Dalla spazzatura di Napoli ad altre spazzature mediatiche… fino all’accanimento emotivo sulla morte e sulla sofferenza degli altri… Intimità che, ad un certo punto, dovrebbero essere rispettate e tutelate… Cronaca che ci presenta i fatti in modo spietato, spudorato, sfacciato…
Notizie da far conoscere, ma da troppo tempo protagoniste della scena, così da catturare l’attenzione di un intero popolo, per settimane. Male sbattuto in faccia, senza alcun giudizio, quasi a confondere gli animi…Fatti spesso usati come “arma” per far fuori qualcuno o per tacere di altro e di altri. Rimaniamo impotenti testimoni di un pettegolezzo collettivo, di informazioni che sembrano remare in senso contrario rispetto al desiderio di conoscere, crescere, costruire…
Che fare?
Accusare, lamentarsi, intristirsi, abituarsi, abbattersi, scoraggiarsi… Sentirsi i migliori, sentirsi a posto… E’ molto più facile accodarsi ai più che reagiscono in questo modo.
Un invito a ciascuno di noi, nessuno escluso, un invito personale a scoprire che i fatti, la cronaca, quello che accade nel mondo mi riguarda. Mi interessano le persone, le sorti del mio popolo, così come quelle di Paesi lontani. Forse anch’io qui, a prescindere dalle circostanze in cui sono, favorevoli o contrarie, nei miei ruoli – privati e pubblici, importanti o umili – posso dare il mio contributo. Interrogarmi su cosa posso fare per star bene e far star bene, per contrastare quel male e quel nulla che sembra dilagare e lasciare un vuoto di senso, di valori, per cui sembra che nulla valga davvero la pena…
“Lasciate il mondo un po’ migliore di come l‘avete trovato”. Questo è l‘invito che Baden Powell ha lasciato agli scout di tutto il mondo… E di più. Non lasciare fare agli altri quello che potresti fare tu. Se vuoi, puoi. Ce la faremo.