vaccinazioni – Mamma e bambino http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino Un nuovo sito targato WordPress Fri, 27 Apr 2018 18:10:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Vaccinazioni: quando e perchè http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331#comments Mon, 15 Sep 2014 07:09:26 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/mammaebambino/?p=331 Continua a leggere]]> vaccinazioni nei neonatiVaccinazioni obbligatorie, raccomandate, facoltative. Il sistema sanitario italiano prevede una serie di vaccini da farsi tra i 3 mesi e i 15/16 anni. Si tratta di interventi di prevenzione nei confronti di alcune malattie infettive: grazie a queste azioni, patologie, come il vaiolo, sono state debellate mentre altre, come la poliomielite o la difterite, il tetano o l’epatite virale B sono quasi scomparse. Non si tratta solo di un problema personale ma anche di contagi nelle comunità. Ecco perché ogni regione ha deciso un calendario specifico, garantendo i vaccini gratuitamente alla popolazione.

La dottoressa Franca Sambo, responsabile del Dipartimento della Prevenzione all’Asl di Varese, chiarisce alcuni dubbi ricorrenti

franca SamboPerché è necessario vaccinare il bambino?
La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per ottenere protezione da alcune gravi malattie. I benefici della protezione contro queste malattie superano di molto i rischi legati alla vaccinazione.

Ma i vaccini sono sicuri?
Sono estremamente sicuri e, nel corso degli ultimi anni, medici ricercatori e operatori sanitari hanno perseguito l’obiettivo di rendere questi prodotti sempre più affidabili ed efficaci. Le complicanze dopo una vaccinazione sono estremamente rare mentre la probabilità di gravi conseguenze (incluso il decesso) dopo malattie prevenibili con vaccini è in alcuni casi elevata. Certo, come qualsiasi farmaco, anche i vaccini possono presentare qualche rischio. Prima di consigliare una vaccino, i medici fanno un’attenta valutazione di rischi e benefici, bilancio che può variare con il tempo, in rapporto all’eliminazione o meno di una certa patologia o alla disponibilità di nuovi prodotti. Recentemente, per esempio, le raccomandazioni circa la vaccinazione antipolio sono cambiate: ora si opta per la somministrazione di un vaccino inattivato proprio perché la mancanza di casi conclamati ha abbassato i livelli di tolleranza di eventuali controindicazioni

Quali sono i possibili effetti collaterali?
Anche se i vaccini moderni sono molto efficaci nell’assicurare elevati livelli di protezione, ci possono registrare effetti collaterali che, però, sono sempre di breve durata non sono permanenti. Per esempio: con il vaccino della difterite-tetano-pertosse possono insorgere, entro 4 ore, febbre lieve, arrossamento e gonfiore nel punto dell’iniezione e dolore ( uguali sintomi per l’epatite B) per il vaccino Polio Sabin orale, sempre entro 4 ore si possono presentare diarrea o stanchezza, mentre con il vaccino Polio Salk iniettivo potrebbero capitare leggera febbre, dolore, arrossamento o gonfiore nel punto della puntura. Per il vaccino morbillo, parotite-rosolia  tra i 5 e i 12 giorni dopo la vaccinazione potrebbero insorgere febbre lieve, rush cutaneo, ingrossamento della ghiandole. Nel caso il malessere si prolungasse per più di due giorni, però, è meglio consultare il medico per capire se non sono sintomi legati ad altre malattie. Se, invece, dopo la vaccinazione il bimbo fosse irrequieto perché prova dolore nella sede dell’iniezione, si può somministrare del paracetamolo. Solo se questo stato si dovesse protrarre oltre le 24 è bene rivolgersi al medico o al servizio vaccinale. Se, invece, fosse la gamba a destare preoccupazione perché gonfia, arrossata e calda, allora è sufficiente applicare un panno pulito e fresco o somministrare del paracetamolo. Anche in questo caso, è consigliabile rivolgersi al medico se i sintomi perdurassero oltre le 24 ore. In caso di febbre è bene dargli molto da bere, fare un eventuale bagno con spugnature e somministrare paracetamolo nel caso la temperatura interna fosse superiore a 39 gradi.

vaccinazioni Vaccini e autismo: si sente a volte parlare di una possibile correlazione
Sono stati fatti diversi studi per capire se il vaccino anti rosolia-parotite e rosolia potesse causare l’autismo, il disordine comportamentale cronico che comincia a manifestarsi durante la prima infanzia. Uno dei primi studi suggeriva che potessero esserci dei legami, ma è stato successivamente dimostrato che conteneva gravi errori nel metodo di ricerca. Hanno continuato a indagare e cercare possibili correlazioni ma non sono emerse evidenze di alcun genere. La causa di questo disturbo è ancora sconosciuta ma oggi si tende a sostenere che la malattia abbia origine prima della nascita, probabilmente nel primo trimestre di gravidanza. La correlazione tra vaccino e autismo è dovuta alla comparsa dei sintomi che, di solito, avviene tra i 12 e i 18 mesi di vita, lo stesso periodo in cui viene somministrato il vaccino.

Quanto dura la protezione vaccinale?
La maggior parte protegge per tutta la vita. È il caso di rosolia, morbillo, parotite, polio. Altre, come la pertosse, offrono una copertura più limitata  circa 5 anni, la fase della vita in cui la malattia è più grave. Altre, infine, come il tetano dura almeno 30 anni ma la copertura va affievolendosi ed è consigliabile ciclicamente ( 10 anni) fare una dose di richiamo

Tutte le persone sono protette con la vaccinazione?
Anche se i vaccini assicurano elevati livelli di protezione, l’efficacia non è mai del 100%. Quelli per rosolia, polio, tetano, morbillo, per esempio, garantiscono una copertura del 95%. Tre dosi di pertosse hanno una garanzia del 85%, tre dosi di epatiteB proteggono i bambini nel 95% dei casi.  Il discorso, però, va poi considerato nel contesto globale: più persone vaccinate ci sono, meno rischi si corrono per cui, anche le persone a cui il vaccino non assicura la copertura possono stare tranquille perché agiscono in un ambiente sano, senza patogeni.

Cosa succede se intercorre più tempo tra una dose di vaccino e quella successiva?
Non è di solito necessario ricominciare il ciclo. È però importante rispettare il calendario vaccinale perché gli intervalli di tempo sono stati stabiliti per ottimizzare la risposta immunitaria dell’organismo.

calendario vaccinazioni

Il calendario vaccinale
A tre mesi
  si fa il vaccino esavalente: si tratta della prima di tre dosi contro la polio, la difterite, il tetano, la pertosse, l’epatite B e l’haemophilus influenzare tipo b ( è tra le principali cause di meningite batterica nei più piccoli e di polmonite). La somministrazione è intramuscolo nella coscia o nella parte alta del braccio ( a seconda dell’età): le componenti antipertosse e antiaemophilus non sono obbligatorie ma  raccomandate. In aggiunta si effettua il vaccino antipneumococco.
A cinque mesi il secondo richiamo dell’esavalente e antipneumococco.
A undici mesi il terzo richiamo dell’esavalente e antipenumococco
A 12/15 mesi si effettuano il vaccino contro rosolia, parotite e morbillo con una puntura sottocutanea nella parte alta del braccio e il vaccino contro il meningococco con un’iniezione intramuscolare nella coscia
A 5/6 anni si effettua il richiamo di tetano, difterite e pertosse oltre alla polio e a morbillo, rosolia e parotite
A 11 anni solo le bambine vengono vaccinate contro il papilloma virus che provoca il tumore al collo dell’utero.
A 15/16 anni il richiamo per tetano, difterite e pertosse: la vaccinazione non è obbligatoria ma è fortemente raccomandata e la somministrazione avviene per via intramuscolare nella parte alta del braccio.

In caso, un genitore può decidere di non vaccinare il proprio figlio?
Al genitore vengono chiariti i rischi individuali a cui è esposto il minore ma anche i mancati benefici che derivano alla collettività. In ogni caso, La Regione Lombardia, in accordo con i tribunali dei minori, ha predisposto una procedura standard che, dopo aver comunicato più volte in modo ufficiale la necessità di sottoporre il minore al vaccino, una volta verificato che non esistano situazioni di trascuratezza o abbandono del bambino e, tantomeno, di potenziali condizioni patologiche che potrebbero aumentare i rischi di contagio, prevede la comunicazione della decisione al medico curante e al responsabile della scuola frequentata e, nel caso di situazioni di pericolo, anche al Comune di residenza e al Tribunale dei minori. Una volta compiuti i 18 anni, al giovane verranno di nuovo offerte le possibilità vaccinali.

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