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Quando torni, cambia le lampadine

inserito il 6/8/2009 alle 11:00

led

Il ritorno dalle vacanze presenterà una novità importante per i nostri acquisti elettrici. Dal primo settembre, in base alla direttiva europea in materia di risparmio energetico, non potranno più essere vendute le lampadine a incandescenza da 100 Watt e, poco alla volta, a partire da quelle da 75 Watt dal primo gennaio 2010, tutte andranno in pensione a favore delle o, per chi può permetterselo, con le luci a led.

Per la prima volta l’Italia è già ampiamente avanti nella corsa alla sostituzione. Le maggiori catene di supermercati, chi parzialmente chi quasi totalmente, hanno già sostituito le lampadine in vendita sugli scaffali.

Da un punto di vista economico, ogni lampadina da 100 Watt sostituita con una di classe A, corrisponde a 15 euro di risparmio secco in bolletta. Insomma niente male per le nostre tasche e nemmeno per l'ambiente.

La novità, seppure i nostalgici di Edison non saranno d’accordo, è notevole: le lampadine a fluorescenza durano infatti fino a 10 volte di più rispetto a quelle tradizionali e inquinano 8 volte meno. Ancor meglio fanno i led, diodi con in cima una puntina di silicio, che possono durare fino a 50 mila ore, cioè 50 volte le lampadine che oggi abbiamo in casa.

In termini numerici sono circa 200 milioni le lampadine a incandescenza che “bruciano” in Italia in un anno e altre 40 milioni. Il passaggio alla totalità di lampadine a basso consumo si trasforma in un risparmio energetico pari a quello prodotto da 10 centrali elettriche da un gigawatt. Ponendo che questa energia fosse prodotta da carbone, significherebbero 60 miliardi di tonnellate di CO2 non emessa nell’atmosfera.

Una sola attenzione, però. Le lampadine di nuova generazione debbono essere considerate come piccoli elettrodomestici in quanto, ad esempio, contengono anche piccoli dosi di mercurio. Per questo vanno differenziate in maniera particolare per non rischiare di rovinare, con i rifiuti, quanto fatto così bene con l’elettricità.
 

Commenti dei lettori: 1 commento -
le coltivazioni moderne utilizzano una sola monocultura ed un solo gene e cio è profondamente sbagliato . in natura i prati e le foreste hanno una multivarieta che fra di loro non hanno competitivita ma anzi si aiutano . io stimo che se gli agronomi producessero miscele di piantine selezionate con criteri matematici alla risposta dei vari suoli potremmo raddoppiare le produzioni e soprattutto spendere meno soldi per le catastrofi piccole e grandi che mettono in crisi le economie mondiali .
Scritto da edi il 13/9/2009 alle 06:09