Al “Cenacolo” il giovedì sera, ovvero che mangiò Gesù ?

cenacoloGiovedì Santo è il giorno dell’Ultima Cena di Cristo (che in realtà altro non era che la cena di Pesach, la Pasqua Ebraica). Mi sono chiesto quale potesse essere il menù per una così prestigiosa tavolata (oltre ad una domanda ben più venale: chi pagò il conto ?) . In effetti personaggi molto più illustri del sottoscritto si sono posti la medesima domanda cercando di dare una risposta sensata e quanto meno fondata. Due testi in particolare hanno raccolto questi studi:Gerusalemme:Ultima Cena di Urcioli e Berogno e La Tavola di Dio di Colonnelli.

Ma andiamo per gradi.
Innanzitutto pare che il “Cenacolo” altro non fosse che l’abitazione del padre di Marco, uno dei dodici apostoli, e che si trovasse a Gerusalemme, nei pressi delle mura di Solimano,  a pochi metri dalla Porta di Sion, luogo oggi conteso da Cristiani ed Ebrei.  (Il Cenacolo infatti coinciderebbe con la Tomba di Davide)

La tavola
duccio-ultima-cenaCon molta probabilità niente tavolo rettangolare per mangiare ( con sommo dispiacere dei fan dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, incluso Dan Brown), ma piuttosto tavoli bassi perchè l’usanza era quella di mangiare distesi su tappeti e cuscini. I piatti erano di pietra come confermano i ritrovamenti archeologici di reperti risalenti al periodo di Gesù, mentre i cibi si prendevano con le mani, utilizzando tre dita. La disposizione dei presenti seguiva un ordine ben preciso: più si era vicini all’ospite d’onore e più si era “importanti” . Secondo quanto riportato nell’Antico Testamento non si allungavano le mani sui cibi che altri desideravano, si mangiava quello che veniva presentato senza fare rumore durante la masticazione, evitando di passare per ingordi e in presenza di altre persone non ci si doveva servire per primi. L’antipasto veniva servito in una stanza diversa rispetto a quella della cena vera e propria ed ecco la necessità di lavare i piedi dopo l’antipasto, per evitare di sporcare i tappeti e i cuscini sui quali poi si sarebbe svolta la cena.

Lo Chef
Secondo il Vangelo di Luca, il compito di “mettersi ai fornelli” toccò a Pietro (che era un pescatore) , con Giovanni come souschef.

Il Menù
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Trattandosi di un pasto rituale ciò che veniva consumato era rigorosamente “prescritto” dalla tradizione:
cicoria amara (come la vita degli Ebrei resa tale dagli Egizi)
uova sode
charoset ovvero una marmellata ottenuta impastando mela, melagrana, fico, dattero, mandorla, noce con sopra della cannella (simbolo del fango utilizzato dagli ebrei per costruire i mattoni degli egizi).
agnello(o capretto) il piatto per eccellenza della Pasqua Ebraica, rigorosamente arrosto.
pane azzimo ovvero pane non lievitato, preparato solo con farina e acqua ( per ricordare la fuga precipitosa dall’Egitto)
vino rigorosamente rosso e senza dubbio allungato perchè berlo “puro” era pressocchè proibito. Di alta gradazione ( anche 18-19 gradi ) il vino veniva allungato con miele, olii e resine

e ora l’ultimo quesito: ma chi lo pagò il conto ???

secondo i Vangeli, Giuda Iscariota ( ebbene sì, proprio lui, quello che intinse il pane azzimo nella ciotola di charoset di Gesù, e lo tradì ) era il cassiere del gruppo, quindi in teoria, ma solo in teoria a lui sarebbe toccato pagare il conto. La domanda quindi a questo punto è un’altra: avrà pagato il conto ???

cena

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