Pangea è una fondazione che opera a Kabul dal 2003: “dovremmo agire di nascosto e nel silenzio ma Pangea non abbandonerà l’Afghanistan”.
Strazianti sono le immagini che arrivano dall’Afghanistan in queste ore, immagini che mai avremmo voluto vedere né, forse, si era pensato potessero diventare realtà.
La sottomissione della popolazione da parte dei Talebani è sicuramente una sconfitta per tutto il mondo, ma specialmente per le donne, che ancora una volta si trovano a dover temere per la propria vita e vedersi portare via le libertà ed i diritti che negli ultimi anni avevano acquisito.
“Pangea è una fondazione che opera a Kabul dal 2003 e quello che abbiamo fatto in Afghanistan non è un progetto ma una famiglia – Si legge nel comunicato di Pangea Onlus su Instagram – abbiamo a cuore tutte le ragazze dello staff e conosciamo una per una tutte le nostre beneficiarie ed i loro bambini – continua – dovremmo agire di nascosto e nel silenzio ma Pangea non abbandonerà l’Afghanistan”.
PangeaOnlus è un organizzazione no profit che lavora dal 2002 per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne e delle loro famiglie, utilizzando l’istruzione, l’educazione ai diritti umani, la formazione professionale e la microfinanza. Negli anni svariate personalità importanti hanno collaborato con Pangea, tra cui ricordiamo, il cantante Fedez e la pagina Freeda.
“In questi anni abbiamo distribuito più di 5000 microcrediti ed abbiamo un tasso di insoluto del 2% – racconta uno dei post social di PangeaOnlus – il nostro progetto a Kabul infastidisce i Talebani poiché le donne, grazie a noi, sono diventate imprenditrici ed hanno potuto da sole mandare i bambini e le bambine a scuola. Tutto questo non può finire. Ora le nostre colleghe e collaboratrici rischiano la vita ma Pangea c’è e non le lascia sole”.
In un luogo dove i Talebani vanno porta a porta cercando donne e bambine da dare in sposa ai loro guerriglieri, dove si coprono tutte le immagini pubbliche di donna e viene tolto qualsiasi diritto umano, il progetto PangeaOnlus può ancora dare una speranza.
“Mi uccideranno ma non ho paura – annuncia Zarifa Ghafari, la donna di 27 anni che dal 2018 è sindaco di Maidan Shar una cittadina Afghana, diventata nelle ultime ore un simbolo di coraggio per tutto il mondo – Sono distrutta, non so su chi fare affidamento, ma non mi fermerò ora. Non ho paura di morire.”
Queste sono le parole che risuonano in tutto l’Afghanistan durante queste ore, ma anche nei cuori di tutte le collaboratrici di Pangea che ancora lavorano senza sosta per tutte le donne afghane, in modo da garantire alle ragazze come Zarifa Ghafari un posto nella società dell’Afghanistan del futuro.
di Isotta Panfilio