corn island – Nicaragua http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua Fri, 27 Apr 2018 18:22:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.6.11 Quarta tappa: da Corn Island a Granada http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=628 Tue, 26 Jun 2012 20:26:14 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=628 Continua a leggere]]> Sveglia presto e partenza in elicottero. L’ultimo viaggio con questo straordinario mezzo che ci ha permesso di scattare centinaia di foto. Facciamo una tappa a Bluefields per fare rifornimento di carburante. Da lì si vola subito a Granada che si offre subito dall’alto con le sue belle chiese. Ci aspetta Gioconda che ci farà da guida lungo le isolette e la città. La città è ricca di storia a partire da quella della famosa “ruta de l’oro”.

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Terza tappa: da San Juan del NIcaragua a Corn Island http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=503 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=503#comments Mon, 25 Jun 2012 21:28:19 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=503 Continua a leggere]]> Il sorriso e il portamento di Vernon si coniugano bene con l’immagine del Rio Indio ecolodge.Lo lasciamo a malincuore perché è una struttura davvero unica nel suo stile.
La mattina era iniziata con un lungo tour tra la laguna e il rio San Juan. Una breve tappa per vedere da dove partono alcune attività e poi via verso la nuova meta.
Lungo la strada tra il molo e l’aeroporto ho incontrato Eden Pastora, il mitico Comandante zero. Due parole, un abbraccio e si parte in direzione di Corn Island. Il volo sopra le due isole ci ha permesso di vedere la bellezza del mare caraibico.

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La Princesa si trova a Corn island http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=482 Mon, 25 Jun 2012 15:34:30 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=482 Continua a leggere]]> Il nome incoraggia subito, la realtà poi è ancora meglio. A Corn island c’è una piccola struttura che si chiama Princesa de la isla. Un posto dove passare almeno un paio di giorni, e perché no? una mezza vacanza.
Li ho conosciuti alcune settimane fa attraverso una semplice ricerca sulla rete. Ho passato cinque notti nel loro bungalow e mi sogno ancora quelle giornate. I tramonti, la cortesia, la cucina, l’accoglienza, il verde… ci si sente a casa. E nulla c’entra che lo gestiscono due coppie di simpaticissimi italiani.
Andare per credere. Intanto gustatevi l’intervista ad Alessandro.

Da Roma alla ricerca dell’isola perduta

Due sdraio appoggiate su un prato verde proprio di fronte alla piccola spiaggia. L’acqua limpida come sa essere ai Caraibi. Le piccole costruzioni fatte di pietra e legno. Si presenta cosìun angolo di paradiso a Corn Island in Nicaragua.
La Princesa de la isla è resort semplicissimo con tre camere e un bungalow, uno dei luoghi più belli della splendida isola.
A gestirla sono una coppia di italiani arrivati qui per la prima volta nel 1995 alla ricerca dell’isola perduta. Un pezzo di vita a ricercare un posto come quello che poi hanno trovato proprio qui, nella Great Corn Island.
“Gira che ti rigira amore bello” cantava quarant’anni fa un giovanissimo Claudio Baglioni. Per lui il sogno era la libertà che gli dava la sua Camilla, la mitica 2cavalli gialla.
Per Alessandro, anche lui romano, dieci anni più anziano del cantante, era invece potersi “ritirare” su un’isola e lì vivere gli ultimi anni della sua vita. Una volta tirate grandi le sue tre figlie, ha lasciato tutto. Sua moglie Caterina ha resistito ancora qualche anno a Roma e poi ha venduto il negozio e oggi è la fantastica cuoca della Princesa.

«Ho lavorato alla Teti, chissà oggi in quanti sanno che è la mamma della Sip e quindi la nonna della Telecom. Poi sono andato in Alitalia e ho così potuto realizzare il mio sogno giovanile di viaggiare. Con mia moglie e le bambine piccoli si partiva alla ricerca della nostra isola. All’inizio abbiamo girato tutte quelle italiane, poi nel Mediterraneo e via via sempre più distanti. Gli ultimi quindici anni ho lavorato in una piccola società di informatica e finalmente nel 1997 mi sono trasferito qui».
Alessandro parla con la felicità negli occhi. Dimostra almeno quindici anni in meno ed è l’immagine della rilassatezza.
«Ho sempre vissuto nel centro di Roma, Da piccolo giocavamo a pallone sotto il Campidoglio e ricordo ancora oggi quando arrivarono gli americani e ci lanciavano le caramelle dal Vittoriano. I tedeschi avevano lasciato la città con i loro carri armati e noi potevamo riprendere a giocare tranquillamente».

Come è nata l’idea dell’isola?
«Era un sogno. Di quelli che ti animano l’infanzia e poi la gioventù. Con mia moglie Caterina abbiamo iniziato a cercare da subito, ma poi c’era sempre qualcosa che non andava bene, soprattutto per le tre bambine. Così ho fatto un patto con lei. Una volta diventate grandi io avrei ripreso la mia ricerca e avrei vissuto su un’isola».

E oggi le bambine che età hanno? 
«Camilla, Cecilia e Costanza hanno 46, 44 e 41 anni.  La “piccola” ha scelto di vivere anche lei qui. Si è trasferita con il marito e gestiranno il ristorante. Le altre due vivono a Roma. Le tre stanze che sono a disposizione dei nostri ospiti riportano i loro nomi».

Come hai trovato questo posto?
«Ci sono arrivato dopo un lungo giro in Centro America. Mi ero messo una serie di parametri per arrivare a una scelta. Corn Island rispondeva bene alla maggior parte di questi e così quando sono arrivato su questo angolo di isola ho subito capito che poteva essere finalmente la mia scelta. Era il 1995, due anni dopo mi sono trasferito».

In che condizioni era quella che sarebbe diventata La Princesa de la isla?
«Nel 1988 c’era stato un uragano devastante e gli impiegati del piccolo hotel se ne erano andati. La furia successiva è arrivata con gli uomini che si sono portati via tutto, anche le pietre. Di fatto era rimasto solo il perimetro delle costruzioni. Piano piano lo abbiamo ricostruito su un terreno preso in affitto e che ci permette ora di pagare i costi e poco più. Ma questo era i mio sogno e oggi vivo da pensionato contento».

Ma avevi sempre avuto l’idea di fare l’imprenditore turistico?
«Ma va. Io volevo solo ritirarmi, poi l’alcalde, il sindaco, mi ha chiesto di dare una mano creando almeno qualche posto letto e così abbiamo costruito le tre stanze e un bungalow. Non potevo immaginarmi che questa nuova attività mi avrebbe dato così tante soddisfazioni non di tipo economico, ma umano. È sempre un piacere ospitare persone e vederle felici. Penso che sia questa la ragione del perché suTripadvisor siamo al primo posto come albergo e al secondo come cucina».

A proposito di cucina, Caterina ne è la regina, altro che la principessa…
«Non glielo dite perché altrimenti si monta la testa…»

Ci sarà però qualcosa che non va bene qui?
«Beh, la cosa che ricordo con maggior tristezza è quando, qualche volta, ritorni a casa e non trovi tante cose. Si ruba spesso e ti scoraggia un pò. Però credimi, ho realizzato il mio sogno e davanti a un panorama così perdoni anche queste piccole malefatte. Ma sai che bellezza è veder crescere gli alberi, gustarti la natura?»

Che rapporto hai con l’Italia?
«Ci torno il meno possibile. Non mi piace più. Io amo il mio paese, ma sta peggiorando sempre più e a me non piace piangere sul passato, voglio guardare al futuro con ottimismo, ma resto qui. Vivevo in piazza Araceli. Oggi lì ci possono stare solo i ricchi e questo vale in troppe cose. Insomma, da un paese che sapeva divertirsi con poco, oggi siamo diventati un posto dove comanda solo chi ha i soldi».

È vero che Tripadvisor considera La Princesa de la isla il posto migliore di Corn island, ma quello che colpisce sono i giudizi degli ospiti arrivati da ogni parte del mondo. Quarantun recensioni di cui 27 con voto massimo di eccellente e 11 molto buono.
Non è facile da raggiungere, si vola da Managua con La Costena, ma è davvero una bella meta. Il punto forte delle due isole è l’autenticità che mescolato a un mare da favola e a una bella natura, permette di passare giorni davvero rilassanti.

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La libertà di Corn Island http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=23 Mon, 25 Jun 2012 12:24:10 +0000 http://www3.varesenews.it/blog/nicaragua/?p=23 Continua a leggere]]> Malgrado l’arrivo del solito Cristoforo Colombo nel 1502 le Corn Islands, giusto il plurale perché le isole sono due, queste terre restarono incontaminate fino al 1660. Da li in avanti gli europei se le sono contese a suon di cannoni e pirati.
In ogni caso dal 1841 sono indipendenti e gli schiavi che vi furono portati per coltivare il grano, da qui il nome delle isole, furono liberi.La great Corn island è abbastanza grande da smarrirsi tra piccoli centri abitati e spiagge selvagge, ma anche abbastanza piccola da ritrovare con facilità la strada di casa. La popolazione è accogliente e come dice la mitica Lonely Planet, “il reggae e la musica country coesistono in totale armonia. Più a lungo vi si soggiorna meno voglia avrete di andarvene”. E quanto è vero. Ci ha accolto anche un tempo incredibile con un sole e una temperatura da incanto. Unico rammarico il divieto di pesca delle aragoste per tre mesi e la sospensione del campionato di baseball. Ma ce ne faremo una ragione anche perché qui le spiagge sono come nelle cartoline con le sole palme da cocco a fare da sceneggiatura.

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