terapia intensiva – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Il reparto “invisibile” che cura i bimbi prematuri http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=243 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=243#comments Thu, 30 Jan 2014 08:51:13 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=243 Continua a leggere]]> La Tin dell'ospedale Del Ponte

La Tin dell’ospedale Del Ponte

«Non avrei mai pensato che esistesse un reparto simile». Quante volte i genitori che hanno dovuto utilizzare il reparto di Neonatologia-TIN (terapia intensiva neonatale) hanno avuto questo pensiero. È un reparto “invisibile”. Una di quelle realtà presenti, segnalate, ma che gli occhi fanno fatica a mettere a fuoco. Venti culle ospitate al piano terreno dell’ospedale Del Ponte. Qui arrivano tutti i bimbi prematuri sofferenti del territorio: « La Regione ci ha assegnato il ruolo a livello provinciale – spiega il primario della neonatologia e della TIN Massimo Agosti – Abbiamo un’ambulanza attrezzata con un’ incubatrice da trasporto operativa 24 su 24 ore.  Nel nostro Ospedale assistiamo, oltre a tutti i neonati sani, anche tutti quei neonati che sono prematuri, oppure affetti da difficoltà alla nascita,  con malformazioni o  problemi chirurgici, non solo nati al Del Ponte, ma anche in tutti gli altri punti nascita del nostro territorio, ovvero Cittiglio, Angera, Gallarate, Busto Arsizio e Tradate».

Il primario della Neonatologia e TIN all'ospedale Del Ponte Massimo Agosti

Il primario della Neonatologia e TIN all’ospedale Del Ponte Massimo Agosti

Questi neonati rappresentano circa l’8-10% della totalità dei nati: « Ogni persona è preparata ad affrontare la gravidanza a termine e il parto fisiologico – spiega Agosti – Ed è giusto che sia così perchè la gravidanza non è una malattia ma una condizione. Quando il bimbo nasce “patologico”, si apre un mondo completamente diverso. Le ansie relative all’allattamento, al bagnetto, al pannolino, improvvisamente svaniscono e nuove preoccupazioni emergono. Madre e padre vengono catapultati in una dimensione sconosciuta. Il progetto pensato e cullato per mesi, viene stravolto: il neonato viene portato in un reparto diverso dalla mamma (la Neonatologia_TIN appunto), preso in carico da medici e infermieri, collocato in una incubatrice e spesso collegato a macchine attraverso tubi e cannule».

Dopo l’iniziale sconcerto, comincia il cammino dei due genitori che rimangono in bilico, aggrappati a discorsi medici che si fa fatica a comprendere: « In questa fase, il padre assume un ruolo centrale – commenta il primario – è lui il primo a scendere nella TIN. A lui per primo si spiega la situazione, si forniscono gli strumenti per imparare a gestire il complesso momento. Insieme al padre, poi, il neonatologo riferirà alla madre, che attende nel suo letto di ostetricia e che, non appena sarà in grado di poterlo fare, verrà poi a conoscere e a trovare suo figlio».

La culletta termica

La culletta termica

Il momento della consapevolezza è molto delicato, per questo, in reparto lavora anche una psicologa dedicata, la dottoressa M. Elena Bolis: « Noi dobbiamo fare in modo che dallo sconcerto iniziale emerga gradualmente la consapevolezza del proprio ruolo, fondamentale e terapeutico per il proprio bambino. La cura, infatti, pur essendo principalmente medica ed infermieristica, vede una componente psicologica-relazionale importante: si parla di tecnologia e scienza ma anche di affettività. Padre e madre vengono invitati ad essere presenti accanto al bimbo fin dai primissimi momenti di ricovero in Terapia Intensiva, incoraggiando il contatto precoce e il progressivo recupero della relazione, interrotta così bruscamente dal parto prematuro».

In reparto è attivamente presente l’associazione “Tincontro”, nata dalla volontà di alcuni genitori di aiutare quanti si trovano ad affrontare l’esperienza della  prematurità: « Il nostro ruolo è estremamente delicato – spiega Daniele Donati, presidente dell’Associazione “Tincontro” – visto che operiamo in una terapia intensiva neonatale dove l’emotività e i vissuti dei genitori sono spesso molto forti. In sinergia con il personale del reparto, abbiamo pensato di promuovere iniziative differenziate per supportare il lavoro degli operatori e i vissuti dei genitori: dall’ acquisto di attrezzature, al sostegno della formazione, al progetto di assistenza domiciliare».

La terapia intensiva neonatale è quindi uno spazio di grandi tensioni e forte emotività. I medici e gli infermieri lavorano cercando il giusto equilibrio tra aspettative e qualità della vita, eutanasia passiva e accanimento terapeutico: « Dobbiamo sempre cercare il bene del paziente – commenta Agosti – ovvero il suo miglior interesse, avendo presente l’ambiente e le condizioni di vita. Viviamo in un contesto, quello attuale, ad alta tecnologia, per questo ogni scelta va ponderata attentamente».  Parliamo di bimbi che nascono anche sotto il chilo, piccolissimi esseri viventi che lottano con tutte le forze: « Le condizioni di intervento sono diverse a seconda delle cause di prematurità: possono esserci casi legati alle condizioni fisiche del feto, che nasce con una fragilità più accentuata, e casi legati ad insufficienza della placenta. I motivi sono diversi: possono essere legati all’età materna o a difficoltà di riproduzione pregressa, a infezioni che intervengono, piuttosto che a uso di sostanze. Ci possono essere anche cause genetiche o idiopatiche cioè sconosciute alla scienza».
La prematurità, inoltre, è legata all’età della nascita: ogni settimana  che passa è fondamentale per aumentare le probabilità di sopravvivenza. Tra la 24esima settimana di gestazione e la 26esima ci sono grandi diversità e aspettative.

In quasi 30 anni di attività, il dottor Agosti ha conosciuto tante storie, diverse e drammatiche. Ha visto lo sviluppo della tecnologia e l’aumento delle possibilità di salvare i prematuri. Ha lottato perché si aumentassero gli strumenti ma anche le diverse professionalità al servizio di neonati e genitori.

Nel futuro reparto di Neonatologia-TIN all’ospedale Del Ponte, le culle della TIN dovrebbero aumentare a 30 con spazi differenti a seconda della gravità della situazione. Una cosa, però, il primario sa per certo: «Continueremo a lottare per difendere l’importanza della cultura della nascita, sia in condizioni di normalità sia e –soprattutto- in condizioni di patologia, quindi di difficoltà».

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