Una giovane associazione che coinvolge sei ragazzi, uniti dalla volontà di diffondere cultura.
“Parrhesia”, una parola che porta con sé un significato profondo e importante: letteralmente, “il dovere morale di dire la verità”. L’associazione culturale Parrhesia – l’arte di dire il vero, che da due anni opera sul territorio di Varese, è un giovane e ambizioso progetto che coinvolge sei ragazzi, uniti dalla passione per la cultura letteraria e artistica.
“C’è tanto da imparare dagli antichi, non solo sugli antichi – racconta Luca Lanfranchi, presidente dell’associazione – Questo è la nostra Parrhesia: concretizzare l’arte di dire il vero partendo dal suo ideale filosofico”.
L’obbiettivo di Parrhesia è quello di far comprendere come il creare propri ideali, farsi un’idea concreta di ciò che accade intorno a noi, muova l’uomo verso una dimensione più alta, lontana dalla “normalità”: “Quasi come volendone evadere – prosegue – Poiché l’uomo è l’orizzonte che non si riesce mai a raggiungere, ma che qualcuno riesce sempre a guardare. Per questo la nostra è una proposta culturale ed esistenziale nel contempo”.
Il primo evento ufficiale al quale ha partecipato l’ associazione, nel 2018, è stata una presentazione universitaria dal titolo “Socrate, Cristo e Maometto, maestri di verità”. E’ stato proprio grazie a questo evento che i ragazzi hanno capito che le loro idee potevano dare vita ad un progetto solido e concreto. Sono partiti in tre e andando avanti sono diventati un gruppo di sei ragazzi, uniti dal desiderio di diffondere cultura.
“Uno dei nostri eventi più memorabili lo abbiamo organizzato nel Comune di Lozza, dove abbiamo tenuto una lettura esperienziale del romanzo “Novecento” di Alessandro Baricco. Si è trattato di un progetto su più piani, il cui aspetto innovativo si distingue nell’aver coinvolto il pubblico cercando di avvicinarsi il più possibile alle sue sfere emotivè – racconta Monica Scarpelli – Anche la lettura teatrale del “Canto di Natale” di Charles Dickens, sempre organizzata con il patrocinio del Comune di Lozza, non è stata solo una semplice recita: si è trattato di un profondo lavoro sul significato della contrapposizione tra tematiche luminose e tenebrose che compongono la tela del racconto del famoso scrittore inglese, creata attraverso la lettura legata a particolari giochi di luce”.
L’improvviso diffondersi del coronavirus e l’imposizione della quarantena obbligatoria nel marzo del 2020 è stato inaspettato per tutti. Parrhesia, però, si è mossa immediatamente per continuare a creare contenuti ed eventi che fosse possibile seguire da casa attraverso le piattaforme social. “Respirando novelle” è stato il primo progetto concreto organizzato nel contesto del lockdown, grazie al quale l’associazione è riuscita a segnare la propria presenza anche sul web. Scelto un argomento per la settimana, a turno, venivano pubblicati su Instagram e Facebook contenuti artistici o letterari che raccontassero la tematica del giorno.
“Ad Aprile 2020 abbiamo organizzato un orientamento online mirato per i giovani delle superiori prossimi alla scelta universitaria, che a causa della quarantena non avrebbero potuto partecipare agli open day in presenza dei vari istituti. Con questa iniziativa siamo riusciti a coinvolgere 28 relatori, 20 facoltà tra Milano, Varese, Como e altre università importanti del territorio italiano e 400 utenti tra i 17 e i 19 anni – prosegue Luca – e anche quest’anno lo abbiamo riproposto. Naturalmente la situazione sanitaria e le conseguenti restrizioni erano molto differenti dall’anno precedente: nel 2020 eravamo costretti a rimanere chiusi in casa, mentre nel 2021 ci siamo ritrovati nella parziale libertà della zona gialla. In ogni caso, l’evento, pur non avendo riscontrato la stessa affluenza dell’anno scorso, è stato comunque seguito”.
I ragazzi di Parrhesia sono uniti da una profonda passione e dalla grande determinazione che mettono nell’organizzare i loro eventi, tanto che neanche la pandemia ha potuto fermarli. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove idee, nel luglio 2020 l’associazione ha collaborato anche all’esterno notte organizzato da Filmstudio ai giardini Estensi, proponendo la visione del film “Pinocchio” e nel dicembre 2020, in ricordo della giornata internazionale del migrante e del rifugiato, ha proposto – tramite piattaforme social – un evento di tre giorni incentrato sul tema delle migrazioni: “Parlare di immigrazione significa quasi sempre parlare dell’ultima ondata, Noi abbiamo voluto proporre l’argomento da più punti di vista e ricordarne ogni diversa sfumatura, tra consigli e approfondimenti in fatto di libri, film, arte e musica”.
“Varese deve dare una spinta alle associazioni giovani, attraverso un sostegno sia fisico che amministrativo. Senza canali istituzionali non è possibile farsi conoscere. Se la visibilità viene data solo ad una piccola cerchia ristretta, si rischia di diventare “razzisti” agli occhi di molti. Non devono essere solo le associazioni a proporsi ed autopromuoversi, ma l’ente prima di tutti deve rendersi disponibile, soprattutto per chi è giovane – concludono – Noi non ci fermiamo, continuiamo a lavorare per rendere Parrhesia un’associazione sempre più completa. Abbiamo già avuto grandi risultati, ma il meglio deve ancora venire”.
di Francesca Marutti