Giovedì scorso, 16 luglio, si è tenuto a Roma un importante convegno dal titolo “Economia del sole. La sfida delle rinnovabili”, organizzato dalla fondazione Univerde, presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio.
I dati portati durante il convegno sono quelli che in queste ultime settimane circolano e ci dicono che la sfida fotovoltaica è ancora poco conosciuta a livello nazionale, ma ha delle enormi potenzialità. Dal febbraio 2007 a oggi siamo passati da 50 Megawatt a 500 e l’obiettivo è arrivare a 1.100 nel 2010. Se si pensa che dal ’93 al 2003 si è passati da 12 a 30 MW ci si rende conto del balzo in avanti compiuto in questo biennio.
Nonostante questa crescita esponenziale e il fatto che ci siano molteplici opportunità sia sul lato domestico, sia su quello delle imprese (senza contare, come riportato nel convegno, che in Italia ci sono oltre 10mila cave abbandonate che potrebbero divenire parchi solari), il convegno ha anche messo in luce i dati di un sondaggio condotto da IPR-Marketing il quale ha presentato i numeri sulla conoscenza e sulla potenzialità di utilizzo dell’energia solare da parte dei cittadini e delle aziende.
Tra i cittadini c’è ancora un basso livello di conoscenza del solare. Benché l’85% del campione ne abbia sentito parlare e ritenga il termine familiare, solo una porzione molto ristretta ne individua correttamente le possibilità d’impiego. Questa è una scarsa conoscenza che incide sul mercato. Addirittura solo il 12% degli intervistati ritiene il solare compatibile con le proprie esigenze.
Migliora invece la percezione, e anche di molto, tra chi sta cambiando abitazione, e quindi si appresta ad un investimento cospicuo e vede di buon occhio il risparmio energetico e in bolletta, e nei settori industriali e dei servizi.
Complessivamente, secondo quanto rilevato da IPR, lo scenario evidenzia buone prospettive per le energie pulite e il fotovoltaico, anche in funzione di quando la “green economy” può rappresentare in termini di nuovo impiego.
Univerde e IPR sostengono che spetti alle istituzioni il compito di farsi promotrici di una nuova stagione di consapevolezza e responsabilità, affinchè il mondo del lavoro, l’economia, ma soprattutto l’ambiente ne trovino giovamento.