Sarà una questione di stile forse, ma l’idea di rottamare qualcuno solo perché “abita” il parlamento da molti anni è una trovata “spot” alla Berlusconi: fa effetto, si vende bene, piace alla gente che piace e fa innovazione nei salotti. Si rottamano le cose che non vanno più ma forse neanche poiché andrebbero piuttosto riciclate. Si chiede un passo indietro se non si hanno più idee, se non si riesce a realizzare un progetto, un programma, un rinnovamento, se non si è riusciti nel proprio compito, ma non ce la si prende con l’anagrafe. Ci sono giovani nati vecchi, privi di energia ed entusiasmi, spaventati dalla vita e senza bussola. Ci sono le giovani Minetti e i giovani “Trota” che spaventa solo nel vederli dov’erano. Se Veltroni e D’Alema non sono riusciti nel loro progetto allora ha senso chieder conto del loro operato e dei compromessi accettati o degli errori compiuti. Ma non chiedere un passo indoetro a tutta la dirigenza.Parliamo piuttosto di merito e meritocrazia, progetti e proposte per l’Italia, metodi per realizzarli ma non di anagrafe. Nelle culture antiche gli anziani sono depositari della saggezza. Giudichiamo i nostri politici sul loro operato e non sui pregiudizi. Mi indigna vedere come si vuole ricambiare una classe dirigente solo sul criterio di quanto tempo sono stati in parlamento.Renzi propone più liberismo in Europa, quel liberismo che è la causa e la ragione della crisi in cui siamo, usa un linguaggio berlusconiano e nessuno sa come realizzerà quello che dovrebbe essere il suo progetto. Fa terra bruciata intorno a sé pensando di essere il solo cavaliere in grado di aiutare il nostro paese. Con i salvatori della patria abbiamo già dato e con gli spot mediatici che “convincono” anche. La sinistra deve fare un mea culpa certo, ma non lasciare tutto in mano a chi promette e comunica sogni impossibili. Ci vuole un gruppo dirigente capace, integro, solido, disinteressato e in grado di connettere i fili con l’Europa e con il mondo. Una classe dirigente, appunto, non l’uomo solo al comando. Gli ultimi diciassette anni non ci hanno insegnato nulla?
D’accordo, dalla classe dirigente vanno eliminati quelli che hanno fallito gli obiettivi (come quelli citati) ma senza premiarli con altri incarichi. Quelli che restano devono fare pero’ una vera politica riformista, che finora proprio non s’e’ vista. Da qui la delusione e la protesta di larga parte del popolo italiano. Basta appoggiare il governo Monti, la sua parte l’ha gia’ fatta: grazie e a casa !
Sul “ciclone Renzi” concordo co Lei. G. Dotti – Varese