L’attacco della mafia

Libera Terra nasce con l’obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero sociale e produttivo dei beni liberati dalle mafie per ottenere prodotti tipici di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell’ambiente e della dignità della persona.

Inoltre, svolge un ruolo attivo sul territorio, coinvolgendo altri produttori che condividono gli stessi principi e promuovendo la coltivazione biologica dei terreni.

Nelle ultime settimane, queste terre, sono state colpite da gravi attentati incendiari, in Sicilia e in Puglia e Campania, che hanno compromesso l’attività di tantissimi lavoratori, devastando pregiate coltivazioni di agrumi, ulivi, pomodori e grano, causando ingenti danni economici.

Nel territorio di Belpasso, nel catanese, l’incendio di domenica 3 giugno ha coinvolto circa 2.000 piante di agrumi varietà “Navelina” e “Tarocco” e circa 100 piante di ulivo varietà “Nocellara dell’Etna”. Per la cooperativa Beppe Montana – Libera Terra il danno economico stimato è di 100.000 €.

A Mesagne, nel brindisino, domenica 10 giugno, sono stati dati alle fiamme circa 6,5 ettari di grano della varietà autoctona “Senatore Cappelli” per una perdita complessiva di 150 quintali di materia prima e sono andate distrutte circa 1.500 piante di pomodorino biologico varietà “Spotter”. Per la cooperativa Terre di Puglia – Libera Terra il danno economico stimato è di 15.000 €.

A Castelvetrano e Partanna, nel trapanese, lunedì 12 giugno,  sono stati incendiati  35 ettari di uliveti secolari varietà “Nocellara del Belice”. Complessivamente le piante di olivo danneggiate sono 3.800; di queste circa 550 sono distrutte. Il danno economico stimato è di 350.000 €.

Infine nel territorio di Pignataro Maggiore, nel casertano, lunedì 2 luglio un ulteriore incendio ha distrutto circa 10 ettari di grano delle varietà “Saragolla” e “Iride”. Per la cooperativa Le Terre di Don Peppe Diana-Libera Terra il danno economico stimato è di circa 20.000 €.

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