riuscita presso l’università politecnica delle Marche ad organizzare un master in alimentazione vegetariana e vegana che forma esperti (master appunto che ho fatto anche io), per favorire una diffusione di una corretta cultura su tale argomento».

In qualsiasi fase della vita, dalla crescita nei bambini fino alla gravidanza e all’allattamento, non esistono controindicazioni a un’alimentazione basata solo su vegetali ( più o meno rigida a seconda che si voglia seguire la dieta vegana). L’importante è fare attenzione a ciò che si mangia. E questo è un consiglio che non riguarda solo la fase di crescita del feto, ma anche i possibili problemi che possono insorgere nella donna. Se si compie questa scelta alimentare conviene dunque organizzare con molta cura i pasti e la giornata alimentare; il ginecologo dovrà monitorare con attenzione i livelli di ferro e vitamina B 12 in queste pazienti. Anche il peso corporeo va, sempre controllato perché non superi i parametri medi stabiliti. Non esiste un valore assoluto ottimale di incremento ponderale materno uguale per tutte le donne. Le donne vegetariane e vegane hanno però di solito meno problemi di eccessivo incremento ponderale in gravidanza; gli studi hanno dimostrato che una adeguata dieta anche a base esclusivamente vegetale consente alla gravida adeguato incremento ponderale e normali pesi alla nascita dei bimbi. Durante la gravidanza e l’allattamento, la nutrizione non dovrà attenersi a un semplice incremento della quota energetica quindi, ma rispettare varietà e intercambiabilità degli alimenti e nel caso si seguano questi regimi alimentari anche le dovute attenzioni ai nutrienti critici (ferro, calcio, vitamina b12, omega 3).

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Convegno su Alimentazione in gravidanza e nell’allattamento http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=270 Mon, 17 Mar 2014 09:55:52 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=270 Continua a leggere]]> Cosa mangiare in gravidanza

Cosa mangiare in gravidanza

Sabato 29 marzo 2014, a Varese, nell’Aula magna in via Dunant dell’Università dell’Insubria si svolgerà il convegno “Alimentazione in gravidanza e durante l’allattamento”. L’apertura dei lavori è prevista alle 8.45 con i saluti dell dottor Massimo Agosti, direttore del Dipartimento Matrerno Infantile. Durante l’incontro si affronteranno inoltre temi dibattuti come l’appropriatezza di diete vegetariane ben pianificate per la soddisfazione dei fabbisogni nutrizionali della gestante e la fondatezza di molti luoghi comuni diffusi sull’alimentazione durante l’allattamento.

È ormai ampiamente riconosciuto che esiste uno stretto legame tra una corretta alimentazione e lo stato di salute complessivo dell’individuo.  Esistono chiare evidenze del fatto che le scelte alimentari agiscono in modo incisivo nella possibilità di evitare lo sviluppo di malattie, di controllarne l’evoluzione o, al contrario, favorirne l’insorgenza. Questo vale ancora di più in gravidanza, quando la qualità dell’alimentazione materna non solo può condizionare la salute della futura mamma in questa fase della vita, ma anche quella del nascituro, non solo durante il periodo fetale e neonatale, ma anche e soprattutto durante la vita adulta.

Oggi, nei paesi sviluppati dove esiste un’ampia disponibilità degli alimenti, si tende a pensare  che la soddisfazione dei fabbisogni nutrizionali del feto non sia un problema. In realtà, molto lavoro deve essere fatto sulla qualità delle scelte alimentari delle donne in gravidanza e va inoltre sottolineato come la crescente epidemia di sovrappeso e obesità non sia affatto priva di conseguenze sulla salute dei nascituri e degli adulti che saranno.

Il prof. Fabio Ghezzi, Direttore della Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia A sottolinea che “durante la gravidanza è essenziale assicurare alla madre i nutrienti necessari per consentire lo sviluppo e la crescita del feto. Ciò che è meno noto è che l’alimentazione materna possa condizionare la salute del futuro adulto, anche a lunghissimo termine e forse anche delle generazioni successive. Nel 1850 il filosofo Feuerbach sosteneva che “l’uomo è ciò che mangia”: oggi potremmo dire che l’uomo è anche “ciò che sua madre ha mangiato durante la gestazione”.

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Morte in culla e ALTE: a Varese il centro di ricerca nazionale http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=263 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=263#comments Wed, 05 Mar 2014 08:17:57 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=263 Continua a leggere]]> Il sonno del neonato

Il sonno del neonato

La morte in culla fa paura. Arriva all’improvviso, inaspettata, senza alcuna logica apparente. Si porta via il bimbo, piccolo neonato che sembra dormire. Colpisce un lattante ogni 700/1000 nati. La scienza sta studiando: ogni volta che si registra un caso di “Sids”, si attiva la macchina della ricerca. La fase più delicata è tra i 2 e i 4 mesi anche se eventi di alto rischio per la vita si possono registrare sin dalla prima settimana di vita.

Tra i pochi centri italiani dove si studia la “Sids” c’è l’ospedale Del Ponte di Varese.

la dottoressa Luana Nosetti

la dottoressa Luana Nosetti

La dottoressa Luana Nosetti è tra i maggiori esperti: ha partecipato alla stesura delle linee guida nazionali ed è la referente in Regione Lombardia: « Non è soltanto un lavoro di indagine – spiega il medico – al nostro ambulatorio multidisciplinare arrivano i genitori in cerca di una risposta. Noi facciamo accoglienza, li ascoltiamo, analizziamo il referto dell’autopsia, un momento molto crudo. Poi, piano piano, li accompagniamo verso l’elaborazione del lutto e del vissuto. Effettuiamo indagini in vista di una nuova gravidanza e, spesso, la coppia rimane legata al Del Ponte anche per la nuova maternità».

Come dicevamo, si parla di Sids per tutti quegli eventi che non trovano apparente soluzioni: « Ci sono, poi, casi di morte per problemi cardiaci o genetici che non si individuano con le indagini prenatali. Per questo motivo, per esempio, si effettua un cardiogramma tra il 25esimo e il 35esimo giorno di vita del bimbo. Se scopriamo il difetto del “QT lungo”, si somministrano farmaci adeguati».

A sostegno del reparto opera l’associazione nazionale “Semi per la Sids” che, a Varese, finanzia la presenza dello psicologo, indispensabile per poter gestire emotivamente il dramma. Varese, quindi, è l’ospedale di riferimento per la Lombardia: alla dottoressa Nosetti spetta il compito di aiutare i genitori di qualsiasi provincia: « Oggi non siamo in grado di prevenire o anticipare la morte in culla. Ci sono, però, linee guida comportamentali, come far dormire il bambino a pancia in su, non coprirlo troppo, non fumare né durante la gravidanza né dopo. Ci sono ulteriori consigli che vanno dalla scelta del materasso che deve essere duro, alle sbarre del lettino che devono essere al massimo distanziate di 5 centimetri, così il capo del piccolo non esce, alla raccomandazione di non riempire lo spazio ove dorme di oggetti imbottiti quali peluches. È invece consigliato l’uso del ciuccio, almeno dal primo mese di vita fino all’anno, perché anteriorizza la posizione della lingua lasciando libere le vie aeree. Il sonno è più leggero, il bambino si risveglia con più facilità ed evita che il bambino si giri a pancia in giù. Questi sono effetti benefici che permangono anche nel caso in cui il bimbo perda il ciuccio durante il sonno»

Il monitoraggio del sonno

Il monitoraggio del sonno

E se per la Sids si tratta di fare ricerca e aiutare a superare il dramma, diversa attività si pratica nell’ambulatorio ove si seguono e curano i casi di “ALTE”, le apnee del sonno che si registrano nel primo anno di vita del bambino: « Si parla di ALTE quando si ha la sensazione che il bimbo stia per mancare: sbianca, perde tono muscolare, appare sul punto di soffocare – spiega la dottoressa Nosetti – In passato si pensava ci fosse una correlazione tra questo evento e la morte in culla, ma gli studi non hanno dimostrato la connessione».

Tra le cause che provocano episodi i ALTE ci sono i rigurgiti, il vomito o anomalie cardiache e problemi neurologici: « Il 50% delle cause, però, è sconosciuto. In questi casi possiamo solo monitorare il bimbo per registrare, durante il sonno, l’attività cardiaca, la saturazione e la respirazione. A volte riusciamo a individuare la causa, ma spesso rimaniamo senza risposta, così prescriviamo alcuni esami per avere un quadro clinico dettagliato e poi avviamo un monitoraggio costante con il polisonnigrafo che i genitori ottengono dall’Asl e che diventa la sentinella del piccolo. Di solito, si tratta di un monitoraggio che dura qualche mese. Togliere questo apparecchio non è semplice perché i genitori entrano in ansia. Anche in questo caso, si procede con cautela, d’intesa con mamma e papà che si preparano gradualmente al distacco del registratore».

Attenzione e cura, comunque, vanno assicurati anche in seguito, soprattutto quando i piccoli entrano nelle comunità: « Noi facciamo corsi alle educatrici dei nidi. La raccomandazione forte è che non si “abbandonino” i bambini durante il sonno: è una fase delicata a non sottovalutare»

È allo studio in Regione Lombardia la realizzazione di un video che fornisca ai genitori i consigli per intervenire in caso di ALTE: anche in questo caso, c’è la regia della dottoressa Nosetti, responsabile di uno dei 5 centri italiani specializzati nell’ALTE. I disturbi del sonno, comunque, si possono presentare anche più avanti: « Noi seguiamo i bambini dai 3 ai 5 anni con apnee ostruttive: russano e vanno in apnea con gravi ripercussioni sulle attività durante la giornata. Si ripercuote sulla vivacità e l’attenzione del bimbo. In questi casi facciamo un’indagine che coinvolge anche l’otorino e il dentista per capire la causa e dare la corretta terapia».

Un’eccellenza di nicchia ma di enorme valore perchè aiuta e conforta nelle devastanti esperienza della vita di coppia.

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