Mattino gelido, a Pero. Alla risalita della stazione della metropolitana, il silenzio è rotto soltanto dalle grida di due persone: fuori dalla stazione li vedo, sono due controlli Atm che stringono in un angolo un uomo, presumibilmente di origine orientale. Lo spintonano, volano parole grosse, l’uomo tace: i controlli della metropolitana sono in 3, due uomini in azione e una donna che guarda. Io resto fermo a una decina di metri da loro: mi vedono e lasciano subito fuggire l’uomo. Chi fosse, cosa avesse fatto e perché non lo so, ma nella penombra del mattino, i tre controlli Atm agivano da sceriffi, al di fuori della stazione.
L’episodio mi offre lo spunto per ricordare anche un altro fatto, meno increscioso, ma altrettanto fastidioso, occorsomi prima delle vacanze di Natale: la stazione di Pero è strategica per i controlli del servizio delle metropolitana poiché in quella stazione cambia la tariffa, da urbana a extraurbana e i viaggiatori che scendono a quella fermata devono munirsi di un biglietto extraurbano.
La sera, durante la settimana, le squadre dei controlli sono spesso schierate sulle scale della stazione, per far cassetta, multando i furbi, ma anche malcapitate vecchiette che, male informate o ignare, utilizzano il biglietto sbagliato.
A me, invece, è capitato di passare per furbo. Con quale infrazione? Un timbro poco leggibile sulla matrice del biglietto settimanale (per colpa peraltro dell’obliteratrice guasta della stazione) e, soprattutto, non aver conservato una parte dei biglietti delle giornate precedenti. Un errore, una sanzione: cose che capitano, discutibili, ma secondo regolamento, per carità.
L’accanimento tuttavia è davvero fuori luogo: un atteggiamento da sceriffi, quello da squadre di ronda, davvero irritante. Evidentemente, un comportamento e un tono educati sono fuori luogo, quando si ha a che fare con i pendolari: pretendere rispetto sembra diventato impossibile in questa giungla.