gravidanza – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Come combattere il caldo: i consigli del Ministero http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=373 Fri, 05 Jun 2015 14:48:31 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=373 Continua a leggere]]> tintarella in gravidanzaIn estate il caldo può rappresentare un rischio per la donna in gravidanza. Se aspetti un bambino è importante sapere quali precauzioni puoi adottare per difendere la tua salute e quella del tuo bambino.

IL TUO CORPO STA CAMBIANDO…
In gravidanza, il corpo della donna va incontro ad una serie di cambiamenti fisiologici: l’aumento del volume del sangue materno per un adeguato flusso sanguigno alla placenta, richiede una sufficiente idratazione.Il caldo può essere causa di disidratazione, con la  perdita, attraverso la sudorazione, di liquidi e sali minerali, preziosi per l’equilibrio materno-fetale.

Quali sono i sintomi della disidratazione?

• sete intensa
• crampi muscolari, soprattutto di notte
• debolezza
• vertigini
• palpitazioni
• ansia
• pelle e mucose asciutte
• abbassamento della pressione arteriosa

Cosa fare?
• Reintegra i liquidi persi bevendo acqua in  abbondanza o altre bevande.
• Se i tuoi sintomi non migliorano, contatta il tuo  ginecologo di fiducia.

IL GRANDE CALDO È PERICOLOSO PER ME E PER  IL MIO BAMBINO?
Alcuni recenti studi suggeriscono che durante le ondate di calore è più elevato il rischio di nascite premature, in quanto il caldo può aumentare il livello di alcuni ormoni che inducono le contrazioni ed il parto.
Le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro.
Nelle grandi città, quando fa molto caldo ed aumentano i livelli di inquinamento dell’aria, il rischio di parto prematuro può essere ancora più elevato.

CONSIGLI UTILI PER VIVERE L’ESTATE SERENAMENTE E SENZA RISCHI
• Bevi almeno 2 litri di acqua al giorno e segui le  indicazioni del tuo medico curante per evitare il  rischio di disidratazione.
• Limita il consumo di bevande gassate o  zuccherate, l’assunzione di tè e caffè. Evita  bevande molto fredde e bevande alcoliche.
• Cura l’alimentazione, fai pasti leggeri,  ricchi di acqua (frutta e verdura fresca).
• Fai attenzione alla corretta preparazione e  conservazione dei cibi.

Durante le ondate di calore
• Migliora il microclima della tua abitazione  oscurando le finestre dove batte il sole con tende,  persiane, veneziane o altri accorgimenti.
• Chiudi le finestre durante il giorno (specialmente  quando batte il sole), aprendole durante le ore più  fresche della giornata. Trascorri le ore più calde  nella stanza più fresca della casa.
• Se possiedi un condizionatore, regola la  temperatura tra i 24 e i 26 gradi; evita l’uso  contemporaneo di elettrodomestici che  producono calore e consumano energia.
• Se sei accaldata, fai bagni e docce con acqua  tiepida, bagna viso e braccia con acqua fresca.
• Indossa indumenti leggeri.

All’aperto
• Evita di uscire nelle ore più calde della giornata  e di passeggiare lungo strade trafficate, dove i  livelli di inquinamento sono più elevati.
• Proteggi la pelle del viso con creme solari ad alto  fattore protettivo.

Se parti in vacanza
• Programma i viaggi informandoti sulle previsioni  del rischio ondate di calore nel luogo di  destinazione.

Se vai al mare
Puoi prendere il sole ma con alcune precauzioni; è consigliabile esporsi solo nelle ore meno calde del giorno (la mattina presto o il tardo pomeriggio), utilizza sempre creme protettive per evitare scottature e la comparsa di macchie scure sulla pelle (più frequenti in gravidanza a causa delle modificazioni ormonali). Fai passeggiate a piedi nudi sul bagnasciuga per favorire la circolazione sanguigna.

Se il tuo bambino nasce in estate
Ricordati che i lattanti e i bambini piccoli si adattano meno facilmente dell’adulto alle elevate temperature: se il tuo bambino nasce in estate proteggilo dal caldo e dal sole. I danni causati dai raggi solari sono particolarmente pericolosi per i lattanti e i bambini piccoli. È bene sapere che, anche sotto l’ombrellone, non si è protetti dal caldo, né dai raggi solari.
Durante un’ondata di calore, è consigliabile controllare regolarmente la temperatura corporea del tuo bambino e, se necessario, rinfrescare delicatamente il suo corpo con una doccia tiepida o con panni umidi.

IL TUO CONTRIBUTO PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Anche tu puoi contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, nelle tue azioni quotidiane, ad esempio evitando gli sprechi energetici in casa, scegliendo mezzi di trasporto ecosostenibili (mezzi pubblici, bicicletta, a piedi), mangiando meno cibi trasformati dall’industria.

LA MIA CASA PUÒ PROTEGGERMI DAL CALDO?
Puoi ristrutturare la tua casa usufruendo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, rendendo così la tua casa più eco-sostenibile, risparmiando sui costi della bolletta e migliorando l’isolamento termico, sia in estate che in inverno.

Consulta il sito http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/tecnologie.htm

Per saperne di più

Per essere informata sul rischio associato alle ondate di calore consulta il sito del Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/caldo.html

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Ci sono contrazioni e contrazioni: impariamo a conoscerle http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=349 Mon, 13 Oct 2014 14:05:13 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=349 Continua a leggere]]> contrazioni doglieIl ventre si contrae, si indurisce, resta in tensione per qualche minuto e poi torna a rilassarsi. Chi è in attesa ed ormai prossima al parto, conosce bene questi movimenti: si tratta delle contrazioni di “Braxton Hicks” importanti perchè preparano il collo dell’utero all’espulsione: « Concretamente – spiega la professoressa Antonella Cromi ginecologa della clinica ostetrica al Del Ponte di Varese – si tratta dell’accorciamento delle fibrocellule muscolari che formano la parete dell’utero. La loro funzione è quella di modificare e dilatare la cervice uterina e far progredire il bimbo verso il canale del parto».

Le contrazioni di Braxton Hicks cominciano ad avvertirsi circa sei settimane prima del termine e lavorano per rendere più morbido e cedevole il collo dell’utero. Sono, in genere, fastidiose ma mai dolorose e per questo si differenziano da quelle che determinano l’inizio del travaglio.

La dottoressa Cromi è responsabile dell'ambulatorio di gravidanza patologica

La dottoressa Cromi è responsabile dell’ambulatorio di gravidanza patologica

Già prima di quest’epoca di gravidanza, comunque, la donna può avvertire l’indurimento dell’utero. Si tratta di reazioni a stimoli esterni: « Sin dal secondo trimestre – spiega la professoressa Cromi – si avvertono a volte irrigidimenti della parete uterina: così l’utero replica a stimoli esterni come la stanchezza, lo stress, il sesso, ma anche interni quando il feto è particolarmente vivace e si muove molto. Queste contrazioni non sono mai dolorose e, soprattutto, sono sporadiche e non pericolose. Potrebbero essere un monito se si è esagerato un po’ troppo nel corso della giornata e si arriva a sera stanchi. In questi casi è sufficiente rallentare i ritmi e permettere al corpo di riposare adeguatamente. Ribadisco: queste contrazioni sporadiche e non dolorose sono del tutto innocue e non inducono al travaglio pretermine».

Altra cosa, quindi, le contrazioni che preparano alla nascita: « Sono francamente fastidiose e anche dolorose e, soprattutto, sono regolari: iniziano lentamente, arrivano all’apice e poi recedono lasciando un intervallo di tempo libero. Quando questo tempo di quiete si accorcia, ci si avvicina al travaglio, che entra nel vivo quando l’attesa tra una contrazione e l’altra scende sonno i dieci minuti».

Se le contrazioni diventano dolorose, regolari e con un intervallo di attesa inferiore a 10 minuti è ora di recarsi in ospedale: « Farei un’importante distinzione – specifica la ginecologa – nel caso di primo figlio, i tempi sono decisamente più lunghi e c’è tutto il tempo di prepararsi con calma al trasferimento in ospedale. Il secondo figlio, invece, ha di solito tempi più brevi. Nel caso di parto gemellare, infine, le tempistiche non cambiano, ma in questi casi, però, l’attenzione è più alta perché, in genere, la nascita avviene pretermine».

Dopo il parto l’utero continua il suo movimento contraendosi per espellere anche la placenta. Si tratta di una contrazione non dolorosa ma costante, fondamentale per evitare che vi siano eccessive perdite di sangue dopo che la placenta si è staccata dalla parete uterina.

Indurimenti si possono continuare a sentire anche successivamente durante il puerperio: nel caso di primo figlio si tratta di contrazioni sporadiche che non fanno male, ma che diventano un po’ più dolorose nel caso di secondo, terzo figlio. Si tratta della fisiologica involuzione dell’utero che dopo la gravidanza deve ritornare piccolo, delle dimensioni pre-gravidiche. Questi “assestamenti” dell’utero si avvertono nei primi giorni dopo il parto, soprattutto in concomitanza con l’allattamento (allattando viene prodotta ossitocina che fa contrarre l’utero) e generalmente sono ben tollerati, senza necessità di dover assumere analgesico.

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Arriva l’estate e sono incinta http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=312 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=312#comments Thu, 26 Jun 2014 14:22:32 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=312 Continua a leggere]]> tintarella in gravidanzaCaldo, afa, tintarella. Torna l’estate ma non è l’estate di sempre. La dolce attesa può complicare le tradizionali abitudini? « Assolutamente no – spiega il professor Fabio Ghezzi, primario della clinica ostetrica e ginecologica del Del Ponte a Varese – È una stagione normale in cui si deve prestare attenzione ma per piccole situazioni. Per esempio: rinunciare ai bagni di sole. La produzione di ormoni legata alla maternità può provocare macchie sulla pelle, soprattutto sul volto. È consigliabile evitare l’esposizione alla luce o, tutt’al più, utilizzare creme solari a protezione totale, che, però, non sempre assicurano il risultato. Non c’è alcun rischio per il bambino né, tantomeno, per la donna. È solo un inestetismo».

Il professor Ghezzi è responsabile della clinica ostetrica e ginecologica al Del Ponte

Il professor Ghezzi è responsabile della clinica ostetrica e ginecologica al Del Ponte

Non ci sono controindicazioni per il bagno: « Si può nuotare quanto si vuole, in ogni tipo di acqua: il rischio di infezioni non esiste. Attenzione, però, che la maternità aumenta la possibilità di contrarre vaginiti per la presenza di sale o sabbia: è consigliabile, quindi, fare la doccia subito dopo essere usciti dall’acqua».

Le regole dell’alimentazione sono uguali a quelle generali della dieta estiva : « Soprattutto frutta e verdura con pochi carboidrati complessi e poca carne. È preferibile mangiare legumi al posto delle bistecche. Oppure pesce. Ed è bene ricordarsi di bere sempre tanta acqua».

L’attività fisica ne risente?
« Assolutamente no. In gravidanza si tende ad avere la pressione bassa per cui è bene evitare sforzi perchè aumenta il rischio di svenire. Per il resto è bene muoversi senza pensieri: nuotate, camminate. Tutto nei limiti della propria sicurezza: ricordate che, dopo la dodicesima settimana, le ossa del bacino non proteggono più l’utero, quindi si devono evitare attività che mettano a rischio la propria incolumità».

E per gli spostamenti? cosa preferire?
« Treno, aereo macchina. Non c’è distinzione. Fino alla 34esima settimana è possibile volare senza problemi, anche se è consigliabile verificare prima con la compagnia se ci sono restrizioni particolari. Anche l’auto va benissimo purchè si programmino soste frequenti dove sgranchirsi un po’. Insomma: le vacanze devono essere vissute non come un problema ma con un po’ di buon senso: si può partorire anche in villeggiatura, basta rimanere vicino a strutture attrezzate. L’isola deserta la escluderei…»

E le zanzare? si possono usare i repellenti?
« Certamente. Non esistono controindicazioni»

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Inseminazione artificiale: lo scambio di embrioni al Del Ponte è impossibile http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=295 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=295#comments Thu, 17 Apr 2014 12:40:02 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=295 Continua a leggere]]> gravidanza and her husband in heart shape on her beIl desiderio di maternità fino a dove si può spingere? La notizia dello scambio di embrioni alla clinica di Roma ha sollevato questioni etiche e morali molto importanti. Questioni che sono ben presenti all’ospedale Del Ponte di Varese, centro sull’infertilità di secondo livello, unico pubblico in provincia: « L’errore umano è sempre possibile – commenta il professor Fabio Ghezzi – primario della clinica ostetrica e ginecologica – ma posso assicurare che si tratta di possibilità assolutamente residuali, eccezionali. Tutto il processo è sottoposto a continui controlli. Noi abbiamo un medico e due biologhe che verificano i singoli passaggi dalla raccolta di ovociti e liquido seminali sino all’impianto. Ogni singolo passaggio viene identificato con il nominativo della madre e ci sono procedure specifiche nei casi di omonimia».

Il professor Fabio Ghezzi

Il professor Fabio Ghezzi

Il centro varesino lo scorso anno ha effettuato 472 procedure di secondo livello, in cui l’embione viene ottenuto fuori dal corpo materno, e 204 di primo livello in cui si preleva il liquido seminale, lo si rende adatto e lo si introduce nell’utero femminile: « Quest’anno abbiamo un aumento dell’attività. Siamo già a 180 procedure di secondo livello e 70 per il primo. La percentuale di successo si aggira attorno al 30%, un dato che ci equipara a tutti i centri del mondo. La lista d’attesa è di almeno 6 mesi».

Possibilità di scambio praticamente nullo, quindi? « Mi sento di rassicurare tutte le coppie che si sono rivolte a noi. Ma la stessa garanzia la si ritrova in tutti i centri pubblici di secondo livello, dotati di alta tecnologia. I controlli sono molteplici e ripetuti nel corso di ogni fase del procedimento. Le provette negli incubatori sono disposte in modo tale da rendere difficoltoso l’errore».

Come tutti i centri italiani, anche al Del Ponte si effettua solo l’inseminazione omologa, dove l’ovulo e il liquido seminale appartengono alla coppia dei genitori. La Corte Costituzionale ha recentemente abolito la parte della legge 40 che impone l’esclusione della donazione. Come cambia, dunque, l’attività dell’Ambulatorio di Infertilità? « Per ora siamo in attesa – spiega il professor Ghezzi – non è una questione tecnica perchè impiantare l’ovocita dei genitori o donato da terzi non comporta alcuna variazione. Il campo, però, ha tantissime implicazioni di natura legislativa che vanno chiarite: chi sono i donatori? li si retribuisce? come avvengono i controlli?  come fare gli screening, quale privacy garantire al nascituro, il silenzio oppure la condivisione dell’informazione della donazione? Insomma, ci sono aspetti etici, morali, ma anche economici e organizzativi che il legislatore dovrà chiarire. Una volta definite le norme, anche il centro di Varese adotterà la nuova legislazione e procederà nei modi che verranno stabiliti».

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Dieta vegetariana o vegana anche in gravidanza http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=288 Tue, 08 Apr 2014 07:01:42 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=288 Continua a leggere]]> Dieta vegana

Dieta vegana

Dieta vegetariana o vegana in gravidanza? Questo regime alimentare è indicato in questa fase particolare della vita? Non esiste alcuna controindicazione per queste particolari diete alla gestazione. « È essenziale, però – spiega la dottoressa Elena Consolaro – che sia ben bilanciata». La dottoressa, medico di medicina generale è anche nutrizionista esperta di questo tipo di alimentazione: « Non c’è una diffusa cultura e non ci sono riferimenti ufficiali italiani. Ma gruppo di specialisti ha applicato le linee guida nordamericane (USA e Canada) alla nostra cucina stabilendo criteri che sono rintracciabili sul sito www.scienzavegetariana.it.».

Nonostante sia ancora una nicchia, la dieta vegetariana o vegana sta conquistando favori crescenti per i benefici che assicura sullo stato di salute generale, in particolare sulla prevenzione delle malattie croniche, anche se la maggior parte delle persone che sceglie di alimentarsi in questo modo lo fa per motivazioni etiche ed ambientalistiche (minore impatto sulle risorse ambientali, rispetto degli animali).

vegetarianaDurante la gravidanza ogni donna deve nutrirsi in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire, nel contempo, ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi nella maniera migliore e l’alimentazione a base vegetale è in grado di garantire tutto ciò (come ribadito più volte nelle posizioni ufficiali dell’American Dietetic Association) ma bisogna porre alcune adeguate attenzioni.
I pasti devono essere ben bilanciati e costituiti da verdure, cereali e buona fonti di proteine
(uova, derivati del latte, legumi e frutta secca). Anche la totale esclusione di cibi di derivazione animale (come avviene nella dieta vegana) può permettere l’organizzazione di una dieta completa, a patto di prestare alcune doverose attenzioni : «Potrebbe essere necessario assumere alcuni minerali e vitamine come integrazione. Parliamo, per esempio, della vitamina B12 che, essendo di origine animale, va sempre integrata nel caso di diete vegan cioè che escludono l’utilizzo anche di derivati animali (miele, uova e latticini). Sono utili anche integrazioni di acido folico ( come in tutte le gravidanze, anche se le donne vegetariane e vegane hanno di solito assunzioni di folati superiori al resto della popolazione). A volte occorre anche integrare il ferro (quello di origine vegetale è meno assorbibile e pertanto queste donne hanno un fabbisogno aumentato) ma questo va valutato caso per caso, in base alle riserve di ferro della singola gestante. Altro nutriente critico soprattutto delle diete vegan potrebbe essere il calcio il cui fabbisogno nelle gravide è aumentato, motivo per cui occorre scegliere con grande attenzione gli alimenti del mondo vegetale molto ricchi di questo minerale (es. mandorle, semi di sesamo, verdure a foglia verde…) e bere acqua ad elevato contenuto di calcio. Infine i preziosi grassi omega 3, importanti per lo sviluppo e maturazione del sistema nervoso fetale, sono contenuti anche nelle diete vegetali, ma pare che al feto giungano solo alcuni tipi (quelli a catena lunga) quindi contenuti nelle alghe e che potrebbe essere molto utile una adeguata integrazione di questi in gravidanza.

In genere, chi si avvicina a questo tipo di dieta cerca informazioni e non si avventura a cuor leggero: « Orientarsi tra tutto ciò che si trova in rete non è sempre facile. D’altro canto, come dicevamo prima, non esiste ancora una cultura diffusa della dieta vegetariana o vegana in Italia, anzi spesso ci sono opinioni superficiali e alle volte preconcetti, e non ci sono molti specialisti a cui affidarsi.

La società italiana di nutrizione vegetariana presieduta dalla dottoressa Luciana Baroni – è riuscita però a stendere delle linee guida per gli italiani vegetariani (Vegpyramid, esistono dei testi stampati) e organizza corsi di formazione qualificata. Addirittura da 3 anni è riuscita presso l’università politecnica delle Marche ad organizzare un master in alimentazione vegetariana e vegana che forma esperti (master appunto che ho fatto anche io), per favorire una diffusione di una corretta cultura su tale argomento».

In qualsiasi fase della vita, dalla crescita nei bambini fino alla gravidanza e all’allattamento, non esistono controindicazioni a un’alimentazione basata solo su vegetali ( più o meno rigida a seconda che si voglia seguire la dieta vegana). L’importante è fare attenzione a ciò che si mangia. E questo è un consiglio che non riguarda solo la fase di crescita del feto, ma anche i possibili problemi che possono insorgere nella donna. Se si compie questa scelta alimentare conviene dunque organizzare con molta cura i pasti e la giornata alimentare; il ginecologo dovrà monitorare con attenzione i livelli di ferro e vitamina B 12 in queste pazienti. Anche il peso corporeo va, sempre controllato perché non superi i parametri medi stabiliti. Non esiste un valore assoluto ottimale di incremento ponderale materno uguale per tutte le donne. Le donne vegetariane e vegane hanno però di solito meno problemi di eccessivo incremento ponderale in gravidanza; gli studi hanno dimostrato che una adeguata dieta anche a base esclusivamente vegetale consente alla gravida adeguato incremento ponderale e normali pesi alla nascita dei bimbi. Durante la gravidanza e l’allattamento, la nutrizione non dovrà attenersi a un semplice incremento della quota energetica quindi, ma rispettare varietà e intercambiabilità degli alimenti e nel caso si seguano questi regimi alimentari anche le dovute attenzioni ai nutrienti critici (ferro, calcio, vitamina b12, omega 3).

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La dieta in gravidanza: quanto e cosa mangiare http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=184 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=184#comments Mon, 25 Nov 2013 14:09:28 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=184 Continua a leggere]]> Cosa mangiare in gravidanza

Cosa mangiare in gravidanza

Durante la gravidanza ogni futura madre deve nutrirsi in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire, nel contempo, ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi  nella maniera migliore. L’alimentazione corretta rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la normale evoluzione sia della gravidanza sia dell’accrescimento del feto: quantità e qualità del cibo e delle bevande vanno scrupolosamente controllate. Ne parliamo con la dottoressa Marilena Battaglia, dietista dell’azienda ospedaliera di Varese

«L’alimentazione in gravidanza non deve discostarsi molto da quella che dovrebbe essere seguita in ogni altro periodo della vita – spiega la dottoressa Battaglia – con la differenza che l’apporto calorico deve essere più alto e che alcuni nutrienti particolari devono sempre essere presenti. La dieta è molto importante per la fisiologica evoluzione della gravidanza, del parto e del puerperio. Quindi è bene assumere una corretta quantità di calorie e fare una scelta qualitativa degli alimenti».

Il peso corporeo va, dunque, sempre controllato perché non superi i parametri medi stabiliti. Non esiste un valore assoluto ottimale di incremento ponderale materno uguale per tutte le donne.
Tra le gestanti, alcune hanno bisogni calorici e proteici particolarmente elevati:
 le gravide con età inferiore ai 18 anni;
 le pluripare;
 le gravide con precedenti di malnutrizione (ad es. regimi dimagranti).L’aumento di peso durante la gravidanza dipende dall’indice di massa corporea (BMI o IMC) della madre al momento del concepimento.

La dottoressa Marilena Battaglia

La dottoressa Marilena Battaglia

Durante le prime 10 – 12 settimane di gravidanza il peso materno resta pressoché immutato, per poi aumentare nel secondo e terzo trimestre. A partire dal quinto mese, l’aumento di peso tende a stabilizzarsi, oscillando tra un minimo di 200 grammi ed un massimo di 400 grammi per settimana. Il peso deve essere calcolato sulla base dello stato nutrizionale materno pregravidico.

L’incremento ponderale in un soggetto normopeso al concepimento, nei nove mesi di gestazione dovrebbe essere intorno ai 11,5 – 16 kg; se è invece sovrappeso  dovrà essere contenuto tra 7 e 11,5 kg; nelle donne sottopeso è auspicabile l’incremento di 12,5 – 18 kg.
Bisogna prendere l’abitudine di pesarsi sempre sulla stessa bilancia alla stessa ora del giorno, preferibilmente al  mattino, a digiuno, dopo aver svuotato la vescica.

L’eccessivo aumento di peso al momento del concepimento o durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza comporta un affaticamento per la madre e può predisporre al diabete ed alla gestosi, condizione tossica nella quale compaiono una serie di alterazioni quali l’aumento della pressione arteriosa, comparsa di proteine nelle urine, comparsa di edemi. Inoltre può favorire altre condizioni spiacevoli, quali smagliature cutanee, varici alle gambe.

Durante la gravidanza e l’allattamento, la nutrizione non dovrà attenersi a un semplice incremento della quota energetica, ma rispettare varietà e intercambiabilità degli alimenti.

E’ necessario che una donna in età fertile segua una dieta sempre e comunque adeguata al suo peso e alla sua età, per non trovarsi “svantaggiata” metabolicamente all’inizio della gravidanza, periodo in cui si preparano anche le riserve energetiche di deposito che verranno utilizzate durante l’allattamento.

Va tenuto presente che lo sviluppo del bambino è influenzato dalla nutrizione della futura madre ancor prima del concepimento.

CONSIGLI GENERALI DURANTE LA GRAVIDANZA
E’ bene fare pasti piccoli e frequenti evitando lunghi periodi di digiuno durante la giornata e la notte (tre pasti più due piccoli  spuntini durante il mattino ed il pomeriggio).
È opportuno mangiare lentamente evitando così l’ingestione di aria che può dare senso di gonfiore addominale e distribuire i cibi più calorici al mattino ed a pranzo (evitandoli possibilmente nei giorni in cui la  attività fisica è molto ridotta).

 Consumo generoso di latte, come tale o aggiunto ad altri alimenti, per il suo contenuto di proteine ad alto valore biologico, di calcio, fosforo, magnesio, Vit. A e Vit. D. Se il latte non dovesse essere ben tollerato è possibile consumare lo yogurt in quanto presenta lo stesso valore nutrizionale del latte da cui deriva, eccetto che per l’assenza di lattosio.

 Evitare il consumo di grassi animali (burro, lardo): preferire olio extravergine d’oliva o di semi di soia o di mais (attenzione alle quantità perché ipercalorico), togliere sempre il grasso visibile degli alimenti.

 Al fine di prevenire un eccessivo incremento di peso si consiglia di limitare il consumo di carboidrati semplici (zucchero, dolci, gelati); preferire gli zuccheri complessi quali pasta, pane, patate, legumi. Se ben tollerati consumare gli alimenti integrali che oltre a dare un maggior senso di sazietà, facilitano le funzioni intestinali (durante la gravidanza si può presentare una tendenza alla stitichezza), migliorano l’equilibrio glicemico, rallentano l’assorbimento di colesterolo e ne aumentano l’eliminazione.

 Consumo giornaliero di carne o pesce o uova o formaggi, in quanto apportano proteine preziose per l’accrescimento fetale.

  1. CARNI
    Le carni apportano proteine, ferro e vitamine. Tra le carni preferire quelle magre tipo vitello, vitellone, manzo magro, pollo, tacchino, cavallo, cucinate alla griglia o al forno o al vapore. Tra i salumi preferire quelli più magri tipo prosciutto crudo magro e bresaola.

N.B. SE NON IMMUNI ALLA TOXOPLASMOSI: E’ VIETATO CONSUMARE CARNI CRUDE COMPRESI ANCHE I SALUMI CRUDI ( ES. PROSCIUTTO CRUDO). INOLTRE E’ INDISPENSABILE LAVARE ACCURATAMENTE FRUTTA E VERDURA.

Preferire i pesci magri tipo sogliola, merluzzo, nasello, trota, palombo, dentice, orata, cucinati alla griglia o al cartoccio o in umido o al vapore.
Evitare i pesci conservati sott’olio o in salamoia (es. tonno).
Limitare il consumo di molluschi o crostacei in quanto ricchi di colesterolo e di sodio. I pesci oltre ad essere ricchi di proteine, sono importanti in quanto apportano fosforo, iodio ed acidi grassi polinsaturi di cui le strutture nervose, visive e corticali del bambino necessitano.

UOVA
Concesse non più di due uova alla settimana, cucinate alla coque o in camicia o in frittata cotta al forno o in padelle antiaderenti (quindi senza condimenti). Le uova sono ricche di proteine, vitamine (A,B1,B2) e di sali minerali (ferro, potassio, zolfo, magnesio).

FORMAGGI
Non mangiare formaggi molli come la feta, il brie, il camembert, formaggi con le venature come il gorgonzola. Questo tipo di formaggi sono meno acidi e più umidi dei formaggi stagionati e costituiscono il terreno ideale per la crescita di alcuni batteri. I formaggi stagionati, quelli a pasta filata come la mozzarella, quelli pastorizzati come i formaggini, i formaggi in crema (tipo philadelphia) e i cottage cheese (tipo yocca) si possono mangiare tranquillamente. Il formaggio é indispensabile in quanto oltre ad essere ricco di proteine nobili fornisce il calcio necessario all’organismo.
N.B. E’ anche ricco di grassi (non bisogna quindi abusarne) e di sale (da evitare in caso di ipertensione cronica).

VERDURA E FRUTTA
Consumare giornalmente verdura cruda o cotta e frutta di stagione, fresca o cotta, frullata o spremute. Tali alimenti apportano vitamine, sali minerali e fibra.

ACIDO FOLICO
I fabbisogni di acido folico aumentano per incremento di produzione dei globuli rossi. Le scarse quantità presenti nei cibi non sono sufficienti a coprirne l’aumentato fabbisogno in gravidanza. E’ molto utile sia per l’organismo materno che per l’embrione e il feto (facilita uno sviluppo regolare e previene alcune sindromi malformative precoci). E’ opportuna una sua integrazione dietetica sin dai primi momenti della gravidanza (meglio iniziare se possibile nel periodo antecedente il concepimento fino al terzo mese di gravidanza)

SUGGERIMENTI ANTI-NAUSEA
Al mattino mangiate cibi secchi croccanti tipo crackers, fette biscottate, pane tostato evitare cibi  ricchi di acqua o liquidi. Questo piccolo accorgimento potrebbe consentire di superare la crisi mattutina e di poter assumere cibi tradizionali nel resto della giornata.

COSA EVITARE O LIMITARE
Evitare alcolici e superalcolici  (dannosi per madre e feto), concesso mezzo bicchiere di vino ai pasti.
Evitare i dolcificanti di sintesi.
Evitare salumi ed insaccati in genere carne e pesce crudi, frutti di mare, uova crude.
Evitare cibi piccanti , affumicati, eccessivamente salati.
Ridurre i dolci al fine di contenere l’aumento ponderale.
Limitare il consumo di thè, caffè, bevande contenenti caffeina (coca-cola).
Non fumare.
Non assumere farmaci senza consultare il medico.

VITAMINE E GRAVIDANZA

 

Vitamina Alimenti 
B12Per la formazione dei globuli rossi Uova – fegato – carne – formaggio
ACIDO FOLICOPer la formazione dei globuli rossi e la prevenzione dei difetti del tubo neurale(spina bifida) Lievito – verdure a foglie verdi(spinaci, cavolette di Bruxelles, broccoli), fagioli, piselli, cavoli, patate e cavolfiori – cereali integrali – frutta (kiwi, arance ed altri agrumi) – fegato
APer la crescita fetale Verdura e frutta di colore giallo-arancione e verde scuro – latte – burro – fegato – uova – carote   broccoli – spinaci
DPer lo scheletro del feto eL’assorbimento del calcio Uova – latte e derivati – sardine – olio di fegato di merluzzo – tonno – salmone
CPer aumentare l’assorbimento del ferro  Pomodori – peperoni – insalate verdi – frutta (agrumi, fragole, kiwi, ribes)

MINERALI E GRAVIDANZA

MINERALI E GRAVIDANZA

 

Minerale Alimenti
CALCIO latte – formaggio – verdure – legumi
FOSFORO uova – latte – formaggi – cereali integrali – carni – pesci
FERRO carni – uova – legumi – cereali integrali – verdure verdiil ferro che viene meglio assorbito è quello contenuto nelle carni
MAGNESIO latte – cereali integrali – verdure verdi

LE FIBRE (alimenti integrali, crusca, ecc.) rallentano l’assorbimento di sali minerali e vitamine.

 

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Ipertensione e diabete in gravidanza. Cosa fare? http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=150 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=150#comments Tue, 22 Oct 2013 06:57:26 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=150 Continua a leggere]]> La voglia di maternità può venir esaudito anche se c'è una malattia

La voglia di maternità può venir esaudito anche se c’è una malattia

Una malattia cronica può ostacolare una gravidanza? Sono molti i motivi che possono impedire a una donna di rimanere incinta. Ci sono patologie, però, che non ostacolano il percorso di procreazione ma solo richiedono un controllo più attento della fase di crescita.

Parliamo, per esempio, del diabete e dell’ipertensione, due patologie che non precludono a una donna di diventare madre, a patto che  si attenga alle prescrizioni precise e attente di specialisti, sia ginecologi sia diabetologi sia cardiologi.

Roberto Puricelli, primario dell'unità operativa di ostetricia al Del Ponte

Roberto Puricelli, primario dell’unità operativa di ostetricia al Del Ponte

« All’ospedale Del Ponte abbiamo un ambulatorio dedicato alla gravidanza patologica –  spiega il responsabile dell’unità operativa ostetrica ginecologica dottor Roberto Puricelli – che lavora insieme allo staff medico di altre specialità. Appena arriva una donna affetta da diabete precedente la gravidanza, per esempio, viene seguita e controllata da entrambe le equipe, con visite più frequenti rispetto a un percorso di crescita fisiologica. I rischi sono legati alla crescita del bimbo che può essere eccessiva o minima, con tutta una serie di ripercussioni anche sul sistema della microcircolazione».

Non sempre, la madre è a conoscenza della propria malattia diabetica, può accadere che ci si accorga dai controlli del sangue: « Di solito – spiega il primario – chi ha avuto il diabete nella prima gestazione è a rischio anche in quelle successive. La scoperta, dunque, riguarda chi è al primo figlio e non è mai stato diabetico».

Si può averne evidenza già alla XVI settimana di gestazione ma, più frequentemente, si ha alla XXIV quando si richiede , come esame, la curva glicemica: « Si ritiene diabetica la donna che presenti valori superiori a 93 . In questo caso, la gravidanza diventa a rischio e la paziente viene affidata ai diabetologi, solitamente alla dottoressa Romano dell’equipe del professor Bartalena. Vengono prescritti la dieta da seguire e l’eventuale ricorso all’insulina.  Da parte nostra, proseguiamo con il monitoraggio di madre e feto, la sua crescita, i valori del liquido amniotico, i potenziali problemi al microcircolo e ai reni».

Nel caso il diabete non sia ben controllato, soprattutto in pazienti che assumono insulina, si decide di anticipare il parto, inducendo il travaglio a 38 settimane o programmando il taglio cesareo se questo non è possibile ( feto in presentazione podalica per esempio).

« Mai sottovalutare il diabete perché il rischio sono complicanze molto gravi tanto per la madre che per il nascituro».

In generale bisogna ricordare che una donna con fattori di rischio o patologia, preesistenti alla gravidanza, come per esempio obesità, età superiore ai 40anni, fumo di sigaretta, diabete mellito, ipertensione arteriosa cronica, malattie autoimmuni, va valutata molto attentamente nel corso della prima visita per mettere in atto eventuali controlli clinici, ecografici o anche farmacologici atti a scongiurare eventuali complicanze.

L'aspirinetta viene indicata  in caso di gravidanza con diabete o ipertensione

L’aspirinetta viene indicata in caso di gravidanza con diabete o ipertensione

« Le nuove linee guida internazionali, suggeriscono l’utilizzo dell’aspirinetta proprio come profilassi delle complicanze nel caso di una donna gravida con diabete antecedente, ma anche se si è in presenza di ipertensione cronica, o patologia ipertensiva severa nella precedente gravidanza , patologia renale cronica o malattie autoimmuni».

L’aspirinetta si può assumere dalla dodicesima settimana se la donna soffre di ipertensione cronica: « L’ipertensione insorge se i valori pressori sono superiori a 90 di minima e 140 di massima, e la rilevazione è avvenuta in un momento di tranquillità. In questi casi, la donna effettua i controlli sia con i ginecologi sia con i cardiologi».

Una donna, però, può sviluppare l’ipertensione durante la gestazione: « Appena rileviamo valori anomali, ricerchiamo le cause per capire se l’ipertensione è pregressa. Nel caso sia legata alla gravidanza, dobbiamo monitorare costantemente donna e feto per evitare di arrivare all’eclampsia.I sintomi più tipici sono rialzi pressori associati a edemi ( gonfiori) alle caviglie e agli arti inferiori e alla presenza di proteine nelle urine».

I monitoraggi continui permettono di tenere sotto controllo lo sviluppo del feto: se il bimbo non ne risente, la gravidanza procede purché i valori si mantengano tra i 90-140 e i 110-160. In caso questi valori siano molto altalenanti e il livello di proteine cresca nelle urine si interviene con il parto cesareo d’elezione: “ Anche in questo caso, se si è alla 34esima settimana si interviene, se la settimana è la 29esima, per esempio, preferiamo ospedalizzare e portare avanti al massimo la gravidanza assistendo assiduamente la donna».

Gravidanze particolarmente monitorate si hanno anche nel caso in cui la madre sia affetta da ipotiroidismo oppure sia sieropositiva all’Hiv : « In tutti questi casi – commenta il dottor Puricelli – occorre fare molta attenzione e attenersi alle prescrizioni mediche. Questo richiede tanto impegno e dedizione da parte delle pazienti, oltre che del personale medico. E’ fondamentale nelle pazienti con gravidanza a rischio l’impegno e l’attenzione ad attenersi alle norme suggerite ( dieta, riduzione del fumo di sigaretta, monitoraggio costante della pressione arteriosa, assunzione della terapia, per esempio) per scongiurare eventuali complicanze, a dimostrazione che la donna comincia a essere una buona madre ben prima della nascita».

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La malattia in gravidanza: come affrontarla? http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=139 Wed, 16 Oct 2013 06:54:25 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=139 Continua a leggere]]> La malattia può mettere a rischio la gravidanza

La malattia può mettere a rischio la gravidanza

La malattia in gravidanza può essere un problema. Ci possono essere cardiopatie, ipertensione, diabete, epilessia, ma anche tumori, malattie autoimmuni, disfunzioni tiroidee.

Lo stato di gravidanza, spesso, accentua la sintomatologia ma, se non eccezionalmente, non impedisce la  regolare crescita del feto e il mantenimento del suo benessere, a patto che ci si affidi al controllo di specialisti, medici e ostetriche. Per questo motivo, all’ospedale Del Ponte è attivo l’ambulatorio della “gravidanza patologica”. Si tratta di un servizio di assistenza che offre visite, esami e consulti alle donne, con tempi e frequenze diverse rispetto alle gravidanze fisiologiche.

L’appuntamento in questo caso si prende direttamente all’ottagono, la trafila è identica: occorre l’impegnativa del medico curante che segnala già le patologie esistenti. Spesso, però, è proprio dai controlli e dagli esami richiesti nei primi incontri in ospedale che emergono le malattie come i rialzi della pressione arteriosa o il diabete. In tutti questi casi, la donna viene definita “paziente a rischio” e presa in carico dall’ambulatorio della gravidanza patologica, collocato sempre all’ottagono, i cui giorni di ricevimento sono il lunedì e il giovedì. Il personale di questo servizio, però, è presente, se necessario, anche il sabato e la domenica dato che monitoraggi e controlli sono a cadenza anche quotidiana in situazioni particolarmente severe.

La dottoressa Cromi è responsabile dell'ambulatorio di gravidanza patologica

La dottoressa Cromi è responsabile dell’ambulatorio di gravidanza patologica

Responsabile dell’ambulatorio della gravidanza patologica della clinica ostetrica è la dottoressa Antonella Cromi : « I casi di gravidanze patologiche sono in crescita – spiega il professor Fabio Ghezzi direttore della clinica ostetrica e ginecologica del Del Ponte – La causa si deve cercare innanzitutto nell’età della madre che è in costante aumento. Per questo abbiamo dedicato un’equipe di specialisti. Il campo è molto vasto e ha bisogno di una formazione continua. I nostri specialisti lavorano in team con medici specializzati di altre branche della medicina: cardiologia, neurologia, endocrinologia, oncologia. Abbiamo costruito una rete per assistere la donna in gravidanza garantendone le cure con le minori interferenze possibili sulla crescita del feto. Abbiamo pazienti, per esempio, che vengono sottoposte a chemioterapia in corso di gravidanza, cosa impensabile fino a qualche anno fa, con farmaci che non determinano effetti avversi sul feto».

Se non seguite con attenzione, le malattie possono peggiorare durante i nove mesi di

Il professor Ghezzi è responsabile della clinica ostetrica e ginecologica al Del Ponte

Il professor Ghezzi è responsabile della clinica ostetrica e ginecologica al Del Ponte

attesa: « I rischi sono duplici – spiega il professor Ghezzi – sia per la madre, sia per il bambino che può portarsi dietro le conseguenze per tutta la vita. Ecco perchè noi consigliamo sempre di affidarsi a centri specializzati e a non sottovalutare le potenziali conseguenze di una gestione non specifica di queste gravidanza ».

Ci sono, inoltre, i casi di gravidanze patologiche legate a problemi di placenta: « Se ci accorgiamo che la placenta non funziona più come dovrebbe, allora scatta immediatamente l’assistenza costante: ci possono essere monitoraggi quotidiani del piccolo per vedere se e come cresce. Se i problemi insorgono precocemente, i monitoraggi diventano assidui per controllare che il bimbo continui a maturare nel grembo materno, finchè possibile ed evitare  le conseguenze di parti pretermine a bassissima epoca gestazionale. Sono casi limite anche perchè la morbilità neurologica in questi casi è elevatissima».

Dall’ambulatorio della gravidanza patologica sono seguiti anche i parti gemellari e plurigemellari: ogni anno, al Del Ponte si registrano almeno 100 parti gemellari o plurigemellari. « L’ospedale Del Ponte è un centro di terzo livello, il che vuol dire che ci vengono inviati i casi a rischio da tutta la provincia».

Questo dato va a incidere anche sulla percentuale di tagli cesarei effettuato: mentre tra le gravidanze fisiologiche il tasso di nascite chirurgiche è del 6,6%, tra i parti pretermine, cioè prima della trentasettesima settimana, sale al 41,5% perché qua si concentrano i casi più complicati e molte “gravidanze a rischio”.

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È importante prepararsi al parto http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=133 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=133#comments Fri, 11 Oct 2013 13:43:21 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=133 Continua a leggere]]> È importante prepararsi al momento della nascita, ascoltare il proprio corpo

È importante prepararsi al momento della nascita, ascoltare il proprio corpo

Si avvicina la scadenza, sale la tensione. Il momento del parto rimane la meta finale da raggiungere. Nella  mente di chi è in attesa, la nascita è il pensiero fisso, sempre presente, magari latente. Sofferenza e gioie, preoccupazioni e timori si mescolano mentre il corpo si trasforma e il bambino si prepara ad affrontare la vita.
Psicologia e pratica, dunque, sono i due aspetti su cui puntare nelle ultime fasi della gravidanza. Un compito, questo,  di cui si occupano le ostetriche, professioniste della nascita sotto ogni punto di vista. Ecco perché è importante prepararsi all’appuntamento sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo.

Alcune delle ostetriche che tengono i corsi di preparazione al parto all'ospedale Del Ponte

Alcune delle ostetriche che tengono i corsi di preparazione al parto all’ospedale Del Ponte

È fondamentale seguire il corso di preparazione alla nascita, incontri e lezioni che spaziano su differenti temi, tutti incentrati alla formazione della donna, ma anche del compagno o di chi le starà accanto durante l’evento.

All’ospedale Del Ponte si offre un percorso di 9 lezioni : data la grande richiesta, le ostriche consigliano sempre di iscriversi con un po’ di anticipo, intorno alla ventesima settimana. Basta telefonare all’ambulatorio ostetrico ( che diventa il punto di riferimento per la madre) al numero 0332 299452 e fissare il proprio turno. Ogni corso accoglie tra le 10 e le 12 partecipanti, gli incontri vengono allargati ai partner in una/due sedute specifiche. Le iscritte, giunte alla XXV settimana, vengono divise in quattro gruppi che si ritrovano ogni lunedì o martedì o mercoledì o giovedì dalle 14.40 alle 16.30. 

Oltre agli esercizi di respirazione, rilassamento e di movimento, ogni incontro è dedicato a un aspetto di quest’ultima fase della gravidanza: « Nel primo – spiega l’ostetrica Anna Dondicerchiamo di conoscerci. Ognuno parla della propria esperienza, delle emozioni, aspettative e tensioni. È un momento basilare perché instauriamo un rapporto di fiducia reciproca e di collaborazione. Si crea il gruppo che sarà fondamentale per smorzare o contenere certe ansie che sorgono naturalmente».

La seconda lezione è dedicato alla scoperta del corpo che cambia: « Le donne iniziano a sentire i primi movimenti del bimbo che portano in grembo – racconta l’ostetrica Sara Agostini – dedichiamo attenzione a questi movimenti, ci concentriamo sugli orari anche perché a volte, impegnate come siamo tutto il giorno tra casa e lavoro, ci sfuggono. Allora si stabiliscono i momenti in cui mettersi in ascolto, momenti che si dovranno sempre controllare. In caso di mancata percezione del movimento del bimbo è bene rivolgersi al punto di primo intervento che è al primo piano del Del Ponte. Meglio un controllo in più e un’angoscia in meno. Mai vivere l’ansia in casa». In questo incontro si rafforza la consapevolezza della madre circa il proprio corpo e le sue potenzialità: «Studi scientifici dimostrano – chiarisce l’ostetrica Anna – che un corso di accompagnamento al parto riduce il ricorso al parto con pratiche invasive».

In questi incontri, per esempio, si sfatano molte credenze popolari come il ruolo della panciera che non è assolutamente indicato se non in caso di taglio cesareo, oppure si spiega la manovra di “Christelle” dove sembra che il medico “salti addosso alla partoriente”.

gravidanza and her husband in heart shape on her beAl terzo incontro, si introduce il tema della comunicazione tra madre e bimbo, i mezzi che il piccolo ha per farsi sentire anche dal padre: « Raccomandiamo l’importanza di momenti di intimità tra la coppia e il piccolo, la comunicazione con lui. Raccontiamo, poi, della possibilità di donare il sangue da cordone ombelicale e raccogliamo le eventuali adesioni».

Al quarto appuntamento si affronta la questione dell’allattamento al seno, l’importanza del latte materno nei primi sei mesi di vita del bambino, le posizioni e come agevolare il bimbo: « Oltre ai vantaggi dell’allattamento al seno raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, diamo anche piccoli consigli pratici, sulle ragadi, cosa sono, come prevenirle. Per esempio, raccomandiamo di non disinfettare il seno dopo la poppata – dice Sara – la saliva del bimbo è disinfettante e previene le microabrasioni. Rispondiamo poi alle paure: ho il seno piccolo, non arriva il latte prima del parto… Un ottimo lavoro lo svolgeranno poi le puericultrici che assistono le madri una volta in reparto dopo la nascita».

La quinta lezione il quinto incontro è aperto anche ai partner: « È fondamentale esplorare e conoscere il proprio corpo, per cui dividiamo le coppie a gruppi che iniziano a confrontarsi su aspettative e timori. Alla fine, ci ritroviamo tutti e si tirano le fila dei diversi stati d’animo: quali strumenti servono per diventare genitori? quali sensazioni ci si aspetta? La coppia, infine, inizia a lavorare insieme, ascoltando reciprocamente il corpo dell’altro, imparando a rilassarsi e a respirare». Dopo la parte attiva, le ostetriche accompagnano i futuri genitori alla scoperta del reparto: dal punto di primo intervento ostetrico al primo piano, al cup dove fare l’accettazione al reparto di ostetricia, alla sala parto e al nido: « È importante avere famigliarità con i luoghi per evitare ulteriori tensioni al momento del parto» conclude l’ostetrica Anna.

Con la sesta riunione, si entra nel merito del momento topico: gravidanza a termine cosa succede? E se nulla accade, cosa fare? « Spieghiamo che devono prendere l’appuntamento all’ottagono – dice l’ostetrica Sara – per i controlli sotto data a termine di gravidanza. Se invece insorge il parto insorgono le contrazioni,chiariamo cosa siano le contrazioni prodromiche cioè quelle che precedono il travaglio, quali siano quelle significative e quando occorre venire in ospedale. Nell’eventualità si rompessero le membrane, è bene controllare che non ci siano perdite ematiche e che il liquido sia chiaro: a quel punto ci si prepara a raggiungere l’ospedale ma senza precipitazione». Infine si spiega l’occorrente per la preparazione della valigia: «Vi sono delle cose raccomandate dal nido che occorreranno per il neonato e poi si darà indicazione per cioè che occorrerà alla madre ».

Il periodo dilatante è spiegato nel settimo, è il tema più spinoso e atteso di tutto il corso: «Travaglio e dilatazione – spiega Anna – raccontiamo che la contrazione è come un’onda che nasce piano, cresce, arriva al culmine e si dissolve lasciando un momento di tregua. Proprio quella tregua è fondamentale per ricaricarsi. Ogni travaglio è a sé perché il corpo reagisce diversamente: per questo ogni madre deve conoscere bene il proprio corpo, per non farsi trovare impreparata, affrontare l’esperienza con consapevolezza. Così la donna sceglie la posizione, l’importanza del massaggio fatto dal partner, mentre quest’ultimo asseconda la compagna e la facilita interpretandone le emozioni. Questo è un momento delicato dove tutto può succedere, anche il taglio cesareo in urgenza, che effettuano i chirurghi nella sala chirurgica attigua sempre pronta».

L’espulsione è il tema del penultimo appuntamento: come avviene, le posizioni possibili da assumere e poi l’incontro con il bimbo e il bonding: « Da un paio di anni effettuiamo questa pratica – spiega Sara – che consiste nell’appoggiare il neonato, ancora legato con il cordone ombelicale, subito dopo il parto, sul petto della madre. Qui rimane un paio d’ore. È importante per entrambi, soprattutto al bimbo che viene catapultato in un mondo fatto di luci e suoni diversi. Gli si permette di adeguarsi mantenendo un rapporto stretto con chi già conosce. Inoltre, piano piano lui si avvicina al seno e si attacca per succhiare il latte. In modo spontaneo e naturale. In questa fase, si effettuano tutte gli interventi per ricucire le eventuali lacerazioni e si attende l’espulsione della placenta. Dopo circa due ore, madre e figlio vengono portati in reparto».

Nell’ultima lezione, si affronta il tema dell’incontro e delle giornate in reparto: « È un argomento molto delicato perché è il momento della verità: il bimbo sognato, atteso, immaginato diventa reale con tutti i suoi piccoli difetti, legati soprattutto al momento dell’espulsione – sottolinea Sara – Raccontiamo, inoltre, cos’è il “rooming in” che in questo ospedale si pratica ormai da anni con le uniche eccezioni della prima notte per le donne cesarizzate o in casi di effettiva necessità. Il rooming in è importante perché è la prima esperienza di maternità prima di ritrovarsi da sole a casa. Quando le donne escono dall’ospedale hanno sempre l’appuntamento per una visita all’ambulatorio dell’allattamento. Avviene nel giro di pochi giorni: è per tutte un punto di confronto e conforto dove si espongono le ansie, i timori, gli interrogativi dell’avventura che stanno vivendo».

Il corso preparto, dunque, è un appuntamento imprescindibile nell’esperienza di maternità di una donna, un’occasione per affrontare le ansie e le paure: « La più grande paura di tutte? Non essere in grado di partorire – spiegano Anna e Sara – qui si rendono conto che il parto è una cosa naturale: non esiste donna che non ne sia capace. Anche se ogni parto è una storia a sé….».

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Nove mesi di attesa, tra controlli ed esami http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=91 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=91#comments Fri, 27 Sep 2013 12:30:06 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=91 Continua a leggere]]> Controlli in gravidanzaNove mesi. Tanto dura l’attesa del figlio in arrivo. Un periodo lungo e intenso, in cui il corpo della donna cambia, si modifica e diventa una culla.

La gravidanza è un momento di attesa e cambiamento fisiologico, la Natura fa il suo corso anche se è bene vegliare perché tutto proceda bene. All’ospedale Del Ponte, l’ambulatorio della gravidanza fisiologicaprende in carico la donna dalla prima visita e l’accompagna sino al parto. Due sono le divisioni che offrono assistenza e consulenza: 5 medici specializzati assistiti dalle ostetriche nella divisione B e 5 medici specializzati e 3 medici specializzandi nella divisione A. Il percorso è uguale, l’assistenza identica.

Ma cosa fare quando il test di gravidanza risulta positivo?
La donna deve rivolgersi al proprio medico di medicina generale per avere l’impegnativa che avvierà la presa in carico da parte dell’ospedale. È questa l’unica ricetta richiesta al medico di medicina generale: dalla presa in carico la donna riceverà ogni volta in ambulatorio le impegnative per effettuare controlli ed esami direttamente nell’ambulatorio.

Con l’impegnativa, ci si rivolge al Cup dell’azienda ospedaliera ( qualsiasi) alla farmacia o al sito on line e si ottienele dottoresse Lischetti e Bertelli dell'ambulatorio di gravidanza fisiologica al Del pontel’appuntamento, entro 2-3 settimane dalla richiesta: « La prima  visita dovrebbe essere effettuata tra  la settima e la decima settimana, o comunque entro la dodicesima settimana (con un intervallo possibile tra la undicesima e la tredicesima più sei giorni) perché entro quella data va fatta la prima ecografia importante per la gravidanza – spiega la dottoressa Barbara Lischetti, dirigente  medico della Divisione A –  Il primo incontro dura attorno ai 40/45 minuti. È soprattutto di un colloquio in cui, oltre a fare la visita e l’ecografia per confermare la presenza della gravidanza , spieghiamo cosa sia e come avvenga la diagnosi prenatale, in quali casi il Servizio sanitario la preveda, perché, negli altri, è a carico della paziente. L’informativa, però, viene data a tutti indistintamente perché non esistono condizioni che assicurino al 100% la salute piena del nascituro. La decisione su se e cosa fare spetta solo alla donna».

Nel colloquio si parla, inoltre, di alimentazione con le informazioni per evitare malattie come la toxoplasmosi o la listeriosi e di comportamenti igienici. Al termine della visita, si esce con l’appuntamento per il secondo incontro e l’impegnativa per gli esami da fare. Durante il colloquio, si cercano informazioni sulla storia sanitaria della coppia e dei famigliari anche in vista della possibilità di effettuare accertamenti supplementari specifici. La mappa cromosomica non è un esame richiesto di routine ma solo su precisa indicazione medica ed è a carico della paziente se non rientra nelle indicazioni previste.

Nel caso la prima visita coincida con la dodicesima settimana di gestazione, durante l’incontro viene fatta anche l’ecografia di screening del I trimestre dove si verifica la vitalità e si stabilisce la data presunta del parto. L’indagine mette in luce le prime strutture dell’anatomia del piccolo e nell’occasione si controlla anche la transluenza nucale da cui possono essere evidenziati fattori di rischio da approfondire ulteriormente con le indagini prenatali. Su richiesta della donna, si effettua anche l’esame del sangue per il test combinato il cui costo è a carico della paziente. La durata dell’indagine varia a seconda della posizione del bambino e varia tra i 30 e i 40 minuti.

Il secondo appuntamento viene dato alla sedicesima settimana. La data, in questo caso, non è vincolante perché, non essendoci l’ecografia, i tempi possono slittare. Durante l’incontro si fa una valutazione clinica: « Nel caso la donna non l’abbia fatto di recente – spiega la dottoressa Evelina Bertelli, dirigente medico della divisione B – effettuiamo il Pap Test per fare in modo che non intercorra troppo tempo per questo esame fondamentale nella prevenzione del tumore alla cervice uterina. È un esame che non dà alcun fastidio al nascituro». Tra i controlli più frequenti c’è indubbiamente quello del peso: « Sgomberiamo il campo da alcune credenze popolari – sottolinea la dottoressa Bertelli – Non c’è alcuna correlazione tra l’aumento di peso del bambino e l’aumento di peso della madre. Spesso la donna si sente più libera di mangiare perché deve alimentare il bimbo in grembo: l’aumento di peso eccessivo, invece, potrebbe anche essere un problema per la crescita del feto perché associato a patologie come l’ipertensione per cui la placenta fa fatica a funzionare normalmente. Quindi è importante avere un’alimentazione adeguata e bilanciata. È molto diffusa una scarsa cultura dell’alimentazione ed è in questo senso che noi ci raccomandiamo di più».

Anche le nausee tipiche dei primi tre mesi di gravidanza, se non arrivano a livelli tali di disidratazione da richiedere un ricovero immediato, sono situazioni in genere alleviabili grazie ad alcuni integratori alimentari o a gocce di zenzero.

ecografia morfologicaUn nuovo controllo ecografico avviene tra le 20esima e la 22esima settimana: « È conosciuta coma la ” morfologica” perché si controlla la crescita fetale e tutti gli organi indagabili ecograficamente, compreso il sesso – spiega la dottoressa Bertelli – Si valuta la quantità di liquido amniotico. È un’ecografia fondamentale nel caso in cui ci siano anomalie: è infatti l’ultima possibile per effettuare indagini rispettando i tempi stabiliti dalla legge per un’eventuale interruzione».

Si esce dall’ambulatorio con l’appuntamento per la visita della 25esima settimana. Si tratta di un controllo senza ecografia. Nei casi a rischio, si controlla la curva glicemica ( sintomo del diabete): nel caso di problemi, la donna fino alla nascita del bimbo verrà seguita nell’ambulatorio apposito dei colleghi diabetologi e in tandem farà i controlli ostetrici previsti per la gravidanza complicata da diabete gestazionale. Se non ci sono fattori di rischio, iniziano solo i controlli della pressione: ogni settimana la donna deve farsi fare le misurazioni ( o a casa o in farmacia) prendendo nota dei risultati: « L’allarme deve scattare solo se vengono rilevati valori superiori a 140 di massima e 90 di minima. In caso di superamento, la donna deve venire nel pronto soccorso che abbiamo al primo piano del Del Ponte e sottoporsi a esame del sangue e altri accertamenti».

«Nel caso la gravidanza prosegua senza intoppi – chiarisce la dottoressa Lischetti – si passa alla visita della trentesima. È prevista la terza ecografia della gravidanza, un’ecografia di controllo da effettuare entro la 32esima settimana. Obiettivo di questa ecografia è verificare il corretto accrescimento fetale e controllare anche se il bimbo è già in posizione. Se non lo fosse c’è ancora tempo la posizione viene ricontrollata alla visita successiva della 35esima settimana. Solo allora se il bimbo non si fosse girato si comincia a programmare il taglio cesareo. I tempi, però, sono ancora abbastanza lunghi: c’è tempo perchè il bimbo si giri da solo oppure attraverso la manovra, che eseguiamo noi in sala parto intorno a 37 settimane di gestazione. È una pratica che offriamo alle donne nei casi in cui non ci siano controindicazioni ( donna con taglio cesareo pregresso o se c’è poco liquido). Dopo aver somministrato un farmaco per rilassare la parete uterina, tentiamo al massimo tre volte di rigirare il bimbo. È un movimento che dura al massimo pochi minuti e che può dare qualche fastidio ma è utile perchè riduce il ricorso al taglio cesareo. In caso di fallimento verrà programmato il taglio cesareo intorno a 39 settimane per lasciare al piccolo tutte le possibilità di girarsi spontaneamente».

Nel corso della visita della 35 esima settimana vengono anche prescritti gli esami per avere la partoanalgesia e il tampone vagino-rettale per ricercare la presenza eventuale dello streptococco di gruppo B che, se presente, verrà poi trattato con l’antibitico durante il parto. « La partoanalgesia è un’offerta che facciamo a tutte le partorienti. È chiaro, però, che se una donna arriva già a dilatazione avanzata e pronta a spingere, non ha senso ricorrere all’analgesia.  Madre Natura provvede a tutto senza l’intervento dei farmaci».

ecografiabattito e il liquido del piccolo siano regolari: « In questa occasione – chiarisce la dottoressa Bertelli – si danno tutte le informazioni sul parto e si fissano gli eventuali controlli per la gravidanza a termine. La nascita deve avvenire entro la 42esima settimana. Ma superata la scadenza dopo 3/5 giorni vengono avviati i controlli che prevedono l’esecuzione di un tracciato e il controllo del liquido, ripetuto ogni 3-5 giorni. Oltre la 42esima, però, non si va e si interviene con l’induzione intorno a 41 sett +5 gg».

Il percorso “fisiologico” dunque, prevede visite e controlli, importanti sempre per evidenziare i primi segni di anomalia: « A quel punto la donna viene presa in carico dall’ambulatorio della gravidanza a rischio– spiega la dottoressa Lischetti – e, laddove necessario, verrà valutata dagli specialisti delle altre unità operative che collaborano con noi nella gestione delle complicanze della gravidanza. Tutte le visite, gli esami e i controlli vengono eseguiti all’interno dell’azienda, sempre con le nostre impegnative. La donna rimane presa in carico dalla stessa equipe fino al parto».

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