Dicono che per riformare la legge elettorale – riforma che attendiamo da anni – bisogna ridisegnare la costituzione trasformando la nostra repubblica parlamentare in una repubblica presidenziale o semi-presidenziale, diminuendo il numero dei parlamentari, dismettendo il bicameralismo perfetto magari con qualche contrappeso dell’ultima ora. Si va a toccare un equilibrio costruito con tanta fatica dopo vent’anni di fascismo perché? Forse per dare l’opportunità a Berlusconi di salvarsi dall’inesorabile destino che le sentenze dei processi, arrivati al capolinea, stanno per abbattersi su di lui e sulle sue malefatte? Il governo più scandaloso della nostra repubblica (poiché politico e non tecnico) dovrebbe provare a fare poche cose – tra cui la prima dovrebbe essere una legge elettorale che permetta maggioranze sia alla camera che al senato, un minimo di aiuto ai cassintegrati e ai giovani e poi accomiatarsi per lasciare spazio a che il popolo si pronunci, per avere finalmente un governo di maggioranza, tutto politico, responsabile e che si assuma la responsabilità delle sue scelte. Ma si sta decidendo di percorrere la strada più difficile, rivedere l’assetto istituzionale modificando la costituzione (che richiede maggioranze importanti) proprio con il governo più precario degli ultimi anni.
Siccome neanche la legge sul conflitto di interesse sembra profilarsi all’orizzonte, probabilmente uno degli uomini più screditati e compromessi, inquisito e molto probabilmente condannato con sentenza che tra poco sarà definitiva, farà una campagna elettorale utilizzando i potenti mezzi delle sue televisioni e ce lo ritroveremo per la quinta volta come presidente del consiglio, anzi, presidente della repubblica con poteri di governo. Vorremmo segnalare al partito democratico, che questa è una strada pericolosa, molto pericolosa e che, vista l’indisponibilità del movimento cinque stelle a far fronte comune dinanzi al pericolo, che sia il pd a vegliare sugli scenari apocalittici che si nascondono dietro queste fumose manovre. Meno vanità da parte del premier Letta, meno attaccamento alle poltrone da parte della nomenclatura, più coraggio nel decidere il bene del paese ma soprattutto più attenzione a non consegnare il nostro paese nelle mani di irrensponsabili!