Trapani, il calcestruzzo della mafia adesso lo fa una ditta pulita

Entrare nel mercato dell’edilizia può riservare molte sorprese in provincia di Trapani. Il procuratore Roberto Scarpinato spiega che la mafia è un oligopolio di imprese che vieta la democrazia economica, nega il libero mercato e impone una connivenza. La storia della Calcestruzzo Ericina a Trapani è una delle pochissime che segna una controtendenza. I proprietari erano i figli di Vincenzo Virga, imprenditore trapanese che è stato arrestato e condannato per mafia. I dipendenti hanno continuato a lavorare, anche perché l’azienda sequestrata è stata poi confiscata e assegnata alla cooperativa dei dipendenti stessi, 11 persone. Oggi ha installato un impianto per lo smantellamento dei rifiuti inerti edili, ma la mafia per ben due volte ha cercato di distruggerla, una prima volta tentando di spaventare fornitori e clienti per isolarla, una seconda volta tentando di comprarla. Il sostegno decisivo è arrivato dall’ex prefetto Fulvio Sodano, che però dopo aver difeso la ditta è stata trasferito, accusato dall’ex sottosegretario agli interno senatore D’Alì di aver turbato il libero mercato. Il presidente della cooperativa Giacomo Messina è un lavoratore sopravvissuto alla vecchia gestione, e lamenta una falla nella legge, che non favorisce la richiesta di finanziamenti per ammodernare gli impianti delle ditte confiscate. La Calcestruzzo Ericina viene trattata con diffidenza ancora dal mercato. Eppure è un’esempio di ditta che sta cercando di vivere con i mezzi della legalità

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