Il Covid e chi combatte, conversazione con Sara Mainardi
Sara Mainardi ha ventun anni e sta frequentando l’ultimo anno della facoltà di Infermieristica, all’Università degli Studi dell’Insubria di Como. Una seconda scelta universitaria che l’ha portata, però, a capire cosa volesse realmente fare nella sua vita.
“Ho scelto di intraprendere questo percorso quando ho cominciato a frequentare le lezioni e i tirocini del primo anno – ci spiega Sara – la mia prima scelta sarebbe stata Ostetricia, non riuscendo però ad entrare con il test di ammissione sono passata alla facoltà di Infermieristica e, da lì, non ho più cambiato idea”
Certo un anno difficile per chi, come lei, ha dovuto approcciarsi a questo mondo lavorativo in un momento così difficile: “Sicuramente questo anno è stato complicato, sia emotivamente che per il percorso di studi ricco di tirocini e lezioni obbligatorie. I tirocini sono stati ridotti e finalmente dopo che l’università ci ha permesso di vaccinarci tutti, piano piano stiamo procedendo secondo i piani. La paura di non sentirsi pronti per il mondo del lavoro c’è, il mio percorso universitario finirà a novembre e speravo tanto di poter fare più pratica. Sono fiduciosa però del fatto che si potrà recuperare, noi ce la mettiamo tutta!”
“Come tirocinante non viviamo pienamente la pandemia a livello di assistenza a pazienti Covid positivi – continua – in quanto facciamo tirocinio in reparti più protetti. Abbiamo ascoltato però testimonianze dirette di infermieri e medici che hanno vissuto sì un’esperienza in un reparto Covid e sono racconti che non puoi dimenticare facilmente.”
Sara è una giovane ragazza che ha sempre continuato a frequentare le lezioni e i tirocini, portando a termine tutto ciò che le veniva richiesto, ma rimane pur sempre una giovane a cui è stato tolto tutto.
“Provo a non pensarci, ma mi manca la mia vita di prima. Mi mancano i miei momenti di svago e hobby che tutte queste restrizioni non hanno più permesso (cantare, ballare, viaggiare). A volte guardo un punto fisso nel vuoto per minuti interi senza pensare a niente, un senso di vuoto incredibile. Mi sento in gabbia e l’umore ne risente spesso”
Una speranza è quella che emerge dalle parole di Sara : tornare alla normalità. Ha poche certezze ma un grande desiderio, quello di vedersi in futuro con un lavoro stabile da infermiera e con una famiglia tutta sua.