I primi trenta giorni – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Musicoterapia e osteopatia per aiutare il bimbo prematuro http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=376 Thu, 23 Jul 2015 07:24:32 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=376 Continua a leggere]]> terapia intensiva neonataleNuovi approcci terapeutici per una nuova nutrizione in Terapia Intensiva Neonatale nel nato prematuro.

Presso il dipartimento di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Filippo Del Ponte, diretto dal Dott. Massimo Agosti, è stato avviato un progetto sperimentale per i neonati prematuri di Musicoterapia e Osteopatia, sostenuto dalla Associazione Genitori TINCONTRO.

Tali Progetti sperimentali hanno perseguito anche obiettivi prettamente scientifici per provare la funzionalità di queste nuove terapie non invasive che si affiancano come supporto alla clinica e alla care di routine per lo sviluppo del neonato prematuro.

L’ attività programmata si è posta quindi di valutare l’efficacia del trattamento manipolativo Osteopatico e Musicoterapico in una popolazione di neonati pretermine con l’obiettivo di avere una reazione a livello del sistema gastrointestinale con un miglioramento funzionale e di assorbimento alimentare. I neonati che hanno beneficiato di questi trattamenti sono stati 65 neonati pretermine nati sotto i 1500 grammi.

 tin2L’Osteopata Dott. Luca Vismara assieme alla Neuropsicomotricista Dott.ssa Serena Vaglio hanno perseguito nella attività programmata di valutare l’efficacia del trattamento manipolativo Osteopatico in una popolazione di neonati pretermine con l’obiettivo di avere una reazione a livello del sistema gastrointestinale con un miglioramento funzionale e di assorbimento alimentare. Essi sono stati valutati tramite general movements, variabilità della frequenza cardiaca, livelli di cortisolo, valutazione psicologica, parametri antropometrici e clinici, durante il trattamento osteopatico.

Mentre la Musicoterapista Dott.ssa Sgobbi Barbara, si è occupata sempre di valutare
scientificamente l’efficacia del trattamento di Musicoterapia in una popolazione di neonati pretermine con l’obiettivo di avere una reazione a livello del sistema neuro comportamentale,  gastrointestinale (miglioramento funzionale e di assorbimento alimentare), maturazione della funzione respiratoria (autonomia, saturazione O2, frequenza respiratoria diametro espansione toracica),  attraverso valutazioni strumentali come i general movements, variabilità della frequenza cardiaca (HRV), livelli di cortisolo, parametri antropometrici-clinici  e anche la valutazione come supporto psicologico per i genitori del nato pretermine il quale presuppone che il maggior coinvolgimento dei genitori nella care del neonato possa influire in senso positivo sul loro sullo stato psico – emotivo con una diminuzione dei livelli di stress. 

Queste terapie, nei loro trattamenti, nel neonato prematuro sono in fase di valutazione scientifica poichè gli obiettivi prefissati potrebbero essere stati raggiunti e quindi determinare un significativo supporto sulle condizioni di salute e sullo sviluppo del neonato al fianco della clinica.

E’ quindi fondamentale il sostegno, da parte della associazione genitori, per mantenere in vita tali progetti per il raggiungimento di una scientificità che possa esser utile per il supporto e la care del neonato prematuro.

Il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus ha consentito anche in questa occasione di realizzare un progetto di alto valore sociale a beneficio di numerosi neonati.

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Apparato genitale: quando e cosa controllare http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=339 Fri, 03 Oct 2014 13:41:38 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=339 Continua a leggere]]> Ecografia Si comincia ben prima della nascita a indagare se è tutto nella norma. All’ospedale Del Ponte di Varese, la collaborazione tra diversi specialisti coinvolge anche l’urologo chiamato a visionare l’apparato genito-urinario già con l’ecografia: « È importante conoscere la possibile patologia prima della nascita- spiega la dottoressa Lilia Reali, responsabile dell’urologia pediatrica – si può pianificare l’iter da seguire dopo il parto, preparare i genitori. Il neonato sarà sottoposto precocemente a una nuova indagine che determinerà esattamente la terapia da seguire».

Ma quali possono essere i problemi del neonato?

Si può riscontrare, per esempio, una dilatazione mono o bilaterale dell’albero urinario:  nel primo caso (mono)  la condizione non compromette la funzione renale in toto e quindi verrà rivalutata alla nascita e, in base alle caratteristiche, monitorata o trattata precocemente. Nel caso di bilateralità, invece,  bisogna escludere, come causa primaria, l’ostruzione da valvole uretrali che richiede, invece, un trattamento immediato disostruttivo postnatale.  Ci sono, poi, anche altre patologie che vengono riscontrate successivamente alla nascita e parliamo, per esempio, dell’idrocele o del criptorchidismo bilaterale o della patologia malformativa peniena che hanno bisogno della valutazione specialistica per una conferma diagnostica e per impostare una corretta terapia.

d.ssa Lilia RealiQual è l’età che richiede maggiori attenzioni?
Direi che la fase delicata è tra gli 0 e i 6 anni ma fino allo sviluppo puberale è bene non sottovalutare nulla. Lo sviluppo dell’apparato genito-urinario richiede attenzione ma anche regole di igiene precise per evitare problemi in età adulta, problemi legati alla fertilità

Prestare attenzione a cosa?
Rimaniamo nelle caratteristiche macroscopiche dell’apparato come l’assenza di un testicolo o alterazioni della forma. Nella maggior parte dei casi, queste alterazioni vengono individuate già dal neonatologo al momento della nascita e segnalate all’urologo che se ne fa carico immediatamente e ne segue l’evoluzione. Spesso, infatti, si tratta di problemi che si risolvono con la crescita. È bene assicurarsi che il bimbo urini regolarmente

La “discesa dei testicoli”: quando avviene?
La presenza dei testicoli nella sede scrotale deve avvenire entro l’anno di età. Se al compimento del primo anno di vita non si è ancora verificata è bene rivolgersi al pediatra.

La pelle del prepuzio: un altro problema che i genitori non sanno bene come affrontare
È una cosa che va fatta con cura. Io ritengo che non si debba forzare la situazione e che si debba scoprire delicatamente fino dove si può in modo fisiologico. La mia raccomandazione è quella di evitare forzature che possono provocare patologie secondarie di tipo cicatriziale. Comunque, io invito i genitori a usare il buon senso: non occorre mai essere tassativi né in un senso né nell’altro

neonatoConsigli pratici per evitare infezioni o problemi di altra natura
Direi di avere sempre grande attenzione all’igiene che è la miglior arma contro le infezioni. Consiglio di utilizzare detergenti adeguati, cambiare quotidianamente la biancheria intima e effettuare la pulizia andando verso il perineo e mai viceversa. Infine invito gli uomini a mantenere la posizione eretta durante la minzione perchè questa posizione anatomica favorisce lo svuotamento completo della vescica e a scoprire bene il membro per evitare ristagni di urina

Consigli per i pannolini?
Cambiarli di frequente per evitare che la materia fecale rimanga a contatto con i genitali. Anche in questo caso attenzione al verso della pulizia: dall’alto verso il perineo e non viceversa, soprattutto per le bambine

La pipì nel letto? quando diventa un problema medico?
Noi vediamo molti casi di enuresi: se i tradizionali approcci risultano inefficaci si chiede un consulto allo specialista che valuta l’esistenza di patologie. Diciamo che l’enuresi diventa un problema dopo i 5 o 6 anni

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Vaccinazioni: quando e perchè http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331#comments Mon, 15 Sep 2014 07:09:26 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 Continua a leggere]]> vaccinazioni nei neonatiVaccinazioni obbligatorie, raccomandate, facoltative. Il sistema sanitario italiano prevede una serie di vaccini da farsi tra i 3 mesi e i 15/16 anni. Si tratta di interventi di prevenzione nei confronti di alcune malattie infettive: grazie a queste azioni, patologie, come il vaiolo, sono state debellate mentre altre, come la poliomielite o la difterite, il tetano o l’epatite virale B sono quasi scomparse. Non si tratta solo di un problema personale ma anche di contagi nelle comunità. Ecco perché ogni regione ha deciso un calendario specifico, garantendo i vaccini gratuitamente alla popolazione.

La dottoressa Franca Sambo, responsabile del Dipartimento della Prevenzione all’Asl di Varese, chiarisce alcuni dubbi ricorrenti

franca SamboPerché è necessario vaccinare il bambino?
La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per ottenere protezione da alcune gravi malattie. I benefici della protezione contro queste malattie superano di molto i rischi legati alla vaccinazione.

Ma i vaccini sono sicuri?
Sono estremamente sicuri e, nel corso degli ultimi anni, medici ricercatori e operatori sanitari hanno perseguito l’obiettivo di rendere questi prodotti sempre più affidabili ed efficaci. Le complicanze dopo una vaccinazione sono estremamente rare mentre la probabilità di gravi conseguenze (incluso il decesso) dopo malattie prevenibili con vaccini è in alcuni casi elevata. Certo, come qualsiasi farmaco, anche i vaccini possono presentare qualche rischio. Prima di consigliare una vaccino, i medici fanno un’attenta valutazione di rischi e benefici, bilancio che può variare con il tempo, in rapporto all’eliminazione o meno di una certa patologia o alla disponibilità di nuovi prodotti. Recentemente, per esempio, le raccomandazioni circa la vaccinazione antipolio sono cambiate: ora si opta per la somministrazione di un vaccino inattivato proprio perché la mancanza di casi conclamati ha abbassato i livelli di tolleranza di eventuali controindicazioni

Quali sono i possibili effetti collaterali?
Anche se i vaccini moderni sono molto efficaci nell’assicurare elevati livelli di protezione, ci possono registrare effetti collaterali che, però, sono sempre di breve durata non sono permanenti. Per esempio: con il vaccino della difterite-tetano-pertosse possono insorgere, entro 4 ore, febbre lieve, arrossamento e gonfiore nel punto dell’iniezione e dolore ( uguali sintomi per l’epatite B) per il vaccino Polio Sabin orale, sempre entro 4 ore si possono presentare diarrea o stanchezza, mentre con il vaccino Polio Salk iniettivo potrebbero capitare leggera febbre, dolore, arrossamento o gonfiore nel punto della puntura. Per il vaccino morbillo, parotite-rosolia  tra i 5 e i 12 giorni dopo la vaccinazione potrebbero insorgere febbre lieve, rush cutaneo, ingrossamento della ghiandole. Nel caso il malessere si prolungasse per più di due giorni, però, è meglio consultare il medico per capire se non sono sintomi legati ad altre malattie. Se, invece, dopo la vaccinazione il bimbo fosse irrequieto perché prova dolore nella sede dell’iniezione, si può somministrare del paracetamolo. Solo se questo stato si dovesse protrarre oltre le 24 è bene rivolgersi al medico o al servizio vaccinale. Se, invece, fosse la gamba a destare preoccupazione perché gonfia, arrossata e calda, allora è sufficiente applicare un panno pulito e fresco o somministrare del paracetamolo. Anche in questo caso, è consigliabile rivolgersi al medico se i sintomi perdurassero oltre le 24 ore. In caso di febbre è bene dargli molto da bere, fare un eventuale bagno con spugnature e somministrare paracetamolo nel caso la temperatura interna fosse superiore a 39 gradi.

vaccinazioni Vaccini e autismo: si sente a volte parlare di una possibile correlazione
Sono stati fatti diversi studi per capire se il vaccino anti rosolia-parotite e rosolia potesse causare l’autismo, il disordine comportamentale cronico che comincia a manifestarsi durante la prima infanzia. Uno dei primi studi suggeriva che potessero esserci dei legami, ma è stato successivamente dimostrato che conteneva gravi errori nel metodo di ricerca. Hanno continuato a indagare e cercare possibili correlazioni ma non sono emerse evidenze di alcun genere. La causa di questo disturbo è ancora sconosciuta ma oggi si tende a sostenere che la malattia abbia origine prima della nascita, probabilmente nel primo trimestre di gravidanza. La correlazione tra vaccino e autismo è dovuta alla comparsa dei sintomi che, di solito, avviene tra i 12 e i 18 mesi di vita, lo stesso periodo in cui viene somministrato il vaccino.

Quanto dura la protezione vaccinale?
La maggior parte protegge per tutta la vita. È il caso di rosolia, morbillo, parotite, polio. Altre, come la pertosse, offrono una copertura più limitata  circa 5 anni, la fase della vita in cui la malattia è più grave. Altre, infine, come il tetano dura almeno 30 anni ma la copertura va affievolendosi ed è consigliabile ciclicamente ( 10 anni) fare una dose di richiamo

Tutte le persone sono protette con la vaccinazione?
Anche se i vaccini assicurano elevati livelli di protezione, l’efficacia non è mai del 100%. Quelli per rosolia, polio, tetano, morbillo, per esempio, garantiscono una copertura del 95%. Tre dosi di pertosse hanno una garanzia del 85%, tre dosi di epatiteB proteggono i bambini nel 95% dei casi.  Il discorso, però, va poi considerato nel contesto globale: più persone vaccinate ci sono, meno rischi si corrono per cui, anche le persone a cui il vaccino non assicura la copertura possono stare tranquille perché agiscono in un ambiente sano, senza patogeni.

Cosa succede se intercorre più tempo tra una dose di vaccino e quella successiva?
Non è di solito necessario ricominciare il ciclo. È però importante rispettare il calendario vaccinale perché gli intervalli di tempo sono stati stabiliti per ottimizzare la risposta immunitaria dell’organismo.

calendario vaccinazioni

Il calendario vaccinale
A tre mesi
  si fa il vaccino esavalente: si tratta della prima di tre dosi contro la polio, la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B e l’haemophilus influenzare tipo b ( è tra le principali cause di meningite batterica nei più piccoli e di polmonite). La somministrazione è intramuscolo nella coscia o nella parte alta del braccio ( a seconda dell’età): le componenti antipertosse e antiaemophilus non sono obbligatorie ma  raccomandate. In aggiunta si effettua il vaccino antipneumococco.
A cinque mesi il secondo richiamo dell’esavalente e antipneumococco.
A undici mesi il terzo richiamo dell’esavalente e antipenumococco
A 12/15 mesi si effettuano il vaccino contro rosolia, parotite e morbillo con una puntura sottocutanea nella parte alta del braccio e il vaccino contro il meningococco con un’iniezione intramuscolare nella coscia
A 5/6 anni si effettua il richiamo di tetano, difterite e pertosse oltre alla polio e a morbillo, rosolia e parotite
A 11 anni solo le bambine vengono vaccinate contro il papilloma virus che provoca il tumore al collo dell’utero.
A 15/16 anni il richiamo per tetano, difterite e pertosse: la vaccinazione non è obbligatoria ma è fortemente raccomandata e la somministrazione avviene per via intramuscolare nella parte alta del braccio.

In caso, un genitore può decidere di non vaccinare il proprio figlio?
Al genitore vengono chiariti i rischi individuali a cui è esposto il minore ma anche i mancati benefici che derivano alla collettività. In ogni caso, La Regione Lombardia, in accordo con i tribunali dei minori, ha predisposto una procedura standard che, dopo aver comunicato più volte in modo ufficiale la necessità di sottoporre il minore al vaccino, una volta verificato che non esistano situazioni di trascuratezza o abbandono del bambino e, tantomeno, di potenziali condizioni patologiche che potrebbero aumentare i rischi di contagio, prevede la comunicazione della decisione al medico curante e al responsabile della scuola frequentata e, nel caso di situazioni di pericolo, anche al Comune di residenza e al Tribunale dei minori. Una volta compiuti i 18 anni, al giovane verranno di nuovo offerte le possibilità vaccinali.

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Una nuova accoglienza all’ospedale Del Ponte http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=299 Tue, 06 May 2014 14:22:56 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=299 Continua a leggere]]>

Un mattoncino importante. Non di quelli che servono a costruire i muri, ma importante per realizzare il progetto dell’ospedale della mamma e del bambino. A mettere la firma la Fondazione Ponte del Sorriso che ha consegnato ai medici del Del Ponte alcuni importanti macchinari e attrezzature varie per un valore totale di 400.000 euro.

Un gesto accolto dal direttore generale dell’azienda Callisto Bravi che ha ringraziato la presidente Emanuela Crivellaro, rappresentante di una comunità che ha dimostrato di avere a cuore questo progetto: la Fondazione, infatti, è risultata la prima in provincia per donazioni legate al 5 per mille. Al suo fianco, però, sono scese anche altre realtà come la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, piuttosto che l’assocazione “Il sorriso di Martina” e il Kiwanis Arona San Carlo. Presente anche Max Cavallari, testimonial della campagna “metti il tuo cuore per il cuore dei bambini”
Grazie a quei contributi, la Fondazione è riuscita a comprare apparecchiature di ultimissima generazione come l’ecocardiografo a immagini 3 e 4 D  General Elettric ( valore commerciale 200.000 euro) consegnato alla dottoressa Alessandra Stiffani visibilmente soddisfatta per l’ulteriore salto qualitativo che la cardiologia pediatrica di Varese, referente per il territorio che va da Como a Novara, potrà fare: « Con questo macchinario migliorerà la diagnostica – ha spiegato il primario – La tempestività e la precisione sono importanti per migliorare la qualità di vita di questi bambini». L’ecocardiografo sarà utilizzabile sui bambini, sui neonati, sui prematuri ma anche nei feti permettendo l’individuazione di cardiopatie anche in età fetale, piuttosto che altre disfunzioni che si manifestano al momento della nascita ( neonato blu).
La Fondazione ha comperato anche un ecografo che amplierà la dotazione della radiologia pediatrica, gli arredi colorati e le attrezzature del triage per il punto di primo intervento, appena riorganizzato e arricchito della stanza di osservazione breve intensiva in attesa che venga realizzato, nel 2016, il pronto soccorso pediatrico.
Sono circa 12.000 ogni anno i bambini che si rivolgono al Del ponte per cure urgenti. Tra questi anche molti piccoli che arrivano al punto di primo intervento o vengono ricoverati anche per problemi otorinolaringoiatrici. Anche per loro c’è un’importante novità, quella che, di fatto, riassume l’intera filosofia del futuro ospedale: la Fondazione Ponte del Sorriso ha regalato anche tutte le attrezzature  per allestire un ambulatorio pediatrico, un punto di appoggio specialistico per i professionisti che, d’ora in poi, si sposteranno dal Circolo per venire a visitare i piccoli al Del Ponte: « Non è più il tempo della sfiducia e del pessimismo – ha rimarcato il dottor Massimo Agosti, responsabile del Dipartimento materno infantile – l’ospedale del bambino e della mamma si sta realizzando. L’otorino è il primo concreto esempio di come si vada verso un’assistenza con al centro i pazienti».

L’offerta di assistenza per permettere ai piccoli di essere curati in un ambiente adatto, dove l’alta professionalità del personale, la tecnologia di ultima generazione si uniscano in un ambiente accogliente e inclusivo, che curi sia la malattia ma anche la voglia di sorridere dei piccoli pazienti.

Lo spazio destinato alle consulenze di otorino è un primo step di un percorso più lungo che mira anche a riportare a Varese la possibilità di effettuare quei piccoli interventi, come tonsille e adenoidi, che oggi sono sacrificati nel nome dell’alta specialità oncologica: « Qui, in futuro, troveranno posto anche questi pazienti. Per l’immediato speriamo di offrire una possibilità a Cittiglio – spiega il direttore Bravi – sappiamo che tonsille e adenoidi sono un problema: abbiamo fatto un sopralluogo da cui potranno arrivare presto buone notizie».
Il Del Ponte cresce nella città e per la città, che ha dimostrato con generosità di volerlo a tutti i costi. Il segnale chiaro è stato inviato alla Regione. 
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Per il piccolo cuore, occorre un cardiologo specifico http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=275 Mon, 17 Mar 2014 14:07:48 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=275 Continua a leggere]]> Il cuore del neonato è diverso da quello dell'audulto

Il cuore del neonato è diverso da quello dell’audulto

Il cuore di un neonato non è il cuore dell’adulto e anche le patologie che lo colpiscono non si assomigliano. Capire la dinamica di questa piccola pompa, valutarne i segnali, individuarne le anomalie richiedono una professionalità specifica. La scelta di puntare sulla cardiologia pediatrica risale al passato: Varese decise di investire nell’area materno infantile costruendo professionalità diverse, ma integrate attorno al bambino. L’Ospedale Del Ponte di Varese volle puntare su questa nicchia della cardiologia, un settore che oggi è punto di riferimento per l’intera provincia di Varese, il comasco e parte del Piemonte orientale. 

Anima e motore della Struttura Semplice Dipartimentale di Cardiologia pediatrica  è la dottoressa Alessandra Stifani che lavora con le colleghe Isabella Ghezzi e Sandra Piantanida. Le tre dottoresse ogni anno svolgono 20.000 prestazioni di cui 13.000 ambulatoriali, ma le liste d’attesa rimangono comunque lunghe. Al loro fianco 6  infermiere coordinate da Antonella Polato e la Sig. Marina Ebbene, amministrativa.

La dottoressa Alessandra Stifani

La dottoressa Alessandra Stifani

«Alla nascita – spiega la dottoressa Stifani – il cuore del bambino deve affrontare  un importante processo di adattamento alla vita extrauterina; infatti durante la vita fetale la circolazione è supportata prevalentemente dalla parte destra del cuore, dopo la nascita dalla parte sinistra con progressivo passaggio al modello di circolazione dell’adulto. Tale processo di adattamento normalmente avviene nei primi giorni di vita, ma talvolta può richiedere  tempi più lunghi. Per questa ragione, anche se tutti i neonati vengono sottoposti ad un attento screening cardiovascolare prima della dimissione dal reparto, si consiglia l’esecuzione di un elettrocardiogramma intorno al primo mese di vita».

L’elettrocardiogramma è un esame di semplice esecuzione e a basso costo, ma in grado di fornire molte informazioni già così precocemente; infatti permette di individuare importanti anomalie “elettriche” del cuore, quali le aritmie, la preeccitazione ventricolare, la Sindrome del QT lungo congenito, ma anche evidenziare indirettamente alterazioni strutturali congenite ancora clinicamente silenti (coartazione aortica progressiva, difetti interventricolari ed interatriali, canale atrio-ventricolare ecc). « Se, al momento dell’esame, noi individuiamo qualche anomalia, immediatamente interveniamo prescrivendo ulteriori indagini come l’ecocardiogramma, l’ECG Dinamico delle 24 ore, sempre associati ad un’accurata valutazione clinica del bambino e della famiglia. E’ noto infatti come la tempestività della diagnosi possa talvolta essere determinante per il decorso favorevole della malattia».

Ogni anno, la Struttura Dipartimentale di Cardiologia pediatrica effettua circa 3500 elettrocardiogrammi neonatali e 3000 ecocardiogrammi di area pediatrica e rimane referente su tutto il territorio sovraprovinciale quando insorgono dubbi o preoccupazioni dalla lettura del referto. Proprio per migliorare il confronto diretto e attenuare le ansie, la dottoressa Stifani e la sua equipe si mettono a disposizione ogni giorno, dal lunedì al venerdì,  con il servizio “L’ora del cuore”” al numero 0332 299458: « Dalle 12 alle 13 apriamo il nostro centralino a pediatri, genitori di pazienti, cardiologi non pediatri, anestesisti, medici dello sport – spiega- Risponde un’infermiera che inquadra il caso e poi lo smista al medico se è un consulto, all’amministrativo se sono pratiche, all’infermiere se è una questione di educazione sanitaria. È un sistema che piace moltissimo: non si fanno né diagnosi, né terapie telefoniche, non si prendono appuntamenti non selezionati, ma azzeriamo gli ostacoli alla comunicazione, favoriamo il rapporto diretto col territorio e facilitiamo l’accesso a casi particolarmente complessi».

La dottoressa Stifani con le colleghe Ghezzi e Piantanida

La dottoressa Stifani con le colleghe Ghezzi e Piantanida

« Noi non ci occupiamo solo di cardiologia dell’età pediatrica, ma continuiamo a seguire i nostri pazienti portatori di cardiopatia congenita anche dopo i 18 anni. Il nostro campo di azione è comunque legato alle problematiche cardiologiche dell’ambito materno infantile, in un clima di collaborazione multidisciplinare: anche le donne cardiopatiche congenite o acquisite in gravidanza sono tenute sotto controllo da noi, come pure in caso di ipertensione durante la gravidanza. E non dimentichiamo i piccoli prematuri, nei quali il monitoraggio dell’adattamento cardiovascolare può essere determinante: abbiamo una grandissima responsabilità anche verso i genitori che devono gestire eventi così imprevisti e destabilizzanti».

Negli ultimi anni, mentre si assiste a una progressiva riduzione di casi di cardiopatie congenite complesse, legata soprattutto all’accuratezza delle indagini prenatali, sta crescendo una particolare attenzione agli aspetti di prevenzione ed educazione al benessere cardiovascolare: «Al Del Ponte abbiamo un’ offerta ambulatoriale ampia: si va dall’ambulatorio per lo studio del soffio, a quello dedicato allo studio dell’ipertensione in età pediatrica e adolescenziale, oltre naturalmente a percorsi specifici per le cardiopatie congenite. Il mio consiglio, comunque, è di rivolgersi sempre al pediatra di riferimento in caso di dubbio: problemi  di cuore possono insorgere anche in seguito a un’influenza o ad una banale tonsillite. Grazie alla collaborazione che esiste sul territorio riusciamo a individuare i casi seri da quelli di lieve entità».

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Morte in culla e ALTE: a Varese il centro di ricerca nazionale http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=263 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=263#comments Wed, 05 Mar 2014 08:17:57 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=263 Continua a leggere]]> Il sonno del neonato

Il sonno del neonato

La morte in culla fa paura. Arriva all’improvviso, inaspettata, senza alcuna logica apparente. Si porta via il bimbo, piccolo neonato che sembra dormire. Colpisce un lattante ogni 700/1000 nati. La scienza sta studiando: ogni volta che si registra un caso di “Sids”, si attiva la macchina della ricerca. La fase più delicata è tra i 2 e i 4 mesi anche se eventi di alto rischio per la vita si possono registrare sin dalla prima settimana di vita.

Tra i pochi centri italiani dove si studia la “Sids” c’è l’ospedale Del Ponte di Varese.

la dottoressa Luana Nosetti

la dottoressa Luana Nosetti

La dottoressa Luana Nosetti è tra i maggiori esperti: ha partecipato alla stesura delle linee guida nazionali ed è la referente in Regione Lombardia: « Non è soltanto un lavoro di indagine – spiega il medico – al nostro ambulatorio multidisciplinare arrivano i genitori in cerca di una risposta. Noi facciamo accoglienza, li ascoltiamo, analizziamo il referto dell’autopsia, un momento molto crudo. Poi, piano piano, li accompagniamo verso l’elaborazione del lutto e del vissuto. Effettuiamo indagini in vista di una nuova gravidanza e, spesso, la coppia rimane legata al Del Ponte anche per la nuova maternità».

Come dicevamo, si parla di Sids per tutti quegli eventi che non trovano apparente soluzioni: « Ci sono, poi, casi di morte per problemi cardiaci o genetici che non si individuano con le indagini prenatali. Per questo motivo, per esempio, si effettua un cardiogramma tra il 25esimo e il 35esimo giorno di vita del bimbo. Se scopriamo il difetto del “QT lungo”, si somministrano farmaci adeguati».

A sostegno del reparto opera l’associazione nazionale “Semi per la Sids” che, a Varese, finanzia la presenza dello psicologo, indispensabile per poter gestire emotivamente il dramma. Varese, quindi, è l’ospedale di riferimento per la Lombardia: alla dottoressa Nosetti spetta il compito di aiutare i genitori di qualsiasi provincia: « Oggi non siamo in grado di prevenire o anticipare la morte in culla. Ci sono, però, linee guida comportamentali, come far dormire il bambino a pancia in su, non coprirlo troppo, non fumare né durante la gravidanza né dopo. Ci sono ulteriori consigli che vanno dalla scelta del materasso che deve essere duro, alle sbarre del lettino che devono essere al massimo distanziate di 5 centimetri, così il capo del piccolo non esce, alla raccomandazione di non riempire lo spazio ove dorme di oggetti imbottiti quali peluches. È invece consigliato l’uso del ciuccio, almeno dal primo mese di vita fino all’anno, perché anteriorizza la posizione della lingua lasciando libere le vie aeree. Il sonno è più leggero, il bambino si risveglia con più facilità ed evita che il bambino si giri a pancia in giù. Questi sono effetti benefici che permangono anche nel caso in cui il bimbo perda il ciuccio durante il sonno»

Il monitoraggio del sonno

Il monitoraggio del sonno

E se per la Sids si tratta di fare ricerca e aiutare a superare il dramma, diversa attività si pratica nell’ambulatorio ove si seguono e curano i casi di “ALTE”, le apnee del sonno che si registrano nel primo anno di vita del bambino: « Si parla di ALTE quando si ha la sensazione che il bimbo stia per mancare: sbianca, perde tono muscolare, appare sul punto di soffocare – spiega la dottoressa Nosetti – In passato si pensava ci fosse una correlazione tra questo evento e la morte in culla, ma gli studi non hanno dimostrato la connessione».

Tra le cause che provocano episodi i ALTE ci sono i rigurgiti, il vomito o anomalie cardiache e problemi neurologici: « Il 50% delle cause, però, è sconosciuto. In questi casi possiamo solo monitorare il bimbo per registrare, durante il sonno, l’attività cardiaca, la saturazione e la respirazione. A volte riusciamo a individuare la causa, ma spesso rimaniamo senza risposta, così prescriviamo alcuni esami per avere un quadro clinico dettagliato e poi avviamo un monitoraggio costante con il polisonnigrafo che i genitori ottengono dall’Asl e che diventa la sentinella del piccolo. Di solito, si tratta di un monitoraggio che dura qualche mese. Togliere questo apparecchio non è semplice perché i genitori entrano in ansia. Anche in questo caso, si procede con cautela, d’intesa con mamma e papà che si preparano gradualmente al distacco del registratore».

Attenzione e cura, comunque, vanno assicurati anche in seguito, soprattutto quando i piccoli entrano nelle comunità: « Noi facciamo corsi alle educatrici dei nidi. La raccomandazione forte è che non si “abbandonino” i bambini durante il sonno: è una fase delicata a non sottovalutare»

È allo studio in Regione Lombardia la realizzazione di un video che fornisca ai genitori i consigli per intervenire in caso di ALTE: anche in questo caso, c’è la regia della dottoressa Nosetti, responsabile di uno dei 5 centri italiani specializzati nell’ALTE. I disturbi del sonno, comunque, si possono presentare anche più avanti: « Noi seguiamo i bambini dai 3 ai 5 anni con apnee ostruttive: russano e vanno in apnea con gravi ripercussioni sulle attività durante la giornata. Si ripercuote sulla vivacità e l’attenzione del bimbo. In questi casi facciamo un’indagine che coinvolge anche l’otorino e il dentista per capire la causa e dare la corretta terapia».

Un’eccellenza di nicchia ma di enorme valore perchè aiuta e conforta nelle devastanti esperienza della vita di coppia.

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I dubbi delle mamme: mangia a sufficienza? http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=203 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=203#comments Wed, 04 Dec 2013 09:18:36 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=203 Continua a leggere]]> L'ambulatorio dell'allattamento al Del Ponte

L’ambulatorio dell’allattamento al Del Ponte

Dopo il parto e l’esperienza in reparto, mamma e bambino rientrano a casa per iniziare il cammino della vita. Può accadere, però, che i primi momenti facciano insorgere un dubbio, una preoccupazione. Ingigantire una difficoltà può creare ansia nella madre e, di riflesso, sul bambino.  All’ospedale Del Ponte, al momento delle dimissioni, madre e figlio ricevono un appuntamento con l’ambulatorio dell’allattamento. È un servizio di supporto e sostegno che svolge Stefania Viero, infermiera pediatrica che accoglie le mamme, le ascolta e risolve i piccoli, grandi dubbi che possono esserci: « Qui arrivano tutte le donne alla prima gravidanza – spiega l’infermiera – Si tratta di un incontro di un paio di ore in cui parliamo di come sta andando, approfondiamo la relazione, verifichiamo come la mamma vive il momento della poppata o il cambio del pannolino».

L'infermiera ostetrica  Stefania Viero

L’infermiera ostetrica Stefania Viero

L’incontro avviene in tempi brevissimi, tre/cinque giorni dopo le dimissioni: « È il momento in cui emerge di più il lato emozionale per cui è bene intervenire con tempestività. Se poi il problema dovesse protrarsi, forniamo i contatti dei consultori nel territorio, dove si trova un servizio di ascolto strutturato».

Il problema più sentito è quello di non avere sufficiente latte, di non alimentare a dovere il neonato. Oppure si lamenta dolore nell’attaccamento al seno: «Spesso, al momento della dimissione è prevista un’aggiunta di latte perché non è ancora arrivata la montata completa. Questo può provocare incertezze: quando il latte arriva, le madri rimangono incerte perché il bimbo aumenta la richiesta di suzione.  Non sempre, però, l’esigenza del bimbo di attaccarsi al seno è una necessità alimentare. Il bimbo ritrova in quell’abbraccio materno, il calore del rapporto vissuto per nove mesi nella sua vita intrauterina. Altra cosa, invece, la capacità della madre di svuotare completamente il seno: è bene sfatare determinati comportamenti che richiedono un’alternanza tra i due seni scandita dal tempo. Il neonato può anche utilizzare il capezzolo come ciuccio, quindi chiede di attaccarsi ma senza succhiare e svuotare il seno. In queste prime settimane sarebbe meglio tenere nel cassetto il ciuccio così che la produzione di latte sia adeguata. L’unico modo per tenere sotto controllo la crescita del figlio è il pannolino che è la fotografia di come il bambino si sta alimentando. Si  ricorre anche alla pesata, intensa non come doppia pesata, ma all’incontro con il neonato viene pesato nudo perché tale controllo, dopo la dimissione, possa essere di verifica della sua crescita».

 Il rapporto mamma bambino va  costruito di giorno in giorno: «Quotidianamente si impara qualcosa, si scopre qualcosa. I cambiamenti sono costanti e le novità sono continue: è un viaggio di conoscenza reciproco. Importante anche il momento del bagnetto e quello del cambio del pannolino. Io osservo tutto: dal momento in cui entrano in ambulatorio a quando escono. Le vedo svestire i propri figli, cambiarli, allattarli. Le madri sono un po’ impacciate, è naturale, perchè si sentono sotto esame. Ma non c’è nulla da insegnare: io le aiuto a ritrovare la sintonia con il bimbo».

Particolare è il caso del parto gemellare: « Sono, in genere, bimbi prematuri e le madri  hanno maggiore difficoltà ad acquistare il ritmo. Si teme di non avere latte a sufficienza ma la ghiandola mammaria reagisce sempre in modo adeguato: se stimolata adeguatamente, assicura il latte per entrambi i bambini. Il rischio maggiore, nei primissimi giorni, è che il piccolo prematuro non riesca ad attaccarsi adeguatamente. In questi casi può essere utile il tiralatte per continuare la stimolazione della ghiandola».

Nell’ambulatorio arrivano, solitamente, le madri. Ci sono, però, anche molti padri che si presentano e vogliono capire se intervengono in modo corretto nella vestizione o nel cambio del figlio.

L’ambulatorio è situato nel padiglione ottagono dell’ospedale Del Ponte: una sala in penombra che accoglie sette poltrone per l’allattamento. Un ambiente tranquillo e rilassante dove le madri vengono rassicurate nel cammino della maternità.

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Il babywearing: un incontro per scoprirne i benefici http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=122 Mon, 07 Oct 2013 13:18:31 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=122 Continua a leggere]]> BimbInFascia_11ottobre13Il Babywearing è un metodo di trasportare il bambino, portandoselo “addosso” . Si effettua con fasce o altri sistemi. È una pratica antica che si può ritrovare in diverse culture.

Ultimamente si sta riscoprendo il valore di questo metodo che permette di mettersi in ascolto e a disposizione rispetto ai bisogni primari del figlio. E il bambino, da parte sua, trova risposta immediata ai suoi bisogni di contatto, calore, nutrimento e affetto con risvolti positivi sul suo sviluppo psicofisico e relazionale. Per il neonato l’essere portato (in braccio o con uno supporto porta bebè che ne rispetti la fisiologia) significa sperimentare innanzitutto l’esperienza del continuum e soddisfare il bisogno primordiale di prossimità con la madre durante la gestazione. Grazie al Babywearing, il neonato può sperimentare sensazioni molto simili a quelle vissute nel ventre materno: contenimento, calore, rumori familiari, movimento ritmico, nutrimento.

Parallelamente,  la mamma, il papà o la persona che accudisce il piccolo ha le mani libere e può dare la giusta dose di attenzioni ai fratelli o portare a termine le proprie incombenze quotidiane con più semplicità.

Il Babywearing viene celebrato in questi giorni durante la sesta Settimana Internazionale dedicata al Portare i Bambini.

Per l’occasione, Il Magazzino in collaborazione con Tabata, lo shop online di Articoli Naturali per mamma e bambino e con la Scuola del Portare di Roma propone, venerdì 11 ottobre,  “BimbInFascia”, un Incontro Informativo Gratuito in cui Virna Benzoni,  illustrerà a genitori in attesa e neogenitori la pratica del Babywearing.

L’incontro si terrà presso la sede de Il Magazzino, in via Armellini 31 a Velate (Varese), alle ore 16. È gradita la prenotazione a info@ilmagazzino.org

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