Agire, pensare, creare sulla strada della sostenibilità

La comunità internazionale, in particolare in questo periodo di crisi economica, sta ricorrendo a una sorta di riconversione delle produzioni industriali che sappiano tener conto delle esigenze ambientali e della sostenibilità.

Si parla infatti di sviluppo sostenibile, ovvero di una crescita economica attenta a garantire il medesimo benessere alle generazioni future. Questa visione ha portato e sta portando a puntare su centrali elettriche o su automobili di nuova generazione, in  maniera che la produzione rimanga alta e le esigenze dovute alla crisi sanate.

Da un punto di vista squisitamente ambientale il Policy Exchange, un istituto di consulenza britannico, ha calcolao la convenienza economica di alcuni metodi per combattere l'effetto serra e i dati sono sorprendenti. Investire tre dollari in foreste è sufficiente a evitare la liberazione nell'aria di una tonnellata di CO2.

Lo stesso effetto lo si può ottenere, in condizioni adeguate, investendo appena 10 centesimi di dollaro nella protezione delle zone umide tropicali le quali sono in grado di immagazzinare metano, altro gas che ha notevole influenza sul clima.

L'energia nucleare sulla quale anche l'Italia si sta muovendo, e che viene indicata da alcune parti come forma di produzione di energia attenta all'ambiente, costa 1460 volte di più della protezione delle zone umide, cifra calcolata in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Altra risorsa di questi anni, i biocarburanti, che sono sovvenzionati dai diversi governi con una pioggia di miliardi di dollari ogni anno (15) costano quasi altrettanto. Questo è un calcolo che specie per le zone del sud-est asiatico va preso molto in considerazione. Le foreste, in quelle zone, stanno cedendo il posto a piantagione di palma da olio destinato alla produzione di biocarburante.

La soluzione, come spesso avviene, sta nel mezzo. Una politica attenta che sappia preservare le foreste e un'economia davvero attenta alle esigenze di tutti.