“Per raccontar Milano è bene partire dal basso, dai marciapiedi, più che dalle alte vette, il primato sociale e civile dato una volta per scontato o la capitale morale andata in frantumi come un vaso di terraglia”.
L’incipit di Corrado Stajano nella sua analisi pubblicata sul Corriere della sera un po’ m’inorgoglisce e mi conforta: perché l’opinione di un grande giornalista ricalca, in parte, la linea di pensiero che alimenta un progetto modesto, ma che ritengo prezioso, un’ opportunità per la quale vorrei ringraziarti: le Cronache milanesi raccontate nel blog che mi hai consentito di far nascere sono uno spaccato proprio sulla realtà quotidiana di una metropoli, una denuncia attraverso l’ironia e la fantasia di una decadenza sociale della periferia.
La fantasia è uno strumento che consente attraverso personaggi (sia quelli reali, sia quelli verosimili) di fare una riflessione, spesso spietata e ai limiti della caricatura, sulla vita quotidiana della Milano da marciapiede, quella terra di conquista per avventurieri, cialtroni, sognatori o semplici pendolari e, al tempo stesso, unico scenario, spesso alienante, delle giornate di molte persone che vivono nei quartieri lontano dal centro. Persone lontane, anche idealmente, dai messaggi patinati che offrono le vetrine delle strade della moda o i locali più “in” di una città un po’ snob e un po’ finta.
La città amara di cui parla Stajano che, in parte, emerge anche dalle Cronache milanesi, sottovaluta, però, il cuore ancora pulsante di certi quartieri: il degrado morale è evidente, ma la giungla metropolitana brulica di vita. Una città bastarda, puzzolente, inquinata, crudele, indifferente, ma viva. E in questa esplosione di vita ci sono anche individualità e spunti che sono forza positiva: al di là dei manifesti culturali, è da questa forza che Milano può ripartire.
Un blog che magari farà storcere il naso agli abitudinari del web, che richiede uno sforzo e un pizzico di tempo in più per essere compreso, ma che, evidentemente, entra a suo modo nel vivo del dibattito sul presente e il futuro di una metropoli: grazie ancora per questa opportunità.