Non eroi, ma persone

Vi segnaliamo la bella intervista di Maria Carla Cebrelli al direttore della Casa Circondariale di Busto Arsizio Salvatore Nastasia.

I detenuti hanno voglia di sentirsi vivi, socialmente vivi. Seguono con attenzione quello che accade al di fuori: la comunicazione, le nuove tecnologie. C’è chi discute, soprattutto i giovani, se sia meglio Mac o Windows. È difficile far capire all’esterno che dietro le sbarre c’è una città pulsante e viva. Ma sarebbe giusto farlo, uscendo dagli stereotipi. Soprattutto perché il carcere è sempre collocato nella periferia, delle città e delle coscienze

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Una risposta a Non eroi, ma persone

  1. Sara scrive:

    mi piace l’espressione utilizzata dal direttore “i detenuti hanno bisogno di sertirsi vivi, socialmente vivi”…questo, penso, possa innescare davvero un cambiamento. in carcere a Opera ho partecipato ad eventi teatrali organizzati per la raccolta di Fondi a favore dell’Abruzzo o della Fondazione Rava…mi è sembrato un modo significativo per cercare di non tenere i detenuti “fuori dal mondo”.

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