Buona primavera, dottoressa Gelmini

La primavera inizia con una giornata dedicata alla poesia. Genere bistrattato, abusato, incompreso, travolto da un modo bulimico e isterico di vivere e assumere la cultura. La poesia ha i suoi tempi e i suoi ritmi, in genere, in sintonia con quelli della natura. Vorrei proporvi qui, due poesie sulla natura di un tale Salvatore Quasimodo, autore che grazie ai programmi avallati e approvati dal nostro,  mai rimpianto, ex ministro Gelmini, sarebbe superfluo o secondario.

Sull’argomento, interessante l’articolo firmato da Roberto Russo sul Corriere della sera di stamattina:

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2012/19-marzo-2012/poeti-scrittori-meridionali-900-cancellati-programmi-licei-2003739529110.shtml

Nella giornata della poesia, io italiano del Nord, sono grato a un maestro del Sud.

 

Le gemme

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa…
E tutto mi sa di miracolo.

Un’antichissima primavera

 Già sulle rive del fiume ritornano i cavalli,
gli uccelli di plude scendono dal cielo,
dalle cime dei monti
si libera azzurra fredda l’acqua e la vite
fiorisce e la verde canna spunta.
Già nelle valli risuonano
canti di primavera.