Gerusalemme, 12 maggio 2014
Papa Francesco verrà in Israele a fine maggio. Dov’è la notizia? La cosa infatti si sa da tempo e la visita è già stata organizzata nel dettaglio. Invece la notizia c’è, perché fino alle 19.30 di oggi 12 maggio 2014 la venuta del papa incominciava ad essere messa in forse a causa dell’opposizione degli ebrei religiosi ultraortodossi (una rumorosa percentuale non insignificante della popolazione) alla messa del papa al Cenacolo, che è situato sopra la presunta Tomba di Davide (un falso storico, ma questo non ha molta importanza in un paese dove contano piuttosto i simboli). E se al papa fosse stato impedito di celebrare la messa nel luogo stesso dell’istituzione dell’Eucaristia, è del tutto conseguente che egli avrebbe rinunciato a venire in Israele.
Fino a ieri sera la tensione a Gerusalemme e in Israele era alle stelle. Prova ne sia il fatto che un semplice manifesto di benvenuto esposto dai francescani sopra Il Christian Information Center alla Porta di Jaffa era stato interpretato come una “provocazione” e da più parti se ne richiedeva la rimozione. La risposta dei francescani era stata: “Noi non lo rimuoviamo, ma se volete potete rimuoverlo voi e noi non ci opporremo: ma le televisioni di tutto il mondo saranno lì a riprendere la scena”. Nelle settimane scorse erano aumentate in maniera considerevole le scritte contro i cristiani; addirittura il vescovo di Nazaret aveva ricevuto una lettera minatoria da un rabbino (o presunto tale). Domenica scorsa –cioè ieri- il patriarca latino Fouad Twal aveva denunciato questa escalation anticristiana durante un discorso ad Haifa. Tutto ciò si sommava anche alle ripetute violenze dei coloni israeliani perpetrate con maggior vigore negli ultimi tempi contro i palestinesi della Samaria. A queste si oppongono però settori della società israeliana, che ieri sera hanno manifestato davanti alla casa del primo ministro Netanyahu. E per oggi alle cinque era prevista la manifestazione convocata dagli ebrei ultraortodossi presso il cenacolo alla Porta di Sion., per raggiungere la quale la maggior parte delle persone deve passare attraverso la Porta di Giaffa, dove troneggia la foto di benvenuto dei francescani al papa. Su alcuni siti internet ebraici era inoltre apparsa la notizia che nelle operazioni di ripulitura del Cenacolo in occasione della visita del papa, era stata rimossa la mezuzah che sta all’ingresso di ogni casa ebraica (un simbolo religioso molto importante che contiene passi della Torah, la legge religiosa fondamentale degli Ebrei), tra cui appunto anche il Cenacolo, “occupato” da Israele nel 1967. Vedete dunque che confusione e che tensione.
E invece tutto tranquillo. Alla manifestazione c’erano al massimo quattrocento persone e i toni del discorso del rabbino principale non contenevano un’avversione diretta contro la visita del papa, ma “solo” la preoccupazione che la messa celebrata dal papa al cenacolo potesse un domani diventare una consuetudine e che ai cristiani potesse essere concesso nell’immediato futuro di celebrare ordinariamente la messa al cenacolo sopra la tomba di Davide (la qual cosa –detta tra noi- è proprio uno dei punti in discussione nel concordato che si sta preparando tra la Santa Sede e lo Stato di Israele). Il discorso del rabbino è stato seguito in silenzio, senza alcun tipo di esplosione emozionale da parte degli astanti. Poi è iniziata una lunga preghiera penitenziale, alla fine della quale sono stati esposti alcuni striscioni contro la visita del papa, quando però la maggior parte dei giornalisti se ne era già andata.
Io naturalmente mi ero messo in borghese, perché solo così avrei potuto scattare la foto esclusiva per Varesenews. In precedenza ero stato al Cenacolo, che però era chiuso; ma la tomba di Davide era aperta, con i pellegrini cristiani che entravano e uscivano. Anche la porta di Sion era aperta, segno che la polizia –benché numerosa- non si aspettava particolari problemi. Qualche ordine molto convincente da parte del governo è partito nella notte e le proteste si sono svolte nel modo pacato che ho descritto. Un altro ostacolo è previsto per mercoledì, perché un’altra manifestazione è stata convocata da un altro rabbino, e anzi quello che più di ogni altro sta soffiando sul fuoco. Ma la previsione è che non dovrebbero accadere fatti tali da impedire l’arrivo del papa.